• Donna
  • Verona (VR)
  • Ultima Visita

Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. La mia infanzia è stata vissuta in una sorta di stato brado, sempre fuori, nei boschi, nelle campagne, sulla collina nei frutteti, sugli alberi… 
    La mia idea di libertà si è formata attorno a quest’esperienza. 
    E anche adesso la mia vita nella società urbanizzata trae da quell’esperienza modelli di comportamento, evitando appartenenze. 
    E così il mio vagare tra libri, musica, arte, non segue progetti rigidamente definiti.
    Nella mia idea dell’avventura c’è questo andare vagando, decidendo di volta in volta dove dirigermi, a motivo di qualche incontro e di qualche suggestione.
    Mi lascio incantare dagli eventi.
     

    IMG_3794.JPG

    1. hocuradite

      hocuradite

      Sento con te l'odore dell'erba appena tagliata delle giornate estive e arrampicati sugli alberi il rito dei noccioli sputati delle ciliegie.   Il tuo scritto mi suscita tanti pensieri che vorrei trascrivere, ma poi, come capita anche a te, vengo rapito da quell'inerzia  che mi fa procedere nella monotonia del nulla. Ci vorrebbero degli stimoli, delle persone che hanno voglia di ascoltarti o ritornare bambini. 

    2. londoncalling6

      londoncalling6

      mi hai fatto commuovere

    3. hocuradite

      hocuradite

      Non ho capito se ti stai rivolgendo a me o alla nostra poetessa. Comunque sia ne sono contento in quanto la mia ragione di vita è quella di poter ricevere e suscitare emozioni. 

  2. L’inerzia mi trascina e mi lascio trascinare con oziosa beatitudine in un moto rettilineo uniforme. Una beatitudine un po’ incosciente forse, perché giù, giù dentro di me sento che così non può affatto andare. Nel mio profondo percepisco una oscura colpa che vorrei redimere ma allo stato attuale delle cose non riesco a trovare un squarcio nella mia quotidianità che mi faccia intravedere una direzione. E aspetto il redentore.
    Che tu sia per me il coltello” direbbe D. Grossman ed io vorrei un qualcuno-o-qualcosa-coltello che mi faccia a pezzetti. Sono ingabbiata nelle mie giornate tipo, scandite da ritmi tipo, dalle mie sveglie tipo, dai miei sonni tipo, dalle mie colazioni tipo…
    Mi chiedo, cosa ci vuole per cambiare ritmo!? O meglio a cambiare tempo!? Mi fermo un attimo, rifletto… voglio passare da un 4/4 ad un 7/8, da un tempo pari ad tempo dispari, da banali accenti in battere ad accenti in levare. Potrei, come no… mi dico. Mi inquieta il fatto che, voltandomi indietro, non riesca a percepire con chiarezza e definizione i giorni che si susseguono, giorni da catena di montaggio, uno per tutti, tutti per uno! Secondi-minuti-ore-mattinate-pomeriggi-serate-aperitivi-cene-pranzi-e-chipiùnehapiùnemetta. Praticamente sono racchiusa in un liquido amniotico esistenziale.
    Penso agli eventi determinanti che in qualche modo hanno dato una direzione alla mia vita, in che misura li abbia cercati o se siano capitati senza un mio disegno preciso - c’è chi si illude di essere l’artefice del proprio destino, io no. Posso essere l’artefice dei miei stati d’animo, quello sì, ma non è detto che uno stato d’animo cambi la realtà tangibile che mi circonda, magari rimane solo allo stato latente.
    Adesso ho lo stato d’animo del bradipo, con tutto il rispetto per i bradipi – non vorrei che si offendessero, anzi, nel loro ambiente hanno trovato la chiave giusta per sopravvivere, magari se andassero più veloci si estinguerebbero.
    E allora ho deciso. Rallento. No, no…troppo veloce. Più piano, più piano… voglio almeno godermi questo panorama.

