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Di nessun uomo mi ha mai interessato essere stata la primacome invece interessa agli stronzi del mondo antico,ma nemmeno mi ha mai interessato essere essere l'ultimacome invece interessa agli stronzi del mondo moderno,neppure mi ha mai interessato essere l'unicacome invece interessa agli stronzi d'ogni mondo:a me interessa essere qualcosa di bellissimocustodito con amore nel cuore per sempre:sono una stronza a modo mio ed è la cosa più difficile.
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Secondo la mitologia giapponese sulla luna si intravede una lepre.Si racconta che tanti anni fa sulla terra vivessero felicemente e in amicizia una scimmia, una lepre e una volpe.
Un potente dio venne a conoscenza di questa grande amicizia tra animali così diversi e decise di verificarla: avrebbe premiato tanta lealtà.
Arrivato sulla terra si presentò ai tre amici spacciandosi per un povero vecchio affamato. La volpe e la scimmia, sperando in una ricompensa, si misero a raccogliere bacche e verdure per sfamarlo, ma la lepre continuò a giocare spensierata, perché quella era la sua natura.
Allora la scimmia e la volpe le dissero di raccogliere dei rametti per loro e di ammucchiarli e accenderli. Lei li accontentò e i suoi amici la spinsero sul fuoco e la servirono all'affamato vecchio che, colto da orrore per quel tradimento pensò che l'unica davvero leale fra i tre fosse stata la lepre e, come premio, la fece salire fino al palazzo della luna dove le fu resa la vita che divenne eterna.-
Potrebbe apparire come la solita storia ad effetto e comoda da esibire nei social web, ma io di Odessa mi fido, è sempre sincera e in quello che dice vi è sempre uno spunto ( purtroppo spesso amaro) di riflessione, al quale mi abbandono come fanno le conchiglie arenate in spiaggia ormai vuote raccogliendo assetate l'acqua di mare. La vicenda raccontata è dolcissima e amara, antica e dolorosa come il mondo. Ci racconta l'innocenza nelle sue tante declinazioni: la purezza, la spensieratezza, la vulnerabilità, l'abbandono, l'infanzia, l'ingenuità, l'invidia suscitata, il tradimento subito, l'attesa di riscatto. Il crimine compiuto è orrendo, soprattutto quando viene colpita la nostra vulnerabilità, spensieratezza e fiducia, ancor peggio quando viene tradita dalle persone a noi più vicine e alle quali ci eravamo affidati. È la perdita del gioco e della magia, il tradimento dell'amicizia quando si cresce, la delusione nei genitori che non sono più i nostri eroi, dei fratelli non più compagni di giochi e avventura ma attempati antagonisti di qualche eredità, degli amori che invecchiano e diventano interminabili e gelidi silenzi quotidiani, di figli irriconoscibili che ci abbandonano negli ospizi. Il delitto commesso è a tutti gli effetti un pasto cannibale compiuto dai nostri fratelli ingrati al quale si concede per l'ultima volta la vittima sacrificale. Il gioco è il modo infinito in cui scopriamo il mondo e il puro vivere per vivere senza riflettere sull'esistenza. La lepre che gioca non è superficiale ma spensierata e al di sopra degli interessi di un qualche guadagno. La lepre ci guarda dalla luna perché solo questa materna la sa accogliere, proteggere, premiare, lasciando che solo con gli sguardi lontani di pavidi terrestri si possa contemplarla un po' invidiosi, un po' affascinati senza raggiungerla. La volpe e la scimmia sono la furbizia, il calcolo, la malizia, la ragione, la menzogna, la manipolazione, l'opportunismo di chi cresce, dimenticando la propria innocenza perduta, di chi non sa cosa è la fiducia e il sentimento. Ma, rivolgendomi ai più critici e cinici, non pensiate che questa fanciullezza e spensieratezza sia asessuata, cioè priva di intensità, desiderio e di una qualche positiva malizia, solo espressione di zuccherosa e infantile elementarità, non degna di voi uomini e donne vissute e calate nella realtà da dominare e dalla quale difendersi. Semplicemente è priva di sovrastrutture mentali, manipolazioni e strategie , è gioco e scoperta e perciò pura, cristallina, inattaccabile. La lepre-coniglio emancipata, pura, erotica, spiritosa Bugs Bunny lo insegna beffeggiando il cacciatore. Ci eravamo tanto amati.
