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Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. Tutte le barche erano partite. 
La mia anima restava, sola, sulla banchina, in attesa della guarigione.
    
Io ero una preghiera, e basta.
    Negli occhi un luccichio di vele.

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  2. Mi piacerebbe essere felice per tutta la vita ma, come ogni cosa, la felicità esiste in quando esiste l'infelicità e viceversa. E spesso la seconda prevale sulla prima, come il disordine prevale naturalmente sull'ordine.
     
    Hai mai pensato a fare tutto ciò che ti rende felice? Ogni azione volta solo ed esclusivamente alla tua felicità. Pensa un po'.
     
    Il fatto è che ogni azione implica sempre delle conseguenze, muove le cose e le persone intorno a noi e il più delle volte non riusciamo a valutarle con obiettività. Le conseguenze poi lasciano sempre degli strascichi, spesso irreversibili o almeno reversibili nella loro materialità ma inevitabilmente inamovibili da dentro di noi che fanno da contrappeso negativo ad ogni potenziale felicità. 

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    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      non è proprio come la filosofia orientale del Tao, ma il tuo pensiero ha qualcosa in comune con la teoria dello Yin e dello Yang :)

  3. C’è qualcosa che dovremmo sapere a proposito dello struggimento d’amore. Quando ci manca calore e sentiamo il bisogno di un abbraccio impossibile. Quando siamo come un albero d’inverno. 
Che questa pena in realtà c’induce a superare i nostri limiti e a realizzare cose che altrimenti non riusciremmo a realizzare. 
    E che, alla fine, saremo grati di averla provata.
     

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    1. nuncepenza6

      nuncepenza6

      bellissimo istante immortalato! imamgino il freddo ahah

    2. fashionista0

      fashionista0

      che bello. Che lago è? 

    3. odessa1920

      odessa1920

      è un fiume...

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  4. Davanti a me  il canale, che scorre indifferente a testa bassa verso mete più lontane, non si esime dar rispecchiare l’universo, pago di fare quel che è costretto a fare. 

    Io sogno e invento e volo con l’immaginazione, oltre il canale, oltre le colline. 

    E la notte mi è cara per l’energia che mi regala, anche stamani, per spingermi lontano, all’avventura.

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    1. nuncepenza6

      nuncepenza6

      sempre in bilico!

    2. beautifullmind0

      beautifullmind0

      bellissima foto!!

  5. Vedevo mia madre guardare la televisione. S’immergeva in una di quelle storie romantiche che a lei piacevano tanto. La vedevo,  risucchiata dal film, provare sentimenti, passioni, dolore e gioia. Alla fine del film chiudeva la televisione e ritornava nella sua vita quotidiana, nella sua realtà, di cui non era affatto felice, e che io immaginavo grigia.
 Ero un ragazzina stupida. Non conoscevo mia madre, lo spessore delle sue decisioni, della sua pazienza, della sua sopportazione sacrificale. 
Vedevo questa scena della televisione e pensavo che non fosse giusto.
 Che non fosse giusto vivere intensamente nell’evasione di un film, per ritornare, a trasmissione terminata, nella prosa della quotidianità. Pensavo che si trattasse di una rinuncia.
 Dicevo a me stessa: io non voglio VEDERE storie. Voglio AVERE una storia.
 Ero stupida. Non vedevo che mia madre AVEVA la sua storia, drammatica e coraggiosa. E non vedevo che io ero una delle ragioni di quella storia.
 Ma quel non voler VEDERE le storie della televisione o del cinema ma AVERE la mia storia, costruire la mia storia, questo mi è rimasto dentro per sempre e ha avuto un peso preponderante nelle zigzaganti vicende della mia esistenza.

    E ho sempre amato le persone che prendono in mano la propria vita e si costruiscono una storia seguendo ciò che amano.

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    1. daliahnera

      daliahnera

      bellissima questa prospettiva! chi ti ha scattato la foto?

    2. altomororicco

      altomororicco

      sempre tutto bellissimo: le parole, le foto, tu :) 

    3. odessa1920

      odessa1920

      La maggior parte delle mie foto le scatto da me!

