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Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. Lo ammetto: le mie opinioni e i miei stati d’animo oscillano e mutano. E mettere per iscritto le mie idee non fa che favorire la presa di coscienza della loro mutevolezza. Come i proverbi, che vanno bene tutti, anche se sono uno il contrario dell’altro, mi sembrano sempre vere anche se si contraddicono.
    Malgrado questa mutevolezza, nel lungo periodo, ho la sensazione forte che certe direzioni di marcia, nel profondo, sono rimaste le stesse. A volte le ribadisco espressamente, con il sospetto di non fare perfettamente centro. Altre volte, affiorano da sé alla luce del sole, con lo stupore di riconoscerle mie. Potrei dire che io sono la storia di queste mutevolezze, ma anche che sono l’osservatore di questa storia – e quindi un altro. Delle volte sono così, delle volte sono cosà… E so che è questa mutevolezza che rende più vario e interessante il panorama e il viaggio. Alla fine potrei dire che non ho capito niente, ma che è stato appassionante. Insomma, ricomincerei daccapo, o meglio: andrei avanti all’infinito.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      nella savana?

    2. daliahnera

      daliahnera

      sembri una modella anni 70!

    3. fashionista0

      fashionista0

      pennichella!

  2. Lei diceva che la Primavera si vede da fuori nei fiori e nelle gemme, nel sole e nell’aria.
 Ma aggiungeva, che la Primavera è una vitalità che viene da dentro e rinnova. Ricrea, restaura, fa nascere ancora.
     

    E lui mi diceva che è il momento, il luogo esistenziale, dove avviene il miracolo della rinascita. Può essere in qualsiasi posto, a qualsiasi età. Ma sicuramente è dentro.

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  3. Ammiro molto le filosofie orientali e me ne nutro. Lo Zen è ricco di suggestioni per la pace del cuore, la presenza, la consapevolezza, la freschezza dell’esistere, la saggezza di danzare con la vita. Non credo che il messaggio di queste filosofie sia quello di entrare nel nirvana della stasi. L’avventura e l’azione hanno bisogno di una quiete interiore, profonda, capace di durare, perseverare, reggere, rinfrescare. Perché chi cammina tutto il giorno si sporca i piedi e la sera deve lavarli e distendere le gambe. Ma la pienezza della vita è creazione. Contemplarla è fantastico, vederne la bellezza è divino, ma la meraviglia stessa e lo stupore fanno l’incanto di voler partecipare al gioco.

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    1. gerbera0

      gerbera0

      pausa pennichella!

  4. La pace e la tranquillità le voglio dopo la morte. Ora preferisco darci dentro ed emozionarmi e meravigliarmi e soffrire ed esultare e trafficare con le mani nella pasta del mondo, e aprire un varco nella siepe perché quello che porto dentro venga alla luce, e arrivare stanca la sera. La pace che apprezzo e il silenzio sono quelli che abitano gli interstizi tra una parola e l’altra, tra un’azione e l’altra. Quei silenzi significativi che fanno corpo con le note stesse della melodia, dove le energie si ricreano e il significato ha tempo di venire a galla. Come nel disegno – gli spazi vuoti che delimitano il pieno e fanno tutt’uno con esso.

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    1. gerbera0

      gerbera0

      che sfilata!

  5. Sono le erbacce che riportano in vita luoghi abbandonati, distrutti, maltrattati e calpestati...

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    1. gerbera0

      gerbera0

      una statua greca!

  6. E c’è il momento della libertà ritrovata.
    Certo, dopo scossoni e dolori lancinanti dell’anima.
    Un tuono che erompe dalla terra e che prima fa tremare di terrore e poi riapre l’orizzonte.

    l corpo, sì, il corpo raccoglie per primo il desiderio di vita che rigenera. E incomincia a bruciare lo scorie che lo appesantivano. E prepara all’anima il vascello per le nuove esplorazioni.

