• Donna
  • Verona (VR)
  • Ultima Visita

Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. Amore da bere

     

    Ogni volta che prendo un caffè non posso fare a meno di pensarti… qualcosa si rimescola e si scioglie dentro di me, proprio come lo zucchero che metto adesso: mezzo cucchiaio, lo so, non ti piacevano le cose sdolcinate, amavi i retrogusti amari di ogni situazione e soprattutto le cose vere, non edulcorate. Mettere lo zucchero nel tuo caffè era una cosa delicata, quasi da alchimista: spesso ero un po’ troppo distratta o soprappensiero e mettevo più zucchero del dovuto e tu allora mi guardavi con aria di rimprovero, come per dirmi…sei sempre la solita egoista, pensi solo a te, alle tue dosi ed alle tue esigenze, non cambierai mai.
     

    Ti penso bevendo orzo... l’orzo pare un succedaneo del caffè, riservato a chi non può bere per varie ragioni la caraibica e scura bevanda. Nulla di più sbagliato! Sono due cose diverse: l’orzo è riservato ad ore particolari, è una bevanda serale, silenziosa, notturna, intimista e invernale, da bere prendendo la tazza con due mani – proprio come tante volte ho preso il tuo mento - ed accostarla alla bocca lentamente, senza fretta, con lo sguardo perso fuori dalla finestra dai vetri appannati mentre scende una pioggia leggera e fredda. Tu non hai mai bevuto orzo in vita tua e mi prendevi in giro per questo mio gusto un po’ retrò, ma spesso sono proprio i contrasti a generare ricordi.
     

    Nelle nostre cene il vino non è mai mancato. Rigorosamente rosso. Il bianco ti dava disturbi allo stomaco, almeno così dicevi. Così insieme a te mi sono abituata pure io. E anche adesso continuo a bere vino rosso, pesce o carne che sia. Solo rosso, nonostante io tolleri anche il bianco, a tal punto che adesso non mi piace più o forse credo che non mi piaccia. Chissà. Di solito una bottiglia da 0,75 si svuotava in fretta. E le nostre cene approssimative acquistavano un’altra luce, sembravano preparate da grandi chef. No, non potrei mai stare con un astemio.

    Io non ho mai amato particolarmente la Coca Cola, per questioni sia ideologiche che organolettiche. Ricordo i nostri pomeriggi girovaghi navigando a vista, senza programmi o mete precise – cosa che tu detestavi. E puntualmente incrociando un bar qualsiasi la tua frase tipo era… voglio una Coca Cola, io cercavo di dissuaderti dalle tue intenzioni con ogni mezzo possibile ma sapevo che era vano. Così cedevo. Spesso aggiungevamo un pezzo di pizza al taglio per distogliere i nostri stomaci dal pranzo saltato, nonostante la tarda ed abbondante colazione. Una lattina, due cannucce. Poi pian piano ci prendevo gusto e tu reclamavi la tua parte. Io sorridevo guardandoti mangiare e aspirare fino all’ultima bollicina il fondo della lattina. E ancora adesso quel – glurr, glurr - rumore, per molti molesto e contrario ad ogni bon ton, mi riporta a te.
     

    Bevo l’acqua… l’acqua non riesco ad associarla direttamente a te, non che tu non sia stato trasparente. Certo il caffè, l’orzo, il vino e la Coca Cola sono bevande superflue, l’acqua invece è fondamentale per vivere, siamo praticamente fatti di acqua e io e te avremmo dovuto considerarci necessari proprio come l’acqua. Forse lo siamo stati e non ce ne siamo resi conto, proprio come l’acqua, di cui sentiamo l’esigenza solo durante periodi di siccità, quando la terra si schianta ed il sole punta dritto sulle nostre fronti accaldate. Ed ogni storia compie un ciclo, proprio come l’acqua, piove dall’alto, inaspettatamente, magari quando il cielo è scuro, poi tende verso il basso nelle profonde viscere della terra, si sposta seguendo le leggi della gravità, infine cambia di stato e torna su. Chissà dove.
     

    E adesso ho solo bisogno di pioggia.
     

    Vestitogiallo2.jpg

    1. altomororicco

      altomororicco

      una foto che toglie il fiato! stupenda!

  2. Sotto l’acqua ben nascosto 


    c’era un mostro grosso e tosto.


    Io pescavo dalla barca 


    pesci piccoli e una scarpa. 


    Il mio amico Ferdinando 


    pesca sol di quando in quando. 


    Poi un’ondata dispettosa 


    ci sconquassa senza posa. 


