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Contenuti pubblicati da odessa1920

  1. Voglio trovare nuovi modi di guardare alle cose con cui traffico ogni giorno? La solita visione non è l’unica. Lo so e lo desidero.
    Voglio una sorsata di giovinezza scaturita da uno sguardo nuovo. Più dentro, più oltre, più sopra. E anche fuori dalle solite filosofie.
    Quanto tempo ci vuole alla mente per evolvere?
    Guardo l’universo. Qualcosa che non conosco sta facendo qualcosa che non so. Avverto tutto il pathos di questa posizione. E tutto lo stupore dello sguardo di un’intelligenza che non si vuol perdere lo spessore del mistero, mentre spinge avanti l’occhio per afferrare qualche frammento di luce.
    Tutto il sapere che ci siamo costruiti appartiene ad uno spazio minimo di consapevolezza. La vita appare come un semplice aperitivo di se stessa. E l’amore come il vagito di ciò che aspira a diventare.
    Anche se si mostra pesante e pensosa, tutta la nostra saggezza è erba bambina. E le nostre facoltà, i nostri talenti, chiedono di essere liberati dalla zavorra più che riposare su archivi di risultati accumulati.
    La nostra è un epoca in cui l’aspirazione a volare liberi e leggeri conquista territori sempre più estesi d’espressione. Le storie d’amore si riducono a intensi scambi di sguardi mentre si attraversano le strisce pedonali. Fantasie istantanee durante il tragitto del tram da una fermata all’altra. Sorrisi intrecciati davanti l’entrata del negozio. Un attimo dopo, tutto è finito. Tutto ricomincia.
    Le visite della verità sono fugaci. La luce delle intuizioni, imprendibile. I segnali che contano sono nella visione laterale, in tralice. La nostalgia si fa poesia leggera, mentre lo sguardo si solleva alle nuvole, alla ricerca dell’altrove.
    Troverò nuove parole, masticando quelle vecchie. Aprirò la porta a nuovi pensieri battendo con i polpastrelli la tastiera del computer.
    Suonerò la mia musica per conoscermi meglio.
E ogni mattina darò una risposta fresca alla domanda che mi porto dentro. Chi sono? Dove vado? Cosa sogno davvero?

     

     


     

     
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  2. Esprime il concetto secondo cui distesa indica quella resa che scopre e conquista la pacificazione del cuore. Resa e distesa vengono a coincidere.

     

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    1. vitto071

      vitto071

      solare :) 

  3. E si va verso la sera come attraversando un bosco fiorito, portando addosso il profumo di eventi felici e carezzando idee e pensieri che abbiamo raccolto durante il giorno.

     

     

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    1. vitto071

      vitto071

      splendida :)

  4. Un castello per sognare? Il mondo delle fiabe della fantasia bambina? Evadere? O semplicemente rigenerare le energie per ritornare al lavoro quotidiano con rinnovata innocenza?

    Forse solo una libera associazione dell’inconscio…
     
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    1. glamoursnob

      glamoursnob

      Bellissimo il tuo Stile Odessa, complimenti :D.

  5. Era speciale. 

    Quel che diceva e come lo diceva. Non so, era lui, diverso, unico forse. 

    Faceva volare.


    Resto incantata da queste persone che sanno illuminare un ambiente con la sola presenza. 

    E se parlano, è un’orchestra che suona.

     

     

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  6. Oggi è tornato il bel tempo.
    La felicità di vedere, con gli occhi della notte, il cielo aperto e il sole che inizia a sorgere! È promessa consolante.
    Cerco di accettarmi così come sono, senza riuscirci mai del tutto. E approfitto dei periodi buoni per essere gioioaa ed entusiasta. 

    Vago tra sensi di inutilità e slanci altruistici di grande respiro.


    Mi barcameno facendo finta di aver capito i segreti della vita, quando il destino soffia il suo vento in poppa, o quando lo prendo di bolina. Salvo ammettere sinceramente la mia profonda ignoranza quando ci sbatto il naso contro. 

    Se questo è il mio viaggio, stamani ne sono molto lieta. Con la luce di questa mattinata promettente mi sembra di poter contribuire al benessere del mondo. E forse giungere in prossimità della mia Itaca, che continua ad attrarre il mio pensiero, sia che faccia tempesta, sia che trionfi il bel tempo.
     