    IMG_0244.JPG

  3. Inventa una storia
    per una vita di sogno…

    IMG_2587.JPG

  4. Più che vedere la felicità noi vediamo la possibilità della felicità. E ci aggrappiamo a questo pensiero promettente, seguendo un istinto naturale. Spesso siamo messi alla prova e un diavoletto razionale ci dice che tutto è inutile. Ma basta un minimo di energia vitale per ritrovare le nostre illusioni e lasciarcene conquistare in una sorta di follia da innamorati.

    DSC_0582.JPG

  5. Oggi c'è il sole ma 

    vorrei incontrarti in un giorno di pioggia. 
    Sentire la pioggia sui vetri che ci divide da tutto. 
    Vorrei stendere i miei pensieri a sgocciolare sul tuo corpo. 
    E asciugarci così.
     

    IMG_0994.JPG

  6. Un posto dove le idee si acchiappano con le dita.

    IMG_2534.jpg

  7. Soprattutto ti verrei a cercare, per quelle nostre chiacchierate sul futuro, le novità e il modo di affrontarle. Quando mi dicevi: "Non dirò mai, come i nostri vecchi, Io ai miei tempi..." Si è sempre avuto paura del nuovo. 

     

    Ma lo sappiamo, è il nuovo che vince e che il mondo va avanti. E noi dicevamo di voler imparare ciò che il nuovo ci regalava, per essere, per fare, per rendere le cose migliori.

    IMG_9753.JPG

  8. Casomai ci pensassi… 
    A chi sto parlando? 
    A te che non ascolti e che pensi ad altro e che sei così bravo ad ignorare i fiori e il vento.
    Casomaii ci pensassi, io direi, tra non molto - diciamo: alla lunga - saremo morti, io e te. E saremo tutti morti, alla lunga, noialtri.
    La vita è breve - quanto durano i nostri desideri? 
    C'é qualcuno che non ama l'infinito?
    Quando io amai, dissi: per sempre. 
    Permanere mentre tutto scorre.
    Non ti fare ingannare da spiragli di solletico.
    Non lasciare che il tuo cuore - che sa - venga annebbiato da queste vaghe filosofie dell'effimero, che non fanno che carezzare le tue, le mie, debolezze.
    Io dissi: per sempre.
    Sapevo che l'eroe scorre nel tempo, rimanendo se stesso. E sapevo che tu, ed io, impregnati del fango della terra, saremmo per sempre fedeli al nostro sogno.
    Casomai ci pensassi.
    Casomai.

    DSC_5272.JPG

    1. gerbera0

      gerbera0

      "A te che non ascolti e che pensi ad altro" mi stupisco sempre di come alcune persone non riescano a sforzarsi di ascoltare, in tutti sensi, soprattutto quando si parla di ascoltare il prossimo, ascoltare l'interlocutore. Purtroppo tanti sentono, ma non si impegnano a capire quello di cui parla la persona con cui stanno avendo un dialogo (leggi: che sta facendo un monologo), sia che si tratti di discorsi semplici che apparentemente non difficili, ma anche più complicati. Mi stupisco di come alcune persone non ascoltino ed interpretino erroneamente quanto viene detto, perché si fermano al pregiudizio che hanno dell'interlocutore o di quello che potrebbe dire. 

      Ho letto tutto il tuo bellissimo pensiero, ma ho estrapolato solo quella frase perché è un fatto a cui tengo molto.

      Buona giornata! :) 

  9. Io capisco le tue paure.
    Paure che in parte provo anche io.
    Paure che mi hanno vinto e che talvolta sono riuscita a vincere.
    Oppure sono stati gli eventi stessi a prendere in mano la situazione al posto mio.
    Senza dubbio è molto più facile lottare per conquistare piuttosto che lottare per abbandonare.
    Qualcuno ha detto che la vita è l’arte dell’incontro. Io invece dico che è l’arte dell’abbandono.
    Il fantasma che a me fa più paura è la memoria. Possiamo infatti imparare a ricordare ma non possiamo imparare a dimenticare.
    Non per nulla a qualcuno è venuto in mente il film “Se mi lasci ti cancello”.
    Forse possiamo dimenticare solo per sovrapposizione. Vivendo altro, vivendo altre storie, altri fatti, altre persone.
    Allora lentamente il passato si affossa dentro di noi, i ricordi decantano e possiamo tornare a rimettere a fuoco il presente.
    Certo, vivere un presente che annichilisce i propri desideri è doloroso come il tentativo dell’abbandono o forse ancora di più.
    In ogni caso la vita è solo di chi la vive.

