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Aggiornamenti di stato pubblicati da fel55

  1. SAFFO

    Fr.40-41D

    Ti amavo, Attide, un tempo…mi sembravi una fanciulla piccola e senza grazie.

     

     

    Fr.18D ( la poesia, “ rose della Pieria “)

    (trad. di Manara Valgimigli)

    Morta tu giacerai

     

    né rimpianto; chè non cogliesti

    le rose della Pieria:

    e ombra ignota anche nell’Ade

    ti aggirerai,

    tra scure ombre di morti

    sperduta.

     

     

     

    Fr.61D (La rivale Andromeda)

     

    Che rustica donna t’affascina l’animo (o Attide?), una donna che indossava una rustica stola

    e non sa rialzare la veste sopra la caviglia?

     

     

     

    Commiato Fr.96D (e nostalgìa)

     

    “Vorrei  proprio esser morta”. Ed ella mi lasciava tra molte lacrime;

    e questo mi disse: “ Ahimè che gran dolore il nostro, o Saffo: con mia pena davvero t’abbandono!”. Ed

    io a lei: “Addio, va! E ricordati di me; tu sai infatti quanto bene ti volevo. Ma se non sai, allora io voglio

    ricordarti  (quante dolci) e soavi cose godevamo; chè di viole e di rose

    ed insieme di croco molte corone sul capo ti cingesti a me vicina e molte

    ghirlande intrecciate intorno al tenero collo fatte di fiori… e con essenza

    di fiori e regale ungesti…, e su morbidi letti…placavi il desiderio,

    né v’era festa da cui mancavamo né bosco sacro…”.

    1. fromtheashes93
    2. fel55

      fel55

      Certo.

      Certo che può

      Succedere.

      Ch’io aneli a te

      Come a pura fonte

      Chi sente

      I morsi della sete.

      Che il bisogno di te

      Tenga desti

      I miei sensi

      E sempre caldo

      Il mio cuore.

  2. Scorgo nei tuoi atti

    il carattere del mare.

    Esso sovente sta calmo, d'estate,

    rallegra i marinai e non fa loro danno;

    all'improvviso, però,

    si agita e divien furioso,

    generando uno spaventoso fragore di cavalloni,

    e minaccia la vita che prima allietava.

    Tale è il tuo umore cangiante:

    un giorno ridi, tutta allegra,

    sì che a vederti il cuore si allarga;

    un altro giorno non sopporti nulla

    e fai la pazza se m'avvicino,

    in tutto simile alla cagna coi cuccioli,

    che tutti scoraggia,

    familiari ed estranei.

     

     

     

    1. ciribi72

      ciribi72

      bella, ma un po' triste o almeno io la vedo triste... 

    2. daliahnera

      daliahnera

      che pensieri hai Fel? tutto ok? vuoi parlare?

  3.  

    Ormai m’è agevole

    iI mio sogno ricorrente.

    E’ certo.

    Sia pure sotto

    mentite spoglie,

    hai ridestato

    lo schianto dell’abbandono,                                                           

     il dolore e la disperazione

    sempre vivi

    nella mia fragile esistenza.

     

  4. Portami, o vento, nella terra di nessuno, ove,

    ai piedi di un albero che tu d'estate ristori, io possa cantare l'amata,

    deposto ogni triste pensiero. Canterò il suo dolce sorriso, i suoi mielati sussurri

    e le sue finte resistenze. Lì sognerò d'essere vicino vicino alla mia bella,

    stretto col fianco contro il suo fianco, anche s’ella non voglia. Scuoterò

    dai suoi capelli e dal suo seno ogni foglia caduta per caso.

     

     

     

     

    1. londoncalling6

      londoncalling6

      bellissime parole condivise! spero che il 2020 sia ricco di parole come queste!

    2. ciribi72

      ciribi72

      che farai stasera??

  5. Tremo come foglia al vento,

    rorida è la fronte,

    brucia e avvampa il cuore

    e il sangue nelle vene,

    appena rivedo il mio unico sole!

    Null'altro conta,se esso mi arride.

