- Donna
- Verona (VR)
-
Ultima Visita
Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920
-
-
bellissima foto, complimenti. Un fiore tra i fiori.
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
bellissima come sempre,quei girasoli ti donano tanto
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
La vita è un viaggio.
Le cose cambiano fuori. Ma soprattutto le cose cambiano dentro.Ognuno ha un luogo in cui si guarda allo specchio e indaga su se stesso.
Noi non siamo.Noi diveniamo.E la scoperta più interessante è proprio questa: chi stiamo diventando.
Io amo i luoghi in cui incontriamo noi stessi.
E la vita.
Che sembra essere la stessa cosa. -
-
Machbeth nella nebbia!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
In epoca ingenua il valore lo vedevo nelle cose, che erano belle e buone e desiderabili già da sé. Poi è venuta l’epoca in cui il valore del mondo sembrava venir divorato dai mostri segreti del tempo. Il momento in cui ci si sente orfani: il divino è morto e ci ha abbandonato. Il mondo è disincantato. Uscire dalla desolazione è stato nello stesso tempo il farsi strada dell’idea che il valore non sia qualcosa di già dato, ma che vada “messo” nella pasta oggettiva del mondo, o vada “educato” da essa: il valore come risultato della cura (che la cultura sia in qualche modo coltura). E mi è sembrato che si aprisse un’epoca di seconda innocenza. Un’età più consapevole. Mi siedo a considerare nella riflessione prima di gettarmi (o lasciarmi trascinare) nell’azione. Affinché si creino all’interno le condizioni che consentono di “proiettare” valore sulle cose. Che si crei dentro l’immagine buona, che si giri dentro il film giusto in maniera che l’azione diventi non solo sensata, ma anche bella! Un’età più leggera. Capace ogni giorno di ripartire. Ripartire da qui, dall’orto di casa. Per avventurarsi nel mondo con la fiducia di chi va a cercar fortuna. E a scoprire. E... costruire. Quasi rinascere ogni giorno - ma senza abbandonare il filo conduttore che lega tra loro gli episodi del passato. Lasciar cadere il retaggio pesante e viscoso del passato, alleggerirmi, senza dimenticare però l’orientamento che mi ha animato da sempre. Un’età intenzionalmente più positiva. Che riesce a prendere i tempi come ricchi di infinite possibilità, opportunità, occasioni, quale che sia il primo impatto. Perché il primo impatto è sempre l’immagine del presente visto con gli occhi del passato (uno sguardo che genera un destino di decadenza: in ogni tempo i “vecchi” hanno detto che “ai loro tempi” tutto era migliore). Un’età che accoglie dai tempi l’appello all’interiorità e alla cura di sé non per infognarsi in sterile narcisismo che si avvita su se stesso, ma per coltivare il sano narcisismo che rinnova lo sguardo in vista di un’azione positiva e felice. Ed ecco che là dove lo sguardo moralistico vede solo degrado e scuote la testa, io voglio vedere opportunità di crescita ed evoluzione. Come nell’incertezza, nel fluire di ogni cosa, nel carattere effimero delle conquiste, nella relativa mancanza di rifugi garantiti e durevoli…
-
-
bellissimo vestitino!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
-
Ciao Odessa, buona domenica, i tuoi occhi sono belli così come sono, non importa che tu voglia cambiarli, importa come vuoi elaborare le immagini che catturano!!!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
Richiami lunari
E mi scopro ogni mattina così dispersiva!…
Le troppe cose, ognuna che tira dalla sua parte.
Nell’insieme...una sorta di smarrimento…
E sembra giustificata la domanda che affiora: dove sto andando? Dove voglio andare?
Una vecchia domanda!
Insomma: bisogna decidere, cioè tagliare via i molti richiami e scegliere la direzione. Disciplinare le risorse, raccogliere in un disegno unitario, ben orientato, la folla delle spinte… Focalizzarmi su l’obiettivo.
Ma quale?
Se tento di rispondere, ritornano in tanti nel mio cervello a chiedere precedenza: premono verso l’uscita come contro uno stretto collo di bottiglia…
Imbarazzo!
Allora concludo che ciò che desidero davvero sarebbe non dover decidere, poter seguire la corrente, lasciarmi portare… vedere e gustare mentre le cose accadono, semplicemente essere, volendo quello che avviene e lasciandomi andare. Nessuna pressione a fare, a ordinare, a focalizzare.