     

     

     

    IMG_0559.JPG

  10. Volevo solo andarmene. Ma non c'era nessun posto dove andare. Il suicidio? Gesù Cristo un'altra faticata. Avevo voglia di dormire per cinque anni di fila, ma non me lo permettevano.
     
    Charles Bukowski
     

    Buko.JPG

  11. Finalmente. All’acero sono spuntate le foglie. È riuscito ad agguantare gli squarci di sole sotto questo cielo giaguaro solcato da nubi ed il suo sistema fisiologico gli ha suggerito che era il caso di sbrigarsi: i segni erano sufficienti. E così, senza troppi indugi, ha fatto diligentemente il suo mestiere di albero. Mica si può stare lì a pensarci troppo su, dopotutto le riserve erano quasi esaurite.
    La chioma da magra e trasparente si sta facendo sempre più fitta ed intricata, da grigia e cinerea a verde con tenui riflessi marroni, da esile e slanciata a globosa e panciuta e pian piano i vuoti diventano pieni. Il suo stato di dormienza è terminato, la linfa elaborata torna a pulsare sotto la corteccia e la clorofilla non si lascia sfuggire neppure un fotone. Adesso al più sottile refolo di vento la chioma vibra con tutte le sue foglie nuove nuove. No, non è più lo stesso albero, è decisamente qualcosa di diverso. Coerentemente diverso. Apparentemente diverso.
    E di questo si è accorta pure la gazza: infatti non la vedo più. Ogni tanto si libra nei paraggi con il suo volo oscillante ed incostante, rallenta indecisa, ma non si ferma e prosegue oltre. Il loro sodalizio si è rotto, non si assomigliano più: le foglie occludono la vista all’uccello e l’albero non vuole più intrusi tra i suoi delicati rami.
    La gazza... chissà dove andrà adesso: magari a scrutare orizzonti liberi sulla cima di qualche altro albero ormai morto dove le foglie non spunteranno mai più. Neppure tra cento primavere.

    IMG_8986+2.jpg

  12. A volte rido anch'io...

    1. hocuradite

      hocuradite

       

      Per evitare eventuali incomprensioni ti dico che non penso assolutamente che tu possa essere una musona e sempre depressa. Anzi intuisco dalle foto che pubblichi che sei una persona con una caratteristica carica di leggerezza e ironia. Semplicemente sei una persona molto sensibile e con un trascorso di sofferenza ed è inevitabile che si parli spesso ( ma non solo) di cose tristi o malinconiche.
      Ridere in modo efficace dal mio punto di vista è riuscire a farlo mentre ti capita la cosa triste, piuttosto che farlo fra una cosa triste e l'altra. Ti assicuro che ci provo sempre anch'io e non sempre ci riesco. 
      Il giorno che riuscirò a ridere delle mie disgrazie quando accadono sarò per sempre libero e felice.

      Ps: l'immagine che ti ho lasciato l'altra volta è particolare, è sacra, ti lascio il riferimento Wikipedia:   https://it.m.wikipedia.org/wiki/Tārā

  13. Sono oscena e trovo inutile parlare di qualsiasi argomento.
    Non mi innamoro da anni ma non è un problema in quanto la cosa non mi riguarda anche se talvolta mi sfiora ma ormai è sfiorita e non c’è primavera che tenga.
     

    Intanto fuori piove.

    Vestitomargherite15.JPG

    1. hocuradite

      hocuradite

      C'è una tristezza senza fine in ciò che dici e riflette la nostra condizione umana. Non ha senso consolarti, ma solo dirti che ti capisco e ti sono sono vicino. Nonostante tutto mi piacerebbe riuscire prima o poi a farti ridere.