  6. Vorrei pensare da innamorata, semmai si possa dire che gli innamorati pensino. Gli innamorati saltano e danzano. Fanno scarabocchi sui muri e scolpiscono il legno a colpi d’intuizione. 
    Improvvisano sullo strumento musicale e abbracciano le vecchie signore che incontrano lungo i viali. 
    Raccolgono fiori e scavano tunnel nella sabbia con i bambini al parco giochi. 
    Le mie argomentazioni saranno in versi e mi divertirò a rincorrere i fagiani con le rime.
     

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    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      beh innamorarsi da queste parti è molto facile, ahinoi 

    2. fashionista0

      fashionista0

      ma è per caso venezia?

    3. odessa1920
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  7. Ultime riflessioni sulla coppia
     
    La vita non è costituita dalla coppia. La coppia non è il perno della vita, il fulcro di tutto. La vita in fondo la viviamo da soli, la coppia è un complemento. Quindi la coppia fallita secondo me non esiste. Esistono desideri falliti, vite singole fallite.
    Non per questo bisogna scoraggiarsi e non credere nella coppia, forse anche una parte di me ci crede ancora. Altrimenti tutto sarebbe perduto. Ma più che nella coppia bisogna credere nella vita oltre la coppia (che comprende pure la vita di coppia), che è molto più complessa della coppia in senso stretto.
    La vita è necessariamente incasinata, un equilibrio giornaliero tra emozioni, sensazioni, voglia di cambiare, evolversi, fuggire, rimanere. La vita sta nella lotta, in questa eterna lotta che facciamo. Avere amanti, altre storie, tornare ad amare, essere fedeli, infedeli, abbandonarsi fa parte di tutto ciò, della vita, intendo, e una coppia non credo che possa contenere tutto.
    È difficile capire se una coppia è felice, è difficile da rivelare, pochi lo ammettono fino all’ultimo. Sembra un fallimento, una cosa deprecabile ma in verità fa parte della vita, un po’ come il dolore, è una cosa estremamente naturale.
    O come la sessualità. Essere etero non credo sia più normale di essere gay, non esiste una normalità, la natura ha infinite espressioni della normalità, tutto ciò che la natura crea è normale. E poi tra etero e gay ci sono una infinità di sfumature e gradi di desiderio. Lo stesso, credo, vale per una coppia: non esiste una coppia ideale o l’archetipo di una coppia felice, o anche se esistesse sarebbe soggetta al tempo e ai cambiamenti che esso implica.
    Facile teorizzare, in fondo la coppia anche per me è sempre stato un obiettivo. Quindi perché fino ad adesso l’ho criticata? Sì, anche io cado nel paradosso, non credo ci sia scampo. Con l’età e il cinismo che uno si porta dietro mi vengono da pensare due alternative: o uno sta da solo, prendendo sempre il meglio e la parte più intensa di un rapporto umano, oppure si adegua e si “accontenta” di una storia serena, senza più punte di felicità estrema. Entrambi i casi non credo siano un fallimento.
    Credo che la vita sia così, paradossale e ambigua. E poi nessuno dei casi è eterno, nella vita si possono alternare, invertire, variare, frazionare.
     
    Ieri sera ho visto un film, “La volpe e la bambina”. Una favola, certo, ma con un senso profondo, secondo me. Racconta la storia di amicizia tra una volpe ed una bambina. Con il tempo la bambina, dopo una prima naturale diffidenza della volpe, riesce a metterle il guinzaglio, la porta in camera sua come fosse un peluche e lei, la volpe, quando prende coscienza di ciò, di quello spazio ristretto, del venir meno della sua natura selvatica, viene presa dal panico, impazzisce, distrugge tutto, si butta dalla finestra e quasi muore. È stato il desiderio di possesso della bambina che l’ha quasi ammazzata, l’addomesticamento.
    Addomesticare: quando ci piace e quanto ci fa male allo stesso tempo. Non so se esista una terza via ma quella dell’addomesticare sarà giusta per la società, in fondo siamo dei consumatori (anche di amore), per la perpetuazione della razza umana, per le nostre paure, altro non so... ma non per il profondo della nostra anima che ha bisogno di altro (e di questo sono convinta).
     

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    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      il piccolo principe insegna del resto...

  8.  

