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  1. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz gi   
    Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz giace per terra con addosso solo il cappotto di Vera. Vera ha bisogno d’aria, cerca in ogni modo di aprire la finestra. Insiste. Vanamente. Non ce la fa. Sembra bloccata da qualche oscuro incantesimo. È un limite invalicabile. "Io non ho bisogno di te. Tu hai bisogno di me" E allora rimane ansimante come un bestia in gabbia con i palmi delle mani appoggiati al vetro guardando fuori: occhi sciolti, vuoti e persi, nel buio.  Poi, impotente e rassegnata, abbassa lo sguardo.  La macchina da presa lentamente si allontana e lei diviene sempre più piccola ed insignificante, prigioniera di quell’elegante appartamento.    Una devastante sensazione di claustrofobia mi assale.  E quella finestra bloccata, quelle mura, quell’arredamento cosi ricercato non sono solo un luogo fisico ma un luogo mentale, una metafora di qualcos’altro.  Indubbiamente è più facile fuggire da un luogo fisico piuttosto che da un luogo mentale che ti segue e ti persegue sempre, comunque e dovunque.   Il mio luogo mentale ha mura molto spesse, porte blindate, finestre sigillate, il citofono rotto e non ho ancora trovato un varco, un passaggio segreto per uscire completamente fuori, una botola magica. Certe volte sento delle voci disarticolate e sconnesse, dei labili rumori all’esterno, sento il fischio di treni che passano ma non conosco gli orari e non li voglio conoscere, certe volte vorrei stabilirmi qui, crearmi i miei spazi, le mie comodità, ed uscire solo per fare frugali spese come i pastori che scendono dalla montagna per andare al paese una volta ogni tanto, certe volte… si, certe volte progetto la fuga da qui, sarebbe una grande impresa, tipo fuga da Alcatraz, non so… ma come dice E. De Luca “nelle imprese la grandezza sta nell’avere in mente tutt’altro”. E poi in fondo non mi piace neppure la parola “fuga”: ero e sono sempre io, e sono qui ed ora pure grazie a ciò che ero.  E allora si, adesso me ne voglio stare così… “sotto le stelle sparse in cielo come un chilo di farina”.
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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a theoldandthesea per l'aggiornamento : habitat naturale...   
    habitat naturale...

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    “I pescatori sanno che il mare è pericoloso e la tempestaterribile, ma non hanno mai trovato questi pericoli, una ragione sufficiente per restare a riva.”
    Vincent Van Gogh.

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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a theoldandthesea per l'aggiornamento : Grazie per aver citato Ozon...     
    Grazie per aver citato Ozon...
     

  5. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz gi   
    Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz giace per terra con addosso solo il cappotto di Vera. Vera ha bisogno d’aria, cerca in ogni modo di aprire la finestra. Insiste. Vanamente. Non ce la fa. Sembra bloccata da qualche oscuro incantesimo. È un limite invalicabile. "Io non ho bisogno di te. Tu hai bisogno di me" E allora rimane ansimante come un bestia in gabbia con i palmi delle mani appoggiati al vetro guardando fuori: occhi sciolti, vuoti e persi, nel buio.  Poi, impotente e rassegnata, abbassa lo sguardo.  La macchina da presa lentamente si allontana e lei diviene sempre più piccola ed insignificante, prigioniera di quell’elegante appartamento.    Una devastante sensazione di claustrofobia mi assale.  E quella finestra bloccata, quelle mura, quell’arredamento cosi ricercato non sono solo un luogo fisico ma un luogo mentale, una metafora di qualcos’altro.  Indubbiamente è più facile fuggire da un luogo fisico piuttosto che da un luogo mentale che ti segue e ti persegue sempre, comunque e dovunque.   Il mio luogo mentale ha mura molto spesse, porte blindate, finestre sigillate, il citofono rotto e non ho ancora trovato un varco, un passaggio segreto per uscire completamente fuori, una botola magica. Certe volte sento delle voci disarticolate e sconnesse, dei labili rumori all’esterno, sento il fischio di treni che passano ma non conosco gli orari e non li voglio conoscere, certe volte vorrei stabilirmi qui, crearmi i miei spazi, le mie comodità, ed uscire solo per fare frugali spese come i pastori che scendono dalla montagna per andare al paese una volta ogni tanto, certe volte… si, certe volte progetto la fuga da qui, sarebbe una grande impresa, tipo fuga da Alcatraz, non so… ma come dice E. De Luca “nelle imprese la grandezza sta nell’avere in mente tutt’altro”. E poi in fondo non mi piace neppure la parola “fuga”: ero e sono sempre io, e sono qui ed ora pure grazie a ciò che ero.  E allora si, adesso me ne voglio stare così… “sotto le stelle sparse in cielo come un chilo di farina”.
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. F   
    Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. Fai quello che non vuoi. Fai quello che sei allenata a non volere. Il contrario della ricerca della felicità. Fai le cose che ti spaventano di più.

