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Il tuo sguardo è fuoco
Esci di casa e lungo la strada delle betulle ti avvii.
Incendi le nuvole d’incanti,
spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama.
Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.
Chi e dove accordò quell'animo generoso
in sintonia con le meccaniche celesti?
Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano.
Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue. -
L'amore sui tetti
Eleonora vuol fare l’amore sui tetti.
Dice che un giorno, mentre percorreva l’autostrada in direzione di Tortona – e durante il tragitto il suo sguardo e i suoi pensieri si erano persi tra le risaie che costeggiavano la strada – era rimasta folgorata dall’idea che l’amore non è un sentimento o un atto mio o tuo, o di qualche persona in particolare, ma che il Soggetto dell’amore e il suo Campo d’Azione Appropriato è l’universo intero e che i “nostri” amori non sono altro che scintille di quell’amore. E che il portato di quest’Amore Cosmico non è altro che l’abbandono a questo immenso e molteplice procreare: è un abbandono alla Gioiosa, Appassionata, Creazione Continua.
Da quel giorno non riusciva più a fare l’amore nel suo letto, nel chiuso della sua camera. Aveva bisogno di vedere il cielo, e di guardare il mondo dall’alto e di sentirsi parte del Tutto.-
In effetti ricordo due episodi della mia infanzia che mi hanno particolarmente segnato.
1) Una volta svolsi un tema originale nell'ultimo anno del liceo classico.
L'insegnante mi mise 4 perchè mi accusò di aver copiato.
2) A fine anno quando il preside lesse il giudizio sintetico su di me tutta la classe insorse e fece cambiare il giudizio su di me; il giudizio non esprimeva la mia realtà, molto superiore a quanto descritto dal corpo insegnate.
All'esame di maturità successe l'assurdo; la Commissione esterna mi esaltava ed il membro interno che doveva difendermi mi veniva contro.
Penso che quanto successo nel piccolo si sta ripetendo in grande in questa fase della mia esistenza.
I casi strani dell'esisitenza.
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La buona morte
Zio Tonino, detto Tati,
vi dirò come morì.
Un mattino in mezzo ai prati
molto presto lui partì.
Con il sole all'orizzonte
una musica ascoltò:
gli fluiva nella mente ...
e con essa se ne andò.
Così quello che alla gente,
giustamente, fa temere
per lui, allor, senza far niente,
fu un momento di piacere.-
bellissime immagini!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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La mia casa è il possibile
Certo, ti verranno in mente i versi di Emily, la grande. E anche a me.
Il sole era così limpido, oggi. E l’acqua del canale…
Fin dal primo mattino – mi sono alzata prestissimo…
Mi meraviglio sempre di essere viva e di vedere e di sentire.E mi piace la mia storia. È una bella storia. Di caduta e di riscatto, fino a questa cosa impossibile a dire – perché il linguaggio è così usuale …- che io chiamo fede, o gioia di vivere, qualcosa del genere.
Per questo – credo – nascono i poeti. Per questo si diventa poeti. Quando tutto quello che senti premere nel cuore è troppo grande per dirlo nel linguaggio usuale, quello della spesa, del lavoro o della scienza. E allora la mia casa è un cedro dalle grandi braccia, e la mia anima vola con le ali dell’aquila, e tutto quello che era la realtà diventa una regione lontana del mio viaggio. E l’essere non è più ciò che è di fatto, ma il possibile. Il possibile è la vera dimensione dell’essere. E il possibile è un cavaliere su un destriero parato a guerra, dalla luccicante armatura, dai pennacchi color porpora, che sfida l’impossibile, divorandolo sotto i suoi zoccoli.-
bellissima foto
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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La principessa triste
Io penso, Principessa, che sempre il mondo per noi è stato troppo. Siamo consapevoli dei nostri limiti nel momento in cui avvertiamo questo troppo. Ma il punto è da un'altra parte. Un mondo troppo è un mondo interessante, da esplorare, da meravigliarsene, da giraci dentro, da trafficarci in mezzo...Non è questo il troppo che senti tu. Il tuo troppo è che non vuoi più giocare, non vuoi più essere sorpresa. Vuoi solo aver avuto! -
La scala
Tra quelle villette c’era un’apertura da dove filtrava, in una certa ora del giorno, la luce abbagliante del sole. A quell’apertura si poteva accedere tramite una scalinata rustica, edificata all’inizio del secolo scorso. Le donne del paese avevano raccontato a ognuno di noi ragazzi immancabilmente la stessa versione della leggenda e che, cioè, se qualcuno di noi avesse avuto un sogno da realizzare sarebbe dovuto salire per quella scaletta nell’esatta ora del giorno in cui la luce abbagliante fosse filtrata tra le case e poteva esser certo, in questo modo, che il suo sogno sarebbe stato un giorno una realtà.