     

     

     

    1. nuncepenza6

      nuncepenza6

      E' autunno, e noi come foglie stanche cadiamo in mille pezzi.

    2. tacchialti94

      tacchialti94

      il bello delle foglie è che cadono ma non si vanno a sprecare, vengono riciclate e diventano nuova materia. Non è stupenda come cosa?

  6. Sotto questo azzurro e terso cielo

    nella luce abbacinante del mattino

    vedo danzare nei tuoi occhi

    i raggi del sole ridente,

    mentre tu inneggi alla vita

    ed io canto l'amore di sempre.

    Qui che respiriamo l'aria sottile, fresca,

    ch'accarezza il "campo del lago",

    la conca ampia di Seefeld,

    bianca di neve sui tetti spioventi

    delle ville e degli alberghi,

    sulle cime zigzagate della corona dei monti

    e sui pendii delle piste

    e nell'ampia piana dello sci di fondo.

    Vieni, confondiamoci tra la folla variopinta

    dei turisti, fanciulli, giovani e anziani

    spensierati e felici

    di questo mondo di favola,

    lontani dal grigio quotidiano,

    almeno per altri trenta giorni.

     

     

     

    1. ciribi72

      ciribi72

      illuminante!

    2. fashionista0

      fashionista0

      le parole giuste, sempre nei punti giusti :)

  7. Se è vero

    Che ancor m’accetti

    Quale amante e sposo

    Indissolubilmente a te congiunto,

    E’ vero anche

    Che la tua fiducia traballa

    E ti rode la gelosìa latente

    • Credimi – immotivata.

      Quali prove ancora

      Ti attendi?

      T’amo ancora…

      come sempre

      E mai potrei…

      Fare a meno di te!

    1. fel55

      fel55

      Dalle stelle precipiterei

      Negli abissi,

      Se tu cessassi di amarmi

      Per tua o per mia colpa.

      Il cielo dell’anima mia

      Sarebbe sempre coperto di livore

      O in tutto simile a notte fonda.

      Buio sarebbe il futuro,

      Spenta ogni speranza di vita.

       

       

       

       

       

    2. fel55

      fel55

      Ardo come un tempo

      Al luccichìo dei tuoi begli occhi.

      Taci, se mi vuoi dire

      Che ancora ti assillano

      Tristi pensieri e sordo rancore

      Ormai antico.

  8. Lingua umana non può dire

    l'effetto che i tuoi occhi

    mi fanno sul cuore.

    specie a sera,

    quando brillano di luce ammaliante.

    Allora io leggo tutta la tua tenerezza

    e il crescendo d'amore

    che mi fa impazzire.

     

     

     

     

    1. daliahnera

      daliahnera

      bellissime parole...sono incuriosita chi sia la musa della tua arte...è fortunata..

    2. fashionista0

      fashionista0

      io spesso penso di essere destinata ad una solitudine quasi autoindotta. Ho paura delle persone :(

  9. Quanto rapido il trascorrere

    di sì liete ore.

    Oh, se fossi un mago

    e potessi esclamare

    – Fermati, o Tempo vorace

    che ingoi le Ore ad una ad una,

    senza mai fermarti! –

    – Rendi omaggio alla mia bella

    e ferma i tuoi passi. Se puoi, aspergi

    il suo volto dell'oro di eternità

    e fanne una stella

    che brilli là su sempre per me.

     

     

    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      bellissima condivisione, trovo stupendo. Di chi è???

    2. nuncepenza6

      nuncepenza6

      Se fossimo tutti dei maghi sarebbe tutto più semplice, non trovi?

  10. PASCOLI

    Da “ Myricae “ – Sez. “ Tramonti “

    I – La Sirena

    La sera, fra il sussurio lento

    dell’acqua che succhia la rena,

    dal mare nebbioso un lamento

    si leva : il tuo canto, o Sirena.

     

    E sembra che salga, che salga,

    poi rompa in un gemito grave.