    Noi caschiamo dentro il mare, 


    chi mai ci potrà salvare? 


    Ma pietoso il bel pescione 


    ci trasporta sul groppone. 


    Noi arriviamo al bagnasciuga 


    e scopriamo ch’è un’acciuga.

     

     

    IMG_3415.jpeg

     

     

     

    IMG_8299.JPG

     

     

     

     
    1. maurigoli

      maurigoli

      buongiorno e buon inizio settimana

      42199604_1815546281896898_5966186813730062336_n.jpg

  3. -Non pensi che la qualità delle cose stia scadendo con l’uso di questi nuovi strumenti digitali?
    Tutti credono di poter fare foto, video, testi…

    -Ogni volta che c’è stata innovazione questo è avvenuto, poi la gente diventa più brava.
    Il grande vantaggio è che in questo modo…
    Possono prendere parola anche gli invisibili.
     

    IMG_7230+copia.JPG

    IMG_7467.JPG

    1. nuncepenza6

      nuncepenza6

      potresti essere madre natura!

  4. Amare qualcuno per i propri difetti. Amare ed innamorarsi dei difetti dell'oggetto del nostro amore. Oltre ogni cognizione razionale. Non capirci nulla eppure amare. Quando non ci capiamo nulla è sempre un buon segno. Invece noi capiamo tutto e non amiamo.

     

    20181110_033504_321.JPG.dc20e42c293258411631800b524479b8.JPG

    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      la razionalità...

  5. Diego, tu dici “la vorace ricerca di non so che” e mi sembra un’espressione felice. Voglio dire calzante. Perché il nome di ciò che cerchiamo, oggi non è più tanto facile dirlo e darlo.


    Tutto è diventato così fluido che non sappiamo decidere una volta per tutte se sia una liberazione o sia uno smarrimento.

     

     
     

    IMG_8883.JPG
    1. vincent29264

      vincent29264

      si smarrisce sempre qualcosa strada facendo

  6. Avevo un po’ di compassione per me. E volevo bene a quasi tutto il mio prossimo.
    Mi sembrava che non riuscissi a mettere molto lievito nella pasta delle mie giornate. Era una sorta di attesa. Un capitolo in cui non succede quel colpo di scena che ti fa sentire sulla cresta dell’onda.
    Ma faceva parte della mia storia. La quale andava avanti.
    La mia pazienza sembrava giustificata.
    Ci scommettevo.
    Stavo sperando, al posto di disperare.

     

     

     

    IMG_3165.JPG
    1. vitto071

      vitto071

      splendida :) 

  7.  

  8. Mi piaceva andare, percorrere ogni giorno una tappa del viaggio. Sapendo che c’era una meta, o forse solo una direzione di marcia. E mi piaceva pensare che ogni giorno avrebbe avuto le sue scoperte, le sue avventure. E che per prendere ogni volta le mie decisioni mi sarei affidato a una bussola interna. Mi sarei fermato ogni giorno il tempo necessario per diventare più consapevole di ciò che facevo ed avveniva. E avrei voluto lasciare una traccia del mio passaggio.

    F7198C7F-11F7-4A63-A3F1-60CA59612F28.jpeg

    94470B8A-58F9-4D46-B6E6-3FCBE93B4746.jpeg

    0176867C-A008-4EA9-92A3-7937328D3C4D.jpeg

    17FA6E83-D537-4B18-BD09-A17D5B13BDB6.jpeg

    6911D6A6-6E52-479E-9E6E-195396B79DB8.jpeg

    2E2C29F9-D6CF-4928-97B1-9EEBE6DBBA52.jpeg

    1. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      bellissima l'arizona!! quando torni?

  9. E lei portava dentro l’animo quelle intense emozioni di bellezza, abbondanza, lussureggiante esplosione di energie, che si esprimevano nei suoi gesti ordinari, quotidiani e che consentivano ai suoi sogni più profondi e più grandi di muoversi liberamente tra le mura di casa e negli ambienti in cui operava.
    Era convinta che la vita trovasse la sua espressione significativa nella gioia e che la gioia fosse a portata di mano, e che tutto - anche le sfide e le tristezze - contenesse mille sentieri per condurre alla gioia, o piuttosto mille porte e finestra da cui la gioia potesse entrare.
    Le domande che le facevano compagnia in ogni momento si riferivano al come trovare nuove idee e nuove vie per espandere la  propria capacità di sentire, di intendere e di trovare. E il gioco della creatività non smetteva un attimo di sorprenderla.
    La sua esistenza era un’avventura succulenta. Gratitudine e gioia erano lo stesso sentimento.

