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Ciao! Ti piace questo periodo nataliazio?
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La prendo come vieneFuori nevica, o quasi. Stanno scendendo gocce di acqua e ghiaccio o chissà-che-cosa e tutto in pochi minuti è diventato bianco. Mi affaccio alla finestra. Tutti si preoccupano di non poter prendere l’auto, di essere bloccati in questa città del cazzo. Io no. A me non importa poi molto. Anche perché non ho nessun programma. E non m’importa poi molto neppure di questo. E mi meraviglio di me.
Mi sono accorta improvvisamente di stare benissimo nella mia indolenza, di avere ripreso ad ascoltare il silenzio della casa: la caldaia che parte, il frigo che vibra, lo sciacquone che si riempie, l’acqua che scorre nei tubi nelle pareti, i miei passi un po’ strascicati… bei rumori davvero.
Sì, sono piccoli rumori quasi insignificanti ai più in condizioni normali che da un po’ avevo dimenticato. Adesso le mie orecchie hanno ripreso ad ascoltare senza avere il terrore delle “campane dell’inferno”. Quelle campane che non mi facevano dormire, che dovevo coprire in qualche modo con TV, musica, frullatori, phon e stupide chiacchiere tra me e me.
Adesso ci sono. Sto attraversando una fase, anzi una anti-fase, per dirla tutta. Non ho certo rotto con i legami e tutte le complicazioni del mio passato, sarebbe presuntuoso affermare una cosa del genere e neppure umanamente possibile. Non è stata ancora inventata l’arte del dimenticare.
La mia palla di rovi sospinta un po’ a caso dal vento rotola rotola ma fa meno male, non punge più come prima, le spine si sono smussate, ci sono ancora cose sospese, certo, matasse da dipanare, spesso perdo il filo ma chi se ne frega, la prendo come viene. “E la dannata commedia umana procede e si perpetua”.-
sei pensierosa?
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bellissima!!!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Bisogno di uscire dal chiuso. Ritrovare i grandi spazi dell’aperto. Una parte alta dell’anima si nutre di orizzonti larghi e grandi.I sogni non stanno bene al chiuso. Ammuffiscono negli spazi angusti.C’è una casa più grande dove abitare. Dove respirare a pieni polmoni il vento creativo della Vita.
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un pò come alice!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Un vuoto che sa
Piove nebbioso, qui, sul sentiero.
Ho riassettato sobriamente la mia casa vascello. Qui, nella nebbia, mi sto domandando cosa farò da grande…Sto cercando di dare contorni visibili, dentro la mia coscienza, a quella vita splendida e meravigliosa cui aspiro. Mi sorprende che un sogno di cui ancora non conosco i dettagli concreti possa attrarre così potentemente le mie energie. Non è, infatti, come aver visto qualcosa di molto bello e desiderarlo. Ciò che “voglio” non è ancora perfettamente visibile. Come se il desiderio conoscesse senza conoscere. Per così dire: in negativo. Come un’impronta nella creta “conosce” il corpo che la colmerebbe. Esiste, dunque, un vuoto che sa. Un’assenza che urge più di una presenza.Ecco, qui, sul sentiero, scrutando tra i piovaschi nebbiosi, sono in compagnia di questo vuoto e di questa assenza.Col cuore caldo.-
quanta nebbia! Come capisco
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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La stessa complessità del mondo è il suo fascino.Nel mondo ci si muove in una miriade di stimoli, un brulicante formicaio.
Ci si può passare danzando.
Ci si può attrezzare per farlo.Come le ballerine del Bolshoi.
Noi vogliamo smettere l’adipe per danzare il mondo.
Per questo corriamo e andiamo in palestra.
E lo facciamo anche col cervello.
Per danzare la vita come le ballerine del Bolshoi
E i pensieri saltellano leggeri, agili e ritmati.
Cerchiamo nuvole per cibo e scarichiamo il piombo dalle tasche.
Come le ballerine del Bolshoi.-
bellissima! complimenti!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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wow...sempre cosi ricercata nelle tue fotografie!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Passaggio
A volte cambia – e sembra perfino che lo faccia senza preavviso e arbitrariamente – tutta l’atmosfera emotiva della situazione. E dove ti sentivi abbastanza a casa ora ti ritrovi smarrita. Il tuo “io” sembra diluirsi come sale in una soluzione troppo acquosa e i pensieri si sfrangiano in tanti frammenti senza trama. E se ti sforzi di mettere a fuoco certe domande, senti una pesantezza ovattata che ti smorza lo sguardo.