    E nuovi volti popolano i villaggi. Donne che escono misteriose e seducenti fuori dell’ombra di capanne di paglia. Dentature smaglianti e occhi che bruciano nell’umidità del desiderio. E bambini dallo sguardo ingrandito dalla meraviglia. E vecchi alleggeriti dal grande carico d’umanità assimilata nel tempo. E tempi senza tempo, in primavere ricorrenti.

    Egli diceva: hai in dono una straordinaria capacità di rigenerazione.

    E sentiva la fierezza e la gloria di essere al mondo. E lo spirito d’avventura, e l’indipendenza conquistata dalla grande gabbia di polli e conigli d’allevamento che popolano la terra, e la certezza di sapere che quel che sentiva e voleva e faceva era lui stesso, non altri, non illusione.

    E si mise a tracciare sulla sabbia la città seducente della sua prossima avventura, alleggerendo il carico del viaggio, buttando i vecchi vestiti, accogliendo il bacio della Fortuna.

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    1. abissov71

      abissov71

      mi piace stai rilassata sei tranquilla

  7. E VIAGGIARE E VEDERE E RACCONTARE E GUSTARE E RESPIRARE E TROVARE E ESSERE TROVATI.

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    1. gerbera0

      gerbera0

      ma il cielo è sempre più blu!

    2. londoncalling6

      londoncalling6

      che voglia di prendere un aereo!

  8. Vi racconto questo. 

    Col procedere dell’età mi si rivela sempre più chiaramente un limite che di fatto ho sempre avuto e che a lungo ho fatto volentieri finta di non avere. Lo chiamerei un limite di assimilazione dell’esperienza. In qualche modo è collegato alla fretta di vivere le cose.


    È un po’ come  nel mangiare. Voglio dire che la mia capacità di assimilare l’esperienza, e quindi di viverla, ha dei limiti ben precisi. Ignorare questa circostanza ha coinciso con il tentativo di vivere non la mia vita ma quella di qualche altro modello ideale, più capace di me. E di scivolare inevitabilmente sulla superficie delle cose. Di fatto non sono capace di gestire situazioni troppo complesse. Posso essere indaffarata, ma le cose non entrano dentro. Non nutrono.
    Ho scoperto col tempo che rallentare e aderire alla situazione più vicina e accessibile mi consentiva di digerire le cose molto meglio e di assimilare meglio e di vivere con maggiore intensità.
    Il mondo in cui affondano le nostre radici viene definito “liquido” da Zigmunt Bauman. Ciò è vero anche nel senso che i potenziali nutrienti vengono veicolati più facilmente e in maniera più fluida fino alle nostre porte sensoriali. Con il rischio di indurre un riflesso da sovra alimentazione frettolosa. Una sorta di bulimia nel buttare dentro il più possibile per soddisfare una fame infinita. Ma tutta questa roba ingurgitata in fretta… ingorga, costipa, inquina e viene rigurgitata …
     

    C’è tanta di quell’abbondanza di stimoli oggi che si resta stralunati a guardare e sentire. E imparare ad alimentarsi in maniera sana è diventato estremamente importante.

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    1. gerbera0

      gerbera0

      wow che foto precisa!

  9. Vivere sulla terra è un dormiveglia. La mente è nell’empireo, tra le idee platoniche. Ma è qui che tutto avviene. È qui che traffichi e lavori e ti dai da fare. Ma tutte queste cose non sono una fogna perché hai un cielo in cui i desideri dell’anima guardano. Cerca prima il regno dei cieli e tutto il resto ti sarà dato! Una bella sfida, non è vero. Ma non è qui il fascino dell’incanto? Fai alcune mosse con le mani e dal cilindro esce il coniglio.

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    1. gerbera0

      gerbera0

      bella la montagna con il sole!

