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i radiohead sono i radiohead!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Ecco una bell'avventura.Enrica aveva deciso di collezionare una lunga lista di cose belle ed errava per le le città e le campagne a fotografare ciò che nutriva la sua gioia di esistere.
"Voglio prendermi cura della vita che mi è stata regalata", diceva, "perché dovrei lasciarla inquinare dalle brutture? Il fatto che esistano non comporta che io me ne debba nutrire. Quando vado a funghi nel bosco, scelgo quelli buoni e lascio perdere quelli velenosi".
Lei ragionava così. -
Seduta al bar, cos’aveva ordinato? Scelse di fissare le nuvole senza pensare a niente, lasciandosi assorbire dal gioco del tempo. Cos’aveva ordinato? Andrea ormai se n’era andato. E lei non voleva soffrirne. Non voleva per nessuna ragione al mondo soffrire nuovamente quelle stupide pene d’amore. Cos’aveva ordinato? A me piace scrivere, pensava, e immaginava di battere con destrezza e ritmo giusto sulla tastiera del suo Mac. Cos’aveva ordinato? Il dehors del locale era grazioso, attraversato da una luce naturale soffusa, filtrata da tendine bianche. S’intravedevano i tigli adulti e posati che sbucavano da grosse ferite circolari dell’asfalto, lungo il viale. Cos’aveva ordinato? Pensava di consolarsi con il piacere della scrittura. In fondo, l’unico amore costante di tutta la sua vita. Andrea, beh, come gli altri, poteva restare un passeggero del suo cuore. Che, come gli altri, l’aveva calpestato come uno zerbino. Cos’aveva ordinato?
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La foto è bellissima, degna della una scena di un film
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Immersa nel sognoForse è dai nostri sogni che scaturisce il mondo.
Le cose e gli eventi non sono che inviti a continuare a sognare.Il desiderio sostava tra i tuoi abbracci, nelle lusinghe del tramonto.
Un’onda anomala d’energia rinnova lo sguardo.
I piedi danzano impazienti.
Spogliarmi di tutte le dottrine e ritrovare il linguaggio vergine, fanciullo.
Sostare nelle terre di confine.
Respiro con gli occhi il profumo delle tue forme e sono subito ebbra.
Sulla tua bocca, sapore d’albicocca nel momento in cui si schiude al sole. -
Ricordo una notte d’estate nera nera. Io distesa sul letto con il mio pigiama. Io, il mio pigiama ed un ronzio più nero della notte. Fuori un silenzio quasi da camera anecoica. Un silenzio mai udito, ammesso che il silenzio si possa udire.Una zanzara era entrata nella mia camera, volava invisibile intorno a me, le sue ali come carta vetra sfregavano contro quel silenzio e lo affilavano e sentivo le lame taglienti di quella notte adagiarsi sulle mie vene.Dovevo togliere di mezzo quella zanzara, ma come? Ne avevo solo una percezione lontana, nonostante quasi mi sfiorasse non ero in grado di vederla. Improvvisamente il ronzio cessa, si era posata da qualche parte sul mio corpo ma non avevo la più pallida idea di dove fosse. Era troppo delicata, volatile ed impalpabile.Eppure proprio in quell’istante stava affilando il suo pungiglione pronto a trapassare la mia pelle e succhiare il mio sangue. In fondo faceva il suo sporco mestiere di zanzara ed io dovevo necessariamente schiacciarla.La mia mano si sposta lentamente verso l’interruttore, lei è ancora lì, la sento. Un lampo. Abbasso gli occhi sul mio corpo, quella notte indifeso come mai.Eccola, la vedo. Appena il tempo di sollevare il braccio e la zanzara riapre la sue ali, di nuovo quel ronzio. I miei movimenti erano troppo goffi e pesanti per contrastare tanta leggerezza.