       

      image.jpeg

    2. beautifullmind0

      beautifullmind0

      non è indispensabile innamorarsi...

  14. Questo è il dolore della vita:
    che si può essere felici solo in due; 
    e i nostri cuori corrispondono a stelle 
    che non vogliono saperne di noi.
     
    Edgar Lee Masters
     
     
    Non so se si può essere felici solo in due. Io sono stata infelice in due. Sicuramente l'essere da soli non è uno stato di quiete ma uno stato di moto, verso il numero due. Adesso che sono in uno non sono felice, tendo al due, inconsapevolmente, continuamente, anche in modo ossessivo. 
    Il numero due, il fantasma della condivisione, della completezza non mi lascia tregua. Ma è questa la verità!? La via da percorrere? Il senso di ogni vita? Della mia vita? Prima di stare bene in due e di trovare il due devo sbarazzarmi del pensiero del due, un po' come il musicista che prima deve studiare un brano nota per nota, memorizzare la diteggiatura e poi mentre suona deve dimenticare tutto.

    IMG_8008.JPG

  15. Passeggiare tra la gente, in campagna, lungo un fiume mentre la primavera sta fiorendo, l’erba che diventa sempre più verde, i germogli che si inumidiscono. La gente intorno sembra contemplare tutto questo, in una sorta di estasi stagionale. Tutto sembra vada per il verso giusto, i bambini giocano a palla, i pescatori attendono pazienti la prima carpa risvegliatosi dal torpore invernale.
     
    Sta qui tutta la vita? È per questo che merita di essere vissuta? Passo dopo passo, le nostre scarpe sulla rugiada, respiriamo leggeri e vediamo gli altri leggeri.
    Io vedo gli altri e gli altri vedono me in questa sorta di equilibrio apparente ma nessuno in verità sa di nessuno.
     
    Tu mi parli mentre le mie suole calpestano il sentiero io ti ascolto in silenzio mentre un passeggino con un neonato incrocia il mio sguardo. Io vedo ma non guardo e non so. Forse anche quella mamma vede ma non guarda e non sa.
    Ci ignoriamo. Credo sia questa la verità. E ne abbiamo paura.
    Per questo andiamo a passeggiare il sabato mattina lungo il fiume, solo per illuderci un po’.
     

    IMG_9516.JPG

  16. Contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta - e sfuggono a qualunque censura. Possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento: su di esso non abbiamo alcun potere.
     
    Milan Kundera, “L’identità”

    IMG_5652.JPG

  17. Oggi ho percorso a piedi una strada che di solito faccio in auto.
    Una strada come tante, di quelle da cui passo ogni giorno quasi senza farci caso. Prima, seconda, terza e via. Arancione, rosso, verde e via. Questa mattina però un passo dopo l’altro ho notato particolari mai visti: quel profumo di pane di quel forno, quel circolo con quegli anziani seduti a parlare di come va il mondo, quell’appartamento con un giardino che non sembra essere in città e quasi quasi mi comprerei, quel micio rosso alla finestra che mi ha strappato un sorriso...
     

    Sì, forse per ricucire una storia quasi persa bisognerebbe ripercorrerla a piedi.

    IMG_3742.JPG

    1. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      quando guardiamo le cose con calma, un passo per volta, scopriamo sempre qualcosa di più

  18. Sento il tempo passare. Il fruscio, gli spifferi che svincolano e graffiano i vetri.
    Vedo quello che andato, avverto ciò che non ho ancora masticato. Rimugino il bel tempo goduto e il mal tempo sprecato.
    Rammarico per quel che non ho avuto.
    Ogni giorno ho qualcosa.
    Uno schiaffo, un regalo, una sorpresa.
    Ogni giorno percepisco di stare su un binario talvolta in discesa, troppo spesso in salita.
    Non oso più sognare.
    Preferisco vivere.

