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Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. Si alzava presto.

    A pesca di idee. 

    Pensieri che aprono l'orizzonte, 

    che alimentano il fuoco interiore.

    Che danno forma ad azioni costruttive.

    Che fanno della giornata un terreno ubertoso.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      che bei colori! questa foto profuma di autunno!

  2. Inizio con brio, perché così tutta la marcia sarà leggera.


    I primi passi sono sempre decisivi.

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  3. Gli uccelli sono il volo. E il volo è il sogno che crede in se stesso. Il sogno non come evasione, ma come visione dotata della fiducia di guidare i passi dell’azione. Ciò che trasforma la vita in una meravigliosa avventura dove si diventa e si realizza. Se succede qualcosa di bello e anche di straordinario è perché lo si è sognato (e si è avuta tanta fortuna). Ma dicevano gli antichi che la fortuna aiuta gli audaci. E sognare, credo, è l’audacia che perseguo. E che considero opportuna.

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  4. Mi piace l’idea che al mattino del lunedì ci possiamo rapidamente lanciare un’occhiata per stimolarci a vicenda a ricollegarci col nostro sogno e a rimetterci in moto con la giovinezza della gioia che si ricrea nel cuore.
    La "giovinezza della gioia" è una figura dell’anima che mi piace molto. Diventare esperta nella gioia di vivere è quasi il mio destino. Una sorta di ossessione. Le ricadute entropiche che si verificano lungo il mio percorso non fanno altro che richiamarmi a questo impegno di fondo.
    L’entropia è che a lasciare le cose andare si scende giù. Per salire al piano di sopra bisogna fare un po’ di scale.
    Io cerco sempre un ascensore…
     

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    1. gerbera0

      gerbera0

      hai sempre dei vestiti bellissimi :) 

  5. Vi racconto questo. 

    Col procedere dell’età mi si rivela sempre più chiaramente un limite che di fatto ho sempre avuto e che a lungo ho fatto volentieri finta di non avere. Lo chiamerei un limite di assimilazione dell’esperienza. In qualche modo è collegato alla fretta di vivere le cose.


    È un po’ come  nel mangiare. Voglio dire che la mia capacità di assimilare l’esperienza, e quindi di viverla, ha dei limiti ben precisi. Ignorare questa circostanza ha coinciso con il tentativo di vivere non la mia vita ma quella di qualche altro modello ideale, più capace di me. E di scivolare inevitabilmente sulla superficie delle cose. Di fatto non sono capace di gestire situazioni troppo complesse. Posso essere indaffarata, ma le cose non entrano dentro. Non nutrono.
    Ho scoperto col tempo che rallentare e aderire alla situazione più vicina e accessibile mi consentiva di digerire le cose molto meglio e di assimilare meglio e di vivere con maggiore intensità.
    Il mondo in cui affondano le nostre radici viene definito “liquido” da Zigmunt Bauman. Ciò è vero anche nel senso che i potenziali nutrienti vengono veicolati più facilmente e in maniera più fluida fino alle nostre porte sensoriali. Con il rischio di indurre un riflesso da sovra alimentazione frettolosa. Una sorta di bulimia nel buttare dentro il più possibile per soddisfare una fame infinita. Ma tutta questa roba ingurgitata in fretta… ingorga, costipa, inquina e viene rigurgitata …
     

    C’è tanta di quell’abbondanza di stimoli oggi che si resta stralunati a guardare e sentire. E imparare ad alimentarsi in maniera sana è diventato estremamente importante.

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    1. gerbera0

      gerbera0

      wow che foto precisa!

  6. È quello che aspetto da tempo e ora so che arriva. 

    Da est verranno le carovane con i forzieri. Oro e argento rovesceranno nello spiazzo del trono e ci saranno movimenti di nuvole e fruscii di fronde. 

    Perché il tempo è questo e tutto precipita verso la conclusione.

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  7. Non c’è altra vita che la vita a cavallo.


    Salire di slancio la collina.

    
La forza istintiva dell’animale e la guida ferma e flessibile del cavaliere.


    La metafora continua ad agire nella mente, sempre.