    Chuck Palahniuk, “Invisible Monsters”
     
     

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da dyinglightsite per l'aggiornamento : Amare qualcuno per i propri difetti. Amare ed innamorarsi dei difetti dell'oggetto de   
    Amare qualcuno per i propri difetti. Amare ed innamorarsi dei difetti dell'oggetto del nostro amore. Oltre ogni cognizione razionale. Non capirci nulla eppure amare. Quando non ci capiamo nulla è sempre un buon segno. Invece noi capiamo tutto e non amiamo.
     

  8. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz gi   
    Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz giace per terra con addosso solo il cappotto di Vera. Vera ha bisogno d’aria, cerca in ogni modo di aprire la finestra. Insiste. Vanamente. Non ce la fa. Sembra bloccata da qualche oscuro incantesimo. È un limite invalicabile. "Io non ho bisogno di te. Tu hai bisogno di me" E allora rimane ansimante come un bestia in gabbia con i palmi delle mani appoggiati al vetro guardando fuori: occhi sciolti, vuoti e persi, nel buio.  Poi, impotente e rassegnata, abbassa lo sguardo.  La macchina da presa lentamente si allontana e lei diviene sempre più piccola ed insignificante, prigioniera di quell’elegante appartamento.    Una devastante sensazione di claustrofobia mi assale.  E quella finestra bloccata, quelle mura, quell’arredamento cosi ricercato non sono solo un luogo fisico ma un luogo mentale, una metafora di qualcos’altro.  Indubbiamente è più facile fuggire da un luogo fisico piuttosto che da un luogo mentale che ti segue e ti persegue sempre, comunque e dovunque.   Il mio luogo mentale ha mura molto spesse, porte blindate, finestre sigillate, il citofono rotto e non ho ancora trovato un varco, un passaggio segreto per uscire completamente fuori, una botola magica. Certe volte sento delle voci disarticolate e sconnesse, dei labili rumori all’esterno, sento il fischio di treni che passano ma non conosco gli orari e non li voglio conoscere, certe volte vorrei stabilirmi qui, crearmi i miei spazi, le mie comodità, ed uscire solo per fare frugali spese come i pastori che scendono dalla montagna per andare al paese una volta ogni tanto, certe volte… si, certe volte progetto la fuga da qui, sarebbe una grande impresa, tipo fuga da Alcatraz, non so… ma come dice E. De Luca “nelle imprese la grandezza sta nell’avere in mente tutt’altro”. E poi in fondo non mi piace neppure la parola “fuga”: ero e sono sempre io, e sono qui ed ora pure grazie a ciò che ero.  E allora si, adesso me ne voglio stare così… “sotto le stelle sparse in cielo come un chilo di farina”.
  9. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz gi   
    Scena finale di “Gocce d’acqua su pietre roventi” di F. Ozon: il cadavere di Franz giace per terra con addosso solo il cappotto di Vera. Vera ha bisogno d’aria, cerca in ogni modo di aprire la finestra. Insiste. Vanamente. Non ce la fa. Sembra bloccata da qualche oscuro incantesimo. È un limite invalicabile. "Io non ho bisogno di te. Tu hai bisogno di me" E allora rimane ansimante come un bestia in gabbia con i palmi delle mani appoggiati al vetro guardando fuori: occhi sciolti, vuoti e persi, nel buio.  Poi, impotente e rassegnata, abbassa lo sguardo.  La macchina da presa lentamente si allontana e lei diviene sempre più piccola ed insignificante, prigioniera di quell’elegante appartamento.    Una devastante sensazione di claustrofobia mi assale.  E quella finestra bloccata, quelle mura, quell’arredamento cosi ricercato non sono solo un luogo fisico ma un luogo mentale, una metafora di qualcos’altro.  Indubbiamente è più facile fuggire da un luogo fisico piuttosto che da un luogo mentale che ti segue e ti persegue sempre, comunque e dovunque.   Il mio luogo mentale ha mura molto spesse, porte blindate, finestre sigillate, il citofono rotto e non ho ancora trovato un varco, un passaggio segreto per uscire completamente fuori, una botola magica. Certe volte sento delle voci disarticolate e sconnesse, dei labili rumori all’esterno, sento il fischio di treni che passano ma non conosco gli orari e non li voglio conoscere, certe volte vorrei stabilirmi qui, crearmi i miei spazi, le mie comodità, ed uscire solo per fare frugali spese come i pastori che scendono dalla montagna per andare al paese una volta ogni tanto, certe volte… si, certe volte progetto la fuga da qui, sarebbe una grande impresa, tipo fuga da Alcatraz, non so… ma come dice E. De Luca “nelle imprese la grandezza sta nell’avere in mente tutt’altro”. E poi in fondo non mi piace neppure la parola “fuga”: ero e sono sempre io, e sono qui ed ora pure grazie a ciò che ero.  E allora si, adesso me ne voglio stare così… “sotto le stelle sparse in cielo come un chilo di farina”.
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. F   
    Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. Fai quello che non vuoi. Fai quello che sei allenata a non volere. Il contrario della ricerca della felicità. Fai le cose che ti spaventano di più.

