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Risposte agli aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920
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È possibile che quello che avviene con un’altra persona non sia che il parallelo di quello che avviene con me stessa. Come se a me stessa io stessa non appaia del tutto. Come se ci fosse un sottofondo di me stesso anche per me. Qualcosa che sono interessato a scoprire, o con cui desidero stabilire una certa intimità.
Credo che tutto l’interesse psicologico degli scrittori per i loro personaggi si nutra della stessa passione. Il bisogno di scendere sotto la superficie per accedere a una realtà più profonda e in un certo senso misteriosa. E per questo più interessante di ciò che appare a prima vista.
Anche nell’innamoramento vedo agire una logia analoga: è la persona che non ci è del tutto nota, che ha un mistero per noi e che si sottrae alla presa, quella che più ci attrae. E sembra che quando una persona diventa priva di mistero per noi non eserciti più quel fascino che ci ha fatto desiderare la sua vicinanza.
E, infine, trovo che la stessa cosa succede con la vita in generale. Il paese che crediamo di conoscere completamente ci viene a noia, le persone che ormai conosciamo da anni non c’interessano più e spesso diventano insopportabili, le esperienze che sono diventate routine non hanno più gusto, e via discorrendo.
Sembra davvero che noi incarniamo una volontà tenace e famelica di essere altro, di avere altro, di sperimentare altro…
Siamo nel mezzo di una follia imperante?
Siamo comunque figli della nostra cultura e della nostra epoca.E, se non si può uscire dal gioco, vale almeno la pena domandarsi, se, effettivamente, troviamo davvero altro nelle nostre nuove esperienze, nei nostri nuovi amori, nelle nostre nuove identità…
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melissa2407 ha aggiunto una reazione
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Tutto ciò è sulla terra e che si può provare o toccare e che credo sia infinito:
ogni tipo di carta è infinita
il petrolio, la benzina, il metano, tutti i carburanti delle auto sono infiniti
l’acqua è infinita
il legno è infinito
l’aria è infinita
una pagina di excel è infinita
Beautiful è infinito
i libri sono infiniti
la rete è infinita
gli esseri umani sono infiniti
le cellule, i microorganismi, gli acari sono infiniti
la polvere è infinita
l’energia elettrica è infinita
i cibi nei supermercati sono infiniti
poi altro non so (pure ciò che non so è infinito).-
Provincia di Rimini
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martymartina1 ha aggiunto una reazione
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In fondo, poi, si tratta di vivere.
E ognuno è impegnato nella ricerca di come si possa entrare nel regno della gioia. Anche se molta letteratura ama trattenerti nella geografia del dolore.
Io, di vivere, ho voglia. E di vivere nella gioia. E ci rifletto sopra, mentre muovo i passi durante la giornata. Semmai trovassi qualche segreto, qualche trucco, qualche espediente, per prolungare o riprodurre ciò che è già avvenuto.
Perché, di fronte ad ogni considerazione scettica – di solito molto ben documentata e motivata: è facile documentare la tristezza! – bisogna che affermi che la cosa è già avvenuta. Mille volte…
Sai cosa intendo dire. Quando hai provato una cosa, nessun argomento, anche molto giustificato, è in grado di fartelo dimenticare.
Ma volere il Nobel per la gioia non significa non vedere il dolore, la tragedia e le ferite. Penso proprio di no. Come potremmo respirare l’aria del mondo se non sapessimo tutto questo dolore e sofferenza e malattia e violenza e obbrobri…?
La scelta della gioia è pazza. Non sente ragioni, ma non è insensibile al dolore. La scelta della gioia è qualcosa che ti porta fuori del mondo senza lasciarlo – come le panchine su cui ti siedi per guardare oltre la siepe. È sentire la presenza di un’assenza. È cercare parole che diano ragione adeguata alla consistenza del desiderio che ti abita, sfidando la definizione corrente di ciò che è possibile e di ciò che è impossibile.
In fondo non è una questione di scienza, di prove e dimostrazioni.
È un saper essere, prima ancora che un saper dire.
Anche se saperlo dire, sarebbe il massimo!
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Ciao Odessa, come stai? non so se hai mai visto questo film, ' un po' vecchio, ma lo trovo molto istruttivo...ti allego un pezzo... spero ti piaccia
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Ciao odessa, piacere di conoscerti
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piacere mio
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martymartina1 ha aggiunto una reazione
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Ho sempre avuto difficoltà a definire la concretezza, forse perché amo gli spiragli in genere, e succedere che mi piace far congetture su chi abita dietro le porte che si aprono appena. E poi se incontro qualcuno che in qualche modo riesce a crearmi dentro lo spazio di un sogno, seppure estemporaneo, oppure che riesce a destarmi dalla vita sognata (spesso non vi è troppa differenza) ecco che il senso del cercare si fa vivo e lo sento pulsare (ecco, forse quella pulsazione costante è la concretezza per me).
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piacere di conoscerti Odessa, mi piacciono tantissimo le tue foto
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Scusa ma non ho capito il tuo commento. Dove vedi la negatività in ciò che scrivo?
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diegodelavega0 ha aggiunto una reazione
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E ritrovarsi bambini i primi di maggio.
E navigare tra nuvole e sogni.
E il cuor che respira quell’aria di festa.
Vedere da questa distanzal’immane fatica del vivere qui,
con regole e spazi occupati da termini
, e sponde e barriere ad ogni tuo moto.
Vedere e sorridere, quasi il possesso
di un grande segreto…
Qualcuno l’ha detto…Lo vedo. Lo sento.
Immaginare è la tua libertà.
Da presso, ogni cosa è un grande tormento.
Da quella distanza, è felicità.
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Io sono il mio fotografo 😀
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elvis06081994 e vitto071 ha aggiunto una reazione
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wow....che bella! scrivi in un modo bellissimo!
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wow....che bella! scrivi in un modo bellissimo!
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wow....che bella! scrivi in un modo bellissimo!
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wow....che bella! scrivi in un modo bellissimo!
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Una persona è un mistero. Anche quando ti gira per casa, anche quando la frequenti da tempo. Non puoi rinchiuderla in una definizione. Non puoi incorniciarla. Perché la perdi.
– Una finestra! – disse.
– Una finestra? – chiesi.
– La chiamo la buccia del mondo…
– La buccia del mondo…?
– Quello che vedi è la buccia. Una persona la incontri se incontri la sua anima. Si dice così in quasi tutte le lingue…
– Incontrare l’anima di un altro…
– Questo è possibile se la buccia del mondo diventa una finestra. Può succedere.
Mi rendevo conto del significato della metafora che Pietro stava mettendo in campo.Sapevo che la buccia del mondo poteva nascondere e impedire l’incontro. Oppure poteva diventare una finestra per accedere e accogliere l’anima di un altro.
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Ciao odessa1920, trovo molto carine le foto che hai pubblicato. Ti occupi di arte?