     

     

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    1. martymartina1

      martymartina1

      Bellissima descrizione e foto!:x

  7. Ecco Aprile che spunta dalle colline. 


    Molte cose da fare.


    Un nuovo rapporto con le mie energie di base.


    La nuova terapia m’impegna un po’.


    Il sole che sorge è di buon auspicio.

     

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    1. sweetlovelylips

      sweetlovelylips

      Come Mary Poppins. Belissima foto! :x

  8. La cosa migliore è parlare semplice. Come bambini. Perché noi siamo bambini che cercano di far finta di essere diventati qualcun altro, per via del linguaggio un po’ più articolato e complesso che abbiamo acquisito.

    Allora, torniamo indietro. Bambini, dicevo. Ed ecco le urla di chi sente la distanza tra ciò che sogna nel cuore e quel che succede. In tutto, anche e soprattutto nell’amore. L’amore? Non c’è anche qui quest’enorme distanza tra il sogno e la realtà?

    
Io mi lascio colpire dai colpi di scena. A volte, le più coraggiose, mi sembrano essere quelle persone che decidono di lasciar perdere l’amore – tranne che l’amore irrompa di soppiatto e del tutto imprevisto nella loro vita… – di lasciar perdere l’amore, dicevo, e di dedicarsi a qualcosa che, in proprio, appaia degno di spenderci le energie e il tempo. 

     

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  9. Ho sempre sognato di scoprire la formula per lo spartito ideale. La vita creativa. Quella piena che senti dentro pulsare sotto la pelle, in ogni momento.
La vita normale, la più ragionevole e meritoria, è niente a confronto della vita ispirata. In quest’ultima non c’è niente, forse, di meritato. Tutto consiste nel tenere la vela aperta, mentre il vento ci soffia dentro. È grazia allo stato puro.
    Oh, sì, come sarebbe bello. Fosse tutto come suonare alla tastiera.

     

     

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    1. martymartina1

      martymartina1

      Bellissima foto e descrizione :x!

  10. e i suoi sogni erano cavalli in corsa, salti nei boschi e lo struggente mormorio della vita dentro le vene..

     

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  11. Non abbiamo più a che fare con cose. Ma con entità, enigmi, complotti, epifanie, messe in scena, testi criptati, e svelamenti. 

    È il mondo del romanzo d’avventura. 

    L’intuizione vale quanto un pasto. L’idea quanto una nascita.

     

     

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  12. Per quel che ne capisco io, la posta in gioco del lavoro quotidiano che si fa su noi stessi per attraversare la vita, le sfide, i problemi, le cose da fare, gli spazi e i tempi da riempire, concerne lo spirito con cui lo facciamo.
Personalmente vorrei essere sempre gioiosa, appassionata, vitale al cento per cento, e provare sensazioni intense, un chiaro senso della direzione di marcia, e la luce negli occhi di chi sente che tutto è bello.
    Vorrei dare la mia impronta a tutto quel che tocco, essere a modo mio. Vorrei avere una mia storia di cui andare fiera. Da poterla raccontare con quell’atmosfera magica con cui ho sentito da piccola raccontare le storie d’avventura.

    Tutto questo, probabilmente, è un segnale del fatto che non ho mai sentito grande fascino per il “mondo dei grandi”, dove regnano parole seriose che alludono alla responsabilità, al dovere, al rispetto delle regole. Ho accettato probabilmente con maggiore propensione il punto di vista dei “ragazzi” che trovano il mondo dei grandi piuttosto noioso, pedante, grigio e tendenzialmente ipocrita. Che pizza!
    Nelle giornate di vento caldo e di luce splendente come quella di ieri, viene spontaneo un inno a Peter Pan. Signore, tienimi ancora lontano dalla saggezza dei grandi. Lasciami giocare con il mondo ancora un po’. 
Non importa se mi dicono che non sono ancora matura. Quello che sento dentro è una gran festa del cuore.

