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Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920
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I salti quantici avvengono. Tu ti eserciti, lavori, ci dai dentro, tutto sembra difficile, duro, faticoso, penoso, e tu continui. Poi, un bel giorno, tacchete! Succede.
È successo così quando hai imparato ad andare in bicicletta, quando hai imparato a guidare, quando hai imparato a fare l’amore, quando hai imparato a recitare in pubblico, quando hai imparato a suonare il pianoforte, a discutere, a far fronte a un fallimento.
La logica sembra questa: si attraversa la prova da cima a fondo, senza fuggire, senza esimersi, senza difendersi. Poi, succede. Improvvisamente. E tutto cambia. Tutto quello che era difficile diventa facile.
Fino alla prossima frontiera.
La mente precedente insegna a fuggire dalla pene della prova. Ma solo attraversandola puoi accedere alla mente successiva. Il salto quantico. -
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beh, il set decisamente sembra di qualità!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri.
Alda Merini
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Nel cuore del bosco mi venne in mente qualcosa che avevo letto sulla dendrocronologia. So, come sanno tutti, che gli anelli concentrici del tronco degli alberi indicano l’età della pianta. Mi pare che il primo a intuirlo fu Leonardo, il solito genio.Ogni tanto leggo le cose di Tiziano Fratus che va alla ricerca degli alberi monumentali. La loro età è sbalorditiva. So di un Pinus Longaeva del Nevada, tagliato nel 1964 alla veneranda età di quasi 5.000 anni. E di un abete rosso scoperto in Svezia che dall’alto dei suoi 9.550 anni è il decano della vita sulla terra. È la stessa età della civiltà umana se si pensa che l’inizio dell’agricoltura viene fatta risalire a circa 10.000 anni fa.Nel cuore del bosco mi guardo attorno immaginando che da qualche parte ci sia uno di questi vegliardi. Mi sorprende il loro silenzio sulle cose che hanno potuto osservare. Forse un giorno, con altre tecniche, potremo farli raccontare.E penso a quanto corta appare al confronto la mia esistenza.
Bisogna che recuperi in intensità quello che perdo in longevità!-
bellissima foto!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Io vado avanti con questo pensiero. Mi dico: se sono stato scelta dalla vita ad essere viva, proprio io, la mia vita è importante. Merita tutta la mia cura. Non la voglio svendere. Non voglio svenderla alle paure che mi assalgono. La mia vita ha dentro di sé un desiderio di grandezza e di bellezza che non può essere soffocato dalla mancanza di coraggio.
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Ora che è sera, tutto è musica. Tutto è sogno.
Il mondo che c’è fuori di qui, il mondo tutto da esplorare, tutto avventura e conoscenza, è già presente nella mia anima e mi porta fuori dai confini stretti del presente. Ma nel veleggiare verso terre lontane, io aderisco al presente, alle onde di quel che succede, là fuori e qui dentro.
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hai sempre le parole giuste al posto giusto
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Le fotografie e i quadri fermano l'istante perché lo possiamo vedere e introiettare, oserei dire, masticare e digerire. Tutto scorre sempre, la vita è questo. Ma anche fermarsi e masticare le cose fa parte della vita. Anzi è funzionale a scorrere e scattare al momento opportuno. Fermandosi a guardare le immagini SI PENSA!
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l'ultima foto mi ha colpito molto!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Questa esplosione di verde mi rasserena, mi dà pace.
Mi riconnette con l’energia vitale. Mi ricorda l’infanzia. Allora ero una ragazzina selvatica che preferiva vivere sulle piante piuttosto che nella piazza e nei viali del paese. Tra la società e la natura avevo scelto la natura.
Ci sarà stato un motivo per questo. Io andavo a istinto.
Oggi il contatto con la natura ha un carattere più spirituale (se si può dire così). O forse semplicemente energetico: mi rivolgo alla natura per ricaricare energia buona che poi vado a spendere nelle mie relazioni.
Oltre alla meditazione, in natura, io mi porto da leggere e da scrivere. Elaboro idee.Mi spingo anche fino a progettare iniziative di cui ho avuto ispirazione.