     

    AVvXsEiv3TJfyUYZgnKFye5q460r_SC9kfztppM3ZxP-CAKVrfTDMdE7EtTsVe6YwB0o2OcVi8cshUXA7_KNic0YnB_hmg9qXbkgvrFtmpelJx4VJ9uXSivxQYMf8JjN5uybw9KZAlZn3b_0ku_mz6kUy12ltAyGyQpRuMJKCZEAiDor-iJ6SrRQN_EOPEjsFA=w480-h640


     

    1. martymartina1

      martymartina1

      Nel blu' dipinto di blu'  :)

  10. Ci sono cose che capisci in un attimo e che ti fanno sentire viva.
Quando quello che fai diventa un cammino in continua espansione di ciò che per te significa dedizione, espressione, e curiosità. La vera espressione di chi sei di chi diventerai che nel profondo costituisce anche il modo per dare il tuo amore al mondo.

     

    IMG_6976.JPG
    1. sweetlovelylips

      sweetlovelylips

      Bellissima foto e vestito stupendo!xD

  11. Come vorresti essere un compositore! E dire con le note questa grandezza che ti occupa il cuore e ti spinge fino ai confini e li vuole oltrepassare. Come vorresti, almeno, scrivere, e tracciare con parole sulla carta la strada che ti congiunge con questa dimensione altra, ma che è tua. “Altra” perché paure e preoccupazioni t’impediscono di lasciare che i tuoi sentimenti si espandano come gas volatile nella camera vuota. Ma “tua” perché è lì che la vita ti porta a casa.

     

    IMG_7835.JPG
    1. vincent29264

      vincent29264

      Eppure, Casa, dovrebbe significare pace, serenità, sicurezza, quel luogo dove ansie e paure svaniscono come nebbia al sole. Un luogo accogliente dove ogni incertezza, insicurezza svanisce, perché Casa è quel luogo che significa amare ed essere amati.

      Una felice settimana a voi.

  12. Adesso ne sparo una che non mi renderà certo popolare tra gli innamorati.

    
Prima però voglio dare il giusto tributo – sincero – all’innamoramento.

    Forse qualcuno potrà dire che il culmine della sua esperienza è stato il raggiungimento di un obiettivo economico. Lo so che non si tratta tanto dei soldi, quanto della sfida e dell’impegno. È l’eccitazione dell’avventura che riesce. Il tripudio di aver raggiunto un proprio obiettivo.
Ma la maggior parte delle persone che conosco – e io con loro – hanno provato il culmine dell’esperienza del vivere quando sono stati innamorati e ricambiati.


    A fronte di questa esperienza tutte le cose belle della vita sono acquerelli.

    Il sogno di un amore vero e grande abita i nostri cuori. 
Anche quando il realismo ci fa concludere che non è più l’epoca, la stagione, anche allora resta nel cuore come l’eco di un richiamo fortissimo, ideale.

    Se domando a molte persone – soprattutto donne – qual è il loro sogno, mi rispondono: l’amore. Un vero amore. Un grande amore.
Incontrare l’uomo o la donna della propria vita disegna un quadro che rappresenta per molti il massimo.

    Ed ecco la doccia fredda.


    Io sono arrivata alla conclusione che la propria Leggenda Personale non può essere definita come l’incontro con un partner d’amore. 
Non che questo sia poco. Anzi, è moltissimo.
 Ma la propria Leggenda Personale ci mette in contatto con una dimensione diversa. Una dimensione che travalica di molto anche la più bella storia d’amore che possiamo desiderare.

    La propria Leggenda Personale concerne il dono che abbiamo ricevuto e il dono che abbiamo da dare alla vita.
 Non è rinchiusa nei confini della dedizione che possiamo offrire alla persona unica che amiamo.
 È una dedizione che sfonda ogni confine.
 Che ti fa sentire figlio dell’universo e libero da ogni contratto, impegno, patto, e passione.

    Puoi abbandonare padre e madre, marito, moglie e figli per seguire la tua chiamata personale.
 E anche l’amore più appassionato può apparire una piccola isola nel tuo viaggio.

    Perciò io dico a me stessa e a te: ama, ama appassionatamente, ed esulta se sei ricambiato. Ma non lasciare che questo grande amore diventi oppio della tua coscienza.
 Nella tua Leggenda Personale c’è una grandezza che va oltre.
 E non ti sentirai appagato se la definisci soltanto come l’incontro del tuo grande amore.