    
Si vive per metafore, perché tra il pensiero e la realtà non c’è corrispondenza biunivoca stretta.


    E la metafora consente di tenere la direzione, mentre s’impara a curare il dettaglio in ogni oggi.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      gioco di luce! bellissima anche solo come ombra!

  8. Gli esperti delle erbe che ho incontrato nelle mie “Passeggiate” parlano del mondo vegetale come di un universo in cui non regnerebbe l’individualità, come succede in quello umano. Piuttosto le piante si comporterebbero come un io collettivo, vale a dire un “Noi”. E questa mancanza di “io individuale” sarebbe la ragione della loro disponibilità generosa nei confronti di tutti i viventi, grazie alla quale si fanno nutrimento e medicina.
     
    Osservando con maggiore attenzione i prati in fiore - cosa che mi capita di fare quotidianamente di questi tempi - mi piange un po’ il cuore dover negare ai singoli fili d’erba, alle singole piantine, una sorta di individualità originale.
     
    Certamente questo sentimento è una proiezione del fatto che al mio “io” sono piuttosto attaccata. Ci tengo a distinguermi, ad essere originale, ad avere una mia storia, e così via. e mi dispiacerebbe molto dover sacrificare qualcosa di questa esigenza a un'entità collettiva coercitiva.
     
    E capisco anche, d'altra parte, che questo insistere che gli amici delle erbe fanno sul comportamento collettivo delle piante esprime l’esigenza di un “Noi” che viene dichiarata da più parti nella nostra società. Perché la nostra società sarebbe eccessivamente individualistica, chiusa all'altro, eccessivamente impegnata a contemplare il proprio ombelico. Una società di solitudine e spesso disperazione.
     
    Poter dire "Noi" è certamente nel cuore dell'uomo. Ascoltando bene il cuore sembra anche che il “Noi” che desideriamo non possa più essere del tipo di “Noi” che si sono conosciuti in passato, contrassegnati da un eccesso di chiusura, di rigidità, di conflittualità. Un “Noi” che aveva la necessità di contrapporsi aggressivamente a un “Loro” e che, parimenti, doveva reprimere in qualche misura – spesso moltissimo – la libertà individuale al suo interno.
    La creatività della nuova cultura si trova a dovere affrontare la sfida rappresentata dalla creazione di un “Noi” che sia non limitazione ma condizione della libera espressione degli individui e che non abbia necessità di contrapporsi a nessun “Loro” perché capace di viversi aperto a “Chiunque”. Sembra poco?

     

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      questa foto urla LIBERTAAA!!!

  9. Io sono una solitaria che sta bene in compagnia.


    La solitudine è sempre stata per me una risorsa. 

    Il luogo dove potevo incontrare me stessa ed esercitare quella cosa strana che alcuni chiamano “essere connessi”.


    Paradossalmente, è proprio dal mio modo di vivere la solitudine che si crea in me una bella apertura agli altri.


    Inoltre, è nella solitudine che io trovo la fonte di quel poco di creatività che riesco esprimere.


    E allora mi sento di sottoscrivere il vecchio adagio latino: 

    Beata solitudo, sola beatitudo

     

     

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    1. ok1803

      ok1803

       

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  10. Il tempo vola via....

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    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      Sta a noi decidere in che modo farlo volare, io preferisco prendere in mano le redini del tempo per guidarlo e viverlo al meglio :)

      Buona giornata!

  11. L’incanto che mantiene la nostra vita in quelle che Spinoza chiama “passioni gioiose” è legato spesso a quel filo conduttore arguto e brillante che lega l’una alle altre le vicende meravigliose della nostra quotidianità. Noi siamo per noi stessi l’arguta Sherazade.

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    1. glamoursnob

      glamoursnob

      bellissima 🌸 

  12. Artemide vestita da ciclone 

    I lupi che chiedono la luna

    La bionda Primavera non espone

    La notte è diventata cupa e bruna.
    Questo ritmo è per voi

    Questo ritmo è per noi

     

     

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  13.  Lo sguardo si smarrisce nel contemplarne la bellezza.

