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Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. Certamente non lo so 


    che significa davvero 


    la parola che il pensiero 

    
dice con “felicità”. 


    Se qualcuno mi domanda, 


    con quell’aria un po’ sfacciata 


    quando vuol che si risponda, 


    cosa sia "vita beata", 


    quello che mi viene in bocca 


    senza alcuna esitazione 


    è una "vita colorata", 


    con colori a profusione.

     

     

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  2. Sindrome della tegola mancante

    Pensa al tetto della casa che vedi dalla finestra. È tutto ricoperto da splendide tegole di coccio, ben incastrate e allineate. Lo vedi? Ma, se c’è una tegola mancante, o rotta, il tuo occhio vedrà solo quel buco, e ignorerà tutto il resto.

    Finché il tuo sguardo resta incantato a fissare quel buco non vedi la grande abbondanza che ti nutre e sostiene. Non vedi la meravigliosa dovizia di doni con cui la vita ti colma di essere. E scavi nel buco di quel che ti manca. Raggiungendo spesso il fondo del pozzo. E allora, sei pronta ad accettare la schiavitù, una falsa vita, a vivere una storia che non è la tua, quella che la tua anima sogna.
    Quando, per conquista, ritornerete a vedere le mille tegole di cotto che ricoprono il tetto, quando sentirete la gratitudine per tutta l’abbondanza che si riversa su di voi, allora comincerete di nuovo a fiorire..


     

     

     
     
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  3. Ester amava i cappelli. Ne aveva uno rosso, a forma di foglie sovrapposte. Lo metteva la sera. Le piaceva andare nelle luci della città, quando la luna era grossa. Malgrado fosse bionda, aveva una voce scura. Cantava nel locale. Quasi tutte le sere. Tranne il lunedì. Suonava il piano con energia e i testi delle canzoni erano suoi.
 Era bella, attraente, sexy. Ma non ti fare strani pensieri. Il suo cuore era abitato da passioni più potenti del sesso. Non aveva nessun uomo, pur attraendone tanti. Chi poteva starle vicino, a lungo – a questo vulcano?

    Quanto vorrei un caffè! – mi disse. E fece segno al cameriere. Ordinammo due caffè doppi in tazza grande. Io volli anche una grappa.

    Ho perso mia madre a 19 anni. E mio padre due anni dopo. Dall’età di 22 anni sono sola a lottare per la vita… Siamo sempre dei negri, siamo sempre degli schiavi. La lotta per i diritti civili non dovrebbe mai cessare. Ci sono sempre nuovi traguardi da raggiungere. Le maglie della vita civile sono sempre troppo strette. La gente ha le prigioni nella propria testa.

    Avevo sentito la sua canzone, nel locale inebetito dal fumo e l’avevo invitata al tavolo, dopo. Il ritmo era penetrante e il testo mi aveva sorpreso. Non ne sapevo niente. Niente di niente.
I

    l testo diceva che Dio ha messo un seme dentro ognuno di noi, come se fecondasse la Terra. Diceva che Dio ama la Terra come la sua Donna. E che le ha messo un seme dentro l’utero. Diceva che Dio ha disseminato nel suo grembo in abbondanza, pazzo per i fianchi della Terra. E che ogni seme è qualcosa di unico, come vuole l’amore. E che tu sei un pezzo di terra con un seme di Dio. 

    
Diceva cose di questo genere, con quella voce scura, da scuoterti nelle viscere. E il ritornello martellava: È il tuo destino, negro! Fai crescere quel seme. È un dono per te, negro, è un dono per la vita.

    Non sono contro nessuno. Non voglio lottare contro niente – diceva.
 Ho lasciato spegnere rancore e vendetta. Mi sono innamorata della mia libertà. Canto, compongo canzoni e canto. Mi guadagno da vivere in questo modo. Non voglio padroni, non voglio servire. Il mio sogno è un mondo in cui ogni uomo e ogni donna possano far crescere quel seme.

    Questa è la mia vita. Questo è tutto. Proprio tutto. E questo è il mio dono.


    Io amo la gente, e amo il mondo. Ma lo voglio amare a modo mio.
 Bevo e fumo, ma ho il cervello attaccato. Non credere.

    Aveva il cappello rosso in testa. E c’era la luna piena, o quasi.

     

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  4. Ho scoperto – nella mia piccola storia personale – che molte delle nostre angustie saltano fuori dalla mania di paragonarsi. Non sono come quello, o quell’altra… 

    Ma non potremmo lasciar perdere questa necessità di stabilire confronti e paragoni e decidere di apprezzare quello che siamo e che abbiamo in se stesso, per il semplice fatto che ci nutre e ci fa stare al mondo?

     

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  5. Il cielo crea un'atmosfera eccezionale.