Libertà come non aver niente da fare!
È un pensiero che resetta la mente e allarga il respiro. Un ampio spazio di “niente da fare” dove poter fare tutto quello che viene voglia di fare, dove essere esattamente quello che sono!
…
E se immagino di avere questo grande spazio di libertà, immediatamente ritorna la domanda: e allora, cosa faccio? Dove voglio andare?
Curioso!-
Anche io a volte mi sento sopraffatta dalle troppe cose, dalle troppe distrazioni, dai troppi impegni.. ma forse è meglio così. Ci teniamo vivi
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
mi ricorda il giappone la tua lampada!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Ritorno alla natura
Sono attenta a coltivare il mio orto (metafora) ma non per rinchiudermici. Mi piace pensare di fare qualcosa di gradevole, piacevole, magari utile per gli altri. Ma è bene che cerchi di non immettere nel grande minestrone della comunicazione prodotti inquinati dalle mie nevrosi, dalle mie paure, dai miei risentimenti, dai miei dolori. Perciò cammino: mi fa star bene, mi consente di digerire la vita, di metabolizzare l’esperienza, di creare le condizioni migliori per partorire bei pensieri.
Il ritorno alla natura di molte persone credo voglia dire desiderio di ricominciare daccapo la bella avventura umana, uscendo fuori da tutto l’inquinamento che un lungo periodo di aggressività ha accumulato attorno e dentro di noi, nelle nostre città, nel nostro corpo e nella nostra anima.
Guardo il cielo e penso che un giorno ci andremo a scorrazzare tra le galassie. Stiamo imparando. Dobbiamo imparare dalla natura e dai suoi equilibri a creare un ambiente sano e vivibile da portare con noi negli spazi. Dobbiamo sviluppare la tecnologia necessaria per esplorare l’universo. Dobbiamo innanzitutto imparare a lavorare d’accordo in maniera creativa per non portare la guerra anche nello spazio, come prefigurano i film di fantascienza.
Bisogna imparare a vincere la guerra arrivando alla radice nel nostro più intimo. Uscire fuori da io ho ragione tu hai torto, fuori da io vinco tu perdi. Trovare nuovi modi di avere ragione e vincere insieme.
Anche il pensare deve ritrovare il suo processo naturale ed ecologico. Che il pensiero sia davvero un concetto (concepito) di un processo di fecondazione e gestazione sano e paziente (naturale), come i buoni frutti della terra, come i sani cuccioli delle femmine.-
stupendo!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Io in casa sto bene. Le mie giornate sono i dense e ispirate e stanno bene racchiuse nel mio “vascello del tempo”.
Il mondo è là fuori. L’osservo dalla mia finestra. Là fuori resta l’altra metà di me. L’Aperto è una casa più grande. Amo la natura e mi sento legato all’umanità.
Per il momento la mia uscita principale è una passeggiata solitaria, al mattino, nella campagna. Dura un paio d’ore, di solito. Adoro questa specie di “rituale”.
Cammino adagio. I rumori delle attività umane sono lontani, sullo sfondo. La quiete dei campi mi ristora. Sto in ascolto.o. E arrivano regolarmente pensieri che mi allargano il respiro, aprono orizzonti nuovi, rinnovano il sangue nella circolazione, creano geografie allettanti per il desiderio.
È come se nascessi di nuovo ogni mattina. Quando mi sento rigenerata ritorno a casa.-
bellissima didascalia!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Volevo rispondere al tuo commento ma credo tu l'abbia cancellato. Forse hai pensato che io mi offendessi, non so...
Non sono una ragazza permalosa. E comunque non ho trovato nulla di offensivo in ciò che avevi scritto.
-
E mi scopro ogni mattina così dispersiva!…
Le troppe cose, ognuna che tira dalla sua parte.
Nell’insieme...una sorta di smarrimento…
E sembra giustificata la domanda che affiora: dove sto andando? Dove voglio andare?
Una vecchia domanda!
Insomma: bisogna decidere, cioè tagliare via i molti richiami e scegliere la direzione. Disciplinare le risorse, raccogliere in un disegno unitario, ben orientato, la folla delle spinte… Focalizzarmi su l’obiettivo.
