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Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. Devo dirti una cosa.


    Che cosa?

    Sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho vista.

    Me lo dici così? Sono passati anni, perché ora?

    Non lo so.
     
    È troppo tardi.
     
    Perché?
     
    Perché ormai io non ti amo più.
     
    Perché mi amavi?
     
    Oh sì, ti amavo. Sempre che si possa chiamare amore un sentimento nascosto e non corrisposto.
    Ti amavo ancor prima di conoscerti quando sentivo parlare di te. Poi ti ho visto ma non sapevo che eri tu. Quella sera eri vestito di nero e avevi i capelli raccolti in un codino. Quando mi è stato consegnato il copione vidi che avrei dovuto ballare con te. Il cuore quasi impazzì quando la tua mano toccò il mio fianco e mi guardasti negli occhi. Abbassai lo sguardo ma ti strinsi più forte la mano. 
    Aspettai con impazienza la prova successiva. Sognavo che tu mi aspettassi e mi dicessi: posso avere un tuo bacio o prima dobbiamo fidanzarci? 
    Come nella tua poesia.

    Perché non me l’hai detto?
     
    Non potevo, non avrei sopportato un rifiuto.
     
    Non ti avrei rifiutata.

    Lo so ora e ora è troppo tardi. Quante ore abbiamo passato assieme da soli e non ti sei mai fatto avanti. 
     
    Credevo in qualche modo di dimostrarlo, una volta ti ho abbracciato forte e a lungo.
     
    Me lo ricordo bene ma eri ubriaco.
     
    Non sai che l’alcool toglie i freni inibitori?
     
    Vero, ma a volte fa fare anche cose di cui poi ci si pente. 
    Avrei voluto quell’abbraccio da sobrio.
     
    Non avrei avuto il coraggio 
     
    E ora?
     
    Ora mi sono reso conto che dovevo dirtelo, solo tu puoi capirmi perché siamo uguali.  
     
    Siamo molto simili, è vero. Sarà perché siamo nati lo stesso giorno. 
     
    Condividiamo ben più che una data di nascita. 
     
    Lo so, io posso vedere oltre e posso comprendere i tuoi demoni. 
    Fin dal primo giorno mi hai ricordato la vergine folle di Rimbaud. Ti avrei visto come il mio sposo infernale.
    Ma ora come ora se ci ripenso sorrido.
     
    E così ti faccio solo ridere.
     
    No, non intendevo dire questo, tu mi piaci ma l’incanto di un tempo non esiste più. 
    Avrebbe potuto essere un amore e forse a suo modo lo è stato. 
    Un amore pensato. Sia da parte mia che da parte tua. 
     
    Che stupido sono stato. 
     
    In fondo è stato meglio così. Possiamo avere per sempre l’illusione che sarebbe stato perfetto. 

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    1. hocuradite

      hocuradite

      Quanto hai scritto mi ha coinvolto, amareggiato. Sembra l'epilogo di un lungo discorso nel quale ci hai condotti. Non so dirti altro se non che mi dispiace che sia andata così. Anche se una cosa consolante dell'amore pensato (che invece chiamo incompiuto)  è che appunto non si corrompe mai, è eterno. Ti consiglio la lettura di questo mio intervento: 
      https://people.virgilio.it/profilo/hocuradite/169846/?status=33043&type=status
      Pensando a te mi rivolgo pubblicamente a tutte le donne dicendo quanto segue.
      Anche noi uomini siamo fragili, abbiamo le nostre incertezze e paure e spesso siamo indecisi perché non siamo in grado di leggere i segnali che le donne ci inviano, spesso contraddittori e complessi. 
      Una cosa dico  a voi donne: per quanto  tu possa essere intraprendente non aspettare comunque che sia sempre lui a fare l'ultimo e decisivo passo, se vi piacete dimentica di essere donna ma solo ricorda di essere innamorata, perciò prendilo a te  e SOLAMENTE BACIALO, BACIALO E  ....  BACIALO ANCORA.

    2. odessa1920

      odessa1920

      Il dubbio è sempre: e se il bacio non venisse accettato? 

      Io sono piuttosto babbalona nelle questioni amorose. Non capisco mai quando e se una persona è attratta da me. Più volte mi hanno fatto notare che piacevo a questo o a quello. Io non me ne accorgo mai. Anche gli uomini spesso sono criptici. O io sono semplicemente cretina. 

