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Io in casa sto bene. Le mie giornate sono i dense e ispirate e stanno bene racchiuse nel mio “vascello del tempo”.
Il mondo è là fuori. L’osservo dalla mia finestra. Là fuori resta l’altra metà di me. L’Aperto è una casa più grande. Amo la natura e mi sento legato all’umanità.
Per il momento la mia uscita principale è una passeggiata solitaria, al mattino, nella campagna. Dura un paio d’ore, di solito. Adoro questa specie di “rituale”.
Cammino adagio. I rumori delle attività umane sono lontani, sullo sfondo. La quiete dei campi mi ristora. Sto in ascolto.o. E arrivano regolarmente pensieri che mi allargano il respiro, aprono orizzonti nuovi, rinnovano il sangue nella circolazione, creano geografie allettanti per il desiderio.
È come se nascessi di nuovo ogni mattina. Quando mi sento rigenerata ritorno a casa.-
bellissima didascalia!
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Mi chiamo Inge. Sento molto. E mi viene da piangere.
La vita è profonda e misteriosa. La presenza di Dio, così lontano dai nostri pensieri, sembra così prossima alle pulsazioni del cuore.
A chi parliamo quando parliamo da soli?
Se guardo a fondo il dolore umano – ogni tipo di dolore, soprattutto quello che comporta la morte, non posso che concludere che Dio è crudele. E rimango perplessa di un amore così crudele. Vorrei ucciderlo, per vendetta, e poi vengo a sapere che è già morto, per amore.
Sono completamente frastornata. Ma – si dice – la vita va avanti, con Dio o senza Dio.-
cosa vedi di bello dal cielo?
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Stamani è cambiato tutto. Il cielo è coperto e c’è aria da neve.
Personalmente mi sento come in punta di piedi, per arrivare a guardare al di là del muretto.
Intravedo appena la bellezza della Vita e già mi commuove.
Voglio conservare snello l’appetito. Desidero più risorse, ma anche più capacità di comprendere, vedere, elaborare. Non voglio rimanere ingozzata da una quantità non digerita.
Crescerò gradualmente. C’è tempo! E comunque …è meglio così.-
stupenda!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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le tue descrizioni mi emozionano!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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chissa che buon profumo di autunno!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Sognare e credere è una delle facce, l’altra è pensare e fare. Fare quel che va fatto e trovare il modo di farlo in maniera piacevole.
I desideri sono un prodotto naturale della vitalità, indicano il bisogno del tuo potenziale di uscire allo scoperto e realizzarsi.
Il mondo consente la loro realizzazione se lavoro nel modo giusto.
Realizzare tutto il proprio potenziale è il modo naturale di essere nella gioia.
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Elisa avvertiva il mutare del mondo e si rendeva conto che non opponeva alcuna resistenza al cambiamento. Cambiare le piaceva. Le piaceva sentirsi mutare.
Quando era ragazzina desiderava soprattutto avere le cose: i giochi, i vestiti, le bambole.
Da adulta le piaceva fare, operare, agire, realizzando i suoi obiettivi.
Adesso le piaceva sentire, sentirsi, essere consapevole di sentire la vita dentro di lei. E la vita era questo divenire che riempiva il cuore.
Le sembrava che “essere” fosse identicamente “sentire consapevolmente”.
Ma mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali le venne il dubbio che “essere” fosse ancora un’altra cosa…-
che classe!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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E così ho camminato molto.
Credo di conoscere a fondo, ora, la passeggiata terapeutica. So gli effetti benevoli e piacevoli che camminare produce in me. Sto rimediando, con pazienza, a cattive abitudini prese durante anni di vita sedentaria.
Quella che ora chiamo in questo modo, prima la chiamavo vita intellettuale. Ora, tra le prime intuizioni che mi occupano la mente peripatetica c’è che la vita intellettuale coniugata con una vita sedentaria prolungata, mica buono!
E di fatto, da quando cammino sistematicamente tutti i giorni, mi è più facile mantenere il buon umore e prendere le cose con calma e serenità. E i pensieri mi sembrano più leggeri.
Non cammino per raggiungere primati. Cammino per star bene. Perciò vado al ritmo sostenibile e quando mi viene fretta di arrivare, rallento.
Finché ritrovo il piacere di essere lì.
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il rosso ti sta bene!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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La grandezza non sta nelle cose, anche se le cose ci sono. La grandezza è nel tuo sentire, nel lavoro che fai su te stesso, nell’abbandono alla libertà che scioglie ogni paura, nell’amore che tu sei originariamente come una sorgente.
Uno spirito libero e caldo entra in ogni cosa che fai, in ogni parola che dici, in ogni gesto della tua mano, in ogni rapporto, transazione, routine… Tutto il tuo mondo diventa altro. E lo senti che questo è vita.
Non lasciare nulla alla mediocrità. Non abbandonare niente al grigiore dell’insignificanza. Mettiti completamente in ciò che c’è, che fai, che avviene. E sentirai la grandezza.Coltiva il tuo sogno. Sognalo in continuazione.
La bacchetta magica è qui.