Ma quale?
Se tento di rispondere, ritornano in tanti nel mio cervello a chiedere precedenza: premono verso l’uscita come contro uno stretto collo di bottiglia…
Imbarazzo!
Allora concludo che ciò che desidero davvero sarebbe non dover decidere, poter seguire la corrente, lasciarmi portare… vedere e gustare mentre le cose accadono, semplicemente essere, volendo quello che avviene e lasciandomi andare. Nessuna pressione a fare, a ordinare, a focalizzare.
Libertà come non aver niente da fare!
È un pensiero che resetta la mente e allarga il respiro. Un ampio spazio di “niente da fare” dove poter fare tutto quello che viene voglia di fare, dove essere esattamente quello che sono!
…
E se immagino di avere questo grande spazio di libertà, immediatamente ritorna la domanda: e allora, cosa faccio? Dove voglio andare?
Curioso!
-
bellissima!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
Bella riflessione... condivido appieno. Mi chiedo solo se una cosa comune a tutti, anche a quelli che sembrano avere una vita che segue la direzione giusta e sono soddisfatti; oppure io sono come te ed altri...
Grazie di aver condiviso questo pensiero che mi aiuta a riflettere.
Buona domenica!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
-
E guardavo le profondità del cielo.
Di giorno è una cupola trasparente piena di luce rassicurante, la notte è miliardi di fori luminosi in un’oscurità senza fine di anni luce.
E, guardando, io mi chiedevo: e noi chi siamo, qui dentro, e per che cosa?
E andavo persa nell'impaccio viscoso del non aver cose sensate da rispondere a tali interrogazioni. Che quasi mi parevano sensate le parole di Luca: che non serve proprio a nulla darsi tanto da fare. E di Sartre: che l’uomo è un’inutile passione!
Eppure – dentro - questa voglia irresistibile di fare. Questo desiderio di andare e scoprire e lavorare l’universo e che l’inquietudine che sgorga dalla crepa dolorosa tra il sogno e l’esistente sia lì apposta per metterci in moto, per spingerci a trafficare…
E, pure, questo desiderio che tutto serva, che tutto abbia un senso, che tutto insegni, che tutto guidi, che tutto conduca a quell’altrove che chiama come fosse casa…
E tutto questo stupore, di chi è l’ultimo arrivato. E non solo per le galassie e i firmamenti, ma per la storia stessa dell’uomo e le conquiste e il lungo interminabile discorso che crea sapere e consapevolezza.
Oh, come vorrei…
-
conoscere l'infinito e oltre è del tutto impossibile per le nostre menti, almeno nell'immediato presente, domani poi... chi lo sa, con le nuove scoperte in campo tecnologico che la nostra specie compie, prima o poi lo navigheremo questo infinito, andando oltre quella barriera oscura che ci circonda.
-
-
-
una dea!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
-
COINCIDENZE
Un cuore inciso sulla balaustra vicino al tuo braccio.
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
-
Ciao, per le mie immagini elaborate non c'è un tempo standard. Alcune richiedono poco tempo altre molto. La cosa più difficile è la foto di base. Devo scattarne molte per ottendere l'inquadratura e l'espressione che voglio. A volte la luce non è dalla mia parte, oppure una volta trasferite sul computer mi accorgo che nessuna è adatta.
-
Ci sono trappole nel linguaggio. S’impara a riconoscerle un po’ per volta. Betty Edwards – una maestra fantastica nell’arte del disegno – diceva: “Quando ad un bambino dici che quello è un cane, smetterà di guardarlo”. Ormai ha un nome. E col nome un concetto. E le parole si mettono insieme. La logica è il loro campo magnetico d’aggregazione. Ne nasce un quadro di significati. L’occhio si sposta sul quadro e, pigramente, non ritorna a ciò che ha visto e che potrebbe continuare a guardare. Allora nascono le definizioni, e la voglia di vivere si veste di quelle definizioni come di vestiti al pranzo di gala della cultura. E ci sono i maestri di cerimonie. E i galatei. A questo punto hai perso il contatto.
-
ma questa statua cosa rappresenta?
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
stai benissimo in rosso!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Amo la parola che dà alla luce.
C’è una parola che uccide le cose
E una che le spalma di grigio nella tomba
di ordinati cimiteri.