    2. abissov71

      abissov71

      che bello essere li a riposare in quel posto meraviglioso in  mezzo alla natura 

  10. Lo ricordi? A sette anni avevi un amico immaginario. Milo, si chiamava. Che era un amico immaginario te lo disse Franca, l’amica di tua madre, che studiava psicologia all’università. Lei intendeva, per “immaginario”, che non esisteva davvero. Ma Milo ti ha tenuto compagnia per anni e ancora chiede di te, dopo che vi siete separati. Lui ti svelava molte cose e sapeva quasi tutto quello che tu gli chiedevi. E quando non lo sapeva, sapeva di non saperlo. E te lo diceva.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      bellissima questa giacca!!

  11.  Il mondo delle piante mi regala metafore intense che diventano le parole con cui si esprimono i miei sogni.
     

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      provi a toccare il cielo?

  12. Ma dove cavolo credi di andare se sei sempre così negativo?
 Ma guardati. Hai due mani e due piedi, hai due occhi che possono ammirare la vita, e scommetto che hai quelle due o tre doti particolari che ti consentono di fare meglio d’altri alcune cose. E stai lì ad inchiodarti perché lui ti ha lasciato, o perché si devono fare i curricula in formato europeo? O perché il mercato del lavoro non ti offre più posti fissi e garantiti?

    Dai, mettiti con i piedi all’aria, di schiena, tu hai un tuo sogno, tiralo fuori.
    È la tua bussola. Poi smettila di compatirti, usa le tue risorse e provaci. Di fame è difficile che tu muoia – ma se anche fosse? Hai la tua bella avventura da vivere. Troverai sempre un modo per avere energie nel corpo e nell’anima. A volte basta poco, camminare, dormire, mangiare in modo adeguato… Insomma quelle cose che vengono da sole se ti prendi cura di te. E butta dalla finestra quest’abitudine a fare bilanci negativi.

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    1. londoncalling6

      londoncalling6

      le energie positive portano positività!

    2. altomororicco

      altomororicco

      alla fine sei sempre in bilico!

    3. tacchialti94

      tacchialti94

      quante nuvole!!

  13. La navicella rossa

    
un giorno benedetto 


    si diede una mossa

    
e uscì da sotto il tetto.  

    
Lieve era la brezza 

    
e dispiegò la vela, 

    
come una carezza 


    sulla sua rossa tela. 


    S’avventurò nel mare 


    con gran trepidazione 


    sperando di trovare 

    
la sua soddisfazione. 

    Giallo nel cielo il sole, 


    vinaccia intensa il mare,


    la navicella ondeggia 


    e sogna di volare. 


    Col vento e con i remi 

    
procede nel futuro 


    e allora perché tremi? 


    Non c’è davanti un muro

     
che possa ostacolare 


    l’istinto esploratore. 


    Ti basti di ascoltare 

    
il canto dell’amore.

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    1. ciribi72

      ciribi72

      il rosso è ufficialmente il tuo colore1

    2. londoncalling6
    3. altomororicco

      altomororicco

      tiop la frase!

  14. E quello che resta nascosto?


    Ciò di cui non si parla, ma che si muove da solo nei nostri discorsi?


    Non credi che meriti di venire alla luce?

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    1. londoncalling6

      londoncalling6

      cancello del paradiso!

    2. ciribi72

      ciribi72

      bel cancello!

    3. altomororicco

      altomororicco

      entri o rimani fuori?

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  15.  

  16. Oggi le conversioni – a mio parere – sono molto attuali.
La gente sente che deve cambiare. Molti sentono l’urgenza di un cambiamento. C’è un’inquietudine serpeggiante nel nostro mondo di benessere e opulenza. Come se il male più diffuso fosse una sorta di vita senza senso. In cui si è portati dalle cose, dalle mode, dalla pubblicità, dalle opinioni più diffuse. Si mangia tanto, si possiedono molte cose, si va in vacanze che solo i re di un tempo si potevano permettere, ma…
    Come se l’io si fosse smarrito. O avesse smarrito quella consistenza che consente di riconoscersi senza esitazione. E la conversione consisterebbe, in prima istanza, nel diventare un io per davvero. Nel diventare, come dicono alcuni guru, padroni del proprio destino.

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    1. nuncepenza6

      nuncepenza6

      cavolo quanto è vero! 