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Accontentarsi fa male, bisogna imparare ad aevolvere il proprio pensiero verso una nuova dimensione di noi
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Bellissime opere alla vista!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Il senso della vitaJodorowsky dice che la vita non ha senso. La ricerca del senso della vita è una faccenda intellettuale. La vita è tutto fuor che intellettuale. La vita bisogna viverla.Io penso che la domanda sul senso della vita abbia anch’essa il suo posto importante nel vivere la vita. Per questo motivo non ci si deve sbarazzare così frettolosamente di una domanda che ha le radici nel più profondo di noi.
Si può cercare di capire il senso di questa domanda, che non si accontenta certo di una risposta concettuale.
Quella domanda vuole sentire (il “senso”) la presenza di qualcosa che rende la vita veramente vivibile. Vuole sentire che la vita è buona, che l’ama, che la nutre, la sostiene ed è pronta a sconfiggere tutte le sue paure. Qualcosa che è in grado d’infondere fiducia e slancio creativo, invitando alla creazione quotidiana dell’essere.
Poiché questa garanzia non è immediatamente presente, poiché si presenta di primo acchito come un’Assenza, ecco la domanda, che non è solo domanda di sapere, è domanda di avere, di ricevere, di sentire dentro. È Desiderio.
E allora questa domanda, alla fine, è un invito a cercare (non solo con l’intelletto) il Santo Graal.
Ed è questa ricerca stessa, la sfida che pone alla fiducia, il coraggio che richiede, lo slancio per certi versi folle cui si affida, che fa “sentire” il senso della vita.-
belle, veramente belle parole
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giasone007 ha aggiunto una reazione
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La buona morte
Zio Tonino, detto Tati,
vi dirò come morì.
Un mattino in mezzo ai prati
molto presto lui partì.
Con il sole all'orizzonte
una musica ascoltò:
gli fluiva nella mente ...
e con essa se ne andò.
Così quello che alla gente,
giustamente, fa temere
per lui, allor, senza far niente,
fu un momento di piacere.-
bellissime immagini!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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DA UN SOGNO VERO, CIRCA LE 17.00 DEL 30 AGOSTO 2019, DA QUALCHE PARTE IN LOMBARDIA.
Eri in una scuola Odessa, contemporaneamente adulta e bambina, ero lì anch'io e sentivo che dovevo avere cura di te, perché eri smarrita ma al tempo stesso geniale come gli autistici, eri orfana, senza più genitori. Ti proteggevo anche dagli altri, perché curiosi volevano il tuo genio; c'erano anche altre cose, ma al risveglio i ricordi si sono dissolti. Solo ora che leggendoti scrivi di sogni, io ti parlo del mio e di questa strana coincidenza, altrimenti avrei taciuto. Forse già oggi, al far della notte sarò di ritorno nella mia sopportata città. Il piano A è ormai abbandonato.
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Scozia :-)
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saporicalabresi ha aggiunto una reazione
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Per quanto riguarda il mio mondo immaginario cambia molto con i miei stati d'animo e non ha contorni definiti. Sono piuttosto volubile (non si era capito eh?) spazio dalla nera disperazione al più rosa degli entusiasmi. Se dovessi banalizzare un mondo ideale sarebbe sempre in viaggio, sempre esteticamente bello e molto musicale. Solitario... ma non troppo!
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Quote
La tua salomonica e materna risposta ha messo a tacere i cani che litigano. Se percepisci una forzatura se puoi comunicalo, perché spesso non ci si accorge di farla, per quanto si può stare attenti l'entusiasmo spesso ci rende inconsapevolmente invadenti e ricattatori. Intelligente e ironica affermazione la tua, una solitaria che sta bene in compagnia, sei troppo forte.
Grazie del tuo sogno "reale" che mi hai regalato, mi ha permesso di conoscerti un po' di più. Il tuo sogno è in qualche modo simile al mio, solo che non ho avuto il dono della musicalità, altrimenti la mia vita sarebbe stata diversa, probabilmente più felice. Se pubblichi avvisami! Il saluto lo evito altrimenti in questo momento sarebbe un....