    Chuck Palahniuk, “Invisible Monsters”
     
     

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    Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. Fai quello che non vuoi. Fai quello che sei allenata a non volere. Il contrario della ricerca della felicità. Fai le cose che ti spaventano di più.

    Chuck Palahniuk, “Invisible Monsters”
     
     

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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a daliahnera per l'aggiornamento : Buongiorno  Questo testo riguardo a Frida e al femminismo, è molto interessante. http   
    Buongiorno 
    Questo testo riguardo a Frida e al femminismo, è molto interessante.
    https://alaspavolarsite.wordpress.com/2017/08/18/la-santa-frida-icona-femminista-non-femminista/
    (aspetto il tuo parere!)
     

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. F   
    Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. Fai quello che non vuoi. Fai quello che sei allenata a non volere. Il contrario della ricerca della felicità. Fai le cose che ti spaventano di più.

    Chuck Palahniuk, “Invisible Monsters”
     
     

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    Amare qualcuno per i propri difetti. Amare ed innamorarsi dei difetti dell'oggetto del nostro amore. Oltre ogni cognizione razionale. Non capirci nulla eppure amare. Quando non ci capiamo nulla è sempre un buon segno. Invece noi capiamo tutto e non amiamo.
     

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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a tacchialti94 per l'aggiornamento : Ciao, ho visto che ti piace Bukowski, ti lascio la mia frase preferita...   
    Ciao, ho visto che ti piace Bukowski, ti lascio la mia frase preferita...