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La vita è imperfetta e piena di macchie d'unto
Voglio che la mia parte che pensa, che parla, che scrive, che usa le parole, raggiunga veramente ed esattamente me stessa. Che non giochi a fare l’intellettuale, ma che pensi in maniera audace e intelligente a ciò che vivo concretamente, nei dettagli.
Che non pensi immettendomi nella prospettiva di salvare il mondo, di trovare proposte e progetti politici, sociali, culturali, economici, per dare le dritte alla storia della società umana.
Non è alla mia portata. Io posso solo dire quello che il contesto sociale provoca in me. Posso solo rivelare i mie sentimenti, le mie paure, i miei desideri, in relazione al mondo e alla storia. Ma so benissimo che non sono all’altezza di pensare il mondo, e di portare sulle mie spalle la responsabilità del mondo.
Vorrei che il modo in cui io riesco a vivere fosse un contributo, anche piccolo, a che il mondo diventasse un giardino disponibile alla creatività e alla ricerca della felicità degli uomini.
Non sono così intelligente da capire in che misura le conseguenze remote delle mie decisioni e delle mie azioni siano in linea con questo desiderio.
So, tuttavia, che c’è un piccolo spazio – che in sé contiene a sua volta un mondo immenso – dove le mie azioni possono sortire effetti che in una certa misura posso controllare, o sono alla portata delle mie mani.
Mi piace chiamare questa piccola geografia “il mio giardino! E vedo che qui dentro c’è spazio per creatività, slancio, coraggio, superamento di sé, espansione, amore, passione, creazione di senso e di bellezza.
La bellezza di questo mondo consiste anche nel fatto che, qui, non è importante che io competa con altri, che mostri quanto sono colta, intelligente, virtuosa, coraggiosa, audace. Qui è importante come mi vedo io, cosa sento io, e mi misuri con un istanza che porto nel più profondo di me. Un’istanza, di fronte alla quale, non contano tanto le parole con cui cerco di pensare e orientarmi all’azione. Ma contano le azioni e la mia presenza in esse, lo slancio del cuore e la vitalità che mi viene restituita dalla vita stessa. La fiducia che riconquisto ogni mattina. E quel senso di piacere intimo che potrei tradurre anche con la stupida espressione: mi piaccio, mi piace tutto ciò! -
Lasciare fluire e respirare. Fluire e respirare, questo forse è lo stile, il modo che dovrei sviluppare in me.
Fluire è il contrario di bloccare, fluire implica assecondare il flusso degli eventi, senza usare troppa forza per condizionarli, fluire è muoversi indipendentemente dalla volontà, non esercitare la volontà per cambiare le cose perché le cose cambiate con la forza non cambiamo davvero, tendono a riappropriarsi di se stesse e a diventare ciò che dovevano diventare.
Respirare è seguire un ritmo, sentire il flusso e seguirne il ritmo, respiro dopo respiro, fermarsi se necessario e lasciare che ciò che ci deve lasciare ci lasci senza opporre troppa resistenza, respirare è sopportare l’assenza, il vuoto, riempirsi i polmoni d’aria e andare avanti.
Quindi sì… fluire e respirare. Basta solo questo.-
totale.
Il testo e l'immagine.
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odessa1920 e londoncalling6 ha aggiunto una reazione
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Kerouac...un'ispirazione continua.
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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- Beat, è il beat da tenere, è il beat del cuore, è l'essere beat e malmessi al mondo e come l'essere a terra ai vecchi tempi e come nelle antiche civiltà gli schiavi ai remi che spingevano le galere a un beat e i servi che facevano vasi a un beat.
