- Donna
- Verona (VR)
-
Ultima Visita
Contenuti pubblicati da odessa1920
-
-
“Me l’ha detto un uccellino!”, così diceva mia nonna materna, quando intuiva qualcosa che avevo fatto e che tenevo in segreto.All’inizio ho creduto che quell’uccellino esistesse davvero. Poi ho capito che è una facoltà intuitiva che abbiamo dentro e che può suggerire qualcosa d’importante per la gestione della nostra stessa vita.Oggi affido le decisioni che mi riguardano quasi totalmente a quella vocina interiore.E, quando mi parla, mi affretto ad annotare i suoi suggerimenti, per non perderli per strada.
-
All’ombra di un acero di monte,seduta in quiete in questo loco eterno,respiro un sole audace, con la fronteverso colline in nostalgia di inverno.
Un pino strano tra betulle e faggiporta con sé la nostalgia del mare.Io allargo del pensiero i vasti raggi,in preda a un’aria che mi fa sognare.
Vorrei restare per sempre in questa posa,fissata in un presente senza fine,ove l’istante tutto il tempo sposae le cose lontane sono vicine.
Ma poi mi scuoto e mi rimetto in piedi,mi dico: sveglia, non ti addormentare!Riprendi il tuo cammino e se non vediproprio per questo tu vorrai cercare. -
Amélie Nothomb, in “Acido solforico” racconta una cosa deliziosa che fa al caso di chi vive situazioni di disagio. Racconta di un prigioniero in un campo tedesco durante la seconda guerra mondiale. Le condizioni di sopravvivenza disumane e disumanizzanti. Lui e i compagni si stavano trasformando in poveri selvaggi, bestie sofferenti. Nelle loro menti, pensieri insopportabili. Un giorno quest’uomo ebbe un’idea geniale. Inventò il “gioco della dama”. Il gioco consisteva nell’immaginare che in mezzo a loro ci fosse una dama d’alto rango, di fronte alla quale ci si sarebbe dovuti comportare in maniera degna della sua nobiltà. Tutti accettarono di costruirsi questa fantasia. Un po’ per volta, a forza di vivere alla presenza della nobile dama, avevano ripristinato la civiltà e si resero conto di essere salvi. Questa vittoria della mente sostenne i prigionieri fino alla fine.Mi sembra davvero una bella storia. La comprende bene chi cerca di tenere alto il morale in una situazione in cui il dolore e l’impotenza suggerisce quotidianamente una sorta di deriva. L’immaginazione è capace di fare questi miracoli.“Chiunque conosca un inferno durevole o passeggero, per affrontarlo può ricorrere alla tecnica mentale più gradevole che esista: raccontarsi una storia. L’infelice che riesca a riempirsi il petto di un soffio di grandezza rialza la testa e smette di compatirsi” (A. Nothomb)
-
Lei pretendeva che lui le leggesse nei pensieri. Abbozzava ogni gesto, ogni discorso in attesa che lui terminasse quanto già iniziato, pena il distacco, l’incomprensione e la freddezza. Non lo faceva per gioco o per distrazione ma era una esigenza profonda. Era il suo modo di intendere l’amore, l’intesa e la complicità. Nonostante manifestasse con orgoglio la propria indipendenza fisica e spirituale da lui, intimamente pendeva dalle sue labbra. Perché lui era il suo naturale completamento, sapeva leggere l’alfabeto delle sue emozioni.
A lei piaceva ascoltare, abbandonarsi alle sue parole, le piaceva perdersi tra le sue carezze come un gozzo in mare aperto nel corso di una tempesta impetuosa: uno sguardo, un respiro o un sospiro erano la stella polare, i punti cardinali.
Lui aveva i tutti i mezzi per capire la direzione da seguire, era stata lei a fornirglieli. Talvolta lo faceva con disinvoltura, con estrema naturalezza, quasi con facilità, altre volte non ci riusciva, non capiva dove era la meta, il fine da perseguire, e allora si apriva una voragine.
Inutile gridare: la terra tra i due continuava ad aprirsi lentamente ed inesorabilmente, senza tregua. E quando succedeva tra i due si innalzava un muro silenzioso.
Lei soffriva: una sofferenza senza spiragli, buia, chiusa e impenetrabile. Lui era incapace di attrarla nuovamente a sé: ogni parola, ogni gesto risultava banale, futile e inutile. Soffrivano entrambi.
Si promettevano che non sarebbe mai più accaduto ma poi sapevano che si sarebbero reciprocamente smentiti.