    E l’onda sospira tra l’alga,

    e passa una larva di nave :

     

     

     

     

    un’ombra di nave che sfuma

    nel grigio, ove muore quel grido;

    che porta con sé, nella bruma,

    dei cuori che tornano al lido :

    al lido che fugge, che scese

    già nella caligine, via;

    che porta via tutto, le chiese

    che suonano l’avemaria,

     

    le case che su per la balza

    nel grigio traspaiono appena,

    e l’ombra del fumo che s’alza

    tra forse il brusìo della cena.

     

    1. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      Le rime incrociate serratissime e le allitterazioni ti fanno davvero respirare il ritmo del frangersi delle onde sulla battigia! xD

       

    2. fel55

      fel55

       

       

       

      Quanti sospiri

       

      Traevo dal petto,

       

      Quante lacrime dai miei occhi.

       

      Quell’anno infausto in cui

       

      Per stupide incomprensioni

       

      E avverse circostanze familiari

       

      La vita ci tenne lontani,

       

      Tu a Boiano, io a Gravina!

       

      Gran torto subì

       

      Il nostro amore.

       

      Ancora dopo tanti anni

       

      Ti chiedo perdono

       

      Per la mia parte di colpa.

       

      Dolcissima, però, torna alla mente

       

      La memoria

       

      Della tanto attesa rappacificazione.

       

      Com’eri tenera a telefono,

       

      Mentre ti chiedevo perdono

       

      Per la prima volta

       

      E ti confermai

       

      Che il mio cuore batteva

       

      Ancora forte per te

       

      E mi eri mancata tanto!

       

      Quale non fu la consolazione

       

      A udire il tuo secondo “sì”.

       

      Sì, mi amavi ancora!

  11. I no longer fear the sweet song of the treacherous sirens, if it brings me painful luck
    to shipwreck among smoky ionic waves, with no hope of escape.
    Only there is the most trustworthy port where the war of a love can cease
    impossible, born among strong winds and hard rocks, in the stormy sea.
    Because the sun is out in this city and no longer lives leaf in tree or flower
    in public garden lawn. Why is she so deaf to my invitation to love?
    Only these waves and this sea are so pitiful
    towards my soft eyes!

    1. tacchialti94

      tacchialti94

      mipiace molto il fatto che tu abbia deciso di scrivere in inglese :)

    2. daliahnera

      daliahnera

      mi fa impazzire il fatto che tu riesca ad unire l'arte inglese a quella italiana! bravo! bravissimo!

  12.  

     

     

     

    Tinto qua e là

    Di rosa

    Il cielo saluta ormai

    Il suo astro morente.

    Vaga la mente e pensa

    Al sole calante

    Del nostro amore.

    Vivo è ancora

    Il mio sentimento per te,

    e anche l’affetto di coniuge.

    Perché – dimmi –

    Ancora il desiderio e la passione

    Mi spingono verso di te ,

    Mentre tu sembri

    Non provare più

    Attrazione verso di me?

    Eppure la giovinezza

    Ancora ti arride

    E la tua beltà

    Non è affatto sfiorita.

    Dimmi…perché

    La mia mente è confusa.

    1. motomotoemoto
    2. fel55

      fel55

      V: MONTI

      Pel giorno onomastico della mia donna

      ( canzone libera )

       

      Donna, parte più cara dell’anima mia,

      perché mi guardi muta in atto pensoso,

      e le tue pupille si fanno rugiadose

      di segrete stille?

      Intendo, o mia diletta, la cagione

      di quel silenzio e di quel pianto.

      L’eccesso dei miei mali ti toglie la favella,

      e discioglie in lacrime furtive il tuo dolore.

      Ma datti pace, e solleva il cuore

      ad un pensiero più degno di me e, insieme,

      della tua forte anima. La stella del viver mio

      s’appressa al suo tramonto : ma ti giovi sperare

      che non morrò del tutto : pensa che un nome

      non oscuro ti lascio, e tale che un giorno

      fra le italiche donne ti sarà bel vanto il dire :

      “ Io fui l’amore del cantore di Basville,

      del cantore che vestì l’ira di Achille

      di care itale note”.