    Les petits lacs de l'amour joyeux

    Oggi il bisogno di "diventare se stessi" appare sempre più rilevante.
 A volte un passaggio importante di questo processo consiste nello "smettere di essere se stessi" per trovare parti di sé ancora sconosciute.
 A volte sono proprio abbandoni e dolori strazianti a costituire le premesse di una svolta. Così appare a posteriori.
 
    Guardando avanti è sempre la speranza in una felicità più grande, quella che ci mette in moto.

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  9.  

    Liberare la malinconia dal destino di tristezza sterile a cui la si condanna. Liberarla e farne una fonte d’ispirazione. La più bella musica jazz cosa sarebbe senza malinconia? La malinconia va suonata, cantata forse, espressa in una maniera straordinaria. 

    E diventa ricchezza della vita, allargamento del cuore, abbandono grandioso al mistero dell’esistenza.

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  10.  
    Viaggiando per castelli 
    mi son perso nella storia, 
    son maestosi, sono belli, 
    di altri tempi son memoria. 
     
    Se tu fossi Lancillotto 
    di Ginevra innamorato, 
    di vedervi sarei ghiotto 
    abbracciati in mezzo a un prato. 
     
    Sarei forse il trovatore, 
    il cantor di vostra storia, 
    perché mai fin che si muore 
    se ne perda la memoria.

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    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      wow fantastico!

    2. nuncepenza6

      nuncepenza6

      il rosso ti dona !! bellissima

    3. odessa1920
  11. Si avviava di buonora per le strade del mondo sognando la luna.
Il passo leggero e le agili mani ad esplorare le meraviglie del fare.
     
     
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  12.  
    Guardo l’orizzonte e mi rendo conto della limitatezza di quel che so, di quel che faccio, di quel che sono. 
    Nello stesso tempo, l’orizzonte mi dà la consapevolezza del desiderio segreto di andare oltre, di allargare la mia conoscenza e la portata delle mie azioni.
    Il desiderio si precisa. 
    Essere più consapevole, conoscere oltre, guardare con occhi nuovi, trovare azioni che superino il piccolo orto dove mi trovo. 
    Esplorare il mondo, crescere ancora e trovare altri modi per contribuire.

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  13.  
    I ragazzi e le ragazze sono una cosa sola, stanotte.
    Si sbottonano le camice.
    Tirano giù le cerniere.
    Si tolgono le scarpe.
    Spengono la luce.
    Quelle oscillanti creature sono piene di bugie.
    Si mangiano l’un l’altra.
    Sono sazi.
    Di notte, da sola, io sposo il letto


    Anne Sexton, The Ballad of the lonely Masturbator

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  14. Adesso ne sparo una che non mi renderà certo popolare tra gli innamorati.

    
Prima però voglio dare il giusto tributo – sincero – all’innamoramento.

    Forse qualcuno potrà dire che il culmine della sua esperienza è stato il raggiungimento di un obiettivo economico. Lo so che non si tratta tanto dei soldi, quanto della sfida e dell’impegno. È l’eccitazione dell’avventura che riesce. Il tripudio di aver raggiunto un proprio obiettivo.
Ma la maggior parte delle persone che conosco – e io con loro – hanno provato il culmine dell’esperienza del vivere quando sono stati innamorati e ricambiati.


    A fronte di questa esperienza tutte le cose belle della vita sono acquerelli.

    Il sogno di un amore vero e grande abita i nostri cuori. 
Anche quando il realismo ci fa concludere che non è più l’epoca, la stagione, anche allora resta nel cuore come l’eco di un richiamo fortissimo, ideale.

    Se domando a molte persone – soprattutto donne – qual è il loro sogno, mi rispondono: l’amore. Un vero amore. Un grande amore.
Incontrare l’uomo o la donna della propria vita disegna un quadro che rappresenta per molti il massimo.

    Ed ecco la doccia fredda.


    Io sono arrivata alla conclusione che la propria Leggenda Personale non può essere definita come l’incontro con un partner d’amore. 
Non che questo sia poco. Anzi, è moltissimo.
 Ma la propria Leggenda Personale ci mette in contatto con una dimensione diversa. Una dimensione che travalica di molto anche la più bella storia d’amore che possiamo desiderare.

    La propria Leggenda Personale concerne il dono che abbiamo ricevuto e il dono che abbiamo da dare alla vita.
 Non è rinchiusa nei confini della dedizione che possiamo offrire alla persona unica che amiamo.
 È una dedizione che sfonda ogni confine.
 Che ti fa sentire figlio dell’universo e libero da ogni contratto, impegno, patto, e passione.