    La tua Leggenda Personale ha finestre e porte spalancate.
 Non ti lascia stare tranquillo sulla sedia della tua cucina, come nel letto della tua passione.

     

    IMG_9997.JPG
  13. Ho letto il racconto "L'avventura di due sposi" di Italo Calvino.
    Sembra che apra una speranza nella coppia, nonostante tutto.
    Ma è una speranza tiepida e triste, quasi rassegnata, una speranza in bianco e nero, senza colori.
    Descrive così bene il paradosso della quotidianità: la vicinanza reiterata ogni giorno che inesorabilmente implica un allontanamento tra uomo e donna.
    Al primo è riservata la notte ed alla seconda il giorno e la condivisione è occupata dalle incombenze spicciole.
    Solo il tepore del letto ci lascia pensare ad un varco... chissà.

     

     

     

    IMG_5833.JPG

  14. Quella che chiamo “ispirazione” ha a che fare con il soffio del vento, con il fruscio fugace del pensiero. Non è alla creatività delle invenzioni tecnologiche che penso in questo momento, ma al profumo del caffè, al sorriso nello sguardo, al dono di vedere lo spazio e il tempo che ci è dato da vivere come un regalo e un’occasione. Alla bellezza di sentire il risveglio del corpo dal torpore notturno e di ritrovare nelle pupille lo scoppiettio ragazzino dei propri sogni.

    IMG_0804.JPG

    1. andreas-012

      andreas-012

      Il soffione rappresenta la metafora della vita: per fiorire bisogna intraprendere un lungo viaggio.

       

       

  15. Stamani è un po’ così. Ma il viaggio comincia nella testa. 
    E ormai tutti sappiamo che il viaggio vero trasforma dentro le persone man mano che procedono tra fatti ed eventi. Ed è questo che sogno davvero, guardando dalla riva le vele piene di vento che solcano il mare.

    DSC_0175.JPG

    DSC_0110.JPG

    DSC_0155.JPG

    DSC_0197.JPG

    DSC_0215.JPG

    1. lullabyblue0

      lullabyblue0

      Veramente stupende le foto, complimenti 

  16. Un pittore cerca di copiare la natura, poi scopre che non ce la fa a fare le cose proprio uguali... e diventa se stesso!

     

     

    IMG_3365.JPG
    1. diegodelavega0

      diegodelavega0

      infatti è difficile copiare la perfezione . :) 

  17. Rintocchi di campane. Mattina presto. Una mattinata d’incanto. Sole caldo, aria fresca. Come mi piace. E camminata lenta, in mezzo ai campi.
    Ho incontrato un fotografo amatoriale. Mi ha parlato di nidi di airone. E gli si accendevano gli occhi nel farlo.
    Vorrei esserti di sostegno, quando incappi nella pesantezza dell’essere. Perché anch’io ho bisogno di sostegno. Ho bisogno di un colpo di coda della vita. Un soffio del vento, un battito d’ali, il sorriso di un amico. Perché viene per tutti, ripetutamente, il momento in cui sembra che tutto sia inutile.
    Allora io cammino, al sole, all’aria fresca. Penso solo ai movimenti del corpo. E mi accorgo che già essere al mondo è una gran cosa. Che guardare e vedere è una gran cosa.
Ma, subito dopo, una voce dentro mi dice che non basta. Che non me la devo raccontare. Grata, sì. Tutto quello che sono e che ho è miracolo. Ma non me la devo raccontare: non basta!
    E allora faccio sogni agitati. In cui litigo con qualcuno. E mi sveglio con la voglia di sfidare il destino e di mandare a quel paese un sacco di cose. E anche gente.
    Delle volte non mi ricordo più dove sto andando. E mi ritrovo frastornata. E mi vengono in mente solo gli errori e le colpe. E allora mi scuoto e ricomincio daccapo. A ridare un nome alle cose che voglio. 

     

    IMG_2186.JPG
  18. Ma, all’inizio, c’era del dolore. Un dolore forte e lancinante.
 Succedeva quando l’uomo o la donna che avevamo amato ci lasciava. Senza peraltro capire perché.
C’era dolore dell’anima. Forte, lancinante. Come quando la società e il mercato sembravano dirci: non c’è spazio per questo. E noi avevamo in cuore desideri e sogni che sembravano la vita.

    C’era dolore. E il dolore stesso ci spingeva a uscire, a salire qualche gradino della scala. Se non volevi morire, finire schiacciato sotto un peso insopportabile.