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Essere amati non basta.
È più importante qualcuno da amare.Qualcuno verso cui tendere, sentirsi la tensione dentro le viscere, quella tensione non risolta mai del tutto.C’è chi quando sente diminuire quella tensione appena un po’ molla la presa e si volge con mente e corpo altrove.Inevitabilmente poi quando si ama e magari si è ricambiati e la relazione prende forma quella tensione svanisce in una nuvola di fumo.C'è chi cerca per una vita di spazzare via quel fumo e adagiarsi così e chi cerca di nascondersi dentro quel fumo.La mia natura è decisamente la seconda. -
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Quante storie d'amore finiscono nonostante mesi o anni prima le stesse persone si siano promesse amore eterno.
Quante storie d'amore iniziano ogni giorno.
In fondo capisco il dolore, la sofferenza e i pensieri di chi vuol farla finita.
Quando si ripone noi stessi in un'altra persona e poi questa decide di non star più con noi il mondo ci cade addosso, ci sentiamo perduti, soli.
Non quella solitudine che si prova quando siamo soli e a magari non si ama nessuno, quella solitudine dentro, che ci attorciglia le budella, ci buca l'anima, la solitudine diventa una gabbia, non una opportunità di incontrare altre persone.
Bisogna però comprendere che al mondo ci sono milioni di persone che ci possono far felici e con cui possiamo condividere le nostre emozioni.
Questo è un dato di fatto, nonostante quella solitudine lì che bisogna superare.
In fondo Werther è stato uno stupido ma se Goethe non lo avesse fatto soffrire e morire sarebbe stato un personaggio noioso. -
Spesso sono divisa tra la notte, il cuore della notte, ed il mattino. Questi sono i due momenti del giorno che preferisco: lotto tra la staticità e la lentezza della notte e la dinamicità del mattino
Il mio animo è ben rappresentato dal quel quadro di Magritte in cui si vede un paesaggio notturno sotto un cielo diurno chiaro e luminoso.
Vivere per sempre in un ipotetico mattino è però anche una condanna perché quando si ha tutto per possibilità è difficile prendere decisioni e intraprendere una strada ma in fondo questo è l'unico modo per mantenere accesi la fame, il desiderio e l'attrazione.
Mi piace allora immaginare il mattino con il sole che sale, il pane caldo e buono e agire senza pensare, senza pensare alle cose, senza spingere niente e nessuno per lasciare che tutto si muova per passione e vitalità: forse questo intendeva Aristotele quando aveva immaginato che il Dio muovesse ogni cosa non spingendola ma attraendola, immagine bellissima assai nota a chi è innamorato ma io non so che cosa sia fino in fondo l'amore e mi dispiace. -
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Non so come definire il mio stato d’animo adesso.
Posso dire di stare bene?
Non credo.
Ho pensieri ossessivi?
Credo di essere sospesa, come sempre.
Forse la mia salvezza (temporanea) sta in un certa disciplina che devo applicare alla mia vita.
Giorno dopo giorno.
Ore, minuti, secondi.
Vivere prima di morire, meglio di morire prima di vivere.
Decisamente.
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Quella di trovarsi in una sorta di limbo, di sentirsi sospesi, è una delle sensazioni peggiori che abbia mai provato in vita mia. Bisogna rimboccarsi le maniche per uscirne
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odessa1920 e kan-dinsky ha aggiunto una reazione
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Molti mi dicono che sembro più giovane.Confesso che un po' mi fa piacere ma non gli do troppa importanza.
In ogni caso da un po' mi sento addosso il tempo che passa.
Io non mi sento né più giovane, né più vecchia, non credo che sentirsi di una certa età abbia molto senso: la mente non ha un'età anagrafica.