      Soave rimembranza ancora ti sarà

      che ogni spirito gentile compianse i miei casi

      ( tra i lombardi qual è lo spirito che non sia gentile? ).

      Ma con tutto ciò poni nella mente

      che cerca un lungo soffrire chi cerca

      lungo corso di vita. Oh Teresa mia,

      e tu parimenti sventurata e cara figlia mia!

      Oh voi che sole temperate il molto amaro

      della mia triste esistenza con qualche dolcezza,

      poco manca che, lacrimando, chiuderete

      i miei occhi nell’eterno sonno! Ma sia breve

      per causa mia il lacrimare : chè nulla,

      fuor che il vostro dolore, sarà che mi gravi

      nel partirmi da questo mortal soggiorno

      troppo funesto ai buoni, in cui corte

      vivono le gioie e così lunghe le pene;

      ove non è già bello rimanere per dura prova,

      ma bello l’uscirne e far presto tragitto

      a quello dei ben vissuti a cui aspiro.

      E quivi di te memore, e fatto cigno immortale

      ( chè l’arte dei poeti in cielo è pregio e non colpa ),

      il tuo fedele, adorata mia donna,

      ti aspetterà cantando le tue lodi,

      finchè non giunga; e molto dei tuoi cari

      costumi parlerò coi celesti, e dirò quanta

      fu la tua pietà verso il miserando tuo consorte;

      e le anime beate, innamorate della tua virtù,

      pregheranno Dio che lieti e sempre sereni

      siano i tuoi giorni e quelli dei dolci amici

      che ne faranno corona : principalmente i tuoi,

      mio generoso ospite amato,

      che fai verace fede del detto antico,

      che ritrova un tesoro chi ritrova un amico.

       

       

       

       

       

       

       

  13. CAMILLO  BOITO

     

    “ Senso “

    …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

    La mattina seguente, prima delle nove, mi feci condurre nella mia carrozza al comando della fortezza.

    L’erta mi pareva interminabile : gridavo a Giacomo di frustare i cavalli. Una folla di militari d’ogni colore, di

    feriti, di popolani, ingombrava il piazzale innanzi al castello; ma giunsi senza ostacoli all’anticamera degli

    uffici, dove un vecchio invalido pigliò il mio biglietto da visita. Dopo qualche minuto ritornò, dicendomi che

    il generale Hauptmann mi pregava di passare nel suo quartiere privato, e che, appena sbrigati certi affari

    urgentissimi, sarebbe venuto a presentarmi il suo omaggio.  Fui condotta attraverso logge, corridoi e

    terrazze in una sala, che dominava dalle tre larghe finestre la città intiera.

     

     

     

     

     

    L’Adige, interrotto dai suoi ponti,

    si torceva in una S, avente la prima delle sue pancie ai piedi del monticello su cui sorge Castel San Pietro,

    e la seconda ai piedi di un altro bruno castello merlato; e sorgevano dalle case i culmini e le torri delle

    vecchie basiliche; e in un largo spazio si vedeva l’ovale enorme dell’Arena antica. Il sole mattutino

    rallegrava l’abitato ed i colli, e dall’una parte indorava le montagne, dall’altra gettava una luce placida

    sull’interminabile pianura verde, sparsa di villaggi bianchi, di case, di chiese, di campanili. Entrarono nella

    sala con gran fracasso di risa e salti due bimbe, le quali avevano il volto color di rosa e i capelli biondi

    paglierini. Vedendomi, di primo botto rimasero impacciate, ma poi subito si fecero coraggio e mi vennero

    accanto. La più grandicella disse : “ Signora, si accomodi. Vuole che vada a chiamare la mamma? “. “ No,

    fanciulla mia, aspetto il tuo babbo “. “ Il babbo non l’abbiamo ancora visto stamane. Ha tanto da fare “. “ Lo

    voglio vedere io il babbo”, gridò la più piccina. “ Gli voglio tanto bene io al

     

     

     

     

     