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Secondo la mitologia giapponese sulla luna si intravede una lepre.Si racconta che tanti anni fa sulla terra vivessero felicemente e in amicizia una scimmia, una lepre e una volpe.
Un potente dio venne a conoscenza di questa grande amicizia tra animali così diversi e decise di verificarla: avrebbe premiato tanta lealtà.
Arrivato sulla terra si presentò ai tre amici spacciandosi per un povero vecchio affamato. La volpe e la scimmia, sperando in una ricompensa, si misero a raccogliere bacche e verdure per sfamarlo, ma la lepre continuò a giocare spensierata, perché quella era la sua natura.
Allora la scimmia e la volpe le dissero di raccogliere dei rametti per loro e di ammucchiarli e accenderli. Lei li accontentò e i suoi amici la spinsero sul fuoco e la servirono all'affamato vecchio che, colto da orrore per quel tradimento pensò che l'unica davvero leale fra i tre fosse stata la lepre e, come premio, la fece salire fino al palazzo della luna dove le fu resa la vita che divenne eterna.-
Potrebbe apparire come la solita storia ad effetto e comoda da esibire nei social web, ma io di Odessa mi fido, è sempre sincera e in quello che dice vi è sempre uno spunto ( purtroppo spesso amaro) di riflessione, al quale mi abbandono come fanno le conchiglie arenate in spiaggia ormai vuote raccogliendo assetate l'acqua di mare. La vicenda raccontata è dolcissima e amara, antica e dolorosa come il mondo. Ci racconta l'innocenza nelle sue tante declinazioni: la purezza, la spensieratezza, la vulnerabilità, l'abbandono, l'infanzia, l'ingenuità, l'invidia suscitata, il tradimento subito, l'attesa di riscatto. Il crimine compiuto è orrendo, soprattutto quando viene colpita la nostra vulnerabilità, spensieratezza e fiducia, ancor peggio quando viene tradita dalle persone a noi più vicine e alle quali ci eravamo affidati. È la perdita del gioco e della magia, il tradimento dell'amicizia quando si cresce, la delusione nei genitori che non sono più i nostri eroi, dei fratelli non più compagni di giochi e avventura ma attempati antagonisti di qualche eredità, degli amori che invecchiano e diventano interminabili e gelidi silenzi quotidiani, di figli irriconoscibili che ci abbandonano negli ospizi. Il delitto commesso è a tutti gli effetti un pasto cannibale compiuto dai nostri fratelli ingrati al quale si concede per l'ultima volta la vittima sacrificale. Il gioco è il modo infinito in cui scopriamo il mondo e il puro vivere per vivere senza riflettere sull'esistenza. La lepre che gioca non è superficiale ma spensierata e al di sopra degli interessi di un qualche guadagno. La lepre ci guarda dalla luna perché solo questa materna la sa accogliere, proteggere, premiare, lasciando che solo con gli sguardi lontani di pavidi terrestri si possa contemplarla un po' invidiosi, un po' affascinati senza raggiungerla. La volpe e la scimmia sono la furbizia, il calcolo, la malizia, la ragione, la menzogna, la manipolazione, l'opportunismo di chi cresce, dimenticando la propria innocenza perduta, di chi non sa cosa è la fiducia e il sentimento. Ma, rivolgendomi ai più critici e cinici, non pensiate che questa fanciullezza e spensieratezza sia asessuata, cioè priva di intensità, desiderio e di una qualche positiva malizia, solo espressione di zuccherosa e infantile elementarità, non degna di voi uomini e donne vissute e calate nella realtà da dominare e dalla quale difendersi. Semplicemente è priva di sovrastrutture mentali, manipolazioni e strategie , è gioco e scoperta e perciò pura, cristallina, inattaccabile. La lepre-coniglio emancipata, pura, erotica, spiritosa Bugs Bunny lo insegna beffeggiando il cacciatore. Ci eravamo tanto amati.