    Il dolore è dolore, non c’è santi…
Il dolore del corpo assorbe le forze, il dolore dell’anima esaurisce le energie della vitalità: la fiducia, la speranza, la gioia di vivere. Entrambi possono uccidere.

    Ma il dolore è anche una reazione vitale e mette in moto le risorse estreme, quelle fondamentali. E superare la prova del dolore rende più forti, più coraggiosi, alla fine, più umani.

    Il dolore diventò nostro amico. Come le nostre imperfezioni.
Avevamo coltivato sogni, li avevamo coltivati con cura. Avevamo immaginato scenari in cui i nostri sogni avrebbero danzato. C’era il dolore. Il dolore di constatare che le cose non stavano in quel modo.

    Noi diventammo esperti del dolore. Del dolore dell’anima.
Il dolore c’insegnò la via della vita.
    Smettemmo di pensarci in continuazione, non appena recuperavamo un po’ di fiato. Ci affidammo a una provvidenza misteriosa, che ci offriva intelligenza sulla nostra vita. Fummo capaci di ammettere ciò che sapevamo da tempo ma che non riuscivamo a confessare: che, così, non eravamo felici. E che dunque la felicità la dovevamo cercare altrove.
 E quando uscivamo da quei territori oscuri, da quei viaggi nell’oltretomba, e quando riuscivamo a intravedere i nuovi orizzonti nel territorio aperto, allora finivamo perfino per benedire il dolore che ci aveva visitato. E cominciava la vita. Un’altra volta.

    Magda era stata lasciata. L’amore della sua vita sembrava perduto. Si era allontanato, perché? Si sentiva deprivata dei suoi sogni, risucchiata da una sorta di mulinello che la portava a fondo. Tentò di resistere, di contrastare la spinta, di lottare contro la corrente. Non voleva provare quei sentimenti dolorosi. No, non voleva sentire. Poi si rassegnò. Accettò di patire. E si lasciò attraversare dall’ondata amara. Passò un tempo senza data. E non morì. Si ritrovò ancora viva, alla fine della pena.

    Non era morta. E ora che se ne rendeva conto, gli orizzonti della vita erano nuovi. Il richiamo del desiderio era fresco e genuino. Il suo cuore si era allargato. E poteva fare, con maggiore libertà, quello che voleva.

    Il dolore non l’aveva resa cinica. Al contrario, era stata come lavata da incrostazioni illusorie, e si ritrovava fresca e più giovane ad ascoltare il richiamo di quella prospettiva straordinaria che aveva a portata di mano. 

    Lo so. Certe cose si possono dire solo dopo.
 Prima appaiono prive di senso.
A meno che tu non abbia una persona in cui credere. Qualcuno che tu supponi le abbia vissute.
Allora le sue parole incontreranno una corda dentro di te che vibra come se sapesse in negativo – curiosamente, una sorta di sapere anche nell’ignoranza. 

     

     

     

     

     

    IMG_8013.JPG
    1. vincent29264

      vincent29264

      Si, è proprio vero, quello che non ti uccide finisce per renderti più forte. 

      Avvolte, però, quella stessa forza che ti permette di andare avanti più speditamente, finisce per renderti più solitario del normale, quegli anticorpi che ti hanno reso immune a certe sofferenze finiscono per accecarti al mondo che ti circonda; è il prezzo che paghi per impedire di venir ferito un altra volta dalla stessa sofferenza.

  19. La Terra è bella, ma vista da lontano – dallo spazio o dalla distanza dell’immaginazione. Da vicino è sporca, una discarica a diffusione illimitata. Una terra che chiede urlando di essere ripulita. È la voce stessa dalla nostra natura, del nostro corpo, a veicolare questo appello.
    Una terra inquinata che è semplicemente lo specchio del nostro modo di vivere. Perfino della nostra mente. Certo dei nostri stati emotivi.

    IMG_6640.JPG

    1. fabulousme

      fabulousme

      La Terra è in fin di vita e la sua malattia è l'uomo :(

  20. Ti vengo a cercare

    Naturalmente la canzone di Battiato.

    
Non si tratta di nostalgia di un tempo passato.


    Io amo il mio tempo, sono felice di essere nata n questa epoca.

    Sono entusiasta dei nuovi mezzi tecnologici che amplificano i nostri poteri di fare, di creare, di esprimersi, di comunicare. 


    Lo so che dipende dal modo in cui li usiamo. Poiché m’interessa la qualità della mia vita ho cercato e cerco ancora di imparare a usarli bene. Voglio dire con saggezza. Sul campo. 