      Non ho mai avuto rifiuti ma ne sono comunque terrorizzata. Non tanto di non piacere  a una persona ma quanto a un’umiliazione. Espormi per poi essere respinta. 

       

       

    3. hocuradite

      hocuradite

      Se il bacio venisse rifiutato tu ti sentiresti malissimo ma poi non avresti mai il tormento del dubbio e del rammarico di aver perso un occasione così importante come l'amore. Lo so non è facile. 
      Il tuo terrore come lo descrivi sembrerebbe appunto non la paura di sentirti inadeguata ma di vivere l'esperienza dell'abbandono. Aprirsi con fiducia agli altri e ricevere disinteresse, inganno, ridicolizzata per la tua ingenuità. Sentirsi esposti e vulnerabili. La lepre e la luna non ti dicono niente? 
      Ovviamente, se vuoi rielaborarle per sconfiggerle, sono cose che vengono da lontano che hai vissuto nei tuoi primi anni di vita.
      Non sei stupida ma probabilmente il tuo livello di introversione è così forte da essere solo presente a te stessa e separarti dalla realtà fino a non comprenderla e non accorgerti di chi è interessato a te. Il tuo poco coinvolgimento nelle dinamiche del sito sembrerebbero mostrarlo.
      C'è un modo per capire i maschi. Mentre le donne sono portate per l'affettività e la relazione, per cui possono dimostrare affetto per un uomo anche solo come amicizia creando dubbi sul loro interesse, un uomo lo devi pensare come un essere estremamente  semplice che si muove per linee rette. Se ti dà attenzione, è gentile, ti fa regali, ecc. probabilmente è interessato  a te ( il perché è un altra cosa ).
      È inoltre sempre possibilista, è sufficiente che non provi repulsione per te che comunque si lascia avvicinare e lusingare da un tuo gesto intimo. Se fatto questo capisci che non c' è di più puoi sempre dire scusa mi sono lasciata andare, non so cosa mi è capitato, dimentichiamo tutto e desidero che ti fermi. 
      Se vuoi puoi, per disincanto o cinismo oppure per consolazione, anche proseguire e dirti anche se non mi ama è comunque qui con me, è mio e almeno se il mio cuore non è appagato lo sono almeno miei sensi con lui e la mia speranza che cambierà.

       

  2. Fu a Zurigo, lo ricordo.
    E tu venivi da Marsiglia.
    Avevi tanto dentro.
    E io...
    Io non finivo di spalancare gli occhi.
    Non finivo…
     

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    1. hocuradite

      hocuradite

      COINCIDENZE

      Un cuore inciso sulla balaustra vicino al tuo braccio. 

    2. odessa1920

      odessa1920

      Sei un attento osservatore, non l’avevo notato.

  3. Artista di strada

    Aveva una grande energia addosso e adorava la musica. Voleva che la gente ne potesse godere non solo nei concerti o nelle sale di audizione. Voleva che la musica circolasse per la città mentre le persone si recavano al lavoro, mentre andavano a passeggio o a fare la spesa. Sapeva che la musica fa bene, che smorza l’aggressività, commuove il cuore, aiuta a ritrovare la propria umanità. 

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  4. Tu mi odi, l’ho capito. Forse ho approfittato di te, l’ho capito. 
    Ognuno di noi ha un peggio di sè intrinseco specifico che si nasconde da qualche parte e in certe situazioni esce fuori e non sempre è opportuno, quando esce, ma quando esce, esce e basta.
    Io con te sono uscita con il peggio di me, senza dubbio. E certe sensazioni rimangono. Tutto rimane in fondo. Almeno fino a quando esistiamo.
    La cosa buffa è che quando stiamo insieme senza consapevolezza riusciamo a parlare, a scucirci e a dirci cose e parole. Almeno questa è la mia opinione, con tutti i suoi limiti.
    La memoria ci salva e ci condanna insieme. Senza scampo.
     
     
     

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  5. Volevo rispondere al tuo commento ma credo tu l'abbia cancellato. Forse hai pensato che io mi offendessi, non so...

    Non sono una ragazza permalosa. E comunque non ho trovato nulla di offensivo in ciò che avevi scritto.

    1. hocuradite

      hocuradite

      Ho ripensato che fosse troppo personale, fuori contesto e una critica gratuita. Non so, aspetto miei e tuoi input e magari la ripubblico.

    2. odessa1920

      odessa1920

      Io non l'ho vista come critica. Mi incuriosisce come può vedermi la gente che non conosce la mia vita e quindi solo da quello che scrivo o mostro.