Ti ami, vero? -
Disse: Noi umani, siamo esseri d’immaginazione.
Il che, più o meno, voleva dire che i nostri comportamenti, quello che facciamo, e quello che speriamo, e quello che desideriamo, dipendono da idee e pensieri che abbiamo in testa.
In altri termini, il nostro mondo, la qualità della nostra vita, nasce dai pensieri che coltiviamo. In questo senso, tutto dipende alla mente. O dal pensiero.
Cioè, non è vero che viviamo immersi ottusamente nel mondo oggettivo. Ma alle cose che capitano, agli eventi, noi diamo la forma che immaginiamo nella testa.
E questa roba che avviene nella testa noi possiamo coltivarla. Ci possiamo mettere le mani sopra e dargli una forma, se vogliamo.
La qualità delle nostre esperienze, di quello che viviamo e di quello che facciamo, può essere generata dai pensieri che scegliamo di coltivare.-
che classe!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Machbeth nella nebbia!
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Felice per la nuova giornata.Mi preparo con un po’ d’eccitazione perché ho questo tempo davanti. E il desiderio di fare, d’inventare, di mettere al mondo, di entare nuove cose.So già che andrò per prima cosa a cercare un posto, tra gli alberi, a respirare la vita in solitudine, a distendere l’anima, a richiamare i miei sogni, a caricare il cuore di energia buona.E già la voglia di fare pulsa sotto la pelle.Dipingerò il miglior giorno della mia vita.
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magnifica!
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trovi sempre dei luoghi bellissimi!
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ogni tanto qualche goccia di pioggia sul viso fa bene!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Il desiderio del corpo si esaurisce prima del desiderio della mente. La mente si affeziona, costruisce castelli di ricordi, montagne di ricordi, sovrastrutture di sogni.
Il corpo invece dimentica in fretta, forse perché ciò che il corpo dimentica è assorbito dalla mente.
Io non ricordo il sesso con gli uomini con cui sono stata bene, è come se lo avessi rimosso. Ricordo altro: le cene insieme, le chiacchierate, i gesti, i capelli, gli odori. Sono queste cose che mi tormentano.
Il corpo lotta per liberarsi dalla mente, gioca di anticipo, cerca altri corpi e basta.
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trovi sempre il punto di vista giusto!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Ho voglia di bene, di bello, di vero. Sono curiosa della vita. Non di sapere cosa fanno gli altri. Ma di sapere cosa significa vivere davvero. Ogni esperienza è importante e la faccio a modo mio. La dico a modo mio. La invento a modo mio. Mi fido di me. So che posso farlo, non perché presuma di essere infallibile. Perché so di essere piuttosto imperfetta. Piuttosto, ho capito che fidarsi di sé e provare è il modo migliore per ottenere risposte, per muovere le cose, per aprire un varco ai propri sogni.
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l'essere è importante, ma anche importante è essere tra gli altri altrimenti è essere in solitudine
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che invidia...a me sta malissimo il rosso
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panorama pazzesco!
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che cielo! dove eri?
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Eppure, non so capacitarmi, non so capacitarmi. Tutti parlano di consapevolezza, oggi. Le filosofie orientali. E io mi dico: consapevolezza? Ma quale? A me sembra di vivere sempre nel dormiveglia. Chiamalo sonno, piuttosto. Chiamalo sonno. È come essere sempre nel dormiveglia. E te n’accorgi. E si va avanti nel dormiveglia. E anche questo è bello. La consapevolezza è qualcosa che chiama. Ma io sono nel dormiveglia. Per questo non so capacitarmi. Eppure..
Eppure si può andare avanti. Le cose capitano. Tu muovi le mani e le braccia. E cerchi. Come se tra un po’ ti potessi risvegliare. E allora vedrai tutto, in piena luce.
Ma per ora, vai avanti, anche se non sai capacitarti… -
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solare come le giornate!!
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che fascino!
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Territori intriganti
– Com’è bello essere vivi in questo novembre luminoso. Il vento ha spazzato l’aria con energia. E c’è una luce che non sai distinguere dove finisce l’anima e dove comincia il cielo.
Più o meno pensava cose del genere, Henry, mentre scendeva le scale. Ed era un respiro fantastico quello che sentiva aprirgli i polmoni.
– Ma chi cazzo me lo fa fare di arrovellarmi l’animo in questo modo? – più o meno.
E poi, d’improvviso: Ma con chi parlo quando parlo da solo?
Il marmo liscio delle scale lo riportava sulle Alpi Apuane. Chissà perché? Quello scenario tra cielo e mare, tutto fatto di bianco, che sembrava neve anche in estate. E gli venne in mente Enrietta.
Ricordava perfettamente il pagliaio in cui si erano sdraiati. Enrietta, non te ne andare! Enrietta aveva sempre gli occhi umidi, anche quando rideva. Enrietta era una freccia puntata sull’Altrove. Ricordava bene quel pagliaio. E cosa doveva dire? Che era il gusto del suo corpo che gli era entrato dentro?