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Oggi è il tempo in cui ognuno deve costruirsi i propri aquiloni per volare. E volare è necessario per alleggerire il peso del nostro cammino nel mondo. Se non hai il tuo aquilone è dura sopportare la vita.La letteratura si è spesa a lungo su “la fatica del vivere”. Sembra necessario stringere i denti e, al contempo, avere un aquilone che solleva l’animo. La mia vocazione è fabbricare aquiloni. Dopo l’uomo “mulo” che doveva sopportare il basto. E dopo l’uomo “leone” che ruggiva contro i limiti e lo sfruttamento, ora l’uomo “fanciullo” si domanda a cosa dire di sì. Per fare questo ha bisogno di leggerezza. E di aquiloni…
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- Sbagliato in pieno, se la foto l'hai scattata tu ovviamente il piede non è tuo, anche se magari rapita dalla scena ti sei amputata un piede per simbiosi. Comunque ti posso dire che jeans e scarpe sportive ti stanno molto bene; con gonnellina e scarpe da ballerina sei deliziosa ma forse troppo Alice.
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Peccato mi saresti piaciuta in stile psicopatico: nel quotidiano con jeans e maglietta, fresca, giovane, divertente, urbana. Ecco che poi in certi momenti, in giardini decadenti, in antiche ville abbandonate, fra viali dannunziani ti trasformi in Alice, un pò eterea, sognante e con risvolti misteriosi e un pò inquietanti in stile "Che fine ha fatto Baby Jeane" o " Viale del tramonto".
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Stampe esotiche
La narrazione sì, quella fa proprio per me. Non faccio che raccontare la mia storia, sono in mezzo a una storia che vivo nell’atto stesso di raccontarla. Io sono affezionata al mio io narrante al punto da non preoccuparmi per niente se non ricorda esattamente quello che è successo e travisa i fatti solo per mantenere la propria dignità. Soprattutto adoro il mio io narrante nel momento stesso in cui inventa il suo futuro. E questo lo fa ogni giorno. È la sua attività principale.Il mio presente è un io narrante che inventa il suo futuro. -
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A parte che a me le malinconiche piacciono, anzi ancor meglio se tormentate e veramente folli (spero che non mi dai del manico, è tutto scritto nella mia presentazione, che devo ammettere è anch'essa alquanto folle), nel tuo caso non ho mai dubitato che avessi anche un lato allegro/ironico e le tue foto parlano da sole (mi è rimasto il dubbio sulla forse burla nel caso del refuso). Ovviamente vedere il tuo lato allegro in ciò che scrivi lo trovo veramente delizioso. Insomma ti voglio alquanto schizofrenica: frignona, burlona, mattona, intellettualona, artisticona e.... lasciamo perdere .... battuta finale troppo scontata.
Ps di 10 minuti dopo: avevo fatto un copia incolla di questo testo e per sbaglio l'ho incollato nella risposta ad una offerta di ingaggio lavorativo. me ne sono accorto in tempo. Bastava un clik e poi una pala per sotterarmi da solo. Si sono pazzo e me ne vergogno.
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Oggi il caldo mi dà una sensazione di infinito, come se il calore del sole non dovesse finire mai. Il caldo blocca il tempo, lo fonde con la mente e vi si incollano gli attimi. Ogni sensazione rimane appiccata a se stessa in un vortice senza inizio, né fine.
Rischio di impazzire se penso che per una piccola inclinazione dell’asse terrestre si susseguono, una avanti all’altra per millenni, le stagioni, il caldo ed il freddo, la brina e la pioggia. Si susseguono, appunto, ogni giorno non è mai uguale a se stesso.
Nonostante ciò so che dimenticherò il caldo di oggi. Sarà una giornata d’estate come tante altre, una delle tante. L’infinito dei giorni si correla all’infinito calore del sole e l’uno annulla l’altro, generando dimenticanza e perdita.