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Mi figuro la città e gli spazi urbani, in una geografia rovesciata rispetto a ciò che percepisco di solito. Non già un’area urbanizzata in cui la natura è evocata da aree verdi, parchi e giardinetti… Al contrario la casa e la città come aiuole dentro la natura, che risultano dal modellamento dell’ambiente, ossequiando il richiamo della bellezza. Lo scenario si ribalta. Non un giardino attorno alla casa, ma la casa dentro un giardino. La “casa” più grande è la natura, insomma.
E mi vengono in mente le idee di Rousseau sulla capacità della natura di bonificare i guasti che la cosiddetta civiltà ha prodotto nell’animo, la capacità di ricongiungere il cuore con il grande respiro dell’universo, ritrovando una sorta di verginità. -
Per strada (tanta gente) ti ho visto, stavo per chiuderti gli occhi con le mani ma poi mi sono accorta che non eri tu. Era un altro uomo che ti assomigliava.
I particolari ci attraggono e ci ingannano insieme.
In quel preciso istante ho preso coscienza che potrei innamorarmi di 1000 altri uomini che non sono te.
Dunque l’amore non esiste.-
Street style, bellissima realtà! complimenti!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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È sempre piacevole leggere i tuoi aggiornamenti interessanti e profondi
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gerbera0 e odessa1920 ha aggiunto una reazione
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provi a toccare il cielo?
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Lasciare fluire e respirare. Fluire e respirare, questo forse è lo stile, il modo che dovrei sviluppare in me.
Fluire è il contrario di bloccare, fluire implica assecondare il flusso degli eventi, senza usare troppa forza per condizionarli, fluire è muoversi indipendentemente dalla volontà, non esercitare la volontà per cambiare le cose perché le cose cambiate con la forza non cambiamo davvero, tendono a riappropriarsi di se stesse e a diventare ciò che dovevano diventare.
Respirare è seguire un ritmo, sentire il flusso e seguirne il ritmo, respiro dopo respiro, fermarsi se necessario e lasciare che ciò che ci deve lasciare ci lasci senza opporre troppa resistenza, respirare è sopportare l’assenza, il vuoto, riempirsi i polmoni d’aria e andare avanti.
Quindi sì… fluire e respirare. Basta solo questo.-
totale.
Il testo e l'immagine.
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odessa1920 e londoncalling6 ha aggiunto una reazione
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Io non voglio lavorare. Io voglio essere me stessa, esprimermi liberamente e con passione. Trovare nei risultati il riconoscimento della bellezza della mia avventura. Inventare le modalità mie di stare nel mondo così com’è, ma senza esserne schiava.
Non voglio che la creatività sia una delle tante scuole a cui mi sottometto. Voglio che la creatività sia la mia avventura, il modo in cui io conduco la mia nave nell’oceano della realtà. Fino alla meta. -
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una statua greca!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Siamo formichine, d’accordo, che però hanno costruito in una parte di mondo un ambiente vivibile e fornito di potenti strumenti. Siamo un po’ indietro come crescita interiore, le emozioni, i sentimenti, l’atteggiamento creativo e pacificamente costruttivo. Ma non si può non rimanere sbalorditi da ciò che siamo riusciti a costruire.
Adesso ci rendiamo conto che questa nostra foga costruttiva deve tenere conto delle esigenze del pianeta e forse pensare a trasmigrazioni nel cosmo se continuiamo a moltiplicarci in questo modo. È la Grande Avventura Umana. Stiamo puntando a diventare quegli Dei che abbiamo immaginato fin dalla notte dei tempi. Noi, proprio noi, piccoli uomini, difettosi e zoppicanti.
Ognuno di noi migliora se stesso (o ci prova) ogni giorno. Ma siamo tutti insieme, anche se ci scanniamo tra noi. Siamo legati tutti quanti da un comune destino. E un po’ per volta impareremo a convivere, collaborare, rispettarci, condividere. Lo faremo perché il contrario è la catastrofe. Ne saremo obbligati. Le nostre piccole storie buone verranno scavalcate dalle potenti storie reali, e saremo noi ad allargare la mente per ospitare la complessità del reale. -
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