     

    babbo “. In  quella entrò il

    generale,e le bimbe gli corsero incontro,gli si avviticchiarono alle gambe, tentavano di saltargli sulle spalle;

    egli prendeva l’una e l’alzava e le dava un bacio, poi prendeva l’altra; e le due pazzerelle ridevano, e negli

    occhi del generale spuntarono due lagrime di tenerezza beata.  Si volse a me dicendo : “ Scusi, signora;

    s’ella ha figliuoli, mi compatirà “. Si mise a sedere in faccia a me e soggiunse : “ Conosco di nome il signor

    conte, e sarei lieto se potessi servire in qualcosa la signora contessa “. Feci un cenno al generale perché

    allontanasse le bambine, ed egli disse loro con voce piena di dolcezza : “ Andate, figliuole mie, andate,

    dobbiamo parlare con la signora”. Le bambine fecero un passo verso di me come per darmi un bacio;

    voltai la testa; e se ne andarono finalmente un poco mortificate. “ Generale – mormorai – vengo a

    compiere un dovere di suddita fedele “. “ La signora contessa è tedesca? “.

     

     

     

     

     

     

    “ No, sono trentina “. “ Ah, va

    bene “, esclamò, guardandomi con una cert’aria di stupore e di impazienza. “ Legga “ e gli porsi in atto

    risoluto la lettera di Remigio, quella che avevo ritrovata nel taschino del portamonete. Il generale, dopo

    avere letto : “ Non capisco; la lettera è indirizzata a lei? “. “ Sì, generale”. “ Dunque l’uomo che scrive è il

    suo amante? “.

    Non risposi. Il generale cavò di tasca un sigaro e lo accese; s’alzò da sedere e si pose a camminare su e giù

    per la sala; tutt’a un tratto mi si piantò innanzi e, ficcandomi gli occhi in volto, disse : “ Dunque, ho fretta,

    si sbrighi “. “ La lettera è di Remigio Ruiz, luogotenente del terzo reggimento granatieri “. “ E poi? “. “ La

    lettera parla chiaro. S’è fatto credere malato, pagando i quattro medici – e aggiunsi con l’accento rapido

    dell’odio : - è disertore dal campo di battaglia “.  “ Ho inteso. Il tenente era l’amante suo e l’ha piantata. Ella

    si vendica facendolo fucilare, e insieme con lui facendo fucilare i medici. E’

     

     

     

     

     

    vero? “. “ Dei medici non

    m’importa “. Il generale stette un poco meditando con le ciglia aggrottate, poi mi stese la lettera, che gli

    avevo data : “ Signora, ci pensi : la delazione è un’infamia e l’opera sua è un assassinio “. “ Signor generale, -

    esclamai, alzando il viso e guardandolo altera – compia il suo dovere “.

    La sera, verso le nove, un soldato portò all’albergo della “ Torre di  Londra “, dove finalmente mi avevano

    trovata una camera, un biglietto che diceva : “ Domattina alle quattro e mezzo precise verranno fucilati nel

    secondo cortile di Castel San Pietro il tenente Remigio Ruiz ed il medico del suo reggimento. Questo foglio

    servirà per assistere all’esecuzione. Il sottoscritto chiede scusa alla signora contessa di non poterle offrire

    anche lo spettacolo della fucilazione degli altri medici, i quali, per ragioni che qui è inutile riferire, vennero

    rimandati ad un altro consiglio di guerra. ……………………..Generale Hauptmann “.

    Alle tre e mezzo della notte buia uscivo a piedi dall’albergo,

     

     

     

     

     

    accompagnata da Giacomo. Al basso del colle di

    Castel  San Pietro gli ordinai che mi lasciasse, e cominciai a salire sola la strada erta; avevo caldo, soffocavo;

    non volevo togliermi  il velo dalla faccia, bensì, sciolti i primi bottoni dell’abito, rivoltai i lembi dello scollo al

    di dentro : quel po’ d’aria sul seno mi faceva respirare meglio. Le stelle impallidivano, si diffondeva intorno

    un albore giallastro. Seguii dei soldati, che, girando il fianco del castello, entrarono in un cortile chiuso dagli

    alti e cupi muri di cinta. Vi stavano già schierate due squadre di granatieri, immobili. Nessuno badava a me

    in quel brulichio silenzioso di militari e in quelle mezze tenebre. Si sentivano le campane suonare giù nella

    città, dalla quale salivano mille rumori confusi. Cigolò una porta bassa del castello, e ne uscirono due

    uomini con le mani legate dietro la schiena; l’uno magro, bruno, camminava innanzi ritto,sicuro, con la

    fronte alta; l’altro, fiancheggiato da due soldati, che lo reggevano con

     

