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Le parole che bisbigliavi ora sono ricordi.
Hanno mantenuto il rosso calore del cuore che batte.
Di notte intonano canti nelle armonie celesti.
Pulsano nelle galassie occupando anni luce di pensieri.
Imperlato di rugiada il tuo volto
e il respiro, un suono di flauto.
Gli occhi chiusi, tutto appare
nel chiarore abbagliante dell’evidenza.
L’intera lunghezza del tempo si raccoglie in un punto.
Qui siamo, e basta.
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La ragionevolezza con cui sono stata formata dalla scuola dice che per ottenere un certo risultato bisogna mettere in fila le condizioni che lo produrranno. Insomma prima le cause e poi gli effetti.
La follia creativa rovescia questa logica dando soddisfazione al desiderio: prima l’effetto e poi le cause arriveranno.
È un po’ il ritorno a quella che una volta gli psicologi chiamavano onnipotenza del desiderio attribuendola ai bambini. Le cose si realizzano semplicemente perché le desideri.
Il desiderio immagina, vede il risultato finale, ci entra dentro e ci risiede. E tutto si allinea.
Si tratta di una scommessa.
E tu sei subito felice.
E ti aspetti che la gioia generi le sue cause.
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Ho sempre desiderato che la vita fosse magica. Nel senso della lampada di Aladino. Il ragazzo baciato dalla fortuna che trova la lampada con tanto di Genio, pronto ad esaudire i suoi desideri. Magari solo tre, ma con la possibilità di incatenare ancora il potere gestendo argutamente l’ultimo di essi…
Quante delle favole da bambini contengono i doni magici concessi al protagonista! Bisogna essere in un certo modo per ricevere i doni? O c’è un arbitrio totale della Fortuna? E se tutto consistesse nel prendere coscienza che i doni magici li abbiamo già ricevuti? E che si tratta solo di usarli in maniera appropriata?
Non desidero un’impresa con tanto di organizzazione, burocrazia e mansioni ben definite, orario di lavoro e procedure e protocolli… Desidero scorrazzare di qua e di là, con una lampada magica nella bisaccia, essere conquistata dai tuoi occhi, incantata dai sogni, meravigliata dagli eventi, sorpresa dai risultati…
Sto qui, a poche centinaia di metri dal fiume, vicino a una boscaglia amica… ma i miei occhi sono sul mondo intero. I miei pensieri nascono nel mio particolare e sbocciano sull’umanità nel suo insieme, fanno treccia con la mia microstoria e respirano le correnti d’aria che muovono la Storia.
Tutti i giorni attraverso un ponte. È l’operazione fondamentale per il mio desiderio di senso. Da questa parte sto squadrando un cubetto di granito e basta, dall’altra sponda sto costruendo una Cattedrale. È la magia fondamentale. Ho i doni per farla.
Ho conosciuto la passione e l’entusiasmo quando mi sono innamorata la prima volta. Da allora ho considerato quello stato d’animo come il prototipo della vita vera. Ho fatto di tutto per provare gli stessi sentimenti in ogni cosa che facevo. Non riesco a immaginare un senso senza la passione d’amore.
Il mio cuore è diventato pacifico. Non lotto più contro niente e nessuno. Sono pronta a contribuire a ciò che nutre, che guarisce, che cura l’erba bambina.Mi piace lavorare sorridendo. È col sorriso che abbraccio i miei amici. È il dono che preferisco profondere ogni giorno.
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La nuit, moi et le chat
Avevi messo il cappellino, quella sera, chissà perché?
Forse la luce della luna?
Recitavi un copione che non avevo mai sentito.
E sondavi il possibile con gesti inappropriati…
Certo eri bella.
E avevi occhi pungenti, che foravano la notte.
Io non pensavo all’etichetta, ma all’amore.
Non sapevo che fare e feci tutto… -
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Forse è nel sonno che la giornata nuova è stata seminata.
Forse è nella mente inconscia che i pensieri del giorno hanno le loro radici.
Ma ora è tempo di svegliarsi e d'infilare il vestito delle ore.
La maglietta leggera dei tuoi sogni.
Le scarpe desiderose di passi.
La strada si apre, davanti la porta di casa.
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A dire il vero non saprei come sopportare la vita se non trovassi il tempo per leggere libri di filosofia, romanzi e saggi che mi facciano pensare, che mi tengano in moto sia il cervello che il cuore; senza avere giornate libere da impegni per andare a passeggio e respirare l’aria fresca dell’aperto di prima mattina, osservando un paesaggio dall’alto. Se non trovassi il tempo per scambiare comunicazioni emotive con gente che come me si emoziona di fronte agli eventi e aspira a conoscere l’amore un po’ più a fondo di quanto sia successo finora.
Come potrei lavorare per un’azienda in cui per tante ore al giorno, alla settimana, al mese, all’anno… dovessi occuparmi soltanto di implementare le mie performance per alzare i grafici dei profitti degli azionisti? Come potrei reggere il peso dell’esistenza se dovessi considerare soltanto quelle attività che portano a risultati quantificabili in termini di prezzo?
Ma non è il caso di denunciare come fattore altamente inquinante, pari almeno al riscaldamento globale, questa visione unidimensionale della nostra vita?
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Mi alzo prestissimo. È ancora notte, ma quella parte della notte che corre verso il giorno. Che va incontro al sorgere del sole.
E io aspetto il momento in cui potrò uscire, per andare a camminare. Non m’importa dove, mi basta andare dove starò sola con i miei pensieri. Quello stato di solitudine che mi dà una gioia straordinaria. Quel piccolo viaggio interiore che mi consente di trovare la mia dimensione personale del viaggio.