     

    IMG_8722.JPG

    1. daliahnera

      daliahnera

      si dovrebbe sempre "vivere"

  19. La realtà intonava inni stonati.
    Maurilia, seduta sullo scalone di fianco all’entrata del ristorante cinese, aspettava con ansia che il temporale annunciato da siti, display dissimulati, tg e vecchi pietosi e latranti arrivasse senza troppi indugi.
    L’aria era scura, non nera, marrone, come se il temporale, di certo alle porte, fosse escrementizio, piuttosto che piovasco.
    L’umidità puzzava di latrina. Forse era l’odore di qualche toilette oppure la grande porcilaia fuori città produceva in overdose.
    La verità presunta dispensava liturgie, per via d’ogni segno d’attorno, come se la verità, appunto, fosse il casino di tutto l’intorno riempito da segni.
    E Maurilia a dirsi: e vivere? Non basta vivere? Non basta più?
    Amare: roba difficile. Forse inutile. E poi? Cosa c’è da fare ancora?
    Io non so dimostrare niente a nessuno. 
    Dunque, aspetto il temporale.

    Vestitofiorellininero10.PNG

    1. hocuradite

      hocuradite

      Un brano ( penso estratto da un racconto più lungo) molto bello per la sua intensità sospesa, realistica, decadente e per le sue note esistenziali. Anzi la prima metà dello scritto, forse per un rimando alla carnalità,  la considero addirittura erotica ( lo so, sono un tipo strano). Complimenti.

    2. odessa1920

      odessa1920

      In verità io non scrivo mai racconti lunghi, il "racconto" è proprio così. Grazie per l'apprezzamento

  20. Ma tu credi al ‘per sempre’? 
    Il ‘per sempre’ è come credere in Dio. Credo ad un certo modo di stare insieme, ad uno stato mentale a tempo indeterminato, ad un ‘per sempre’ virtuale che poi magari nella realtà non si rivela tale ma in quel momento la tua testa ed il tuo cuore non si pongono limiti temporali. E questa sensazione è già tanto per me.
     
     

    IMG_1855.JPG

    1. ciribi72
    2. beautifullmind0

      beautifullmind0

      Un testo assolutamente non scontato... 

      "People spend so much time
      Every single day
      Runnin' 'round all over town
      Givin' their forever away
      But no not me, I won't let my forever roam
      And now I hope I can find my forever home
      So give me your forever
      Please your forever
      Not a day less will do, from you."

  21. Ho bisogno dei tuoi infinitesimi dettagli che nessuno vede, di schegge veloci e affilate che possono pure uccidere, dei tuoi piccoli frammenti, di brandelli di pelle, di tasselli notturni da inserire nelle crepe della mia vita.
    Ma c’è qualcos’altro che non riesco a decifrare.
    Per altro intendo tutto ciò che esula dal desiderio di averti che poi è desiderio clandestino di mettere la mia orma nel tuo mondo.
    Ogni attimo è buono per desiderare e desiderarti e magari per come siamo, come ci viviamo va bene così, senza che sia necessario “altro”.
    Chi ha detto che una storia debba necessariamente aver bisogno di “altro”, quell’”altro” che ogni giorno ci assilla col fiato sul collo e ci impedisce di vedere le cose semplici per come sono.
     
     
     

    IMG_6327.jpg

    1. ciribi72

      ciribi72

      sei eccezionale!

  22. Lei sapeva che la sua anima era stata una donna contro un muro per molto tempo, intenta a raccogliere le gocce d'acqua che scendevano da una fessura. Ricorda ancora quella sensazione - molto sensuale e fiera. E sa che da lì le vennero ristoro e forza nei tempi del cambiamento.
     
    In quel periodo imparò che quello che aveva fatto, subito, patito, non contava più niente. Fu in quei giorni che il passato passò e lei poté rinascere completamente. Lavata da quell'acqua ritornò a pensare alla vita come al primo mattino, come l'erba bambina all'inizio di marzo.