    É lo scenario e la colonna sonora della giornata.

    La vita viene incontro come tempo e spazio che invitano a guardare, conoscere, operare… fin dal risveglio.

    La scenografia del film viene scritta e disegnata con fiducia, slancio, passione. 

    Il potere immenso dell’immaginazione! Che vuole una vita da sogno. 

    I passi saranno più leggeri se il cuore sa volare.

     

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  6. Non scrivo per forza. Scrivo solo quello che emerge dal cuore e chiede di essere condiviso. È facile riconoscerlo. Io sono presente. E ho gioia da questo sentire la vita, nel mio respiro, nel desiderio che affiora, nel canto degli uccelli, nel fragore del torrente, nella brezza tiepida che entra dalla finestra aperta, dal sogno che avvolge ogni cosa, dalla fiducia che fiorisce da sé in questa meravigliosa isola di pace.

     

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  7. Dove i miei piedi 


    e le gambe 


    sognano andare, 


    là già ci sono 


    con la mente.


    È tutto qui 


    nel fuoco del pensiero,

    
il mio sentiero.

     

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  8. I colori, l’energia, la salute, i sogni, le gambe, la danza, la musica, l’apertura, l’aperto, il cielo, l’aria fresca, camminare. Il lato gioia dell’esistenza.

    Per nutrirsi, rafforzarsi, rigenerarsi e affrontare le sfide, i compiti, seguire i desideri, inventarsi il proprio itinerario.
     
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    1. ok1803

      ok1803

      bellissima foto :) 

  9. Nessuno e niente ci porterà lontano se il nostro entusiasmo non ci spinge a darci da fare per cambiare davvero. E questo è un processo che deve originarsi da dentro. Uno ne deve essere consapevole. 

    Non può dire: mi capita. 

    Deve dire: lo voglio.

     

     

     

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  10. Mi sveglio, è giornata di sole su questa parte di mondo.

    La primavera mi mette voglia di fare. E cerco, come ogni mattina, il sorriso dell’operosità.

    Vedo i problemi e le domande che hanno fatto di recente capolino. Rifiuto l’opzione: fermate il treno che devo risolvere! Scelgo quell’altra: strada facendo! I problemi si affrontano continuando a camminare. Le cose da chiarire, da dargli senso, affiorano in progress – come si dice.

    Devo solo tenere il ritmo giusto, il mio. Un giusto ritmo di marcia è "il mio". Quello in cui non mi smarrisco, non mi perdo. A volte è un po’ come quando si è in coda sulla tangenziale, ma ci si muove. Fin ché la strada si libera…

    Per me importante è dare un senso, inventare un senso, ripulire il senso, rinnovare la sua vitalità. E poi guardare nel mondo con un approccio creativo. Sfuggire alla proposta di demonizzarlo. Trovare la bellezza che racchiude e che lo raccoglie. Intravedere le strade possibili, le opportunità illuminate dalla bellezza. Sondare fin dove l’impossibile evapora di fronte al sorriso dell’operosità.

    La primavera... con questa voglia di fare.

     

     

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    1. vincent29264

      vincent29264

      Si, è primavera, la natura si risveglia, tutto assume una nuova vitalità, un nuovo aspetto, nuovi profumi e colori, tutto sembrerebbe diverso ma è solo il risveglio di quel lungo letargo dell'inverno, di quel sonno ristoratore cui la natura si riposa, riprende quelle forze che la lunga estate gli ha prosciugato. Non può essere altrimenti, essendo la stagione, in cui quell'ungo amoreggiare, dà i quei dolci frutti di vita.

      È primavera, la natura si risveglia, per dire a tutte le genti che la vita è eterna, come l'amore che la sostiene e ne dà vita continua.

      buona serata a te e felice primavera

  11. L’arte di generare ora le mie energie e la mia fiducia è un atto creativo decisivo. Perché si tratta di rompere la linea di continuità del tempo – il prodotto entropico del passato – e di irrompere trasversalmente con un nuovo inizio.
    Era il mito dell’Araba Fenice, che risorgeva dalle proprie ceneri.
    Oggi sappiamo che è possibile.
    È il modo giusto di essere nel presente.
    Il presente non è quello che capita. Ma ciò che ne facciamo.
    La creatività non è questo?

     

     

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  12. Vorrei vivere così per tutto il giorno 

    come i sogni che si fanno a primavera, 

    vorrei stendermi nei prati a mezzogiorno 

    per attendere che giunga la sera…

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  13. Oscar Wilde, La storia di Narciso

    Quando Narciso morì, accorsero le Oreadi – le ninfe del bosco – e videro il lago trasformato da una pozza di acqua dolce in una brocca di lacrime salate.
    "Perchè piangi?" domandarono le Oreadi.
     