  6. I libri sono uno splendido sostituto delle conversazioni, bisogna ammetterlo. Forse non vorremmo frequentare troppo a lungo i loro autori, perché li troviamo impegnativi. 
    Ma il libro ce li offre senza costringerci alla loro presenza. 
    Quelle persone che genericamente sono definite ”introverse” preferiscono mille volte restare a casa a leggere un buon libro che partecipare a una festa
     
     
    Generalmente, nella scuola, in azienda e in società, gli estroversi hanno una quotazione migliore, ma io scommetto che la vita degli introversi è più ricca a livello interiore (ma in fondo dico questo perché io sono una solitaria).

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    1. beautifullmind0

      beautifullmind0

      i libri sono comunque necessari, a volte, è vero, possono sosotituire le conversazioni ma ciò non significa necessariamente essere introversi a mio avviso.

      Magari significa sapersi prendere tempo per se stessi.

  7. Lui giocava così bene a pallone. Lei lo guardava seduta sul muretto. Sapeva di averlo già perso prima ancora di averlo avuto. Ma era anche quello un modo d'amare. Cogliere quell'emozione e portarsela dietro per sempre. Senza che succedesse altro.

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    1. hocuradite

      hocuradite

      Mi è capitato anche a me. Amarla senza averla, senza volerla perché sapevo che l'avrei subito perduta. Perciò l'ho ignorata sapendo che almeno il suo ricordo e il nostro desiderio incompiuto sarebbe rimasto intatto e niente lo avrebbe corrotto.

    2. odessa1920

      odessa1920

      Esattamente! Mi fa piacere tu abbia capito. Un amore pensato.

  8. Se sento musica anch'io ho voglia di suonare, 
    se vedo papaveri anch'io ho voglia di fiorire.

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  9. Io: cosa pensi della mia vita?
    Alberto: che la prendi troppo sul serio
     
    In effetti mi prendo troppo sul serio, come fosse una esigenza. 
    Adesso, una delle poche certezze che ho è che non ho davvero nessuna esigenza, non ho la pretesa o la presunzione di esigere nulla da me stessa. Devo prendere coscienza di non avere nessuna esigenza, non esigere nulla né da me, né dagli altri e vivere così, distillando ogni giorno nella sua essenza, felice di essermi liberata da tutto, con fatica e dolore. 
     
    Questo era il mio percorso, evidentemente, la mia liberazione, il mio senso.

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  10. Oggi ho amato il sole. Di persona.
     

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    1. altomororicco

      altomororicco

      e il sole pare abbia amato te

    2. daliahnera

      daliahnera

      non sono particolarmente amica del sole ma su di te ha sicuramente un benefico effetto

  11. Ultime riflessioni sulla coppia
     
    La vita non è costituita dalla coppia. La coppia non è il perno della vita, il fulcro di tutto. La vita in fondo la viviamo da soli, la coppia è un complemento. Quindi la coppia fallita secondo me non esiste. Esistono desideri falliti, vite singole fallite.
    Non per questo bisogna scoraggiarsi e non credere nella coppia, forse anche una parte di me ci crede ancora. Altrimenti tutto sarebbe perduto. Ma più che nella coppia bisogna credere nella vita oltre la coppia (che comprende pure la vita di coppia), che è molto più complessa della coppia in senso stretto.
    La vita è necessariamente incasinata, un equilibrio giornaliero tra emozioni, sensazioni, voglia di cambiare, evolversi, fuggire, rimanere. La vita sta nella lotta, in questa eterna lotta che facciamo. Avere amanti, altre storie, tornare ad amare, essere fedeli, infedeli, abbandonarsi fa parte di tutto ciò, della vita, intendo, e una coppia non credo che possa contenere tutto.
    È difficile capire se una coppia è felice, è difficile da rivelare, pochi lo ammettono fino all’ultimo. Sembra un fallimento, una cosa deprecabile ma in verità fa parte della vita, un po’ come il dolore, è una cosa estremamente naturale.
    O come la sessualità. Essere etero non credo sia più normale di essere gay, non esiste una normalità, la natura ha infinite espressioni della normalità, tutto ciò che la natura crea è normale. E poi tra etero e gay ci sono una infinità di sfumature e gradi di desiderio. Lo stesso, credo, vale per una coppia: non esiste una coppia ideale o l’archetipo di una coppia felice, o anche se esistesse sarebbe soggetta al tempo e ai cambiamenti che esso implica.
    Facile teorizzare, in fondo la coppia anche per me è sempre stato un obiettivo. Quindi perché fino ad adesso l’ho criticata? Sì, anche io cado nel paradosso, non credo ci sia scampo. Con l’età e il cinismo che uno si porta dietro mi vengono da pensare due alternative: o uno sta da solo, prendendo sempre il meglio e la parte più intensa di un rapporto umano, oppure si adegua e si “accontenta” di una storia serena, senza più punte di felicità estrema. Entrambi i casi non credo siano un fallimento.
    Credo che la vita sia così, paradossale e ambigua. E poi nessuno dei casi è eterno, nella vita si possono alternare, invertire, variare, frazionare.
     