     


     

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  13. Lunga l’attesa. Poi, finalmente, arriva Primavera. Colori, ancora pallidi di notte, si affacciano timidi in cerca di sole. Un fuoco dentro, caminetto del corpo, distende rigori antichi. Sogni con ali colorate, farfalle del desiderio, tentano le porte del tempo. È ora…

     

     

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  14. Amo l’intelligenza che sa evocare energie, che sa eccitare la mente, sollecitarla a mettere al mondo cose che prima non c’erano, a rinnovare la vitalità bambina, curiosa, intraprendente, capace di gioire del suo lavoro, sempre di nuovo, ogni mattina.

     


     

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  15. Certamente! I momenti più belli sono quelli della “zona”. I momenti in cui gli incanti escono dalle mani. Chissà dov’è il cuore in quei momenti? 

    E saprei dire esattamente, con efficacia, quello che provo? E conta molto?
Vengono in mente fantasie che non stanno con i piedi per terra. E le lasci fluire negli spazi di quella geografia che chiamo “altrove”, per qualche motivo. Ma che è qui e ci sei dentro. 

    I momenti in cui le cose nascono. Uno pensa: è questa la logica della creazione? Che non sai niente prima e solo dopo che le cose sono venute alla luce ti rendi conto che è successo?

     

     

     

     

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  16. Che cosa ci ha spinto e ci spinge ad andare avanti se non i nostri sogni?

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  17. Che giornata oggi, con questo sole tutto primavera!

    Ma ti rendi conto che essere al mondo, come si dice, è una meraviglia?


    Un granellino dell’universo – certo il dio è temibile. Come fa a gestire tutta questa baraonda? – dicevo, un granellino che si sveglia un po’ e capisce di essere in questa giostra della vita!


    Io, a questo pensiero, parto per la tangente. Te lo giuro, sono fuori di testa.

    Mi sono resa conto – io credo che le cose stiano in questo modo – che  le nostre congetture – dico di noi umani, con tanto di storia e accumulo di cultura – beh, sono una piccola cosa, un affarino piccolo così. Eppure su cos’altro potremo basarci per fare i nostri passi?

    Allora, io dico, giochiamoci i nostri sogni.

    Ma dai! Non mi verrai a raccontare che fare il burocrate di tutte quelle scartoffie ti riempie l’animo.

    Giovanni! Hai appena passato i trentacinque.
 Ma è una pagliuzza nel tempo.
 Ma i tuoi sogni… no, quelli no. Quelli non li puoi lasciare naufragare nella deriva della corrente. Quelli ti dicono che tu sei oltre tutti i vincoli i legami i balzelli.

    Se vieni nel bosco, mangiamo carne alla brace, il vino è rosso, e guardando le fronde degli alberi, interroghiamo il destino.

    Nel mio bosco, entrando, c’è la Valle dei Sogni Dimenticati.
 L’ho inventata apposta perché, passandoci in mezzo, veniamo a confronto con tutto quello che aspetta dentro di noi e che, occupati come siamo, non abbiamo ancora voluto ascoltare.

    Vieni! Ci passiamo in mezzo. E lasciamo che la lingua dica: io volevo, io vorrei…
Tanto siamo un po’ ebbri. E disinibiti. Le cose escono fuori da sole.

    E poi si passa alla Tenda della Disperazione.
 Dove è lecito dire: ormai sono perso, sono fuori di me. Tutto è perduto e piango.

    Ma, subito dopo, c’è la Sala del Trono. Dove ci sentiamo liberati dalle angustie. Come se il pianto avesse fatto scivolare fuori tutto questo peso amaro che ci opprime.
E qui, divenuti leggeri per le lacrime, comprendiamo che il nostro trionfo ci attende ancora. Perché siamo ancora vivi.

    Pensa, Giovanni! 
Dopo tutto quello che hai passato, sei ancora vivo.

    Ho un machete per tagliare i rovi e i legami e il rampicante che si attorciglia alla caviglia.

    Dai, prendiamo tutta questa ramaglia, queste stoppie, e gettiamola nel fuoco. Un grande fuoco, da cui non esca che cenere, leggera e sottile, inconsistente – quasi.

