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Risposte agli aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. odessa cara!! che piani hai per l'ultimo dell'anno?

  2. Ti ho cercato nel bosco degli alberi spogli. 
Sognavo la tua fioritura.

     

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  3. Bisogno di uscire dal chiuso. Ritrovare i grandi spazi dell’aperto. Una parte alta dell’anima si nutre di orizzonti larghi e grandi. 
    I sogni non stanno bene al chiuso. Ammuffiscono negli spazi angusti. 
    C’è una casa più grande dove abitare. Dove respirare a pieni polmoni il vento creativo della Vita.

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  4. pronte per il weekend!!

  5. Ti ho cercato nel bosco degli alberi spogli. 
Sognavo la tua fioritura.

     

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  6. Ciao Odessa! Ma che fotocamera utilizzi per le tue foto? Sono meravigliose!

  7. Un vuoto che sa

     

    Piove nebbioso, qui, sul sentiero.
    Ho riassettato sobriamente la mia casa vascello. Qui, nella nebbia, mi sto domandando cosa farò da grande… 


    Sto cercando di dare contorni visibili, dentro la mia coscienza, a quella vita splendida e meravigliosa cui aspiro. 

Mi sorprende che un sogno di cui ancora non conosco i dettagli concreti possa attrarre così potentemente le mie energie. 
Non è, infatti, come aver visto qualcosa di molto bello e desiderarlo. 
Ciò che “voglio” non è ancora perfettamente visibile. 
Come se il desiderio conoscesse senza conoscere. Per così dire: in negativo. 
Come un’impronta nella creta “conosce” il corpo che la colmerebbe. 

Esiste, dunque, un vuoto che sa. 
Un’assenza che urge più di una presenza. 


    Ecco, qui, sul sentiero, scrutando tra i piovaschi nebbiosi, sono in compagnia di questo vuoto e di questa assenza. 
    Col cuore caldo. 
     

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  8. Ciao Odessa! come stai? tutto ok?

  9. molto bella complimenti…..bello lo sguardo…..saluti e baci da camillo

  10. Un vuoto che sa

     

    Piove nebbioso, qui, sul sentiero.
    Ho riassettato sobriamente la mia casa vascello. Qui, nella nebbia, mi sto domandando cosa farò da grande… 


    Sto cercando di dare contorni visibili, dentro la mia coscienza, a quella vita splendida e meravigliosa cui aspiro. 

Mi sorprende che un sogno di cui ancora non conosco i dettagli concreti possa attrarre così potentemente le mie energie. 
Non è, infatti, come aver visto qualcosa di molto bello e desiderarlo. 
Ciò che “voglio” non è ancora perfettamente visibile. 
Come se il desiderio conoscesse senza conoscere. Per così dire: in negativo. 
Come un’impronta nella creta “conosce” il corpo che la colmerebbe. 

Esiste, dunque, un vuoto che sa. 
Un’assenza che urge più di una presenza. 


    Ecco, qui, sul sentiero, scrutando tra i piovaschi nebbiosi, sono in compagnia di questo vuoto e di questa assenza. 
    Col cuore caldo. 
     

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  11. La stessa complessità del mondo è il suo fascino.
    Nel mondo ci si muove in una miriade di stimoli, un brulicante formicaio.
    Ci si può passare danzando.
    Ci si può attrezzare per farlo.
    Come le ballerine del Bolshoi.
    Noi vogliamo smettere l’adipe per danzare il mondo.
    Per questo corriamo e andiamo in palestra.
    E lo facciamo anche col cervello.
    Per danzare la vita come le ballerine del Bolshoi
    E i pensieri saltellano leggeri, agili e ritmati.
    Cerchiamo nuvole per cibo e scarichiamo il piombo dalle tasche.
    Come le ballerine del Bolshoi. 

     

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  12. Ciao ODessa, ti dedico questa traccia

     

  13. Passaggio

     

    A volte cambia – e sembra perfino che lo faccia senza preavviso e arbitrariamente – tutta l’atmosfera emotiva della situazione. E dove ti sentivi abbastanza a casa ora ti ritrovi smarrita. Il tuo “io” sembra diluirsi come sale in una soluzione troppo acquosa e i pensieri si sfrangiano in tanti frammenti senza trama. E se ti sforzi di mettere a fuoco certe domande, senti una pesantezza ovattata che ti smorza lo sguardo.

    E allora vaghi, attendi, ti distrai, sonnecchi. Poi, un giorno, mentre cammini tra le foglie secche avverti che si annuncia un ritorno a se stessi. Si annuncia nel corpo, come sempre. Come fa la primavera. E il messaggio raggiunge subito la mente. Il messaggio avverte che le energie stanno per ritornare e che dovrai cambiare alcune cose, perché il vecchio modo è finito.