Cuore.
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odessa1920 e beautifullmind0 ha aggiunto una reazione
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Accontentarsi fa male, bisogna imparare ad aevolvere il proprio pensiero verso una nuova dimensione di noi
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Bellissime opere alla vista!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Meta-fisica
Talvolta accade - negli ultimi tempi più spesso – che io guardi un ragazzo solo per apprezzarne la bellezza e l’armonia del fisico. Nulla di più, niente secondi e terzi fini. O meglio potrei dire solo tersi fini. E con questo non penso che sia male quando guardo un ragazzo solo immaginando cose sconce. No, non credo sia male. Solo che nel primo caso mi godo come mai il trascendere di ogni traccia di fisicità che in qualche modo inquina e oscura certi punti di vista: senza compiere alcuno sforzo non immagino un dopo, situazioni che non avverranno mai, circostanze improbabili, situazioni che in qualche modo usurpano il momento, il presente, l’attimo in cui sto guardando. In questo caso semplicemente non immagino nulla, guardo e basta, come potrei guardare il mare, il sole, il cielo, una nuvola, un albero o un’opera d’arte.
Quindi, ragazzo che sei sulla scalinata con i pantaloni bianchi e il vento che ti spettina i capelli, non fraintendere il mio sguardo, continua a scendere e vai per la tua strada.-
sfortunatamente non comprenderà mai questo messaggio ma fraintenderà le tue intenzioni
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ciribi72 e odessa1920 ha aggiunto una reazione
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vero, la mente dell'uomo non risiede solo nella testa
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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NATALE
Rinascere
Quanto dura una vita?Quante vite in una vita?
Evgheny, il pittore, era convinto che la durata di una vita, la sua capacità di navigare nell’oceano dell’essere, era in qualche modo connessa con la capacità di rinnovarsi – o il dono di rinascere ogni mattina, con il cuore desiderante e la mente fresca. Come lavata dai residui di ieri e del passato – in qualche modo.
– La mattina, tutti gli animali si lavano – diceva.
Lui dipingeva. Raccontava la sua avventura dipingendo. Dipingere è come scrivere un diario. È come narrare nelle stalle. È il mondo di “C’era una volta…”. Arrivavano i viaggiatori dalle terre lontane, e raccontavano, la sera, dopo cena, nei luoghi di raduno, quello che avevano visto e vissuto… Era il mondo di Evgheny.
Dipingere, raccontare, narrare l’avventura dell’uomo. Le scoperte e gli apprendimenti. Era la vita di Evgheny. Lui era fatto in questo modo.
– La mattina, tutti gli animali si lavano – ripeteva.
Adesso c’era odore di neve nell’aria. Natale si avvicinava.
Le donne, vicino al fuoco, riandavano col cuore e la mente ai tanti amori. Agli uomini che avevano amato. Li vedevano scorrere nella fantasia e provavano quel senso di tenerezza che il ventre di una donna sa provare. Era quasi Natale e c’era odore di neve. Loro avevano amato. Avevano dato alla vita ciò che una donna sa dare.
Gli uomini sognavano imprese. Passavano confini, nell’immaginazione. E uscivano dai piccoli villaggi. L’odore della neve li portava a valicare frontiere. Un po’ di nostalgia per casa, per il fuoco e il caminetto. Ma poi, l’odore della neve li portava lontano.
Era quasi Natale. Tutto continuava a muoversi al solito ritmo, ma sembrava anche fermarsi – un istante in più – a pensare.
Quante vite in una vita!Quanto dura una vita?
Natale è ritrovarsi bambino ogni mattina, mentre ti lavi la faccia, e ti fai lo shampoo ai capelli. -
Passaggio
A volte cambia – e sembra perfino che lo faccia senza preavviso e arbitrariamente – tutta l’atmosfera emotiva della situazione. E dove ti sentivi abbastanza a casa ora ti ritrovi smarrita. Il tuo “io” sembra diluirsi come sale in una soluzione troppo acquosa e i pensieri si sfrangiano in tanti frammenti senza trama. E se ti sforzi di mettere a fuoco certe domande, senti una pesantezza ovattata che ti smorza lo sguardo.