    So che questa nuova tecnologia sta scombussolando il nostro modo di vivere, di pensare, di essere a livello planetario. Ma il cambiamento non deve necessariamente portare a una catastrofe. In passato i cambiamenti introdotti dalle nuove tecnologie hanno fatto fare un salto in avanti nella conoscenza, nella cultura, nelle istituzioni sociali e politiche. L’esito dipende da noi, ma la spinta insita nel lungo periodo della storia è verso il meglio. 

    Io, nel mio piccolo, lavoro in questa direzione e sono tutt’altro che sola.

     
     
    IMG_7069.JPG
  21. Penso: volare? Volare è respirare la vita. Il respiro di grande portata apre alla vita i pori del mio corpo. Le idee si allargano. I movimenti diventano più cadenzati, più lenti, forse. Ma molto più intensi. 

    Mi vedo stupida alla scrivania – ora che conosco il pensiero all’aperto.
     

    Amare è annaffiare nel bosco, ancora morto, i fiori della primavera.

     

    IMG_9464.JPG
    1. vitto071

      vitto071

      In tutte le cose della natura c'è qualcosa di meraviglioso 

  22. Le parole dell’interiorità hanno fatto una grande presa. Si sono allargate a macchia d’olio, assorbite dalle anime come l’olio dal panno carta. Le parole dell’interiorità hanno colmato una grande sete. Plurisecolare, credo.


    Ma ora sembra che il discorso si ripeta, che la ruota giri su se stessa.


    C’è un orizzonte in uscita? L’interiorità non è sufficiente a cambiare il mondo.
     

     

     

    IMG_5588.JPG
  23. Ho bisogno di stare all’ombra degli alberi per sentire, per connettermi con la sorgente. 

    Per una ecologia della mente, del pensare, del progettare.

     

     

    589719c7-3c63-49dd-8cf1-d71e99a9e42c.JPG
  24. I colori, l’energia, la salute, i sogni, le gambe, la danza, la musica, l’apertura, l’aperto, il cielo, l’aria fresca, camminare. Il lato gioia dell’esistenza.

    Per nutrirsi, rafforzarsi, rigenerarsi e affrontare le sfide, i compiti, seguire i desideri, inventarsi il proprio itinerario.
     
    IMG_4909.JPG

     
     
     
    IMG_5022.JPG
    1. ok1803

      ok1803

      bellissima foto :) 

  25. E mi scopro ogni mattina così dispersiva!…
    Le troppe cose, ognuna che tira dalla sua parte.
    Nell’insieme...una sorta di smarrimento…

    E sembra giustificata la domanda che affiora: dove sto andando? Dove voglio andare?

    Una vecchia domanda!

    Insomma: bisogna decidere, cioè tagliare via i molti richiami e scegliere la direzione. Disciplinare le risorse, raccogliere in un disegno unitario, ben orientato, la folla delle spinte… Focalizzarmi su l’obiettivo.

    Ma quale?

    Se tento di rispondere, ritornano in tanti nel mio cervello a chiedere precedenza: premono verso l’uscita come contro uno stretto collo di bottiglia…

    Imbarazzo!

    Allora concludo che ciò che desidero davvero sarebbe non dover decidere, poter seguire la corrente, lasciarmi portare… vedere e gustare mentre le cose accadono, semplicemente essere, volendo quello che avviene e lasciandomi andare. Nessuna pressione a fare, a ordinare, a focalizzare.

    Libertà come non aver niente da fare!


    È un pensiero che resetta la mente e allarga il respiro. Un ampio spazio di “niente da fare” dove poter fare tutto quello che viene voglia di fare, dove essere esattamente quello che sono!

    E se immagino di avere questo grande spazio di libertà, immediatamente ritorna la domanda: e allora, cosa faccio? Dove voglio andare?

    Curioso! 

     

    AVvXsEjtMdPqLgKIVBhFlhcKvewPZHtAjljHq7BsmEnZiRoNf8iCIpdOdtjAvJ5LCJYDGlIrxogxK7BpPDTXaRN-58tZUJr_-wDbZSH18wAn1Gjm3MkIi5a5nIzQamu0HhkWS8az9jrz4HRHVxB5orTwFwM-pN-4cTNj8F9RaEt0lFALQRA8MqT0YI2VE_vIRA=w480-h640

     

     
    1. elisa2807

      elisa2807

      Bellissime , le ultime foglie d'autunno!

      Foglie d'autunno - Ponza Racconta