Attività di reputazione

  1. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da nancy19821 per l'aggiornamento : Tu potresti essere l'archetipo dello sguardo che vorrei su di me. Il modello pensato   
    Tu potresti essere l'archetipo dello sguardo che vorrei su di me.
    Il modello pensato ed ideale.
    Lo sguardo elettrico che attiva impulsi e risorse impensabili.
    La pupilla assoluta.
    Ogni sguardo terreno ha dei limiti e delle limitazioni, dei confini.
    Il tuo no.
    Spazia oltre, è inarrivabile.
    Mi scava dentro e arriva dall'altra parte.
    Una parte che non conosco e che forse non conoscerò mai.
     
     
     

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da dyinglightsite per l'aggiornamento :   I ragazzi e le ragazze sono una cosa sola, stanotte. Si sbottonano le camice. Tiran   
      I ragazzi e le ragazze sono una cosa sola, stanotte.
    Si sbottonano le camice.
    Tirano giù le cerniere.
    Si tolgono le scarpe.
    Spengono la luce.
    Quelle oscillanti creature sono piene di bugie.
    Si mangiano l’un l’altra.
    Sono sazi.
    Di notte, da sola, io sposo il letto


    Anne Sexton, The Ballad of the lonely Masturbator
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      I ragazzi e le ragazze sono una cosa sola, stanotte.
    Si sbottonano le camice.
    Tirano giù le cerniere.
    Si tolgono le scarpe.
    Spengono la luce.
    Quelle oscillanti creature sono piene di bugie.
    Si mangiano l’un l’altra.
    Sono sazi.
    Di notte, da sola, io sposo il letto


    Anne Sexton, The Ballad of the lonely Masturbator
  4. Fantastico!
    odessa1920 ha aggiunto una reazione a beautifullmind0 per l'aggiornamento : Una poesia che mi piace molto!   
    Una poesia che mi piace molto!

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da dyinglightsite per l'aggiornamento :   I ragazzi e le ragazze sono una cosa sola, stanotte. Si sbottonano le camice. Tiran   
      I ragazzi e le ragazze sono una cosa sola, stanotte.
    Si sbottonano le camice.
    Tirano giù le cerniere.
    Si tolgono le scarpe.
    Spengono la luce.
    Quelle oscillanti creature sono piene di bugie.
    Si mangiano l’un l’altra.
    Sono sazi.
    Di notte, da sola, io sposo il letto


    Anne Sexton, The Ballad of the lonely Masturbator
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      I ragazzi e le ragazze sono una cosa sola, stanotte.
    Si sbottonano le camice.
    Tirano giù le cerniere.
    Si tolgono le scarpe.
    Spengono la luce.
    Quelle oscillanti creature sono piene di bugie.
    Si mangiano l’un l’altra.
    Sono sazi.
    Di notte, da sola, io sposo il letto


    Anne Sexton, The Ballad of the lonely Masturbator
  7. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da nancy19821 per l'aggiornamento : Tu potresti essere l'archetipo dello sguardo che vorrei su di me. Il modello pensato   
    Tu potresti essere l'archetipo dello sguardo che vorrei su di me.
    Il modello pensato ed ideale.
    Lo sguardo elettrico che attiva impulsi e risorse impensabili.
    La pupilla assoluta.
    Ogni sguardo terreno ha dei limiti e delle limitazioni, dei confini.
    Il tuo no.
    Spazia oltre, è inarrivabile.
    Mi scava dentro e arriva dall'altra parte.
    Una parte che non conosco e che forse non conoscerò mai.
     
     
     

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da nancy19821 per l'aggiornamento : I modi ed i mondi di amare e di amore racchiudono modalità ed eventualità a cui non p   
    I modi ed i mondi di amare e di amore racchiudono modalità ed eventualità a cui non pensiamo. Siamo limitati dai modi che conosciamo e non pensiamo che possano esisterne altri. La vita è troppo breve e noi siamo bravi a sprecarla o forse la libertà ci sconsola e ci fa paura.