E allora vaghi, attendi, ti distrai, sonnecchi. Poi, un giorno, mentre cammini tra le foglie secche avverti che si annuncia un ritorno a se stessi. Si annuncia nel corpo, come sempre. Come fa la primavera. E il messaggio raggiunge subito la mente. Il messaggio avverte che le energie stanno per ritornare e che dovrai cambiare alcune cose, perché il vecchio modo è finito.
E ti ritrovi pronta, anche se non sai ancora cosa o come. E senti una cosa bellissima, che è come il nucleo caldo di una speranza giovane che allarga le braccia.Senti che sei un “sì”. -
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che fiori erano? li conosci?
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Quasi odore
Settembre. Mese obliquo. Giorni obliqui. Ore oblique. Minuti obliqui. Settembre è un piano inclinato. Dopo agosto – “il mese più freddo dell’anno” – una infinita, piatta, uniforme, gialla e sabbiosa landa desolata, a settembre tutto lievemente si inclina e tutto discende, tutto si dipana, si srotola, si slaccia: i raggi del sole, le ore di luce, le ombre, la temperatura, la pioggia, le foglie, i sapori, gli odori…
E le nuvole si abbassano, quasi come per cercare un contatto dopo essere state via per tanto tempo, sembra che dicano: ehi, siamo tornate! Guarda un po’ su! Le nuvole prendono forma, il cielo si popola, si anima… assumono le sembianze più strane, non si confondono, delineano i propri contorni, la propria personalità, sbuffano, si gonfiano, ma solo per chi le sa guardare.
Ed io, giù giù, in basso, annuso l’aria e la terra, coloro gli odori come un cane con il naso al vento, cerco di usare l’olfatto, un senso quasi atrofizzato nell’uomo, forse proprio perché racchiude la nostra parte istintiva, utilizzato prevalentemente in due attività, che poi, non a caso, sono le più primordiali: mangiare e copulare.
Ed poi ancora io, ancora più in basso, annuso te, a settembre, tu che assomigli un po’ a settembre, dopo il sole a picco e le spiagge affollate e le stelle cadenti e il sale sulla pelle e le docce fredde, selvatico e famelico, pudico ed insicuro procedi a scatti, ti acquatti, strisci, pronto ad afferrare, a mordere, e poi a fuggire, quasi senza lasciare scampo, quasi senza lasciare il tempo.
Il tuo naso-rettile striscia e sguscia sulla mia pelle, sul mio petto, sulla mia schiena, mi annusi come in cerca di qualcosa, forse dell’odore perfetto, di un odore che si agganci al tuo, o forse di una sinergia di odori, di un odore ineluttabile, un odore che non sia né il mio, né il tuo, bensì qualcosa di sconosciuto alle tue narici ed alle mie, sconosciuto e familiare, un odore dove fuggire, nasconderti, ricominciare, rifugiarti, dove coprirti, un odore del tuo settembre.
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noto che tutti celebrano la tua eleganza!! che bello!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Redland Bay è in Australia, vicino a Brisbane. L'immaginazione mi porta là, ma è un altrove della mente.
Tre amiche sono sedute in un locale. Parlano. Ruby rigira in mano un’arancia mentre chiarisce il suo pensiero a Alyssa e Claudia. Dice che sì, è vero, nella nostra modernità è scomparso il sociale. Partiti e ideologie non identificano più nessuno. È già successo da tempo, ma ce ne rendiamo conto solo ora. E le istituzioni non sono più cose sacre da servire. Vengono apprezzate, al contrario, nella misura in cui sono esse a servire l’individuo. Ma, attente!, questo è importante: l’individuo, ogni individuo, oggi è impegnato nello sviluppo della persona. È questo il centro della nostra epoca, la parte viva della cultura. L’impegno nello sviluppo personale. Milioni di persone in questo momento sono impegnate a sviluppare la persona. A cominciare dal corpo, l’alimentazione, la salute, e poi la mente, le emozioni, il sentire, il pensare, l’intuire, il coltivare i propri talenti, acquistare consapevolezza di se, sviluppare libertà e creatività… E questo è importantissimo! E annuncia l’avvento di un’epoca nuova. Bisogna imparare a guardare il fenomeno con occhi positivi. E tu, Alyssa, la devi smettere di rimpiangere “quando si credeva nei valori”, come se fossimo orfani e in piena decadenza! Il valore è questo, oggi: coltivare la persona.Alyssa: Sì, ma l’amore?