La mente "è" e basta, esiste dentro di noi fuori dal tempo e quasi mai è in armonia con il corpo che possiede.-
Bellissima foto e bellissimo pensiero
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splendida
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Ricercare la propria perfezione e non quella che è per gli altri la perfezione
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Ho letto il racconto "L'avventura di due sposi" di Italo Calvino.
Sembra che apra una speranza nella coppia, nonostante tutto.
Ma è una speranza tiepida e triste, quasi rassegnata, una speranza in bianco e nero, senza colori.
Descrive così bene il paradosso della quotidianità: la vicinanza reiterata ogni giorno che inesorabilmente implica un allontanamento tra uomo e donna.
Al primo è riservata la notte ed alla seconda il giorno e la condivisione è occupata dalle incombenze spicciole.
Solo il tepore del letto ci lascia pensare ad un varco... chissà. -
Se mi buttavo nell’erba e guardavo gli steli piegarsi alla brezza, e l’onda battere la sabbia, ecco, pensavo a lei, rivivevo nel cuore ogni suo passo, ogni suo gesto, ogni sua parola. [...] Sarebbe dunque questo, l’amore? Una «cosa mentale» che si alimenta al fuoco dell’immaginario e chiede aiuto ai balsami della memoria per non corrompersi in cenere? E, se così è, voler bruciare a quel fuoco, pretendere di scaldare a quel fuoco, e illuminare, le proprie grigie giornate, non comporta il più fatale dei rischi?
Gustave Flaubert, Mémoires d'un fou -
L'amore, nel momento esatto in cui lo viviamo, si corrompe sì brucia.
L'attesa, il presentimento dell'amore invece lo rende eterno ed immortale. Comunque sia l'amore corrotto, sia l'eterna attesa sono mortificanti per l'uomo. Dove sta allora la vita vera? Che può indicarci la direzione da prendere o da perdere?
La risposta credo che stia semplicemente nel mezzo.
Né la privazione, né la mortificazione sono la soluzione.
Lasciarsi andare alla corrente delle cose e delle emozioni: sbagliare sbagliare sbagliare, soffrire soffrire soffrire, ricominciare ricominciare ricominciare, divenire divenire divenire. E via, avanti così.
La vita, finché sangue ci scorre nelle vene, non lascia scampo. -
Ogni emozione ha una fase ascendente, un culmine ed una fase discendente.
E poi si stabilizza.
È l'indole personale a farci scegliere quando abbandonare ogni emozione, se nella prima fase, nel sul culmine o successivamente.
Certe emozioni, affinché ci rimangano impresse e vive nella nostra memoria e ci lascino davvero qualcosa, è bene abbandonarle al suo culmine. -
I ragazzi e le ragazze sono una cosa sola, stanotte.
Si sbottonano le camice.
Tirano giù le cerniere.
Si tolgono le scarpe.
Spengono la luce.
Quelle oscillanti creature sono piene di bugie.
Si mangiano l’un l’altra.
Sono sazi.
Di notte, da sola, io sposo il letto
Anne Sexton, The Ballad of the lonely Masturbator -
Tu potresti essere l'archetipo dello sguardo che vorrei su di me.
Il modello pensato ed ideale.
Lo sguardo elettrico che attiva impulsi e risorse impensabili.
La pupilla assoluta.
Ogni sguardo terreno ha dei limiti e delle limitazioni, dei confini.
Il tuo no.
Spazia oltre, è inarrivabile.
Mi scava dentro e arriva dall'altra parte.
Una parte che non conosco e che forse non conoscerò mai. -
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Mi piacerebbe essere felice per tutta la vita ma, come ogni cosa, la felicità esiste in quando esiste l'infelicità e viceversa. E spesso la seconda prevale sulla prima, come il disordine prevale naturalmente sull'ordine.Hai mai pensato a fare tutto ciò che ti rende felice? Ogni azione volta solo ed esclusivamente alla tua felicità. Pensa un po'.Il fatto è che ogni azione implica sempre delle conseguenze, muove le cose e le persone intorno a noi e il più delle volte non riusciamo a valutarle con obiettività. Le conseguenze poi lasciano sempre degli strascichi, spesso irreversibili o almeno reversibili nella loro materialità ma inevitabilmente inamovibili da dentro di noi che fanno da contrappeso negativo ad ogni potenziale felicità.