    "Piango per Narciso" disse il lago.
     
    "Non ci stupisce che tu pianga per Narciso" soggiunsero. "Infatti, mentre noi tutte lo abbiamo sempre rincorso per il bosco,tu eri l’unico ad avere la possibilità di contemplare da vicino la sua bellezza"
     
    "Ma Narciso era bello?" domandò il lago.
     
    "Chi altri meglio di te potrebbe saperlo?" risposero, sorprese, le Oreadi. "In fin dei conti, era sulle tue sponde che Narciso si sporgeva tutti i giorni."
     
    Il lago rimase per un po’ in silenzio. Infine disse:"Io piango per Narciso, ma non mi ero mai accorto che fosse bello. Piango per Narciso perchè, tutte le volte che lui si sdraiava sulle mie sponde, io potevo vedere riflessa nel fondo dei suoi occhi la mia bellezza."
     
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    1. vincent29264

      vincent29264

      Si, in effetti la vanità rende alquanto infantili, egocentrici, superficiali, nel guardare gli altri, osserviamo solo le apparenze non pensando minimamente che possa esserci molto di più di quello che appare ai nostri occhi. Questo ci rende infantili nel nostro modo di agire, nel nostro modo di vedere la vita, alla fine vediamo solo noi stessi, i nostro bisogni, le nostre sofferenze.

  14. I'm looking for...


    something unexpected


    oh

     

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    1. vitto071

      vitto071

      bellissima come sempre :) 

  15. La natura è ritornata ad essere mentore e maestra. Non solo materia da sfruttare o risorsa energetica. L’attenzione più accurata alle soluzioni che lanatura ha elaborato per risolvere i problemi e le sfide sta diventando indicazione intelligente per affrontare i nostri problemi e le nostre sfide. Nascono strategie della biomimesi. In natura non esistono disoccupati e neppure rifiuti. Tutti svolgono un ruolo utile e gli scarti degli uni diventano materia prima per altri.

     

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  16. E viene l'ora di riposare, sognando i prati di domani.

     

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  17. Hai la sensazione che c’è qualcosa che non quadra, nell’insieme, dico. Qualcosa che manca, che non lascia riposare il tutto, che ti tiene inquieto. Qualcosa che, a pensarci troppo, impazzisci.


    E poi, a pensarci meglio, intuisci – ma lo intuisci appena – che è proprio questo a rendere intrigante e interessante l’esistenza.


    E allora diventa un richiamo irresistibile buttarsi in una sorta di scommessa sul senso del tutto.

    
E è meglio volere l’impossibile che sedersi nel ricovero dello stato delle cose.

     

     

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  18. Trova il tuo ritmo. Né lento, né frettoloso. E colloca tra una cosa e l’altra il silenzio, la distensione.
Rivendica dai tuoi padroni il tempo della pausa, il ritmo della tua musica, gli spazi tra le note.
Se ci riuscirai, ogni evento sarà Dio stesso, e nulla sarà più amabile, nutriente, perfetto, di quello che ti sta accadendo. Il tuo orto da coltivare, l’orto dove stanno nascendo i tuoi sogni.


     

     

     

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  19. Io mi sono detta: il desiderio è come il movimento delle piante verso il fiore, e verso il frutto.  Il desiderio sa di te più di quanto le scienze del corpo e dell’anima sanno. Io mi sono detta: è folle, è un’altra logica, ma prendi sul serio il desiderio. Il desiderio che ti abita. Il desiderio che sa chi sei e che cosa vuoi essere. E credi. Pazzamente, follemente, credi che il tuo desiderio è parte di te e di quel viaggio che tu sei. Il desiderio è la rotta tracciata nel tuo essere. Il desiderio non si misura sulle cose che sono lì, attorno a te. Il desiderio dice qual è il mondo in cui tu puoi essere vero fino in fondo. Prendilo sul serio. Non lasciare che il tuo desiderio sia condannato all’ombra delle case della città che t’incombe addosso. Il tuo desiderio è il leader della tua vita. Seguilo. E credi.

     

     


     

     

     

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    1. vincent29264

      vincent29264

      Desiderio. La domanda che mi pongo è: cos'è il desiderio in sé? non so che rispondere a proposito ma mi sovviene un ricordo di un film visto tempo addietro, molto tempo addietro, "il silenzio degli innocenti", in cui il famigerato cannibale spiegava all'agente del FBI, come noi umani desideriamo, spiegandogli che il desiderio nasce dal di fuori di noi e non dentro di noi, ovvero osservando quell'oggetto che in noi stimola curiosità e soprattutto quella bramosia di possederlo, avvolte non avendo nemmeno le idee chiare su il perché ne desideriamo il possesso.