     

     

     

     

     

    molta fatica alle ascelle, si trascinava

    singhiozzando.  Non so che cosa seguisse; leggevano, credo; poi udii un gran frastuono,

    e vidi il giovane bruno cadere, e nello stesso punto mi accorsi che Remigio era nudo fino alla cintura, e

    quelle braccia, quelle spalle, quel collo, tutte quelle membra, che avevo tanto amato, m’abbagliarono. Mi

    volò  nella fantasia l’immagine del mio amante, quando a Venezia, nella “Sirena “, pieno d’ardore e di gioia,

    m’aveva stretta per la prima volta fra le sue braccia d’acciaio. Un secondo frastuono mi scosse : sul torace

    ancora palpitante e bianco più del marmo s’era slanciata una donna bionda, cui schizzavano addosso gli

    zampilli di sangue. Alla vista di quella femmina turpe si ridestò in me tutto lo sdegno, e con lo sdegno la

    dignità e la forza. Avevo la coscienza del mio diritto; m’avviai per uscire, tranquilla nell’orgoglio di un

    difficile dovere compiuto.

    Alla soglia del cancello mi sentii strappare il velo dal volto; mi girai e vidi

     

     

     

     

     

    innanzi a me il grugno sporco

    dell’ufficiale boemo. Cavò dalla bocca enorme il cannello della sua pipa, e, avvicinando al mio viso il suo

    mustacchio, mi sputò sulla guancia…

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    1. ghostnick0

      ghostnick0

      Non ho letto la novella ma ho visto il film. La figura di Livia mi aveva a suo tempo molto colpito....

    2. fel55

      fel55

      Mi fa piacere. Auguroni!

  14. Che aspettiamo, cara, a volare

    verso il mare, noi due soli,

    a inebriarci del suo inconfondibile odore

    e ad ubriacarci di questo primo sole?

    Ci basterà un solo telo per stenderci

    e sognare lo stesso sogno d'amore

    e dirci, di tanto in tanto,

    l'emozione del momento;

    consumarci di baci improvvisi e incontenibili,

    ripeterci con slancio

    che il nostro amore non ha confini

    né di spazio né di tempo.

     

     

     

     

    1. ciribi72

      ciribi72

      le parole più belle di oggi...uniche

  15. S. DI GIACOMO

     

    Da “ Ariette e sonetti “

    1. Pianoforte di notte

     

    Un pianoforte di notte

    suona di lontano

    e la musica si sente

    per l’aria sospirare.

     

    E’ l’una . Dorme il vico

     

     

    su questa ninna nanna

    di un motivo antico

    di tanto tempo fa.

     

    Dio, quante stelle in cielo!

    Che luna! E che aria dolce!

    Quanto una bella voce

    vorrei sentir cantare!

     

    Ma solitario e lento

    muore il motivo antico;

    si fa più cupo il vico,

    dentro all’oscurità.

     

    L’anima mia soltanto

    rimane a questa finestra.

    Aspetta ancora. E resta,

    incantandosi, a pensare.

     

    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      un ritmo delicato ma inesorabile, lontano ma profondo, la musica di un pianoforte nella notte, come una delicata e notturna pioggia estiva

  16. Senza uno sguardo,

    senza una carezza,

    fai cenno ch'è giunta l'ora.

    Come il soffio del vento

    che or ora dormiva

    improvviso circola e trema

    nell'erba folta,

    esplode il sentimento che ci accomuna

    ed è tutto un incendio,

    che travolge le nostre bocche

    e le nostre mani tremanti.

    Oh, come siamo felici!