Amo la parola che rivela la bellezza di ciò che sa essere
La parola che s’incanta d’avventura
Che sgorga rossa a fiotti
Dal sangue caldo della carne
Che dipinge altezze immacolate
al sentire intrepido del cuore
La parola che risuona in bocca
come nel primo giorno del mondo
ancora calda del fiato di Dio
E ho un rifugio invernale
dove invocarla nelle prime ore del mattino.
-
Ho sempre avuto difficoltà a definire la concretezza, forse perché amo gli spiragli in genere, e succedere che mi piace far congetture su chi abita dietro le porte che si aprono appena. E poi se incontro qualcuno che in qualche modo riesce a crearmi dentro lo spazio di un sogno, seppure estemporaneo, oppure che riesce a destarmi dalla vita sognata (spesso non vi è troppa differenza) ecco che il senso del cercare si fa vivo e lo sento pulsare (ecco, forse quella pulsazione costante è la concretezza per me).
-
Cantami o Diva...
Nei mesi dell’inverno la poesia
si sa patisce il freddo come tutti,
Calliope non si spoglia, ben che sia
d’Omero amica e dei costrutti
che fecero d’Ulisse il grand’esperto
e d’Ettore ed Achille i gran guerrieri
dei quali il dono è d’averci aperto
il libro della vita e dei pensieri.
E allor cosa farà caldo il poeta
che non resiste senza penna in mano?
Che cosa accenderà dentro l’esteta
l’estro creativo a muovergli la mano?
Forse tu sai soffiargli nell’orecchio
quel vento dolce detto ispirazione?
Forse tu puoi mostrargli nello specchio
il volto audace dell’eccitazione? -
-
che agile
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Davanti a me il canale, che scorre indifferente a testa bassa verso mete più lontane, non si esime dar rispecchiare l’universo, pago di fare quel che è costretto a fare.Io sogno e invento e volo con l’immaginazione, oltre il canale, oltre le colline.E la notte mi è cara per l’energia che mi regala, anche stamani, per spingermi lontano, all’avventura.
-
sempre in bilico!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
bellissima foto!!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Voglio trovare nuovi modi di guardare alle cose con cui traffico ogni giorno? La solita visione non è l’unica. Lo so e lo desidero.
Voglio una sorsata di giovinezza scaturita da uno sguardo nuovo. Più dentro, più oltre, più sopra. E anche fuori dalle solite filosofie.
Quanto tempo ci vuole alla mente per evolvere?
Guardo l’universo. Qualcosa che non conosco sta facendo qualcosa che non so. Avverto tutto il pathos di questa posizione. E tutto lo stupore dello sguardo di un’intelligenza che non si vuol perdere lo spessore del mistero, mentre spinge avanti l’occhio per afferrare qualche frammento di luce.
Tutto il sapere che ci siamo costruiti appartiene ad uno spazio minimo di consapevolezza. La vita appare come un semplice aperitivo di se stessa. E l’amore come il vagito di ciò che aspira a diventare.
Anche se si mostra pesante e pensosa, tutta la nostra saggezza è erba bambina. E le nostre facoltà, i nostri talenti, chiedono di essere liberati dalla zavorra più che riposare su archivi di risultati accumulati.
La nostra è un epoca in cui l’aspirazione a volare liberi e leggeri conquista territori sempre più estesi d’espressione. Le storie d’amore si riducono a intensi scambi di sguardi mentre si attraversano le strisce pedonali. Fantasie istantanee durante il tragitto del tram da una fermata all’altra. Sorrisi intrecciati davanti l’entrata del negozio. Un attimo dopo, tutto è finito. Tutto ricomincia.
Le visite della verità sono fugaci. La luce delle intuizioni, imprendibile. I segnali che contano sono nella visione laterale, in tralice. La nostalgia si fa poesia leggera, mentre lo sguardo si solleva alle nuvole, alla ricerca dell’altrove.
Troverò nuove parole, masticando quelle vecchie. Aprirò la porta a nuovi pensieri battendo con i polpastrelli la tastiera del computer.
Suonerò la mia musica per conoscermi meglio. E ogni mattina darò una risposta fresca alla domanda che mi porto dentro. Chi sono? Dove vado? Cosa sogno davvero?