  20. So cos’è la primavera dell’anima.
    E sento la mia musica che cerca la sua strada.
    Ci credo, e basta.
    Ho fatto del mio corpo un’antenna sensibilissima, che avverte i richiami del bello, del buono, del vero.
    E ho fatto delle lacrime il carburante della mia astronave.
     

     

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    1. martymartina1

      martymartina1

      "La primavera e' la conferma che le cose andranno bene e tornera' la luce persino nelle notti piu buie".

      Migliori frasi sulla primavera: gli aforismi più belli sulla stagione

  21. Dove corri? Dove vai?

    Fermati un po’. Pensaci.
  

    Quante vite hai? Questa la puoi buttare?
  

    Ma che stai facendo? E per cosa?


    Devi guadagnare da vivere? Devi pagare le bollette? Vuoi comprarti quel televisore nuovo, e poi la macchina, tra quanto la cambi? Naturalmente, il cellulare…


     

    Una nuova giornata?


    Ma è la stessa identica giornata, ripetuta mille volte!

    Ti rigiri nella stessa giornata da quanti giorni? Contali. Trecentosessantacinque per quanto? 

    Dieci? Sono tremilaseicentocinquanta giorni.


    Quanti anni – se ti va bene – rimarrai in questa azienda? 30? 40? Sono quattordicimilaseicento giorni. Quattordicimilaseicento ripetizioni della stessa giornata. 

    Credi che la vita sia ripetere quattordicimilaseicento volte la stessa giornata?
     

     

    Lei si chiamava Cathérine. Era francese.

    Coltivava piante selvatiche. Le lasciava crescere
.

    Ne studiava con cura le qualità per la cucina, la terapia, il sollievo.

    Studiava i metodi più efficaci di tirarne fuori aromi, profumi, sostanze. Per catturarne le doti, per confezionare prodotti.

    Aveva un negozietto. Un’erboristeria. Clienti affezionati.

    
Coltivava piante selvatiche e le lasciava crescere. Si assicurava che potessero crescere al meglio e dare i loro doni.

     

     

    Ora pensava a Cathérine, a quanto si fosse innamorato di lei. Quand’era successo? A quel tempo era ancora studente. Non lavorava ancora in azienda. Chi ha tempo d’innamorarsi davvero, in azienda? Qui al massimo si fanno battute sulle donne. E i più audaci le fottono negli spogliatoi o nei gabinetti. Tutto in fretta…

    Cathérine! Quand’era che venivo a guardare il modo in cui coltivavi le tue piante? Mi facevi innamorare, ma volevo diventare consigliere delegato, esperto project manager, fare carriera. Il mio master alla Bocconi, Cazzo, Cathérine, ero tra i primi, quell’anno, alla Bocconi.

    Mi sono perso qualcosa, strada facendo, Cathérine.
Lo sento. Ma corro sempre. Mi rado, faccio la cacca, prendo il cellulare – lo yogurt, quello non lo dimentico – e poi, via, in auto, nella fascia oraria più impossibile del giorno…

     

     

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  22. Il nemico è il rancore per la vita. È vero che voi sognate tanto e vi aspettate tanto e che trovate sul piatto che la vita vi offre un pasto insufficiente. Ma se, a partire da qui, voi alimentate il rancore, vi siete fottuti con le vostre mani.

    
Il sogno crede che il desiderio di ciò che manca è affidato alla vostra iniziativa – fiduciosa nell’alleanza segreta della vita stessa.

     

     

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  23. La vita diventa più interessante quando insegui sogni incredibili

     

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  24. E stavo lì, seduto in quel boschetto 


    a rimirare il mondo spalancato, 

    
io t’aspettavo ed ero circospetto, 


    per quello che temevo e aveo sognato. 

    Tu non tardasti più del sole o il vento 

    
e furon forti le tue tinte ardenti, 


    e mi lasciasti sol col cuor contento

    quando del giorno i lumi furon spenti.

     

     

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  25. Amo la parola che dà alla luce.

    C’è una parola che uccide le cose


    E una che le spalma di grigio nella tomba


    di ordinati cimiteri.

    Amo la parola che rivela 
la bellezza di ciò che sa essere

    
La parola che s’incanta d’avventura


    Che sgorga rossa a fiotti


    Dal sangue caldo della carne


    Che dipinge altezze immacolate

    
al sentire intrepido del cuore

    La parola che risuona in bocca


    come nel primo giorno del mondo


    ancora calda del fiato di Dio

    E ho un rifugio invernale 

    dove invocarla nelle prime ore del mattino.

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    1. svampy0

      svampy0

      condivido  le tue saggie parole continua ad esprimerti con quelle belle frasi 

    2. raffaello115

      raffaello115

      complimenti, Odessa!