E allora vaghi, attendi, ti distrai, sonnecchi. Poi, un giorno, mentre cammini tra le foglie secche avverti che si annuncia un ritorno a se stessi. Si annuncia nel corpo, come sempre. Come fa la primavera. E il messaggio raggiunge subito la mente. Il messaggio avverte che le energie stanno per ritornare e che dovrai cambiare alcune cose, perché il vecchio modo è finito.
E ti ritrovi pronta, anche se non sai ancora cosa o come. E senti una cosa bellissima, che è come il nucleo caldo di una speranza giovane che allarga le braccia.Senti che sei un “sì”. -
Amore caro, questa mia lettera la scrivo su carta e la invio per posta ordinaria.
Voglio che il viaggio per arrivare ai tuoi occhi sia, per lei, lungo e difficile, sporco della polvere di strada che attraversata sarà e zuppo delle umidità delle notti nostre che, sebbene sfinite, ascoltarci dovranno.
Le mani mie sapienti piegano il supporto di me con la cura che tu meriti e lo pongono nella busta: che è bianca, bianca e basta, perché importa non il bianco o il colore ma l’intensità dell’uno o dell’altro.
E queste carezze appassionate delle mie dita sul foglio, e i sorrisi gentili come lacrime calde di sonno sognante, faranno risplendere il bianco di rosso. Così, il verde scuro delle tue colline d’autunno s’infiammerà: e svanirà persino la nebbia, se mai dovesse arrivare per prima, prima di me.
Questa mia lettera non volerà leggera, lo so. Greve di desiderio, busserà alla tua porta. -
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ci fai diventare tutto gelose eh!! ahah sei uno spettacolo!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Penso alle tue labbra.Alle mie mani affondate tra i tuoi capelli, dietro la nuca.Ti sento nella pancia. Voglio la tua pancia. Adesso di più.Come scossa elettrica che scende.Voglio baciarti senza parlarti. Neppure una parola parlata, come stiamo facendo adesso.Solo il calore delle tua lingua dentro di me. Calore che si rimescola e si scuote dal torpore.Respiro.Corto circuito del desiderio.
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sempre cosi profonda!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Non mi trovo affatto a disagio in questa società “liquida”, in cui tutto scorre, in cui il carattere effimero delle esperienze sostituisce la durata e la durezza. Mi sembra che riveli meglio la natura della vita e l’Io ha cessato di soffrire la perdita e l’abbandono. E ha appreso il piacere della meraviglia. Tutto si fa viaggio, avventura. E apprendo ad andare al mio ritmo per vedere e sentire meglio, più a fondo. Il nemico è la fretta, non la varietà e il mutamento. E qui la vita stessa si fa arte, gioco creativo con il caso. Progettare, architettare, da un lato, e accogliere, adattarsi, dall’altro, diventano ingredienti dello stesso impasto dinamico. Che aspira a creare il bello. La Bellezza che salva il mondo, come si dice. Si aspira ad imitare la Natura, la cui creatività torna ad essere apprezzata e ricercata. Ma lo si fa creativamente, continuandola nello spazio della cultura. Come il bravo ortolano, il contadino che coltivando si coltiva.
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L'amore sui tetti
Eleonora vuol fare l’amore sui tetti.
Dice che un giorno, mentre percorreva l’autostrada in direzione di Tortona – e durante il tragitto il suo sguardo e i suoi pensieri si erano persi tra le risaie che costeggiavano la strada – era rimasta folgorata dall’idea che l’amore non è un sentimento o un atto mio o tuo, o di qualche persona in particolare, ma che il Soggetto dell’amore e il suo Campo d’Azione Appropriato è l’universo intero e che i “nostri” amori non sono altro che scintille di quell’amore. E che il portato di quest’Amore Cosmico non è altro che l’abbandono a questo immenso e molteplice procreare: è un abbandono alla Gioiosa, Appassionata, Creazione Continua.