    Ieri sera ho visto un film, “La volpe e la bambina”. Una favola, certo, ma con un senso profondo, secondo me. Racconta la storia di amicizia tra una volpe ed una bambina. Con il tempo la bambina, dopo una prima naturale diffidenza della volpe, riesce a metterle il guinzaglio, la porta in camera sua come fosse un peluche e lei, la volpe, quando prende coscienza di ciò, di quello spazio ristretto, del venir meno della sua natura selvatica, viene presa dal panico, impazzisce, distrugge tutto, si butta dalla finestra e quasi muore. È stato il desiderio di possesso della bambina che l’ha quasi ammazzata, l’addomesticamento.
    Addomesticare: quando ci piace e quanto ci fa male allo stesso tempo. Non so se esista una terza via ma quella dell’addomesticare sarà giusta per la società, in fondo siamo dei consumatori (anche di amore), per la perpetuazione della razza umana, per le nostre paure, altro non so... ma non per il profondo della nostra anima che ha bisogno di altro (e di questo sono convinta).
     

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    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      il piccolo principe insegna del resto...

  12. Bevo il primo raggio di sole
    e salpo.
    Il desiderio
    gonfia la mia piccola vela,
    lo sguardo spalancato
    sull’orizzonte del mondo.

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  13. Grazie del tuo commento. Mi fa piacere che poche e semplici parole abbiano suscitato delle emozioni.

  14. La mia infanzia è stata vissuta in una sorta di stato brado, sempre fuori, nei boschi, nelle campagne, sulla collina nei frutteti, sugli alberi… 
    La mia idea di libertà si è formata attorno a quest’esperienza. 
    E anche adesso la mia vita nella società urbanizzata trae da quell’esperienza modelli di comportamento, evitando appartenenze. 
    E così il mio vagare tra libri, musica, arte, non segue progetti rigidamente definiti.
    Nella mia idea dell’avventura c’è questo andare vagando, decidendo di volta in volta dove dirigermi, a motivo di qualche incontro e di qualche suggestione.
    Mi lascio incantare dagli eventi.
     

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    1. hocuradite

      hocuradite

      Sento con te l'odore dell'erba appena tagliata delle giornate estive e arrampicati sugli alberi il rito dei noccioli sputati delle ciliegie.   Il tuo scritto mi suscita tanti pensieri che vorrei trascrivere, ma poi, come capita anche a te, vengo rapito da quell'inerzia  che mi fa procedere nella monotonia del nulla. Ci vorrebbero degli stimoli, delle persone che hanno voglia di ascoltarti o ritornare bambini. 

    2. londoncalling6

      londoncalling6

      mi hai fatto commuovere

    3. hocuradite

      hocuradite

      Non ho capito se ti stai rivolgendo a me o alla nostra poetessa. Comunque sia ne sono contento in quanto la mia ragione di vita è quella di poter ricevere e suscitare emozioni. 