E nonostante tutto continuavano a cercarsi perché il territorio del non-detto li affascinava. Un territorio difficilmente accessibile, fuori dai luoghi comuni dei sentimenti. Ognuno aveva un proprio ruolo definito, nella loro inconsapevolezza sapevano dove volevano arrivare, “sbagliavano da professionisti”.-
Ottima interpretazione della tua arte, un'anima persa tra le mura della città. Dovresti proprio iniziare ad avere un blog!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
wow! sembri parte dell'opera stessa! sei sempre fantastica!!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
-
-
E andare incontro ai pensieri che tra gli alberi regala il vento.
Teso l’orecchio, fui portata a dire:
non parlatemi di Dei nell’ora del bosco, né di cristalli magici,
né di campi di forze orchestrate da potenze occulte.
Lasciatemi il piacere dell’ombra muta delle fronde
carezzata dalla brezza ignuda quando è calura.
E che sia il sole in persona, senza manto regale,
a risvegliare il sogno nelle cosce
così che io mi avventuri sul sentiero della mia finitezza
con il sorriso innocente del bambino. -
Les petits lacs de l'amour joyeux
Oggi il bisogno di "diventare se stessi" appare sempre più rilevante. A volte un passaggio importante di questo processo consiste nello "smettere di essere se stessi" per trovare parti di sé ancora sconosciute. A volte sono proprio abbandoni e dolori strazianti a costituire le premesse di una svolta. Così appare a posteriori.
Guardando avanti è sempre la speranza in una felicità più grande, quella che ci mette in moto. -
-
Beh, penso che la vita viene un po' come uno se l'immagina... voglio dire che uno si inventa la sua vita cominciando a immaginarsela e poi cammina e opera ispirato da quella visione… A me piace pensarla in questo modo… Ovviamente non hai nessuna scienza… Ma che siamo ignoranti sulle cose di fondo riusciamo a saperlo molto presto… …Vabbè! Socrate!…Camminando, spesso, vengono idee, i desideri creano visioni... E perché no?Io ci sto!
-
questo cielo sa di estate, e quei fiori sono cosi profumati che li sento qui! bellissima immagine
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
L’arte esiste per ritrovare la sensazione di essere vivi.Allora la domanda è: qual è il beneficio di un libro? Farti sentire vivo. Ritrovi la sensazione di essere davvero molto vivo.Lo stesso è per la scrittura: perché scrivo? Per ritrovare o trovare la sensazione di essere viva, molto viva, piuttosto viva, assai viva.
E anche per farti innamorare di me! -
-
hai sempre le parole giuste al posto giusto
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Al parco la domenica. I ragazzini giocano correndo, le madri scambianoo tra loro commenti e racconti. I padri giocano a pallone, chiamandosi col nome dei campioni.Il mondo è bello da vedere. Naturalmente lo sguardo fa le sue scelte. Penso che il tempo è troppo poco. Penso di averne poco ancora e so di averne buttato via molto. Un pensiero che mette un po’ di fretta. Ma io rallento d’intenzione. Fingo di avere tutto il tempo che serve. E immagino di potermi dedicare alle cose che amo senza paure e costrizioni. E lo faccio. Ed è piacere. E poi lo dico a chi incontro. Ma non sono fatta per la vita di mondo, per le cerimonie, per le tradizioni. Sono tutta qui, mentre il tempo scorre. E mi attraversa lasciando anche ferite. E so fermarmi, un momento, a contemplare il gioco dei bambini sotto le foglie degli alberi del parco la domenica mattina.
-
All’aperto, camminando, penso col respiro e sento che posso cominciare ogni mattina come daccapo, con tutto, col pensiero, le parole.
Non più cultura, erudizione, categorie, schemi obbligati, necessità, prigioni… ma pensieri vivi che sorgono ora, qui, così, miei, del tutto miei.
E so che posso dirli ad alta voce e ripeterli finché le parole e i pensieri che contengono non vengono masticati, assaporati, ingoiati, digeriti, assimilati e scompaiono per diventare carne e sangue e corpo e movimento e luce dello sguardo.
E il mondo è tutto nuovo!-
la possibilità di perdersi dentro se stessi stando in mezzo alla natura è il vero lusso
-
odessa1920 e kan-dinsky ha aggiunto una reazione
- Visualizza i commenti successivi altro %s
-
-
Avevi quel tuo modo di entrare nelle giornate, fin dal risveglio, felice di aprire gli occhi e di vedere il mondo. Muovevi il corpo come vivendo un miracolo.
Saltavi tra i pensieri che il vento ti portava come una ragazzina che ha visto l'altalena in giardino. Eri la magia che apre le porte del tempo e ne rivela il segreto. Partendo, hai lasciato dietro di te un'ombra profumata. L'ho raccolta e adagiata sul foglio.-
questo dinamisco mi fa impazzire! così emotivo
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
bellissima poesia dedicata alla dea vita
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Siamo – è fuor di dubbio – delle piccole e fragili creature ma, nel nostro cuore e nei nostri sogni, le vicende quotidiane sono delle “odissee” dagli scenari immensi e suggestivi e, mentre spingiamo i nostri passi per le strade dei nostri paesi e dei nostri quartieri, solchiamo con audaci imbarcazioni e grandi vele dispiegati gli oceani del senso.