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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a altomororicco per l'aggiornamento : Chuck Palahniuk 21-01-1962, Pasco (Washington)     
    Chuck Palahniuk
    21-01-1962, Pasco (Washington)
     

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da theoldandthesea per l'aggiornamento : Mi piacerebbe essere felice per tutta la vita ma, come ogni cosa, la felicità esiste   
    Mi piacerebbe essere felice per tutta la vita ma, come ogni cosa, la felicità esiste in quando esiste l'infelicità e viceversa. E spesso la seconda prevale sulla prima, come il disordine prevale naturalmente sull'ordine.   Hai mai pensato a fare tutto ciò che ti rende felice? Ogni azione volta solo ed esclusivamente alla tua felicità. Pensa un po'.   Il fatto è che ogni azione implica sempre delle conseguenze, muove le cose e le persone intorno a noi e il più delle volte non riusciamo a valutarle con obiettività. Le conseguenze poi lasciano sempre degli strascichi, spesso irreversibili o almeno reversibili nella loro materialità ma inevitabilmente inamovibili da dentro di noi che fanno da contrappeso negativo ad ogni potenziale felicità. 
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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a theoldandthesea per l'aggiornamento : Quote “So it is said, for him who understands Heavenly joy, life is the working of He   
    Ecco.
    Buon pomeriggio!

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da theoldandthesea per l'aggiornamento : Mi piacerebbe essere felice per tutta la vita ma, come ogni cosa, la felicità esiste   
    Mi piacerebbe essere felice per tutta la vita ma, come ogni cosa, la felicità esiste in quando esiste l'infelicità e viceversa. E spesso la seconda prevale sulla prima, come il disordine prevale naturalmente sull'ordine.   Hai mai pensato a fare tutto ciò che ti rende felice? Ogni azione volta solo ed esclusivamente alla tua felicità. Pensa un po'.   Il fatto è che ogni azione implica sempre delle conseguenze, muove le cose e le persone intorno a noi e il più delle volte non riusciamo a valutarle con obiettività. Le conseguenze poi lasciano sempre degli strascichi, spesso irreversibili o almeno reversibili nella loro materialità ma inevitabilmente inamovibili da dentro di noi che fanno da contrappeso negativo ad ogni potenziale felicità. 
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da theoldandthesea per l'aggiornamento : Mi piacerebbe essere felice per tutta la vita ma, come ogni cosa, la felicità esiste   
    Mi piacerebbe essere felice per tutta la vita ma, come ogni cosa, la felicità esiste in quando esiste l'infelicità e viceversa. E spesso la seconda prevale sulla prima, come il disordine prevale naturalmente sull'ordine.   Hai mai pensato a fare tutto ciò che ti rende felice? Ogni azione volta solo ed esclusivamente alla tua felicità. Pensa un po'.   Il fatto è che ogni azione implica sempre delle conseguenze, muove le cose e le persone intorno a noi e il più delle volte non riusciamo a valutarle con obiettività. Le conseguenze poi lasciano sempre degli strascichi, spesso irreversibili o almeno reversibili nella loro materialità ma inevitabilmente inamovibili da dentro di noi che fanno da contrappeso negativo ad ogni potenziale felicità. 
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da theoldandthesea per l'aggiornamento : Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri. Alda Merini     https:/   
    Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri.

    Alda Merini
     
     
    https://youtu.be/eAL6EXsmUtI

  15. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz gi   
    Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz giace per terra con addosso solo il cappotto di Vera. Vera ha bisogno d’aria, cerca in ogni modo di aprire la finestra. Insiste. Vanamente. Non ce la fa. Sembra bloccata da qualche oscuro incantesimo. È un limite invalicabile. "Io non ho bisogno di te. Tu hai bisogno di me" E allora rimane ansimante come un bestia in gabbia con i palmi delle mani appoggiati al vetro guardando fuori: occhi sciolti, vuoti e persi, nel buio.  Poi, impotente e rassegnata, abbassa lo sguardo.  La macchina da presa lentamente si allontana e lei diviene sempre più piccola ed insignificante, prigioniera di quell’elegante appartamento.    Una devastante sensazione di claustrofobia mi assale.  E quella finestra bloccata, quelle mura, quell’arredamento cosi ricercato non sono solo un luogo fisico ma un luogo mentale, una metafora di qualcos’altro.  Indubbiamente è più facile fuggire da un luogo fisico piuttosto che da un luogo mentale che ti segue e ti persegue sempre, comunque e dovunque.   Il mio luogo mentale ha mura molto spesse, porte blindate, finestre sigillate, il citofono rotto e non ho ancora trovato un varco, un passaggio segreto per uscire completamente fuori, una botola magica. Certe volte sento delle voci disarticolate e sconnesse, dei labili rumori all’esterno, sento il fischio di treni che passano ma non conosco gli orari e non li voglio conoscere, certe volte vorrei stabilirmi qui, crearmi i miei spazi, le mie comodità, ed uscire solo per fare frugali spese come i pastori che scendono dalla montagna per andare al paese una volta ogni tanto, certe volte… si, certe volte progetto la fuga da qui, sarebbe una grande impresa, tipo fuga da Alcatraz, non so… ma come dice E. De Luca “nelle imprese la grandezza sta nell’avere in mente tutt’altro”. E poi in fondo non mi piace neppure la parola “fuga”: ero e sono sempre io, e sono qui ed ora pure grazie a ciò che ero.  E allora si, adesso me ne voglio stare così… “sotto le stelle sparse in cielo come un chilo di farina”.
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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a theoldandthesea per l'aggiornamento : habitat naturale...   
    habitat naturale...