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da tacchialti94 per l'aggiornamento : Le conseguenze inarrestabili dello svelarsi. È un (triste e angosciante) paradosso ma   
    Le conseguenze inarrestabili dello svelarsi.
    È un (triste e angosciante) paradosso ma quando ci togliamo i veli poi non ci vediamo più.
    Magritte con i suoi amanti ha colto nel segno.
    Per certe anime è difficile sopportarne le conseguenze.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da tacchialti94 per l'aggiornamento : Federica: ho dei rapporti con lui… sto con lui, io mangio, dormo, penso con lui…   Co   
    Federica: ho dei rapporti con lui… sto con lui, io mangio, dormo, penso con lui…   Confessore: rapporti?   Federica: si… senza essere sicura, senza sapere…   Confessore: sicura di che cosa?   Federica: d’altra parte so… so che approfitto di lui, della sua… della sua intelligenza, del suo calore, del suo… di tutto lui…   Confessore: della vita…   Federica: sì…   Confessore: beh… approfitta della vita…   Federica: sì…   Confessore: ma dov’è il male?   Federica: sì, è vero… ma non… non riesco a respirare e… ho paura di invecchiare così… senza mai più respirare… quando invece mi sento ancora un po’ giovane…   Flashback: Federica bambina: che i miei capelli siano molto lunghi, anche quando qualcuno me li taglia, che ricrescono subito, che questo zucchero filato non finisca mai, che io non abbia mai più paura di niente…   Mamma: Federica lo sai che non ti devi allontanare… dammi la mano, dammi la mano   Federica bambina: dove vanno i palloncini quando salgono in alto? E poi quando arrivano dove ci sono le nuvole? Scoppiano! E poi ricadono… ma in testa di chi? Hai già conosciuto qualcuno che ha ricevuto un giorno un palloncino sgonfiato in testa!?   Da “È più facile per un cammello” di Valeria Bruni Tedeschi
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : I colori, se non supportati dall'immaginazione, lentamente svaniscono e non riusciamo   
    I colori, se non supportati dall'immaginazione, lentamente svaniscono e non riusciamo più a vederli. Questo vale anche nei confronti di chi ci è estremamente vicino. 
     

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : I colori, se non supportati dall'immaginazione, lentamente svaniscono e non riusciamo   
    I colori, se non supportati dall'immaginazione, lentamente svaniscono e non riusciamo più a vederli. Questo vale anche nei confronti di chi ci è estremamente vicino. 
     

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da marcusnolde962 per l'aggiornamento : I colori, se non supportati dall'immaginazione, lentamente svaniscono e non riusciamo   
    I colori, se non supportati dall'immaginazione, lentamente svaniscono e non riusciamo più a vederli. Questo vale anche nei confronti di chi ci è estremamente vicino. 
     

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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a lullabyblue0 per l'aggiornamento : Io VS Oggi.     
    Io VS Oggi.
     

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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a fleurdelys00 per l'aggiornamento : Bukowski, da leggere ogni giorno. Più volte al giorno.     
    Bukowski, da leggere ogni giorno.
    Più volte al giorno.
     

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da fleurdelys00 per l'aggiornamento : Ieri sera non ho visto la luna. Peccato... ma è quando c'è la luce del sole che vorre   
    Ieri sera non ho visto la luna. Peccato... ma è quando c'è la luce del sole che vorrei vederla, compreso il suo lato oscuro.

     
     
  24. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da fleurdelys00 per l'aggiornamento : Quando non so che direzione prendere mi concentro sui miei piedi.   
    Quando non so che direzione prendere mi concentro sui miei piedi.
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da fleurdelys00 per l'aggiornamento : Dopo aver scalato i quarantanove scalini della saggezza alla ricerca di un indizio Do   
    Dopo aver scalato i quarantanove scalini della saggezza
    alla ricerca di un indizio
    Dopo aver rubato le battute migliori
    nascosto dietro le quinte di un palcoscenico
    Dopo aver indossato ogni tipo di maschera
    Dopo essermi strappato la pelle
    Dopo averti fatto ubriacare
    Dopo avere immolato i miei giorni per te
    Dopo essere entrato fino alle ginocchia nell'acqua gelida
    per vederti ridere
    Dopo aver ballato musica di merda
    credendo di farti ridere
    Dopo essermi illuso che alla fine mi avresti amato
    Dopo aver progettato viaggi
    Dopo averti letto i miei racconti inediti
    Dopo averne accettato le tue critiche arbitrarie
    Dopo averti fatto spazio nel mio letto
    Dopo averti fatto spazio nelle mie vene
    Dopo averti risparmiato quando ero già pronto ad ucciderti
    Dopo aver preso a morsi i mobili della mia stanza
    per non ucciderti
    Dopo aver visto morire inosservate le mie battute migliori
    Dopo averti amato
    Avuto conferma di vento a favore
    tolgo gli ormeggi

    Massimo Volume