    Puoi abbandonare padre e madre, marito, moglie e figli per seguire la tua chiamata personale.
 E anche l’amore più appassionato può apparire una piccola isola nel tuo viaggio.

    Perciò io dico a me stessa e a te: ama, ama appassionatamente, ed esulta se sei ricambiato. Ma non lasciare che questo grande amore diventi oppio della tua coscienza.
 Nella tua Leggenda Personale c’è una grandezza che va oltre.
 E non ti sentirai appagato se la definisci soltanto come l’incontro del tuo grande amore.

    La tua Leggenda Personale ha finestre e porte spalancate.
 Non ti lascia stare tranquillo sulla sedia della tua cucina, come nel letto della tua passione.

     

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  15. S’appresta la città ai riti della sera.

    La gente se ne va, sospira, trama, spera.
    
La notte ha come il giorno le cose da scoprire.
    
Io fuori non ritorno: andrò presto a dormire.

    Sarà per me il mattino l’ora dell’esultanza.

    Prima che il sole sorga inizia la mia danza.
     

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      cosa stai sognando di bello?

  16. Ascoltando Debussy. Prélude à l'après midi d'un faune.

    E rileggendo Mallarmé

    Ces nymphes, je les veux perpétuer.
    
Si clair,

    Leur incarnat léger, qu’il voltige dans l’air

    Assoupi de sommeils touffus.

    Aimai-je un rêve?

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    1. daliahnera

      daliahnera

      dalla foto direi che hai una pelle pazzesca! come la curi?

    2. chiaraoscura4

      chiaraoscura4

      un fiore in mezzo ai fiori ;) bellissima!

    3. odessa1920
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  17. Dalla mia astronave

    Era come emergere dall’acqua stagnante.


    Come accedere alla luce del sole e alla freschezza dell’aria.


    Ci accorgevamo che la natura era viva e anche gli alberi ci parlavano.


    Vedevamo l’alba e il tramonto.


    Ci veniva desiderio di ascoltare la voce dell’universo.


    Scrutavamo le stelle.

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    1. lullabyblue0
    2. ciribi72

      ciribi72

      ecco il sole che spunta dopo la tempesta!

  18. Il Genius loci

    I luoghi sono importanti per pensare e per diventare. I luoghi ti plasmano. Il prato dove vai a leggere e a raccogliere pensieri e le idee che ti sono saltate addosso durante la passeggiata. Oppure il tuo studio, con le finestre aperte. Il tuo studio dopo che hai fatto le pulizie. Dopo che hai tolto la polvere dietro i libri: quei batuffoli sconci che si aggrumano forse per le forze elettrostatiche. Questo luogo che ha tanti colori, una pianta e un paio di quadri alle pareti. Con il verso dei colombi proprio lì sopra. Ma anche l’area ristoro dell’Ikea, prima dell’ora pasti. Su quei tavoli vicino alla vetrata che dà sul parcheggio. O perché no? A un tavolo in uno dei ristori del centro commerciale, mentre la gente ti passa a fianco. Questa enorme fiumana di consumatori allettati dalle vetrine, o richiamati dai colori dell’area frutta e verdura.  I luoghi contribuiscono fortemente a modellare i nostri pensieri, come ci sentiamo e le idee che ci vengono in relazione alla nostra storia personale. Al nostro futuro.

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    1. odessa1920

      odessa1920

      In questo periodo "Lessico famigliare"

    2. beautifullmind0

      beautifullmind0

      bello quel libro? me lo consigli?

    3. odessa1920

      odessa1920

      A me piace, come gli altri libri della Ginzburg

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  19. Incantatrice di pesci

    Mi piace la metafora del vestito a proposito del film mentale che costruiamo mentre cerchiamo di realizzare la nostra storia nel mondo. Perché all’immaginazione si possono applicare tutte le considerazioni che si applicano al vestito. 


    Il vestito è qualcosa che ci mettiamo addosso per ripararci dal freddo e per muoverci nei traffici umani. E sappiamo che ci sono vestiti che ci aiutano ad agire e a relazionarci, così come ci sono vestiti che non ci calzano bene, facendoci fare magre figure e soprattutto impedendoci di agire. Vestiti la cui immagine allo specchio CI ILLUDE di essere, e via discorrendo. E questo è un criterio ragionevole per valutare. 