    Guarda come sono inconsistenti le leggi del mercato, e anche le consuetudini sociali. 
Tu lo sai da sempre.
 È una strada percorribile. E anche piacevole, a volte. Ma non ti ci lascerai incastrare?


     

     


     

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  18. Prepararmi alla giornata stando al sole è per me un vero piacere. Un momento di connessione con quello che sono, che sento, con le paure e con i sogni. È un momento per ricostruire la fiducia, la speranza. Per diventare più consapevole della bellezza e del dramma.

     

     

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  19. Mi sembra proprio che siamo continuamente lì ad architettare qualcosa che manifesti il senso delle nostre giornate.
Delle volte viene facile. Gli eventi scorrono nella dolce pendenza e il fiume si allarga aprendo orizzonti dolcissimi.


    Altre volte è come attraversare un roveto. Graffi da tutte le parti.


    Altre volte ancora è come tramare una fuga, rinchiusi in una prigione.

     

     

     

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  20. a il tempo dedicato alle persone. E cercavo di leggere nel volto, nei gesti, nei racconti, un’altra geografia, quella che raccoglie il segreto esistenziale di ognuno, la presenza della fiammella interiore, il peso del dolore, il vento dell’entusiasmo, gli effetti della passione e dell’amore.

     

     

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  21. E ci trovavamo ogni tanto nel bosco.


    Diego disse: è un mondo vecchio! Disse: guardate! C’è l’orario di lavoro che divora le nostre giornate. Non ci sottrae solo il prodotto del nostro lavoro. Ma ci depriva del nostro stesso progetto di vita. Noi coviamo il nostro progetto di vita sotto la cenere. Riusciamo a mala pena ad accenderlo la sera, come un fuoco. Perché non abbiamo tempo. E, dopo la giornata di lavoro, non abbiamo più neanche le forze.
 I più lo hanno lasciato svaporare. Il loro tempo è tutto occupato. C’è il loro lavoro, il loro stipendio, ma non ci sono più loro.

    Io ascoltavo. Sentivo indignazione. Ma non riuscivao a capire quale rivolta, quale rivoluzione, ci avrebbe portato a recuperare il nostro tempo, il nostro progetto di vita. Diego era stanco. Stanco di fare rivoluzioni – cioè di partecipare a rivoluzioni disegnate da altri. Alla fine – diceva – è sempre la stessa cosa.

    Una giorno, invece, venne Amina. Era una magrebina, immigrata. 
Era la fidanzata di qualcuno.
 Fummo stupiti.

    Ci disse della sua esperienza da immigrata. Era anche colta. Aveva studiato. Era emigrata.
 Sì, ci disse che non era venuta semplicemente per trovare lavoro o condizioni migliori di vita. Ci disse dell’impulso a partire, ad andare immigrati. Disse che anche noi dovremmo saperlo, perché siamo stati un popolo di immigrati, nel passato. 
Ci disse di questo impulso a cercare un nuovo mondo, a dargli vita. Ci disse che succede quando dove stai manca cibo, per il corpo o per l’anima.
 Ci disse che uomini e donne audaci, in queste circostanze, lasciano dove stanno, si slegano, tagliano i legami, e partono. Per aprire la geografia umana con nuovi spazi.
 Disse che, a quel punto, non interessa più uno stile di vita. Disse che importa l’avventura, il viaggio, la ricerca.
 Ci parlò di questa esperienza del viandante. Che è interiore ed esteriore.

    Io capii che Amina era nella nostra società, nel nostro mondo, andava al supermercato, aveva l’orario di lavoro, ma non era come noi. Non viveva tutto questo come lo vivevamo noi. Lei era immigrata. Era alla ricerca di un nuovo mondo. Lei era uscita da, aveva tagliato con, ed era in cerca di.

    Fu quel discorso che mi ricondusse a quello che ero. In un viaggio di migrazione. Alla ricerca di un nuovo mondo. Non ero una gallina d’allevamento. Avevo ritrovato la mia dimensione nomade, selvatica, libera. E stavo movendomi ogni giorno verso il nuovo mondo.