Da quel giorno non riusciva più a fare l’amore nel suo letto, nel chiuso della sua camera. Aveva bisogno di vedere il cielo, e di guardare il mondo dall’alto e di sentirsi parte del Tutto.-
In effetti ricordo due episodi della mia infanzia che mi hanno particolarmente segnato.
1) Una volta svolsi un tema originale nell'ultimo anno del liceo classico.
L'insegnante mi mise 4 perchè mi accusò di aver copiato.
2) A fine anno quando il preside lesse il giudizio sintetico su di me tutta la classe insorse e fece cambiare il giudizio su di me; il giudizio non esprimeva la mia realtà, molto superiore a quanto descritto dal corpo insegnate.
All'esame di maturità successe l'assurdo; la Commissione esterna mi esaltava ed il membro interno che doveva difendermi mi veniva contro.
Penso che quanto successo nel piccolo si sta ripetendo in grande in questa fase della mia esistenza.
I casi strani dell'esisitenza.
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Frullato di arancio mango e banana per colazione.Un disegno per cominciare.È meglio cominciare con un disegno colorato. Tanto più che oggi piove e il cielo è grigio.Certo i romantici troveranno incantevole il ticchettio della pioggia contro le inferriate. Ma sono i romantici che non sono incantevoli in queste circostanze. Oggi la vita è piuttosto dinamica e la gente preferisce essere attiva e trafficare con le cose e gli altri simili.Almeno, questa mattina la vedo in questo modo.E poiché sembra che il corpo si ritrovi addosso energie adeguate, ho deciso di dare un saluto colorato al nuovo giorno.
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Il manifestarsi con semplicità è ormai virtù assai rara. Bisogna ricercarla come bene prezioso e raro.
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wolfman830 ha aggiunto una reazione
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ci vuole sempre un tocco di colore nella vita! Brava!
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wolfman830 ha aggiunto una reazione
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Witold Gombrowicz, il grande scrittore polacco, ha avuto un’idea allo stesso tempo comica e geniale: il peso del nostro io, dice, dipende dalla quantità di popolazione del pianeta. Man mano che la popolazione aumenta, l’io diventa sempre più leggero. Una situazione che comporterebbe crescente incertezza circa la propria identità.Ma l’io, il peso, il valore, la consistenza dell’io, sono davvero messi a rischio dalla crescita della popolazione? Indubbiamente l’esplosione demografica ha un peso in economia, in politica, nella gestione della società, sollecitando la creazione di strutture che condizionano la vita dell’individuo. Ma sono ostile a tutte le teorie che fanno dipendere chi sei dai condizionamenti di qualsiasi tipo, sociali, educativi, biologici che siano. Più la nostra vita è giustificata da quello che è successo ai nostri cromosomi, da quello che i nostri genitori hanno fatto, dall’ambiente in cui viviamo, più assume i contorni delle storie di una vittima.L’avventura grande dell'io è immaginare un’esistenza in cui quei fattori non possono controllare quello che sono capace di fare.
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Fuoco silvanoIncendio d’autunno.Il bosco e l’acquitrino.
Il carice, gli sfagni, assonnatinelle pozzanghere basse.
Gli alti fusti, di sopra,guidati dal gusto della gioiacon mosse elettrizzanti.Il sole vi penetra ubriacoin giochi pirotecnici.
In regalo parole schietteper gesti intimi di passione.Parole col potere di cambiareil consueto punto di vista. -
fiori di plastica sono perfetti. Ma piacciono davvero?
Meglio essere presenti nel grande traffico della vita con le proprie imperfezioni. Sono segnali di vitalità sanguigna ed emozionale. Per questo piacciono i lavori da artigiano, più di quelli da professionista. Niente perfezionismo allora!Meglio lasciare nel proprio lavoro la poesia della nostra umanità.-
Evviva la natura nella sua (im)perfezione!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Per strada (tanta gente) ti ho visto, stavo per chiuderti gli occhi con le mani ma poi mi sono accorta che non eri tu. Era un altro uomo che ti assomigliava.
I particolari ci attraggono e ci ingannano insieme.
In quel preciso istante ho preso coscienza che potrei innamorarmi di 1000 altri uomini che non sono te.
Dunque l’amore non esiste.-
Street style, bellissima realtà! complimenti!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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