    Una piccola mente, addestrata dai discorsi usuali, suggerisce il pensiero che questa bellezza sia uno spreco. Quali occhi umani ne giustificano l’esistenza? Tutta questa meraviglia anche senza l’attenzione di spettatori.

    L’esperienza è toccante.
Mi suggerisce l’idea che il mio punto di vista – letteralmente – non è né l’unico che conta, né il più adeguato.

    Ho coltivato il desiderio di assumere un altro punto di vista.

    Quello secondo il quale tutto questo spreco è invece abbondanza.

    Quello che non si perde alcuna delle innumerevoli meraviglie di bellezza che popolano l’essere indipendentemente dal mio sguardo umano.

    Che c’è uno sguardo di fronte al quale nulla va perso.

     

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  14. Ne "La carta e il territorio" di Michel Houellebecq, il piccolo Jed Martin, che diventerà un pittore di successo, ha cominciato a dipingere fiori da bambino.
    La sua baby-sitter gli lanciava strane occhiate perché i bambini della sua età disegnano aerei da caccia, svastiche , mostri sanguinari,di rado i fiori.

    E L'autore commenta: "Jed ancora non lo sapeva ma i fiori non sono che organi sessuali, vagine variopinte che ornano la superficie del mondo, in balia della lubricità degli insetti”.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      ti sta una meraviglia questo abitO!

  15. fiori di plastica sono perfetti. Ma piacciono davvero?
    Meglio essere presenti nel grande traffico della vita con le proprie imperfezioni. Sono segnali di vitalità sanguigna ed emozionale. Per questo piacciono i lavori da artigiano, più di quelli da professionista. Niente perfezionismo allora! 
     
    Meglio lasciare nel proprio lavoro la poesia della nostra umanità.

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    1. gerbera0

      gerbera0

      Evviva la natura nella sua (im)perfezione! 

  16. E c'era quel parco dove mi piaceva andare a leggere i libri e a raccogliere i pensieri sul mio quaderno. Niente di più gratificante! Avevo immaginato - anzi l'avevo fatto - di trasferire lì, all'aperto, nelle belle giornate, gran parte del mio lavoro. Tutto quello che si poteva fare camminando. Ed era davvero molto più di quanto avevo immaginato. Mi ero regalata, così, uno studio immenso e vivo, con il cielo per soffitto e spazi immensi profumati, e pareti che respiravano poesia. La piacevole solitudine della natura e quel silenzio che silenzio non è per l'orchestra di voci dolcissime che la natura esala. E ogni tanto qualche incontro di altri camminatori, che è gente con gli occhi spalancati alla meraviglia.

     

     

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  17. Alain De Botton sostiene una tesi che condivido largamente sul motivo per cui noi amiamo la natura e cerchiamo di rifugiarci in essa il più sovente possibile. Secondo questo pensatore noi cerchiamo la natura perché essa ci consente di sfuggire alla pesantezza e alla litigiosità, ai conflitti e allo stress dei rapporti umani. Insomma il mondo che abbiamo creato è pesante, stressante e non ce la facciamo più a sopportarlo. Allora ci rifugiamo, almeno per un po’ di tempo, nella camminate in montagna, nei fine settimana ai laghi o in campagna.

     

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    1. vincent29264

      vincent29264

      oppure fare tre quattro ore di bici al mattino nel luoghi del mare, dalle mie parti non ci sono boschi

  18. E viene l'ora di riposare, sognando i prati di domani.

     

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  19. È bello ritrovarsi viva al risveglio e poi, nel corso della giornata, ricordarsene un po’. Essere vivi, presenti, osservatori di una storia infinita è qualcosa di magico, di miracoloso. 

    Se non sei distratto, assorbito nelle cose da fare, tutto assume l’aspetto di una meraviglia e di un’immenso punto interrogativo.

     

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  20. L'anatra volante

    Per le storie dei bambini 


    pronta è l’anatra volante, 


    porta doni e bocconcini 


    e notizie proprio tante 


    di paesi assai lontani, 

    di città d’oro e d’argento, 

    
di potenti re sovrani 


    che non hanno il cuor contento, 

    
d’un eroe giovane e bello, 

    
coraggioso dentro al petto, 


    sempre in sella al suo cavallo,  


    dal linguaggio puro e schietto. 

