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Succede qualcosa che se avessi un linguaggio matematico schematizzerei così:
x per y + y per x = M (come Mega), dove M è x e y elevati ad un esponente crescente.
Un matematico potrebbe apprezzare questa formulazione astratta – sebbene balbuziente. Quello che diventiamo nel momento in cui c’è amore ricambiato e schiettamente comunicato è un multiplo indefinito di noi. E, probabilmente, anche questa formulazione ha il difetto di estendere nella stessa dimensione, sebbene in modo esponenziale, la qualità della nostra vita. Probabilmente è qui che converrebbe parlare di salti quantici, in cui uno passa ad una realtà diversa, una dimensione altra.
Io vorrei che gli innamorati prestassero attenzione a questi momenti magici che ci sono all’inizio della loro storia, Che diventassero consapevoli, con calma, dei processi che avvengono dentro la loro percezione d’essere. E vorrei che di qui si traessero generalizzazioni importanti per tutte le dimensioni della vita.-
ma che solarita!
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solare come le giornate!!
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che fascino!
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NATALE
Rinascere
Quanto dura una vita?Quante vite in una vita?
Evgheny, il pittore, era convinto che la durata di una vita, la sua capacità di navigare nell’oceano dell’essere, era in qualche modo connessa con la capacità di rinnovarsi – o il dono di rinascere ogni mattina, con il cuore desiderante e la mente fresca. Come lavata dai residui di ieri e del passato – in qualche modo.
– La mattina, tutti gli animali si lavano – diceva.
Lui dipingeva. Raccontava la sua avventura dipingendo. Dipingere è come scrivere un diario. È come narrare nelle stalle. È il mondo di “C’era una volta…”. Arrivavano i viaggiatori dalle terre lontane, e raccontavano, la sera, dopo cena, nei luoghi di raduno, quello che avevano visto e vissuto… Era il mondo di Evgheny.
Dipingere, raccontare, narrare l’avventura dell’uomo. Le scoperte e gli apprendimenti. Era la vita di Evgheny. Lui era fatto in questo modo.
– La mattina, tutti gli animali si lavano – ripeteva.
Adesso c’era odore di neve nell’aria. Natale si avvicinava.
Le donne, vicino al fuoco, riandavano col cuore e la mente ai tanti amori. Agli uomini che avevano amato. Li vedevano scorrere nella fantasia e provavano quel senso di tenerezza che il ventre di una donna sa provare. Era quasi Natale e c’era odore di neve. Loro avevano amato. Avevano dato alla vita ciò che una donna sa dare.
Gli uomini sognavano imprese. Passavano confini, nell’immaginazione. E uscivano dai piccoli villaggi. L’odore della neve li portava a valicare frontiere. Un po’ di nostalgia per casa, per il fuoco e il caminetto. Ma poi, l’odore della neve li portava lontano.
Era quasi Natale. Tutto continuava a muoversi al solito ritmo, ma sembrava anche fermarsi – un istante in più – a pensare.
Quante vite in una vita!Quanto dura una vita?
Natale è ritrovarsi bambino ogni mattina, mentre ti lavi la faccia, e ti fai lo shampoo ai capelli. -
La strada si allargava man mano che ci si allontanava dal villaggio.
Tu eri partita. Eri partita ogni mattina. Sapevi che un giorno tutto sarebbe finito. Ma ora eri in cammino. E la meraviglia alimentava il fuoco del tuo desiderio. Vedere a volte basta. Ma tu avevi bisogno di costruire.
E anche domani ripartirai…-
wow...che splendore...molto rock and roll
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Avere una storia è certamente essere protagonista piuttosto che spettatore. E questo già è una faccenda decisiva.
Però c’è altro.
Avere una storia é trafficare con gli eventi in vista di qualcosa che, pur non essendo chiaro, è un richiamo irresistibile. Forte. Perché c’è dentro qualcosa della tua essenza e del tuo seme.
E trafficare con gli eventi è una storia quando nella tua anima e nel tuo cuore c’è un desiderio a cui dai ascolto. E tu dici: diavolo!, che mai farò?Forse resterò in eterno all’ombra di questa porta?
No io voglio cercare me stessa nelle cose che capitano e questo è il mio criterio. E ci darò dentro, anche a costo di graffiarmi le braccia. Anche a costo della vita. Perché una storia, la mia storia, è qualcosa per cui si può anche morire.
Ma io vivrò e avrò la mia storia.
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Immagina che sei messo davanti al compito di costruire un puzzle.
Le tessere ti vengono date un po’ per volta, apparentemente a caso.
Man mano che le tessere ti arrivano tu cerchi di formare il disegno.
Non sempre arrivano tessere che si compongono immediatamente con quelle che hai già ricevuto. E tu le metti, lì, da parte, aspettando che venga il momento in cui tu possa riconoscere che entrano nel disegno, man mano che vai avanti con le altre.
Ora, complica un po’ la situazione.Le tessere ti vengono distribuite sempre a caso, un po’ per volta. Ma nella regola del gioco c’è che alcune le devi scartare. Non tutte sono buone al tuo disegno. Dovrai decidere quelle che vanno al caso tuo e quelle che sono di un altro disegno.
Alcune sembrano chiaramente non pertinenti. Ma altre? È molto dubbio se, prima o poi, malgrado l’apparente incongruità, si riveleranno o meno parti del disegno globale.
E tu le metti da parte, ai margini del tavolo. In attesa di capire meglio.
Ecco, questa simulazione mentale, mi sembra una buona metafora della vita.Ma c’è una differenza.