  15. L’inerzia mi trascina e mi lascio trascinare con oziosa beatitudine in un moto rettilineo uniforme. Una beatitudine un po’ incosciente forse, perché giù, giù dentro di me sento che così non può affatto andare. Nel mio profondo percepisco una oscura colpa che vorrei redimere ma allo stato attuale delle cose non riesco a trovare un squarcio nella mia quotidianità che mi faccia intravedere una direzione. E aspetto il redentore.
    Che tu sia per me il coltello” direbbe D. Grossman ed io vorrei un qualcuno-o-qualcosa-coltello che mi faccia a pezzetti. Sono ingabbiata nelle mie giornate tipo, scandite da ritmi tipo, dalle mie sveglie tipo, dai miei sonni tipo, dalle mie colazioni tipo…
    Mi chiedo, cosa ci vuole per cambiare ritmo!? O meglio a cambiare tempo!? Mi fermo un attimo, rifletto… voglio passare da un 4/4 ad un 7/8, da un tempo pari ad tempo dispari, da banali accenti in battere ad accenti in levare. Potrei, come no… mi dico. Mi inquieta il fatto che, voltandomi indietro, non riesca a percepire con chiarezza e definizione i giorni che si susseguono, giorni da catena di montaggio, uno per tutti, tutti per uno! Secondi-minuti-ore-mattinate-pomeriggi-serate-aperitivi-cene-pranzi-e-chipiùnehapiùnemetta. Praticamente sono racchiusa in un liquido amniotico esistenziale.
    Penso agli eventi determinanti che in qualche modo hanno dato una direzione alla mia vita, in che misura li abbia cercati o se siano capitati senza un mio disegno preciso - c’è chi si illude di essere l’artefice del proprio destino, io no. Posso essere l’artefice dei miei stati d’animo, quello sì, ma non è detto che uno stato d’animo cambi la realtà tangibile che mi circonda, magari rimane solo allo stato latente.
    Adesso ho lo stato d’animo del bradipo, con tutto il rispetto per i bradipi – non vorrei che si offendessero, anzi, nel loro ambiente hanno trovato la chiave giusta per sopravvivere, magari se andassero più veloci si estinguerebbero.
    E allora ho deciso. Rallento. No, no…troppo veloce. Più piano, più piano… voglio almeno godermi questo panorama.

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  16. Inventa una storia
    per una vita di sogno…

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  17. Più che vedere la felicità noi vediamo la possibilità della felicità. E ci aggrappiamo a questo pensiero promettente, seguendo un istinto naturale. Spesso siamo messi alla prova e un diavoletto razionale ci dice che tutto è inutile. Ma basta un minimo di energia vitale per ritrovare le nostre illusioni e lasciarcene conquistare in una sorta di follia da innamorati.

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  18. Oggi c'è il sole ma 

    vorrei incontrarti in un giorno di pioggia. 
    Sentire la pioggia sui vetri che ci divide da tutto. 
    Vorrei stendere i miei pensieri a sgocciolare sul tuo corpo. 
    E asciugarci così.
     

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  19. Un posto dove le idee si acchiappano con le dita.

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  20. Soprattutto ti verrei a cercare, per quelle nostre chiacchierate sul futuro, le novità e il modo di affrontarle. Quando mi dicevi: "Non dirò mai, come i nostri vecchi, Io ai miei tempi..." Si è sempre avuto paura del nuovo. 

     

    Ma lo sappiamo, è il nuovo che vince e che il mondo va avanti. E noi dicevamo di voler imparare ciò che il nuovo ci regalava, per essere, per fare, per rendere le cose migliori.

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  21. Casomai ci pensassi… 
    A chi sto parlando? 
    A te che non ascolti e che pensi ad altro e che sei così bravo ad ignorare i fiori e il vento.
    Casomaii ci pensassi, io direi, tra non molto - diciamo: alla lunga - saremo morti, io e te. E saremo tutti morti, alla lunga, noialtri.
    La vita è breve - quanto durano i nostri desideri? 
    C'é qualcuno che non ama l'infinito?
    Quando io amai, dissi: per sempre. 
    Permanere mentre tutto scorre.
    Non ti fare ingannare da spiragli di solletico.
    Non lasciare che il tuo cuore - che sa - venga annebbiato da queste vaghe filosofie dell'effimero, che non fanno che carezzare le tue, le mie, debolezze.
    Io dissi: per sempre.
    Sapevo che l'eroe scorre nel tempo, rimanendo se stesso. E sapevo che tu, ed io, impregnati del fango della terra, saremmo per sempre fedeli al nostro sogno.
    Casomai ci pensassi.
    Casomai.

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    1. gerbera0

      gerbera0

      "A te che non ascolti e che pensi ad altro" mi stupisco sempre di come alcune persone non riescano a sforzarsi di ascoltare, in tutti sensi, soprattutto quando si parla di ascoltare il prossimo, ascoltare l'interlocutore. Purtroppo tanti sentono, ma non si impegnano a capire quello di cui parla la persona con cui stanno avendo un dialogo (leggi: che sta facendo un monologo), sia che si tratti di discorsi semplici che apparentemente non difficili, ma anche più complicati. Mi stupisco di come alcune persone non ascoltino ed interpretino erroneamente quanto viene detto, perché si fermano al pregiudizio che hanno dell'interlocutore o di quello che potrebbe dire. 