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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a theoldandthesea per l'aggiornamento : “I pescatori sanno che il mare è pericoloso e la tempestaterribile, ma non hanno mai   
    “I pescatori sanno che il mare è pericoloso e la tempestaterribile, ma non hanno mai trovato questi pericoli, una ragione sufficiente per restare a riva.”
    Vincent Van Gogh.

  18. Mi piace
    odessa1920 ha aggiunto una reazione a theoldandthesea per l'aggiornamento : Grazie per aver citato Ozon...     
    Grazie per aver citato Ozon...
     

  19. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz gi   
    Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz giace per terra con addosso solo il cappotto di Vera. Vera ha bisogno d’aria, cerca in ogni modo di aprire la finestra. Insiste. Vanamente. Non ce la fa. Sembra bloccata da qualche oscuro incantesimo. È un limite invalicabile. "Io non ho bisogno di te. Tu hai bisogno di me" E allora rimane ansimante come un bestia in gabbia con i palmi delle mani appoggiati al vetro guardando fuori: occhi sciolti, vuoti e persi, nel buio.  Poi, impotente e rassegnata, abbassa lo sguardo.  La macchina da presa lentamente si allontana e lei diviene sempre più piccola ed insignificante, prigioniera di quell’elegante appartamento.    Una devastante sensazione di claustrofobia mi assale.  E quella finestra bloccata, quelle mura, quell’arredamento cosi ricercato non sono solo un luogo fisico ma un luogo mentale, una metafora di qualcos’altro.  Indubbiamente è più facile fuggire da un luogo fisico piuttosto che da un luogo mentale che ti segue e ti persegue sempre, comunque e dovunque.   Il mio luogo mentale ha mura molto spesse, porte blindate, finestre sigillate, il citofono rotto e non ho ancora trovato un varco, un passaggio segreto per uscire completamente fuori, una botola magica. Certe volte sento delle voci disarticolate e sconnesse, dei labili rumori all’esterno, sento il fischio di treni che passano ma non conosco gli orari e non li voglio conoscere, certe volte vorrei stabilirmi qui, crearmi i miei spazi, le mie comodità, ed uscire solo per fare frugali spese come i pastori che scendono dalla montagna per andare al paese una volta ogni tanto, certe volte… si, certe volte progetto la fuga da qui, sarebbe una grande impresa, tipo fuga da Alcatraz, non so… ma come dice E. De Luca “nelle imprese la grandezza sta nell’avere in mente tutt’altro”. E poi in fondo non mi piace neppure la parola “fuga”: ero e sono sempre io, e sono qui ed ora pure grazie a ciò che ero.  E allora si, adesso me ne voglio stare così… “sotto le stelle sparse in cielo come un chilo di farina”.
  20. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da chiaraoscura4 per l'aggiornamento : Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. F   
    Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. Fai quello che non vuoi. Fai quello che sei allenata a non volere. Il contrario della ricerca della felicità. Fai le cose che ti spaventano di più.

    Chuck Palahniuk, “Invisible Monsters”
     
     

  21. Mi piace
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da theoldandthesea per l'aggiornamento : Amare qualcuno per i propri difetti. Amare ed innamorarsi dei difetti dell'oggetto de   
    Amare qualcuno per i propri difetti. Amare ed innamorarsi dei difetti dell'oggetto del nostro amore. Oltre ogni cognizione razionale. Non capirci nulla eppure amare. Quando non ci capiamo nulla è sempre un buon segno. Invece noi capiamo tutto e non amiamo.
     