Nel caso del puzzle è più facile presumere che ci sia un disegno globale che tiene insieme le tessere. I costruttori di puzzle, di solito, stampano un immagine su un cartone. E successivamente lo suddividono in tante tessere. Per complicato che sia il gioco, per numerose che siano le tessere, per come siano state mescolate prima della distribuzione a pacchetti successivi nel tempo, tu puoi facilmente presumere che tutte appartengono a un disegno globale.
Nel caso della vita, questa presunzione è meno evidente.Ciò che mi succede, giorno per giorno, rientra in un disegno globale dotato di senso o no, per me?
Allora, qui si capisce meglio che presumere la congruità di qualsiasi evento che ti capita di vivere con una trama sensata è una presunzione cui si può accedere solo con una decisione. In qualche modo è gratuita.Una sorta di scommessa.
Credere nel senso della vita è una sorta di scommessa.
Ma è questa scommessa che ti consente di partecipare al gioco.
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che colori!
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il giallo è un colore cosi sereno!
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E viene il momento in cui ci ricordiamo dei nostri sogni dell’infanzia, e dell’adolescenza. E che quello è il momento in cui possiamo decidere di ricominciare a sognare. E che questo prelude al riscatto della nostra storia. Questo apre la via alla libertà. Libertà dai legami e dalle paure, libertà dalle storie non nostre, e libertà che libera le nostre energie creative e il coraggio di tracciare la nostra rotta.
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La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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DA UN SOGNO VERO, CIRCA LE 17.00 DEL 30 AGOSTO 2019, DA QUALCHE PARTE IN LOMBARDIA.
Eri in una scuola Odessa, contemporaneamente adulta e bambina, ero lì anch'io e sentivo che dovevo avere cura di te, perché eri smarrita ma al tempo stesso geniale come gli autistici, eri orfana, senza più genitori. Ti proteggevo anche dagli altri, perché curiosi volevano il tuo genio; c'erano anche altre cose, ma al risveglio i ricordi si sono dissolti. Solo ora che leggendoti scrivi di sogni, io ti parlo del mio e di questa strana coincidenza, altrimenti avrei taciuto. Forse già oggi, al far della notte sarò di ritorno nella mia sopportata città. Il piano A è ormai abbandonato.
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Vita come musica. Comporre e cantare e danzare e volare. Mistero in ascolto al mattino. Nel sole e nella nebbia il sorriso del fuoco che alita raggi di luce sulla pelle. Un ragazzo che grida allegria e salta i fossi di fianco al sentiero. Montagna che sbianca la cima nel cielo, richiamo di magica illusione. Miracoli che emergono dal suolo come fiori dopo lunga pioggia, danza di fanciulle guerriere, incanti di conchiglie ferite contro la roccia dallo sguardo feroce.
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che bella luce!
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magnifica!
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Non ho mai visto nessuno indossare il rosso come te !!
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Stamani è cambiato tutto. Il cielo è coperto e c’è aria da neve.
Personalmente mi sento come in punta di piedi, per arrivare a guardare al di là del muretto.
Intravedo appena la bellezza della Vita e già mi commuove.
Voglio conservare snello l’appetito. Desidero più risorse, ma anche più capacità di comprendere, vedere, elaborare. Non voglio rimanere ingozzata da una quantità non digerita.
Crescerò gradualmente. C’è tempo! E comunque …è meglio così.-
stupenda!
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le tue descrizioni mi emozionano!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Chi segue l'intuito non è mai sbagliato.
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Attiriamo ciò che pensiamo sempre, come se lo manifestassimo. Più ci si crede ai nostri pensieri e più quel vortice ci risucchia.
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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un look molto matchy!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Lo slancio è la dimensione piena della vita bambina.
Nel linguaggio si può dire: Wow!
Nell’amore è la danza, la poesia.
Qui, con te, è questa intensità inenarrabile, di cui soltanto gli angeli e le farfalle possono sentire il penetrante sussurrare.
Lo slancio è anche il luogo in cui cessano le regole del linguaggio e la sintassi balzella tra i cespugli di rosmarino.
È la fonte di tutte le licenze poetiche della storia.
È anche il luogo in cui puoi dire: ti amo!, senza chiederti se ha senso, o che conseguenze possa avere.
Lo slancio è la cifra incontrovertibile della libertà.
È la gioia di essere allo stato puro.
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Tutto ciò è sulla terra e che si può provare o toccare e che credo sia infinito:
ogni tipo di carta è infinita
il petrolio, la benzina, il metano, tutti i carburanti delle auto sono infiniti
l’acqua è infinita
il legno è infinito
l’aria è infinita
una pagina di excel è infinita
Beautiful è infinito
i libri sono infiniti
la rete è infinita
gli esseri umani sono infiniti
le cellule, i microorganismi, gli acari sono infiniti
la polvere è infinita
l’energia elettrica è infinita
i cibi nei supermercati sono infiniti
poi altro non so (pure ciò che non so è infinito).-
Provincia di Rimini
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martymartina1 ha aggiunto una reazione
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“Me l’ha detto un uccellino!”, così diceva mia nonna materna, quando intuiva qualcosa che avevo fatto e che tenevo in segreto.All’inizio ho creduto che quell’uccellino esistesse davvero. Poi ho capito che è una facoltà intuitiva che abbiamo dentro e che può suggerire qualcosa d’importante per la gestione della nostra stessa vita.Oggi affido le decisioni che mi riguardano quasi totalmente a quella vocina interiore.E, quando mi parla, mi affretto ad annotare i suoi suggerimenti, per non perderli per strada.
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Ogni volta, alla fine, mi sento sola alla soglia.
Ma non mi scoraggio.
Riproverò ancora, e poi ancora.
C’è qualcosa da capire, da sentire, da gustare in questa faccenda che chiamiamo vita.
Una volta ho detto che “la vita mi sembra un aperitivo”.
È proprio così. Come un’anticipazione…
Come l’innesco di un desiderio.