Ruby: E anche l’amore si sta liberando da tutte le costrizioni e i pesi che la società passata gli imponeva. Stiamo per scoprire un amore più leggero e spontaneo, genuino, autentico…
Ruby, Alyssa e Claudia abitano tutte e tre sulla Poynter Street e ora, sedute al tavolino del locale, lasciano che il loro sguardo si perda nel tramonto, oltre lo Yacht Club. Sono giovani. Si ritrovano con una certa regolarità per fare consapevolezza. Bevono una spremuta, si raccontano quello che hanno letto, cercano di mettere in chiaro quel che pensano.
Siamo a Redland Bay, un altrove della mente.
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Che bello sarebbe se tu ci andassi e scoprissi che esistono veramente le tre amiche di Redland Bay.
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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Richiami lunari
E mi scopro ogni mattina così dispersiva!…
Le troppe cose, ognuna che tira dalla sua parte.
Nell’insieme...una sorta di smarrimento…
E sembra giustificata la domanda che affiora: dove sto andando? Dove voglio andare?
Una vecchia domanda!
Insomma: bisogna decidere, cioè tagliare via i molti richiami e scegliere la direzione. Disciplinare le risorse, raccogliere in un disegno unitario, ben orientato, la folla delle spinte… Focalizzarmi su l’obiettivo.
Ma quale?
Se tento di rispondere, ritornano in tanti nel mio cervello a chiedere precedenza: premono verso l’uscita come contro uno stretto collo di bottiglia…
Imbarazzo!
Allora concludo che ciò che desidero davvero sarebbe non dover decidere, poter seguire la corrente, lasciarmi portare… vedere e gustare mentre le cose accadono, semplicemente essere, volendo quello che avviene e lasciandomi andare. Nessuna pressione a fare, a ordinare, a focalizzare.
Libertà come non aver niente da fare!
È un pensiero che resetta la mente e allarga il respiro. Un ampio spazio di “niente da fare” dove poter fare tutto quello che viene voglia di fare, dove essere esattamente quello che sono!
…
E se immagino di avere questo grande spazio di libertà, immediatamente ritorna la domanda: e allora, cosa faccio? Dove voglio andare?
Curioso!-
Anche io a volte mi sento sopraffatta dalle troppe cose, dalle troppe distrazioni, dai troppi impegni.. ma forse è meglio così. Ci teniamo vivi
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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mi ricorda il giappone la tua lampada!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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DA UN SOGNO VERO, CIRCA LE 17.00 DEL 30 AGOSTO 2019, DA QUALCHE PARTE IN LOMBARDIA.
Eri in una scuola Odessa, contemporaneamente adulta e bambina, ero lì anch'io e sentivo che dovevo avere cura di te, perché eri smarrita ma al tempo stesso geniale come gli autistici, eri orfana, senza più genitori. Ti proteggevo anche dagli altri, perché curiosi volevano il tuo genio; c'erano anche altre cose, ma al risveglio i ricordi si sono dissolti. Solo ora che leggendoti scrivi di sogni, io ti parlo del mio e di questa strana coincidenza, altrimenti avrei taciuto. Forse già oggi, al far della notte sarò di ritorno nella mia sopportata città. Il piano A è ormai abbandonato.
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Stampe esotiche
La narrazione sì, quella fa proprio per me. Non faccio che raccontare la mia storia, sono in mezzo a una storia che vivo nell’atto stesso di raccontarla. Io sono affezionata al mio io narrante al punto da non preoccuparmi per niente se non ricorda esattamente quello che è successo e travisa i fatti solo per mantenere la propria dignità. Soprattutto adoro il mio io narrante nel momento stesso in cui inventa il suo futuro. E questo lo fa ogni giorno. È la sua attività principale.Il mio presente è un io narrante che inventa il suo futuro.