    2. fashionista0

      fashionista0

      che classe però!

    3. londoncalling6
  17. Di nuovo sulla strada. Cammino adagio ma le mie gambe vogliono ancora andare. Il mondo è grande e invitante. Vedere, sentire, gustare e conoscere. Man mano che il mondo entra dentro di me il mio nucleo si allarga, il respiro si allarga, lo sguardo si allarga. L'ignoranza non mi fa paura, la capacità di ammirare si sviluppa. Sono invasa e stordita dalla bellezza. Affamata di senso. Inquieta per amore. Felice e terribilmente inappagata. Mancanza e pienezza dentro di me sono strette in una danza vorticosa. 

    Il piacere è spesso doloroso.

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    1. nuncepenza6

      nuncepenza6

      questa foto è bellissima :) 

    2. odessa1920

      odessa1920

      Nata per caso... mi era caduto il cavalletto 😂

    3. londoncalling6
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  18. Forse quest’universo immenso, dove la luce delle stelle ci mette milioni di anni luce a trovare i nostri occhi, è semplicemente lo spazio che un giorno visiteremo, spostandoci da una galassia all’altra. Forse è là il nostro destino. 

Pensavo questo mentre mi spostavo verso il lago, per riflettere un po’ all’aperto. 

    

Ognuno di noi da piccolo viveva in un mondo molto stretto, e pensava con categorie il cui presupposto era che quel piccolo mondo fosse tutto il mondo. 

Questa è la storia della civiltà umana e della cultura. Della scienza, del sapere e della consapevolezza. Per un certo lasso di tempo si pensa che quello che abbiamo visto sia tutto il mondo e ci si concentra sulla cura dell’esistente. Ma poi succede qualcosa, un incontro, un viaggio, un evento, che ci apre l’orizzonte e ci fa scoprire che il mondo umano è più vasto e il pensiero cerca di adeguarsi alla nuova dimensione. 

Succede anche che quando il mondo si allarga davanti ai nostri occhi i vecchi problemi perdono la loro drammaticità, vengono ridimensionati e le energie si focalizzano più su dove andare che sui litigi di come stare qui. 

Spesso un modo di evitare che i nostri scontri diventino cronici è di guardare più avanti, là dove si allargheranno i confini di casa nel futuro. 

    La Terra è bellissima e merita tutta l’ammirazione e l’amore. Ma forse non è la casa in cui dobbiamo rimanere per sempre…

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    1. odessa1920
    2. tacchialti94

      tacchialti94

      bello il garda

    3. nuncepenza6

      nuncepenza6

      che bellooooo vorrei essere li! 

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  19. E mi domando: E se il cosiddetto “realismo” ci avesse sottratto dal nostro vero mondo? Se il cosiddetto “realismo” fosse una sorta di incantesimo che ci chiude gli occhi e imprigiona l’immenso potere della nostra fantasia?

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    1. altomororicco

      altomororicco

      che agile

    2. tacchialti94
  20. Amo gli arbusti di ginestra. Trovo in essi una vitalità selvaggia, capace di resistere ad ogni assalto del meteo, degli animali, degli umani.
    Capace di rinascere dopo ogni insulto e di affermarsi sul territorio con la ruvida, splendente, creatività delle loro forme.
    Amo il loro carattere anarchico, insofferente dei giardini e delle serre. Barbari amanti della vita nomade, che si attrezzano per adattarsi dovunque.
    C’è in essi un’innocenza primitiva che commuove e nutre la speranza che la vita proceda comunque, togliendo alla morte la pretesa di essere la parola finale.

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    1. fashionista0

      fashionista0

      iconica

    2. altomororicco

      altomororicco

      sembra presa da un giornale!

  21. A otto anni io giocavo tutto il giorno. Qualsiasi cosa facessi era gioco. Immaginavo tutto quello che veniva da immaginare e tutto diventava altro. Un altro meraviglioso.