    Che il cielo non ci invidi

    e non sciolga l'incanto!

     

     

     

     

    1. tacchialti94

      tacchialti94

      fantastico...sei strepitoso!!

  17. MONTALE

     

                                                            Quasi un madrigale

     

    Il girasole piega a occidente

    e già precipita il giorno nel suo

    occhio in rovina e l’aria dell’estate

    s’addensa e già curva le foglie e il fumo

                                               dei cantieri. S’allontana con scorrere

    secco di nubi e stridere di fulmini

    quest’ultimo gioco del cielo. Ancora,

    e da anni, cara, ci ferma il mutarsi

    degli alberi stretti dentro la cerchia

    dei Navigli. Ma è sempre il nostro giorno

    e sempre quel sole che se ne va

    con il filo del suo raggio affettuoso.

     

    Non ho più ricordi,non voglio ricordare;

    la memoria risale dalla morte,

    la vita è senza fine. Ogni giorno

    è nostro. Uno si fermerà per sempre,

    e tu con me, quando ci sembri tardi.

    Qui sull’argine del canale, i piedi

                                                     in altalena, come di fanciulli,

    guardiamo l’acqua, i primi rami dentro

    il suo colore verde che s’oscura.

    E l’uomo che in silenzio s’avvicina

    non nasconde un coltello fra le mani,

    ma un fiore di geranio.

    Altra volta salimmo fino alla torre

                                                  dove sovente un passero solitario

                                                 modulava il motivo che Massenet

    imprestò al suo Des Grieux.

    Più tardi ne uccisi uno fermo sull’asta

    della bandiera : il solo mio delitto

    che non so perdonarmi. Ma ero pazzo

    e non di te, pazzo di gioventù,

    pazzo della stagione più ridicola

    della vita. Ora sto

    a chiedermi che posto tu hai avuto

    in quella mia stagione. Certo un senso

    allora inesprimibile, più tardi

    non l’oblio ma una punta che feriva

    quasi a sangue. Ma allora eri già morta

    e non ho mai saputo dove e come.

    Oggi penso che tu sei stata un genio

    di pura inesistenza, un’agnizione

    reale perché assurda. Lo stupore

    quando s’incarna è lampo che ti abbaglia

    e si spenge. Durare potrebbe essere

    l’effetto di una droga nel creato,

                                                in un medium di cui non si ebbe mai

    alcuna prova.

     

  18. È il crepuscolo mattutino

    e tu, cara, saluti di buon'ora Lucifero,

    il messo del giorno, che rinnova

    il dono della vita a noi concesso.

    Con impazienza attendi lo sguardo di Febo,

    il principe del cielo.

    Ma cari a me siete voi, occhi di cielo della mia amata,

    quando, messi del nuovo giorno,

    mi portate il sole del risveglio.

     

     

     

     

    1. tacchialti94

      tacchialti94

      Il mattino è la parte più dolorosa per me della giornata..molti pensiri

  19. MONTALE

     

                                                            Quasi un madrigale

     

    Il girasole piega a occidente

    e già precipita il giorno nel suo

    occhio in rovina e l’aria dell’estate

    s’addensa e già curva le foglie e il fumo

                                               dei cantieri. S’allontana con scorrere

    secco di nubi e stridere di fulmini

    quest’ultimo gioco del cielo. Ancora,

    e da anni, cara, ci ferma il mutarsi

    degli alberi stretti dentro la cerchia

    dei Navigli. Ma è sempre il nostro giorno

    e sempre quel sole che se ne va

    con il filo del suo raggio affettuoso.

     

    Non ho più ricordi,non voglio ricordare;

    la memoria risale dalla morte,

    la vita è senza fine. Ogni giorno

    è nostro. Uno si fermerà per sempre,

    e tu con me, quando ci sembri tardi.

    Qui sull’argine del canale, i piedi

                                                     in altalena, come di fanciulli,

    guardiamo l’acqua, i primi rami dentro

    il suo colore verde che s’oscura.

    E l’uomo che in silenzio s’avvicina

    non nasconde un coltello fra le mani,

    ma un fiore di geranio.