    IMG_6973.JPG

    1. tacchialti94

      tacchialti94

      Sempre delicata e poetica ^_^

    2. ciribi72

      ciribi72

      bellissimo quel parco! in che zona è? 

  23. Pensò: ora vado a salutarla di nuovo. Poi subito si corresse: no, gli addii non si ripetono, la prima volta sono romantici, la seconda noiosi, la terza ridicoli o tragici.

    Stefano Benni, Di tutte le ricchezze 

    Vestitogiallo16.jpg

    1. nancy19821

      nancy19821

      Concordo!!!!

    2. chiaraoscura4
  24. Dove abiti?
    Sei di un altro mondo o ancora nel mio?
    Le parole che parliamo dicono che il linguaggio è comune.
    Ma come faccio a credere che siamo sulla stessa terra?
    Ma è davvero importante?
    Non basta sentire quello che dentro sentiamo?
    E non mi è difficile dare senso alle tue parole, ai tuoi urli, ai tuoi
    lamenti e alle tue uscite rabbiose.
    Tu non sei forse quello che sono stata io, e che sono ancora?
    Dove abiti?
    È forse soltanto per chiederti un appuntamento.
    Un luogo dove, di sfuggita, sfiorandoci, sappiamo l'essenziale l'uno dell'altro.
     
     
     

    IMG_3930.JPG

    1. nuncepenza6

      nuncepenza6

      sempre delicatamente intensa

    2. altomororicco

      altomororicco

      fi2.PNG

  25. Dense macchie gialle in lontananza, luminose stelle in un cielo verde: le inarrestabili mimose, ogni anno hanno fretta di fiorire. Sono le prime. Impazienti. Se ne sbattono di eventuali gelate tardive. Ardita incoscienza. E neppure si accontentano di un colore anonimo. Loro hanno scelto il giallo.
    Consapevoli esibizioniste. Prime ballerine sul palcoscenico della primavera a venire. Sipario, sembrano dire, siamo arrivate prima delle rondini. E non sanno che tra pochi giorni qualcuno, credendosi gentile e nobile cavaliere, strapperà le loro esili fronde.

    L’acero davanti a me invece non dà alcun segno di vita, è completamente scheletrico. Come non sentisse i primi raggi di sole. Fa il sostenuto, l’indifferente, quello che se la tira con la sua aria un po’ dandy e manifesta con una sottile ostentazione la sua eleganza raffinata, come per dire, hei… ci sono anche io, non solo quelle smorfiose giallognole e malaticce. Anzi, esibisce con un certo freddo orgoglio con la sua spoglia chioma slanciata sopra tutte le altre e senza foglie: rami lisci, di un pallido grigio cenere che contrastano con il blu cobalto del cielo sullo sfondo. Lui rimane lì in attesa. Saggio. Prima di emettere la prima fioritura vuole essere sicuro di non fallire, è previdente ma sa distinguersi.
    Una gazza nel punto più alto mi osserva. Leggera, altezzosa e vezzosa. Albero ed uccello si assomigliano.

    L’olivo invece è quasi sempre uguale in ogni stagione: escluso a settembre, quando fruttifica. Fa della costanza la sua forza. Ha un suo stile e vuole mantenerlo. È un signore. Non rientra nei suoi modi sorprendere. Fa dell’essenzialità la sua forza. Ben attaccato al suolo con il suo tronco rastremato, solido e nodoso. La chioma compatta di un verde argento è impenetrabile. Tantissime foglie piccole e fitte.
    Un timido merlo come un lampo nero vi trova rifugio e sparisce dalla mia vista. Chissà cos’altro nasconde dentro. E questo gli dà un’aria ancora più misteriosa ed interessante. Ma non mi avvicino, lo guardo da qui, da lontano, altrimenti mi sfuggono le parole di mano.
     

    Ed io devo ancora capire quale albero sono.

    IMG_9640.JPG

    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      in questa foto sembri un salice baciato dal tramonto :)

    2. londoncalling6

      londoncalling6

      anche io...

    3. beautifullmind0

      beautifullmind0

      io sono sicuramente un baobab :P