Il canto delle cicale fuori mi riporta alla realtà: non c’è cosa più finita di una cicala. Un insetto che si sente ma non si vede ma che muore in poco tempo. Il canto delle cicale non è costituito da una sola cicala, non riesco a distinguerne una sola, sento un coro.
E allora torno all’infinito: una cicala muore, una nasce, un milione cantano e tutto si sussegue, come le stagioni, come il sole che sorge e tramonta.
Solo io e te siamo essere finiti con la coscienza di esserlo. L’universo non ha coscienza, la natura non ha coscienza, tutto procede senza coscienza, perché la coscienza porterebbe al caos ed alla pazzia.-
Dai Odessa, mi fai passare per un diffamatore da web e per il resto dopo tanti elogi ti posso fare anche qualche osservazione innocente. Inoltre quando si scherza è facile dire cose paradossali o non vere. Poi sai parlo di te perchè altri argomenti ti interessano poco, mentre se parlo di te sei incuriosita. È inevitabile poi qualche punzecchiatura. Dimmi tu invece se ci sono cose che ti piacciono che posso scriverti, altrimenti mi sembra di darti noia o fare pasticci.....Meno male che non mi sono azzardato a invitarti per un aperitivo, anche analcolico.
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Basta poco, anzi non bastaù
Aveva riempito gli armadi di cibi freschi e sani. Sulla veranda c’era una sedia a dondolo. Era ancora di nonna. Veniva in quella casa d’estate, da bambina. Quanto tempo era passato?Ora era il luogo giusto. Sarebbe stato un cambiamento profondo.
Quando il passato ti pesa sul cuore, concentrati sul presente – le diceva la nonna. È facile, qui e ora, trovare la gioia e la pace.
C’era tutto quel che serviva. Il cielo, il sentiero che si allontanava verso l’orizzonte e i quattro aceri di montagna.Le notizie, ogni giorno erano terribili. Il mondo degli umani era questo. Ma bisognava che la morte assassina non uccidesse anche la capacità di immettere gioia e pace nella vita.
Cercare nell’inferno ciò che inferno non è, coltivarlo, farlo durare, alimentarlo. Questo suggeriva il suo scrittore preferito.
C’era tutto quel che serviva. Il cielo, il sentiero che si allontanava verso l’orizzonte e i quattro aceri di montagna.-
pensieri così fragili e veritieri, bravissima
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Che bello. Non potevi che vivere in centro storico data la tua personalità. Anch'io cittadino anche se non esattamente centrista. Comunque la mia domanda e la tua disponibile risposta non sono state vane. Mi permettono di stilare un elenco di progetti, anche se ti sembrano strani non ti preoccupare.
Piano A (fattibile se non ci sono i soliti ostacoli): L'oggetto misterioso.
Piano B (possibile ma ad'da venì): La guardona.
Piano C (impossibile, ma non si sa mai): Un suggestivo cimitero
ps: si diceva che il personale è politico, per cui mi faccio gli affaracci tuoi e ti chiedo: perchè non dai una risposta a quel invito per un aperitivo; mi sembra che si è sempre comportato bene con te, merita una risposta, il silenzio è un pò gelido.
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Sono uno dei miei momenti deliranti, ma hanno sempre un significato che quando svelato crea un effetto sorpresa. Diciamo che è il mio mondo immaginario e idealizzato molto pronunciato, simile per certi versi al tuo. Spesso una prigione, molte volte fonte di intuizioni soprprendenti che hanno ricadute nel reale, in altri casi un rifugio consolatorio nel quale chi accetta di farsi rapire trova un riparo e divertimento rispetto ad una realtà fin troppo pesante. Comunque nella sintesi il nocciolo sono le forme e le azioni immaginarie, ma con ricadute nel reale, espresse e desiderate che ha il fatto di sapere dove abiti. Forse hai capito meno di prima, importante è abbandonarsi senza capire a queste suggestioni, perchè prima o poi qualcisa di buono ne esce. Inoltre è un mio modo per capire chi vuole giocare incuriosito e chi invece prende le distanze.