    Altra volta salimmo fino alla torre

                                                  dove sovente un passero solitario

                                                 modulava il motivo che Massenet

    imprestò al suo Des Grieux.

    Più tardi ne uccisi uno fermo sull’asta

    della bandiera : il solo mio delitto

    che non so perdonarmi. Ma ero pazzo

    e non di te, pazzo di gioventù,

    pazzo della stagione più ridicola

    della vita. Ora sto

    a chiedermi che posto tu hai avuto

    in quella mia stagione. Certo un senso

    allora inesprimibile, più tardi

    non l’oblio ma una punta che feriva

    quasi a sangue. Ma allora eri già morta

    e non ho mai saputo dove e come.

    Oggi penso che tu sei stata un genio

    di pura inesistenza, un’agnizione

    reale perché assurda. Lo stupore

    quando s’incarna è lampo che ti abbaglia

    e si spenge. Durare potrebbe essere

    l’effetto di una droga nel creato,

                                                in un medium di cui non si ebbe mai

    alcuna prova.

     

  20.  

     

    Nella mente spunti al

     

    primo mattino come stella

     

    rilucente. Tale è il tuo

     

    dolce sembiante, che il

     

    cuore impazzisce di gioia,

     

    come pianeta che riceve i

     

    primi raggi del sole e

     

    passa dalle tenebre della

     

    notte alla luce splendente

     

    del giorno. Gran diletto

     

                          

    prova tutto il mio essere

     

    al solo pensarti e a

     

    nutrirsi della nuova linfa

     

    che apporta il tuo

     

    apparire, rinnovando la

     

    voglia di vivere e di agire.

  21.  

    I will tell you every penalty every thread of hope, every project for the future. In joy we will be two, and so also in pain. Hold me stronger - I'll tell you Come closer. Do not ever leave me, love, if you don't want the death of my heart. - Forever, forever - you'll tell me - I'll love you forever, even if the days granted to us are not many now. - You're the only joy, you're the last one hope, my constant thought. - That is what I will repeat to you without ever getting tired.

  22. Amore,

     

    non voglio perderti,

     

    e non per istinto maschilista

     

    di possesso o per insana gelosìa,

     

    come talora sembra

     

    tu voglia dirmi.

     

    Invero non potrei fare a meno

     

    di te,

     

    chè sei il respiro della mia anima,

     

    il senso della vita mia,

     

    la compagna da cui mai

     

    potrei separarmi,

     

    se non a rischio

     

    di profonda depressione

     

    e disprezzo della vita stessa.

     

    Amore,

     

    continua ad amarmi

     

    com’io ti amo,

     

    e sempre più.

     

    Che nemmeno l’aldilà

     

    ci separi!

     

     

     

     

  23. Se è vero

    Che ancor m’accetti

    Quale amante e sposo

    Indissolubilmente a te congiunto,

    E’ vero anche

    Che la tua fiducia traballa

    E ti rode la gelosìa latente

    • Credimi – immotivata.

      Quali prove ancora

      Ti attendi?

      T’amo ancora…

      come sempre

      E mai potrei…

      Fare a meno di te!

    1. tacchialti94

      tacchialti94

      Bellissima! Grazie @fel55!

  24. Oh, how I would like to live next to my sweet tyrant,
    enjoy the flash of his eyes and hear the melodious sound
    of his sayings! Often I gaze at her beautiful face, and feel me
    like in heaven. But it upsets my every hope to know that it is far away
    my good and such will remain who knows until when. How long can I still tolerate his absence? Not aiming at his beloved and dear face?
    Hear the harmony of his voice?

    1. fashionista0

      fashionista0

      grazie per le belle parole, le salvo per i momenti duri

  25. Perché trepidi

    E a tratti piangi

    Se non è ancora giunta

    L’ora mia ?

    Prega il Cielo

    Che ci lasci svegliare

    Ancora accanto

    E augurarci

    Il nuovo buon giorno.

    1. londoncalling6

      londoncalling6

      bellissimi versi!

      Brevi, ma di grande impatto...