Certe donne hanno un gusto intenso. Lo si afferra prima ancora di parlare, o di fare… Il gusto delle donne. Bah! Un gusto. Cosa doveva pensare? Il gusto di Enrietta? Non si trattava di quello.
Enrietta era una porta aperta per l’Altrove. Enrietta, con i suoi occhi umidi, era l’apertura verso l’Altrove. Come ho fatto a dimenticarti così presto, Enrietta? Tu parlavi già allora di esplorare ciò che ancora non si conosce, ma che ti appartiene nel desiderio.
Enrietta diceva spesso: non affogarti nel bicchiere del passato!
– Enrietta? Dove sarai adesso?
Poi vide uno scenario aprirglisi davanti. Lui era un io con le bollicine. Non un io e basta. Ma con le bollicine. Il che voleva dire che la sua quiete non era come l’acqua di uno stagno, ma come la corrente del fiume attorno ai dislivelli.
– Dove mi porti, Enrietta? In questa giornata di novembre. Dove mi porti?
E pensò: Se il mondo avesse la colonna sonora, tutto sarebbe diverso. E pensò ai suoi esercizi sulla tastiera. Che cercava? Che sognava?
Tra una cosa e l’altra, non c’è tempo abbastanza per rendersene conto. E allora rallentò. Rallentò molto. Per darsi il tempo di prendere coscienza. E più rallentava, più il disegno, il filo rosso, sembrava emergere dall’incoscienza.
– Ecco – pensò – ogni cosa che capita, ogni cosa che c’è… Tutto questo è buono. Tutto questo è vita. Giurò a se stesso che mai più avrebbe lottato contro ciò che c’è, contro ciò che avviene. La vita è più viva di quello che pensi – disse.
– Io sono un portatore sano di handicap – disse. E sembrava aver afferrato qualcosa d’importante.
Era bello scendere le scale in questa giornata di novembre piena di luce. Non sapevi decidere dove finiva l’anima e iniziava il cielo. Enrietta…-
tra la foto e le tue parole, mi eprdo sempre in te!
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colori del paradiso!
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bellissimi quei colori! voglio anch'io!!
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E poi, d’improvviso, lo vedi.
Una sorta di guizzo di luce:
la vita resta quella meravigliosa avventura
che sapevi negli anni eccitati
dei giochi d’infanzia,
malgrado le batoste e le cattive notizie,
ed ogni momento è buono
- questo momento lo è -
per riprendere il cammino,
rafforzare le gambe e le braccia
per aprire le porte del possibile.
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che forza della natura sei!
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che bellezza!
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che voglia di giocare in quelle foglie!
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Come tutti, sono un misto di forza e debolezza. Dei momenti sono debole, fragile, vulnerabile e intimorita. In altri momenti ho la grinta di una leonessa che difende i suoi piccoli. Sono coerente, a modo mio. Nel senso che non consento ai momenti di debolezza di portarmi fuori dal binario che decido nei momenti di forza e di visione nitida.
Nei momenti di debolezza ho imparato a fidarmi delle cose che avvengono. Mi siedo nel centro del cuore e mi lascio guidare da quello che avviene, dentro e fuori. Ho fiducia. Prima o poi, vengo premiata. Le cose si risolvono bene, da sole – si direbbe. Eppure credo di contribuire con questo mio atteggiamento a che tutto proceda per il meglio.
La consapevolezza che tutto è andato a buon fine, che c’era una logica segreta negli eventi, ce l’ho solo dopo che tutto è successo. Potrebbe essere altrimenti? Per questo, ho deciso di non strizzarmi troppo il cervello nel cercare soluzioni a priori. A priori io cerco di centrarmi, di restare connessa o di ricollegarmi. Lo dico in questo modo. Quando sono collegata, credo che tutto quel che avviene porterà a un buon fine. E credo che tutto quel che faccio colpirà nel segno, anche se non lo vedo subito.
Quando sono forte, vedo chiaramente in anticipo. So dove andare a parare e come comportarmi. So fare piazza pulita di tutti i ragionamenti contorti e le domande stupide.-
che bello sciarpone!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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dove passeggi di bello?
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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hai sempre quel tocco in più!!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Sì, tutto si rinnova. E anche il passato sfodera un nuovo volto, da sempre sperato. Ora risulta chiaro che tutto quello che hai vissuto era necessario perché tu diventassi quello che sei, e perché tu potessi vivere quest’ora.
È ora che il passato diventa passato. E puoi lasciarlo andare. Smetterai di guardare la scia che la tua barca lascia dietro le spalle e ti rivolgerai a prua, con il timone tra le mani, e sognerai l’America.-
sono proprio i colori dell'autunno!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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il vestito è bellissimo!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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La voglia di felicità corre al galoppo.
Lo so, se siamo razionali, hanno ragione tutti i pessimisti, i cinici, i figli di puttana che hanno il grugno duro. E quelli che scuotono la testa e bestemmiano.
Ma dobbiamo per forza essere razionali?
Possiamo essere folli. E crederci lo stesso. Possiamo fare una scommessa ubriaca.
Fino a quando si chiude il sipario.