    E ti ritrovi pronta, anche se non sai ancora cosa o come. E senti una cosa bellissima, che è come il nucleo caldo di una speranza giovane che allarga le braccia. 
    Senti che sei un “sì”. 
     

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  14. La poesia è quando, quale che sia la realtà, ne spunta fuori un'altra da uno slancio di cuore, così luminosa che anche la prima dimentica il grigio.

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  15. Questa location la vedo benissimo per una delle tue foto in mezzo alla natura. Cosa dici? :)

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  16. Ciao Grande Odessa! come stai??

  17. Amore caro, questa mia lettera la scrivo su carta e la invio per posta ordinaria.
    Voglio che il viaggio per arrivare ai tuoi occhi sia, per lei, lungo e difficile, sporco della polvere di strada che attraversata sarà e zuppo delle umidità delle notti nostre che, sebbene sfinite, ascoltarci dovranno.
    Le mani mie sapienti piegano il supporto di me con la cura che tu meriti e lo pongono nella busta: che è bianca, bianca e basta, perché importa non il bianco o il colore ma l’intensità dell’uno o dell’altro.
    E queste carezze appassionate delle mie dita sul foglio, e i sorrisi gentili come lacrime calde di sonno sognante, faranno risplendere il bianco di rosso. Così, il verde scuro delle tue colline d’autunno s’infiammerà: e svanirà persino la nebbia, se mai dovesse arrivare per prima, prima di me.
    Questa mia lettera non volerà leggera, lo so. Greve di desiderio, busserà alla tua porta.
     

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  18. dato che viaggi moltissimo, che consigli daresti a chi vuole affrontare per la prima volta un viaggio in solitaria? 

  19. Questa location la vedo benissimo per una delle tue foto in mezzo alla natura. Cosa dici? :)

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  20. Non mi trovo affatto a disagio in questa società “liquida”, in cui tutto scorre, in cui il carattere effimero delle esperienze sostituisce la durata e la durezza. Mi sembra che riveli meglio la natura della vita e l’Io ha cessato di soffrire la perdita e l’abbandono. E ha appreso il piacere della meraviglia. Tutto si fa viaggio, avventura. E apprendo ad andare al mio ritmo per vedere e sentire meglio, più a fondo. Il nemico è la fretta, non la varietà e il mutamento. E qui la vita stessa si fa arte, gioco creativo con il caso. Progettare, architettare, da un lato, e accogliere, adattarsi, dall’altro, diventano ingredienti dello stesso impasto dinamico. Che aspira a creare il bello. La Bellezza che salva il mondo, come si dice. Si aspira ad imitare la Natura, la cui creatività torna ad essere apprezzata e ricercata. Ma lo si fa creativamente, continuandola nello spazio della cultura. Come il bravo ortolano, il contadino che coltivando si coltiva.

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  21. Sotto un cielo incerto, nella campagna, lungo il canale. Le piante stanno dando di testa con i gialli tirati fuori dagli armadi per il cambio di stagione. 
    E i rossi impertinenti, con l’aria di chi la sa lunga.

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  22. Ciao odessa, cara! come stai?

  23. Penso alle tue labbra. 
    Alle mie mani affondate tra i tuoi capelli, dietro la nuca. 
    Ti sento nella pancia. Voglio la tua pancia. Adesso di più. 
    Come scossa elettrica che scende. 
    Voglio baciarti senza parlarti. Neppure una parola parlata, come stiamo facendo adesso. 
    Solo il calore delle tua lingua dentro di me. Calore che si rimescola e si scuote dal torpore.
    Respiro. 
    Corto circuito del desiderio.
     

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  24. Ciao Odessa! Complimenti per quello che scrivi. Sei davvero brava! 

  25. L'amore sui tetti

     

    Eleonora vuol fare l’amore sui tetti.

    Dice che un giorno, mentre percorreva l’autostrada in direzione di Tortona – e durante il tragitto il suo sguardo e i suoi pensieri si erano persi tra le risaie che costeggiavano la strada – era rimasta folgorata dall’idea che l’amore non è un sentimento o un atto mio o tuo, o di qualche persona in particolare, ma che il Soggetto dell’amore e il suo Campo d’Azione Appropriato è l’universo intero e che i “nostri” amori non sono altro che scintille di quell’amore. E che il portato di quest’Amore Cosmico non è altro che l’abbandono a questo immenso e molteplice procreare: è un abbandono alla Gioiosa, Appassionata, Creazione Continua.

    Da quel giorno non riusciva più a fare l’amore nel suo letto, nel chiuso della sua camera. Aveva bisogno di vedere il cielo, e di guardare il mondo dall’alto e di sentirsi parte del Tutto. 

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