    Meraviglioso soprattutto ora, che per giocare devo fare un certo sforzo. Meraviglioso perché ora vedo un albero e allora era una foresta sospesa tra paludi e cielo.

    Ora io vedo una casa e mi ci vuole un certo sforzo per vedervi una nave, che viaggia nell’Oceano dell’Essere, alla ricerca del tesoro, eccitata da questa avventura.

    Eppure, in un certo senso, sto ritornando a quello che facevo allora. Sto ritornando al gioco. Ho smesso di prendere così sul serio queste vicende umane. Abbandono volentieri i ragionamenti responsabili, consequenziali, che chiedono ad ogni passo una conferma oggettiva.
    Dove ci si perde? Dove ci si ritrova?
    Io mi ritrovo pienamente nel gioco, noncurante di tutti i richiami seri del mondo. E nasce un altro mondo. Migliore di quello che ci raccontano tutti i giorni.


     

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      ti stavi allenando?

    2. fashionista0

      fashionista0

      che castello è?

    3. odessa1920

      odessa1920

      Valeggio sul Mincio

  22. Crebbero all'ombra delle nuvole nostalgici di sole.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      intrigante!

    2. fashionista0

      fashionista0

      wow wow wow

  23. A volte è come avere per colonna sonora una sinfonia di Ennio Morricone: qualcosa che sa di sogno ti trasporta come in trance in una dimensione che rende più leggeri i passi nella polvere della terra, su per le scale dei palazzi e i salti degli ostacoli.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      quante foglie!! dov'eri?

    2. odessa1920

      odessa1920

      Tra verona e mantova

  24. Herbert aveva una saggezza a modo suo. Io lo ascoltavo volentieri, era piacevole e faceva pensare. Un giorno, mentre continuava a piovere e il cielo non mostrava segni di pentimento, mi disse: “Il Dio fin dall’inizio aveva deciso di essere quello che gli umani avrebbero scelto. Era parte del gioco. Il Dio voleva divertirsi, in fondo. E ultimamente, voglio dire negli ultimi millenni, gli umani, per qualche loro motivo razionale o altro, avevano deciso che il Dio doveva essere non solo eterno ma immutabile, fisso, lassù nella sua infinita perfezione, a sentir risuonare in questa sua fissità l’infinita gloria della sua bellezza e maestà. Beh – disse Herbert, con un certo sorriso malizioso – Dopo un paio di millenni il Dio si era stancato. Una noia mortale a  stare sempre fisso nella gloria! Lui voleva una storia, un’avventura, non il dipanarsi noioso di qualcosa che era già tutto compreso fin dall’inizio”.
    Io lo ascoltavo con meraviglia e gli domandai: “Ma, Herbert, questo Dio che tu dipingi mi sembra piuttosto poco Dio, che voglio dire? Che un Dio come quello che tu dici, non è onnipotente, non ha la chiave in tasca per ogni problema, non controlla pienamente tutta la situazione, non sa in anticipo quello che avverrà, non tiene in mano i fili di tutti i burattini… Insomma è un Dio a rischio, un Dio che può fallire… E sei sicuro che noi abbiamo bisogno di un siffatto Dio?”
    Herbert – lo guardavo mentre tentavo di dire il mio pensiero – era tutto un sorriso. Aveva gli occhi lucidi e un po’ ebbri come chi ha bevuto mezzo bicchiere di brandy o simile, capisci? E mi disse: “Guarda a te! Dopo tre giorni che sei nella gioia e nel bel tempo, già sei annoiata e trovi il modo di aggrovigliare la matassa, così almeno, un po’ di pathos, capisci?”.
    Fece un silenzio lungo, durante il quale mi diede modo di cambiare. Poi disse: “Non è stare sempre nella perfezione la vera gioia, ma passare dal disagio alla felicità!” Poi aggiunse: “Non stare seduta nella meta, ma il viaggio che ti ci porta!”

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  25. “Io non cerco, trovo”, disse l’artista.

    
È la via umida del percorso alchemico.

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    1. daniele-173

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      L'artista Picasso.