    
La paura guarda in faccia 


    e la sfida sempre accetta, 


    non dà mai pan per focaccia

     
e non tollera vendetta. 


    Vola l’anatra nei cieli 


    del mattino e della sera, 


    lascia che lei ti riveli 


    quel che il cuore aspetta e spera.

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    1. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      dove salti di bello?

  21. "Prenda i farmaci e non ne abusi. Soprattutto: attento al transfer!" sibilò lo psichiatra, salutandomi sulla soglia della sua magione cittadina. "Tranquillo, Professore" - e lui già chiudeva la porta, tra le devastazioni motorie che i tic gli producevano. Di seguito, traversai viale della Lizza, sul far della sera quasi primaverile e, dopo 995 passi, mi ritrovai in Piazza del Campo, finalmente. Che splendida veduta - e luce improvvisa si spalancava tra i vicoli già ombrosi della cinta senese. C'era gente in giro ma io non la guardavo, intimorito dalle possibili seduzioni che uomini e donne potevano esercitare su quel me che si dibatteva, a detta dello strizzacervelli, tra paure e disabilità affettive. Strano a dirsi, una piccola scrofa che attraversava la Piazza mi tolse di colpo ogni pensiero. La seguii e quella sera la baciai, in Contrada dell’Onda, dentro un nirvana di ciottoli e tufo.

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    1. hocuradite

      hocuradite

      Racconto stupendo e anche le immagini entrano in esso. La frase "nirvana di ciottoli e tufo" è inoltre puro erotismo intellettuale. Pochi capiranno cosa intendo, forse tu.

      Grazie che hai deciso di esistere in questa forma terrestre e così allietare tutti noi.

  22. Lascerò, dunque, che le vecchie abitudini, la paura, i dubbi inibiscano la voglia che ho di mettermi in gioco?
Resisterebbe un innamorato alla forza d’attrazione che la bellezza della donna amata sprigiona?
Mi metterò a discutere, a sottilizzare, a chiedermi “se” e “poi”?

    Che nuoti dunque, ogni giorno della mia vita, ogni istante della mia giornata, in questa corrente d’abbandono. E, semmai mi accorgessi che mi sto allontanando dal flusso, che non mi occupi di altro che di ritrovare la sua magia.

    Alla resa dei conti, io non desidero “insegnare” la fiducia. Desidero viverla e irradiarla.

     

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    1. vitto071

      vitto071

      bellissima :) 

  23. l sogno urge dentro


    E prendo il mare,

     

     

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  24. La mia camera interiore si affaccia su un fiume. Alberi mossi dal vento gettano la loro ombra su luci rosate.


    I miei pensieri scivolano sulle acque lontano dalla città.


    Io siedo e guardo. 

    Questo basta.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      giochi a nsscondino?

  25. “Delirious New York” del grande architetto Rem Koolhaas ricostruisce in maniera magistrale la nascita di Manhattan. Magistrale e ammaliante, perché sa far emergere in tutto il suo fascino l’eccitazione di una città “che diventava una fabbrica di esperienze artificiali e dove il reale e il naturale cessavano di esistere”.


    Con Google Earth si possono realizzare delle visite virtuali, scendendo nelle piazze e nelle strade. E l’ho fatto. Su Youtube ci sono moltissimi video che ti portano a girare per la città. Puoi fare un “salto” al Luna Park di Coney Island, percorrere in battello la Baia di New York, visitare Ellis Island e il suo Museo dell’Immigrazione, il porto, il Ponte di Brooklyn, Little Italy e China Town, sostare di notte in Times Square, fermarti a guardare le insegne spettacolari di Broadway, fare un giro in Central Park…
 Non potrei accettare un mondo senza New York.


    Ma non potrei mai accettare neanche un mondo senza la tranquillità rosa che provo allontanandomi nella campagna e guardando da una pacata distanza il piccolo profilo di una cittadina italiana.

     

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    1. vincent29264

      vincent29264

      Evviva la tecnologia