  22. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz gi   
    Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz giace per terra con addosso solo il cappotto di Vera. Vera ha bisogno d’aria, cerca in ogni modo di aprire la finestra. Insiste. Vanamente. Non ce la fa. Sembra bloccata da qualche oscuro incantesimo. È un limite invalicabile. "Io non ho bisogno di te. Tu hai bisogno di me" E allora rimane ansimante come un bestia in gabbia con i palmi delle mani appoggiati al vetro guardando fuori: occhi sciolti, vuoti e persi, nel buio.  Poi, impotente e rassegnata, abbassa lo sguardo.  La macchina da presa lentamente si allontana e lei diviene sempre più piccola ed insignificante, prigioniera di quell’elegante appartamento.    Una devastante sensazione di claustrofobia mi assale.  E quella finestra bloccata, quelle mura, quell’arredamento cosi ricercato non sono solo un luogo fisico ma un luogo mentale, una metafora di qualcos’altro.  Indubbiamente è più facile fuggire da un luogo fisico piuttosto che da un luogo mentale che ti segue e ti persegue sempre, comunque e dovunque.   Il mio luogo mentale ha mura molto spesse, porte blindate, finestre sigillate, il citofono rotto e non ho ancora trovato un varco, un passaggio segreto per uscire completamente fuori, una botola magica. Certe volte sento delle voci disarticolate e sconnesse, dei labili rumori all’esterno, sento il fischio di treni che passano ma non conosco gli orari e non li voglio conoscere, certe volte vorrei stabilirmi qui, crearmi i miei spazi, le mie comodità, ed uscire solo per fare frugali spese come i pastori che scendono dalla montagna per andare al paese una volta ogni tanto, certe volte… si, certe volte progetto la fuga da qui, sarebbe una grande impresa, tipo fuga da Alcatraz, non so… ma come dice E. De Luca “nelle imprese la grandezza sta nell’avere in mente tutt’altro”. E poi in fondo non mi piace neppure la parola “fuga”: ero e sono sempre io, e sono qui ed ora pure grazie a ciò che ero.  E allora si, adesso me ne voglio stare così… “sotto le stelle sparse in cielo come un chilo di farina”.
  23. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz gi   
    Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz giace per terra con addosso solo il cappotto di Vera. Vera ha bisogno d’aria, cerca in ogni modo di aprire la finestra. Insiste. Vanamente. Non ce la fa. Sembra bloccata da qualche oscuro incantesimo. È un limite invalicabile. "Io non ho bisogno di te. Tu hai bisogno di me" E allora rimane ansimante come un bestia in gabbia con i palmi delle mani appoggiati al vetro guardando fuori: occhi sciolti, vuoti e persi, nel buio.  Poi, impotente e rassegnata, abbassa lo sguardo.  La macchina da presa lentamente si allontana e lei diviene sempre più piccola ed insignificante, prigioniera di quell’elegante appartamento.    Una devastante sensazione di claustrofobia mi assale.  E quella finestra bloccata, quelle mura, quell’arredamento cosi ricercato non sono solo un luogo fisico ma un luogo mentale, una metafora di qualcos’altro.  Indubbiamente è più facile fuggire da un luogo fisico piuttosto che da un luogo mentale che ti segue e ti persegue sempre, comunque e dovunque.   Il mio luogo mentale ha mura molto spesse, porte blindate, finestre sigillate, il citofono rotto e non ho ancora trovato un varco, un passaggio segreto per uscire completamente fuori, una botola magica. Certe volte sento delle voci disarticolate e sconnesse, dei labili rumori all’esterno, sento il fischio di treni che passano ma non conosco gli orari e non li voglio conoscere, certe volte vorrei stabilirmi qui, crearmi i miei spazi, le mie comodità, ed uscire solo per fare frugali spese come i pastori che scendono dalla montagna per andare al paese una volta ogni tanto, certe volte… si, certe volte progetto la fuga da qui, sarebbe una grande impresa, tipo fuga da Alcatraz, non so… ma come dice E. De Luca “nelle imprese la grandezza sta nell’avere in mente tutt’altro”. E poi in fondo non mi piace neppure la parola “fuga”: ero e sono sempre io, e sono qui ed ora pure grazie a ciò che ero.  E allora si, adesso me ne voglio stare così… “sotto le stelle sparse in cielo come un chilo di farina”.
  24. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da chiaraoscura4 per l'aggiornamento : Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. F   
    Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. Fai quello che non vuoi. Fai quello che sei allenata a non volere. Il contrario della ricerca della felicità. Fai le cose che ti spaventano di più.

    Chuck Palahniuk, “Invisible Monsters”
     
     

  25. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da chiaraoscura4 per l'aggiornamento : Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. F   
    Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. Fai quello che non vuoi. Fai quello che sei allenata a non volere. Il contrario della ricerca della felicità. Fai le cose che ti spaventano di più.

    Chuck Palahniuk, “Invisible Monsters”