-
Settembre: il fresco, i cinema che riaprono, le lenzuola un po’ più pesanti, le felpe leggere la sera. Tutto ciò ci suggerisce che ogni cosa va avanti, che deve andare avanti in qualche modo. I rituali gesti estivi sono ormai conclusi. Settembre si apre a nuovi gesti e i nuovi gesti generano una strana forma di dimenticanza.In fondo l'essere felici serve ad un sacco di cose (alla nostra pelle, per dire… è più luminosa) ma soffrire non serve proprio a nulla. Un po’ come le zanzare, a che cosa servono? O le cimici, peggio ancora. Quindi perché ci ostiniamo a soffriggere nel soffrire!? Il soffritto fa pure male.Stanotte c’è una pioggia sottile che bagna ma non bagna, e camminare per i vicoli stretti senza ombrello non è male, pensando a tutte le persone che ci sono ma non ci sono, proprio come questa pioggia qui.
-
Ognuno ha il suo gatto morto
Camminavo, come al solito, sulla solita strada. Abbasso gli occhi e vedo un gatto. Un gatto morto, probabilmente investito da qualche auto. Guardo quel gatto che ormai non è più un gatto: era morto da qualche ora, sotto il sole d’agosto, gonfio, con la pelle tesa, le prime mosche gli ronzavano intorno, alcune erano posate sugli occhi che non erano più occhi.
Ci ho pensato un attimo poi l’ho preso e l’ho gettato tra i cespugli, quanto più lontano possibile dalla strada.
Adesso, quando passo di lì, e ci passo almeno due volte al giorno, il vento porta alle mie narici quel tanfo di carogna: quando è più intenso, quando meno, quando non lo sento, quando lo percepisco appena. Tra un po’ non sentirò più nulla ma questo non mi impedirà certo di ricordare quel gatto chissà per quanto tempo.
E solo io so che tra i cespugli, poco più in là, c’è un gatto che ormai non è più un gatto, dove le mosche ed i vermi fatto banchetto, sotto questo sole d’agosto.-
mi piace questo contrasto tra la foto soleggiata e la storia un po' macabra
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
In compagnia della luna, scelgo a naso i sentieri del possibile, un mondo alla rovescia, tra le pieghe del noto. Traccio sul quaderno le mappe della meraviglia. Amo essere sorpresa e mi fido del vento. Per molto tempo ho visto le solite cose, ma sono fluida come l’acqua e mi lascio scivolare tra le fessure della gabbia. Resto una piccola donna con una sete infinita.
-
la luna è l'unica amica che non svanisce mai
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Vorrei pensare da innamorata, semmai si possa dire che gli innamorati pensino. Gli innamorati saltano e danzano. Fanno scarabocchi sui muri e scolpiscono il legno a colpi d’intuizione.Improvvisano sullo strumento musicale e abbracciano le vecchie signore che incontrano lungo i viali.Raccolgono fiori e scavano tunnel nella sabbia con i bambini al parco giochi.Le mie argomentazioni saranno in versi e mi divertirò a rincorrere i fagiani con le rime.
-
Ci sono amori di lunga durata, che creano una famiglia ed erogano una generosa solidarietà tra i membri.
E ci sono amori diversi, nati per nutrire una particolare vitalità e ad alimentare una certa energia creativa, capace di svincolare dalle regole e dalle prigioni. Amori che magari si spengono dopo un po’ di tempo, ma che, finché durano, soffiano sul fuoco della vita offrendo il proprio dono meraviglioso. -
La vita è un viaggio.
Le cose cambiano fuori. Ma soprattutto le cose cambiano dentro.Ognuno ha un luogo in cui si guarda allo specchio e indaga su se stesso.
Noi non siamo.Noi diveniamo.E la scoperta più interessante è proprio questa: chi stiamo diventando.
Io amo i luoghi in cui incontriamo noi stessi.
E la vita.
Che sembra essere la stessa cosa. -
Conversazione al sole
- Eh sì, Le persone di successo hanno una grandissima autostima.- L’autostima è dunque ciò che ci separa da loro?- I guru dell’auto aiuto suggeriscono di fingere di essere come loro finché non lo diventiamo davvero…- Ma a forza di fingere di essere qualcun altro non rischiamo di perdere la fede nelle abilità che davvero abbiamo?- Forse… - Un eccesso di fiducia in se stessi può bloccare quel desiderio di miglioramento che ci spinge a lavorare sodo per diventare davvero competenti.- Già… - Forse invece di crederci invincibili conviene imparare ad amare anche l’incertezza, l’esitazione e la confusione.