      Ho letto tutto il tuo bellissimo pensiero, ma ho estrapolato solo quella frase perché è un fatto a cui tengo molto.

      Buona giornata! :) 

  22. Io capisco le tue paure.
    Paure che in parte provo anche io.
    Paure che mi hanno vinto e che talvolta sono riuscita a vincere.
    Oppure sono stati gli eventi stessi a prendere in mano la situazione al posto mio.
    Senza dubbio è molto più facile lottare per conquistare piuttosto che lottare per abbandonare.
    Qualcuno ha detto che la vita è l’arte dell’incontro. Io invece dico che è l’arte dell’abbandono.
    Il fantasma che a me fa più paura è la memoria. Possiamo infatti imparare a ricordare ma non possiamo imparare a dimenticare.
    Non per nulla a qualcuno è venuto in mente il film “Se mi lasci ti cancello”.
    Forse possiamo dimenticare solo per sovrapposizione. Vivendo altro, vivendo altre storie, altri fatti, altre persone.
    Allora lentamente il passato si affossa dentro di noi, i ricordi decantano e possiamo tornare a rimettere a fuoco il presente.
    Certo, vivere un presente che annichilisce i propri desideri è doloroso come il tentativo dell’abbandono o forse ancora di più.
    In ogni caso la vita è solo di chi la vive.

     

     

     

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  23. Volevo solo andarmene. Ma non c'era nessun posto dove andare. Il suicidio? Gesù Cristo un'altra faticata. Avevo voglia di dormire per cinque anni di fila, ma non me lo permettevano.
     
    Charles Bukowski
     

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  24. Finalmente. All’acero sono spuntate le foglie. È riuscito ad agguantare gli squarci di sole sotto questo cielo giaguaro solcato da nubi ed il suo sistema fisiologico gli ha suggerito che era il caso di sbrigarsi: i segni erano sufficienti. E così, senza troppi indugi, ha fatto diligentemente il suo mestiere di albero. Mica si può stare lì a pensarci troppo su, dopotutto le riserve erano quasi esaurite.
    La chioma da magra e trasparente si sta facendo sempre più fitta ed intricata, da grigia e cinerea a verde con tenui riflessi marroni, da esile e slanciata a globosa e panciuta e pian piano i vuoti diventano pieni. Il suo stato di dormienza è terminato, la linfa elaborata torna a pulsare sotto la corteccia e la clorofilla non si lascia sfuggire neppure un fotone. Adesso al più sottile refolo di vento la chioma vibra con tutte le sue foglie nuove nuove. No, non è più lo stesso albero, è decisamente qualcosa di diverso. Coerentemente diverso. Apparentemente diverso.
    E di questo si è accorta pure la gazza: infatti non la vedo più. Ogni tanto si libra nei paraggi con il suo volo oscillante ed incostante, rallenta indecisa, ma non si ferma e prosegue oltre. Il loro sodalizio si è rotto, non si assomigliano più: le foglie occludono la vista all’uccello e l’albero non vuole più intrusi tra i suoi delicati rami.
    La gazza... chissà dove andrà adesso: magari a scrutare orizzonti liberi sulla cima di qualche altro albero ormai morto dove le foglie non spunteranno mai più. Neppure tra cento primavere.

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  25. A volte rido anch'io...

    1. hocuradite

      hocuradite

       

      Per evitare eventuali incomprensioni ti dico che non penso assolutamente che tu possa essere una musona e sempre depressa. Anzi intuisco dalle foto che pubblichi che sei una persona con una caratteristica carica di leggerezza e ironia. Semplicemente sei una persona molto sensibile e con un trascorso di sofferenza ed è inevitabile che si parli spesso ( ma non solo) di cose tristi o malinconiche.
      Ridere in modo efficace dal mio punto di vista è riuscire a farlo mentre ti capita la cosa triste, piuttosto che farlo fra una cosa triste e l'altra. Ti assicuro che ci provo sempre anch'io e non sempre ci riesco. 
      Il giorno che riuscirò a ridere delle mie disgrazie quando accadono sarò per sempre libero e felice.

      Ps: l'immagine che ti ho lasciato l'altra volta è particolare, è sacra, ti lascio il riferimento Wikipedia:   https://it.m.wikipedia.org/wiki/Tārā