     

     

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    1. diegodelavega0
    2. vincent29264

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      Ho sempre ceduto che la libertà è qualcosa che si coltiva dentro di noi, nella nostra anima, nei nostri pensieri. Viviamo in una società in cui tutto è a portata di mano, nulla più ci manca, o almeno è quello che cediamo, finendo per assopirci a tal punto da perdere quello spirito di avventura che da piccoli tanto ci animava giorno per giorno.

      Ed è proprio nel perdere quella libertà di bambini vogliosi di avventura che finisce per spegnerci, noi persone civili di cui nulla più abbisogniamo, nemmeno di quel nettare che alimenta la nostra fantasia a farci vedere oltre quegli orizzonti ormai perduti.

  22. E a sera lasciava che le vicende del giorno si rimescolassero nella testa, semmai riuscisse, prima di andare a letto, a mettere un po’ d'ordine.
     

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  23. Bianca ha l’espressione di chi ha considerato con spregiudicatezza radicale la situazione e si è decisa in maniera assolutamente determinata. 

    Bianca ha appena vissuto uno di quei momenti decisivi dell’esistenza da cui dipende il senso della propria storia.

     

     

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  24. Nella vecchia casa di famiglia, nel centro del paese, il ragazzo batteva direttamente alla tastiera del computer la tesina che doveva presentare il giorno dopo.
    Stava mettendo a fuoco un concetto che l’aveva letteralmente rapito e trasportato nel mondo della filosofia.
    Si trattava dell’anti-fragilità, un concetto che superava quello di resilienza. In sostanza era la qualità di diventare migliore dopo eventi stressanti. Non semplicemente essere flessibile e riadattarsi tale e quale al mutamento. No, piuttosto evolvere, crescere, espandersi…
    Il ragazzo si rendeva conto che questo concetto corrispondeva esattamente alla sua esperienza personale. Era diventato più forte e più creativo dopo ogni evento perturbante che l’aveva colpito di sorpresa…

     

     

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  25. Guardiamolo insieme, amico mio.

    Guardiamolo insieme e guardiamoci in faccia.
    Hai bisogno di inebriarti di vinsanto per capire che è ora di lasciare alle spalle tutto questo?


    Vuoi che la storia si ripeta ancora e ancora e ancora? Fino a quando? 

    Quando fonderai una nuova religione – e certamente questo avverrà, perché il mondo globale è un mondo di incontri o di scontri – so già che tu la saprai far vedere come la religione verso cui guardavano le grandi tradizioni della terra: quelle monoteiste e anche quelle politeiste, come pure quelle puramente filosofiche. 

    La saprai presentare come ciò verso cui stiamo tendendo da millenni, attraverso tanti conflitti ma anche tante intuizioni. La ricerca di un rapporto onesto, vero, con la vita.
    E alla luce del tuo sorriso sarà chiaro che nessuna interpretazione dei rispettivi libri sacri può autorizzare il sopruso, la violenza, lo sfruttamento, la segregazione, il dominio di qualcuno su chicchessia …

    Dio non è mai – e non è mai stato – con noi quando lo abbiamo invocato per legittimare la nostra bestialità.

    E scuoteremo la testa a pensare che ci siamo litigati e ammazzati reciprocamente facendo appello agli stessi testi sacri. In tutte la grandi tradizioni… 

    E sarà, semplicemente, un’altra epoca.

    Ammetteremo che andiamo a tentoni e che i nostri slanci idealistici sono momentanei, mentre la fame, la sete, l’invidia, l’ingordigia, la prepotenza, sono longevi…

    Andiamo a tentoni, certo, ma come immettendo input temporanei in una stessa direzione – per vincere l’entropia. Ed è così che facciamo conquiste di civiltà, di cultura, si compassione, di creatività.

    E la tua nuova religione la smetterà di chiedere che la sua verità venga dimostrata contro altre verità. I figli delle diverse tradizioni s’incontreranno per aprire un luogo in cui ogni religione presenterà i suoi doni, perché si celebri un gran banchetto dove tutti possano nutrirsi delle ricette che ogni tradizione ha elaborato.

    E nascerà da qui la Nouvelle Cuisine!


    E da qui il tuo Verbo s’irradierà sul mondo globale. Perché sarà chiaro che l’incontro è meglio dello scontro.

    Hai bisogno di vinsanto per capirlo?

     

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