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non è proprio come la filosofia orientale del Tao, ma il tuo pensiero ha qualcosa in comune con la teoria dello Yin e dello Yang
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Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri.
Alda Merini
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Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz giace per terra con addosso solo il cappotto di Vera. Vera ha bisogno d’aria, cerca in ogni modo di aprire la finestra. Insiste. Vanamente. Non ce la fa. Sembra bloccata da qualche oscuro incantesimo. È un limite invalicabile."Io non ho bisogno di te. Tu hai bisogno di me"E allora rimane ansimante come un bestia in gabbia con i palmi delle mani appoggiati al vetro guardando fuori: occhi sciolti, vuoti e persi, nel buio.Poi, impotente e rassegnata, abbassa lo sguardo.La macchina da presa lentamente si allontana e lei diviene sempre più piccola ed insignificante, prigioniera di quell’elegante appartamento.Una devastante sensazione di claustrofobia mi assale.E quella finestra bloccata, quelle mura, quell’arredamento cosi ricercato non sono solo un luogo fisico ma un luogo mentale, una metafora di qualcos’altro.Indubbiamente è più facile fuggire da un luogo fisico piuttosto che da un luogo mentale che ti segue e ti persegue sempre, comunque e dovunque.Il mio luogo mentale ha mura molto spesse, porte blindate, finestre sigillate, il citofono rotto e non ho ancora trovato un varco, un passaggio segreto per uscire completamente fuori, una botola magica. Certe volte sento delle voci disarticolate e sconnesse, dei labili rumori all’esterno, sento il fischio di treni che passano ma non conosco gli orari e non li voglio conoscere, certe volte vorrei stabilirmi qui, crearmi i miei spazi, le mie comodità, ed uscire solo per fare frugali spese come i pastori che scendono dalla montagna per andare al paese una volta ogni tanto, certe volte… si, certe volte progetto la fuga da qui, sarebbe una grande impresa, tipo fuga da Alcatraz, non so… ma come dice E. De Luca “nelle imprese la grandezza sta nell’avere in mente tutt’altro”. E poi in fondo non mi piace neppure la parola “fuga”: ero e sono sempre io, e sono qui ed ora pure grazie a ciò che ero.E allora si, adesso me ne voglio stare così… “sotto le stelle sparse in cielo come un chilo di farina”.
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Una delle mie citazioni preferite. Complimenti per la scelta!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Amare qualcuno per i propri difetti. Amare ed innamorarsi dei difetti dell'oggetto del nostro amore. Oltre ogni cognizione razionale. Non capirci nulla eppure amare. Quando non ci capiamo nulla è sempre un buon segno. Invece noi capiamo tutto e non amiamo.
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la razionalità...
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Federica: ho dei rapporti con lui… sto con lui, io mangio, dormo, penso con lui…Confessore: rapporti?Federica: si… senza essere sicura, senza sapere…Confessore: sicura di che cosa?Federica: d’altra parte so… so che approfitto di lui, della sua… della sua intelligenza, del suo calore, del suo… di tutto lui…Confessore: della vita…Federica: sì…Confessore: beh… approfitta della vita…Federica: sì…Confessore: ma dov’è il male?Federica: sì, è vero… ma non… non riesco a respirare e… ho paura di invecchiare così… senza mai più respirare… quando invece mi sento ancora un po’ giovane…Flashback:Federica bambina: che i miei capelli siano molto lunghi, anche quando qualcuno me li taglia, che ricrescono subito, che questo zucchero filato non finisca mai, che io non abbia mai più paura di niente…Mamma: Federica lo sai che non ti devi allontanare… dammi la mano, dammi la manoFederica bambina: dove vanno i palloncini quando salgono in alto? E poi quando arrivano dove ci sono le nuvole? Scoppiano! E poi ricadono… ma in testa di chi? Hai già conosciuto qualcuno che ha ricevuto un giorno un palloncino sgonfiato in testa!?Da “È più facile per un cammello” di Valeria Bruni Tedeschi