    Ma c’è anche un'altra considerazione: noi non sappiamo quali sono i nostri limiti reali e, se siamo curiosi e intraprendenti, lasciamo che il desiderio ci spinga a tentare la sorte, costruendo per la nostra avventura uno scenario epico. E spesso questo ci aiuta a superare noi stessi. A smettere di essere quello che eravamo e a diventare più grandi. Non per gloriarcene, ma proprio per ESSERE più grandi.

     

     

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  20. Ispirare prima di…

    La meraviglia dell’arte sta tutta nel momento magico detto ispirazione

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  21. La figlia del profeta

     

    Allora, immaginiamo un quadro che raffiguri la figlia del Profeta. Fatima, si chiama così?


    Questo è il momento in cui la figlia del Profeta nasce alla consapevolezza della vita.


    Io vorrei sapere quello che le passa per la testa.

    
E immagino.
 Il deserto, i tramonti, la sabbia rosa, i carovanieri, le città, il lusso delle piccole corti…
 La vita è una specie di sogno. Una sorta di aperitivo. La vita apre alla vita.

    Tu sei folle, amico mio – si sta rivolgendo proprio a me!


    E sorride. Sorride pronunciando parole che escono dal cuore del deserto.


    Lei dice: Noi diciamo che è il Dio che ci ha fatto a sua immagine e somiglianza. Il che significa che siamo noi a fare Dio a nostra immagine e somiglianza.
 Il Dio ha fatto l’elefante, la giraffa e la formica. Non si è rinchiuso in un modello unico. Ha fatto tutto quello che voleva fare. Ha provato a inventare il mondo.
Ha inventato un mondo. 
E, dunque, anche tu puoi inventare un mondo. Non c’è niente che t’imprigioni in un modello. Puoi fare della tua vita il quadro che vuoi.
Ma, allora, non cercherai di dare un senso bello alle cose che vivi?
 Noi troviamo il senso della vita inventandolo. E che le nostre invenzioni siano almeno invenzioni piacevoli. 
Certo, devono mordere sulla cosa. Devono essere invenzioni che trovano quel che cercano. Una risposta dalla oscura oggettività dell’essere.
 Ma c’è modo diverso per scoprire l’abbondanza dell’essere che inventare senza economia?

    Tu sei libero di inventare – questo dice la figlia del Profeta.
Non ci sono errori nell’invenzione e nei tentativi. Ci sono solo mosse che esplorano, animate dalla fiducia.

    La fede – dice la figlia del Profeta – la fede è la scommessa che consente l’avventura dell’uomo.
La fede è fiducia che muovendo le mani e il cervello potrai trovare ciò che desideri. E vedere meglio i tuoi stessi desideri.


    È la fede che alleggerisce la fatica e spiana il cammino. La fede è il gesto coraggioso che rende l’orizzonte del possibile ampio quanto l’orizzonte del deserto.


     

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  22. La nuit, moi et le chat

    Avevi messo il cappellino, quella sera, chissà perché?
    Forse la luce della luna?
    Recitavi un copione che non avevo mai sentito.
    E sondavi il possibile con gesti inappropriati…
    Certo eri bella.
    E avevi occhi pungenti, che foravano la notte.
    Io non pensavo all’etichetta, ma all’amore.
    Non sapevo che fare e feci tutto…

     

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  23. Melanconia (dedicato a Claudio)

     

    Oramai ragionavo per metafore. E in maniera piuttosto sbrigativa. Per esempio, dicevo: “questa gente è vecchia”, anche se mi trovavo tra trentenni. Era presuntuoso, lo so. Il fatto è che avevo una certa inquietudine addosso. Non mi rassegnavo allo stato delle cose, né mi era più sufficiente coltivare una sorta di spiritualità. Mi sembrava che mancasse qualcosa di decisivo, qualcosa di fondamentale.
È come quando stai raccontando una storia che non è ancora finita. Una storia in corso di… e che, fino a quel momento, non lascia intravedere l’esito.