Quando e se questi momenti non ci saranno più sarò diventato adulto ma nello stesso tempo capirò di essere invecchiato.
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PsicocenaSerata lenta lenta. Ho mangiato un pomodoro geneticamente modificato enorme rosso rosso tagliato a fette con valeriana verde verde, pepe nero nero ed origano, il tutto accompagnato da Chianti rosso rosso a volontà e olio verde verde. Ma non un verde trasparente, un verde intenso e denso. Poi un pezzo di parmigiano giallo giallo, due noci ed una fetta di melone, di quello arancione arancione e succoso.
Mancava qualcosa al mio palato… apro la dispensa di casa mia e agguanto con inaudita violenza due quadretti di cioccolata con percentuale di cacao al 99% nera nera e amara amara. La lascio sciogliere in bocca come un’ostia. Lenta lenta.
Contemporaneamente metto sul gas la mia caffettiera da due riempita d’orzo marrone marrone, ricolma. L’orzo quando esce non ti avvisa prima, come il caffè, e allora per precauzione metto sul bricco della caffettiera un paraschizzi e aspetto, paziente. Poi lo vedo eiaculare in silenzio, virile, con tutta la sua potenza, la sua schiuma. Arriva all’orlo, chiudo il gas. E quando il cioccolato si è quasi sciolto in bocca bevo l’orzo… poi è il momento del giallo giallo. Un bicchiere di limoncello gelato fatto dalla mia cara vicina di casa, prima da sniffare, poi da bene a piccoli sorsi. Mi piace agguantare il bicchiere con le pareti appannate, umide e fredde, portarlo alla bocca, appoggiare le labbra e aspirare leggermente. E respiro.-
Si dice refuso? Tanto per parlare "studiato": "poi da bere a piccoli sorsi". Per te che ami la parola ( ma forse non il tuo pubblico, o forse il privato pubblico o il pubblico privato) penso che ci tieni a saperlo. Il mio lato parallelo comico dissacrante poi vorrebbe farti le battutte su "ammazza quanto maggni e bbevi", ma poi non so mai se riesco a strapparti un sorriso. Per il resto già lo sai quello che penso del tuo scrivere e comunque c'è chi è diventato cieco (non saprai mai gli innumerevoli sottintesi che ci sono).
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Gentile signora Sorsa Dabbene, fusa, che fa le fusa ma che non vede la refusa
uso l'ironia come una forma di comunicazione affettiva e per essere efficace bisogna esasperare. Lo so che hai mangiucchiato; bisogna dire che però quando ti feci la battuta sul cognac, mi risposi che tu non bevi, alla faccia del Chianti Chianti nero nero. Grazie della faccina sorridente, ti faccio una confidenza: anch'io ho bisogno ogni tanto di chi mi faccia un sorriso sincero come il tuo.
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A che serve andare in altalena? Sento un forte richiamo a impiegare il mio tempo in cose che non hanno a che fare con l’utilità, con un obiettivo, con l’esecuzione di un progetto. Avere l’agenda sgombra e il tempo tutto mio. Per fare quello che mi salta in testa, o lasciarmi sedurre dagli eventi casuali, degli incontri inaspettati. Lasciare che sia il cavallo a decidere il sentiero.
È certo una reazione, un tentativo di riscatto rispetto a ciò che vivere per un obiettivo mi ha fatto perdere del viaggio. Ovviamente adoro avere un’avventura, una direzione di marcia, un sogno da realizzare. E mi piace essere operosa e utile. Ma c’è una misura migliore che mi chiama, migliore di quella che ho mantenuto nel passato. E prima di morire voglio realizzarla. Voglio vivere i miei obiettivi dando molto più spazio a ciò che nutre il cuore e la mente e il corpo. -
E io voglio una sinfonia di colori per questo oggi.
Idee fredde, sideree, per non addormentarmi nel miele.
E un contatto con l'ignoto che non sia di semplici emozioni.
Fare, ecco tutto. E mente lucida.