    Poi, c’era dell’altro. Malgrado il mio vigore fisico, avvertivo i segni dell’età. Il metabolismo era più lento, la fatica nei lavori del bosco mi lasciava nelle braccia e nelle mani una traccia a lungo sensibile. E mi sembrava che non fosse ancora il tempo di…
Insomma, il tempo passava. Il tempo era passato. Ne era passato tanto, di tempo, e ancora…

    Certo, ero in grado di elencare tutta una lunga serie di vicende, di fatti, di risultati, di conquiste, di esperienze che potevano placare un po’ la perplessità connessa con la domanda che m’interrogava perennemente sul valore della mia esistenza. Ma tutto quel passato era incapace di smorzare l’inquietudine che sentivo nel profondo – checché ne pensassero gli altri, in genere così generosi nei miei confronti.
Ad essere spregiudicatamente sincero, mi pareva, ancora una volta, che la mia vita fosse inutile.

    Non mi tormentavo per il male fatto. In realtà non ho mai fatto del male intenzionalmente a qualcuno. Anche se so di aver fatto soffrire e creato problemi. Ma non era questo. So che i piatti li rompe chi li lava. E ho sviluppato una sorta di compassione per quel che mi riguarda, sufficiente a non darmi rimorsi se nel mio viaggio ho urtato qualcuno.

    Era qualcosa di più struggente, di più profondo. E ne scaturiva quella sorta di melanconia che non si lascia tradurre facilmente in romanticismo e poesia, ma si trasforma piuttosto in una puntura lancinante proprio nel centro del cuore.

    Sapevo che si trattava di quella parte del Sogno che non era stata realizzata. Quella parte del Sogno che tutto il traffico del passato non era stato in grado di trasformare in realtà. Questa era la fonte dell’inquietudine.

    Erano gli altri ad essere “vecchi”? o non ero piuttosto io?
Io, che non mi ritrovavo più addosso la forza e lo slancio di continuare a cercare, a fare, a intraprendere?

     

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  24. Non sono onnipotente. Non sono Dio.

    Ma certo il dio mi ha dato uno spazio per essere. Per navigare la mia rotta. Per disegnarla con le mie dita.

    Con lo slancio della mia passione la disegnerò. La sto disegnando.

    E soffierò sul fuoco quando la fiamma accennerà a smorzarsi.

    È la vita che voglio scoprire. Come una bellissima dama voglio svelarla e che mi mostri il suo giardino segreto.

    Il mio amore è la vita.

    Niente che sia basso, grigio, appiattito. Voglio che tutto sia poesia, intensità e gioco.

    Se piango voglio farlo da disperata. E se rido, esultare come una folle. 
    Solo occhi grandi, sgranati, per me.

    Non occhi cisposi.
     
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  25. Oscar Wilde, La storia di Narciso

    Quando Narciso morì, accorsero le Oreadi – le ninfe del bosco – e videro il lago trasformato da una pozza di acqua dolce in una brocca di lacrime salate.
    "Perchè piangi?" domandarono le Oreadi.
     
    "Piango per Narciso" disse il lago.
     
    "Non ci stupisce che tu pianga per Narciso" soggiunsero. "Infatti, mentre noi tutte lo abbiamo sempre rincorso per il bosco,tu eri l’unico ad avere la possibilità di contemplare da vicino la sua bellezza"
     
    "Ma Narciso era bello?" domandò il lago.
     
    "Chi altri meglio di te potrebbe saperlo?" risposero, sorprese, le Oreadi. "In fin dei conti, era sulle tue sponde che Narciso si sporgeva tutti i giorni."
     
    Il lago rimase per un po’ in silenzio. Infine disse:"Io piango per Narciso, ma non mi ero mai accorto che fosse bello. Piango per Narciso perchè, tutte le volte che lui si sdraiava sulle mie sponde, io potevo vedere riflessa nel fondo dei suoi occhi la mia bellezza."
     
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    1. vincent29264

      vincent29264

      Si, in effetti la vanità rende alquanto infantili, egocentrici, superficiali, nel guardare gli altri, osserviamo solo le apparenze non pensando minimamente che possa esserci molto di più di quello che appare ai nostri occhi. Questo ci rende infantili nel nostro modo di agire, nel nostro modo di vedere la vita, alla fine vediamo solo noi stessi, i nostro bisogni, le nostre sofferenze.