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Ed ecco la mia gioia.
Ora sembra ripristinata sul suo trono.
Trono di bambù, ovviamente.
La casa che mi fa da vascello.
E la navigazione – piccolo cabotaggio – che si alimenta di ciò che vedo fuori della finestra.
E l’audacia dei sorrisi, delle gentilezze…
E i colpi di testa delle sfide, per esplorare il possibile, inseguire la gioia, che ti bacia e si sottrae, come una fanciulla che t’inviti scappando…
Ora oso di nuovo aprire il cuore ai grandi sogni.
E soprattutto alla musica e alla danza di una vita che si solleva sopra i semplici fatti.
Una vita che si faccia!
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Ho capito presto che il perfezionismo era una trappola. Non dovevo fare cose perfette. Dovevo fare. Non dovevo essere perfetta tutti i giorni: dovevo semplicemente ricominciare ogni mattina. Mi sono specializzata nell’arte di ricominciare ogni mattina. Di rinascere. Qualsiasi cosa fosse capitata il giorno prima, bella o brutta, io la lasciavo andare e, al risveglio, mi dicevo: nasco adesso. Sono nata ora. Incomincio adesso.
Ho il desiderio di essere una benedizione per tutti quelli che incontro nel mio cammino. Ce l’ho dentro, non è un proposito della volontà. Diciamo che mi piace pensare una cosa del genere. Ma non faccio niente per recitare una parte. Non voglio essere più buona di quella che di fatto sono. Né voglio amare più di quanto un altro accetti di essere amata. Semplicemente, mi fido. Mi fido che restando fedele a me stessa sarò come un albero fecondo. E che altri mangeranno dei suoi frutti.
Un albero rosso? -
Molti di noi hanno imparato a respirare, a meditare, a sentire il legame con la natura e l’universo.
Molti hanno ritrovato il proprio destino conoscendo vite precedenti, moltissimi si sono sottoposti a discipline, a regole di vita, a scuole.
Alcuni hanno trovato Dio nell’ascetismo e altri nel sesso tantrico.
Insomma , il mistero è rientrato a far parte della vita, e il mondo ritorna incantato – dopo il disincanto provocato dalla modernizzazione.
L’avventura di esistere è diventata più succulenta…
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Dove sta la realtà?
Dietro di me?
Davanti?
Sotto il mio letto?
Sotto le mie ascelle?
Tra le lenzuola?
Nel mio passato?
Nel mio futuro?
In chi mi è vicino?
In chi mi è lontano?
Dentro di me?
Nel mio cuore?
Tra le mie gambe?
Nella dispensa della mia cucina?
Nel mio frigo?
Nel mio computer?
In coda alla posta?
In ciò che costruisco?
Nelle mie idee?
Nei miei ideali?
In orgasmi rubati?
In orgasmi pensati?
In orgasmi pianificati?
In orgasmi mai avuti?
Dove cazzo sta... è latitante.
Chiudo la realtà otre una porta di infinite domande senza chiave. -
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Ci vuole un luogo magico, una situazione speciale. Per qualcuno è una stanza, per Luana era una boccia d’acqua piuttosto capace con un pesce rosso che vi nuotava dentro. Era il suo stratagemma per aprire l’animo ai doni dell’immaginazione. Era davanti a quella boccia che Luana sognava la sua vita. Era convinta di una cosa. Che la gente sbaglia quando pensa che l’immaginazione sia una fuga dalla realtà, che sarebbe di per sé grigia e prosaica. L’immaginazione è sì un allontanamento, ma non dalla realtà, piuttosto da quel modo pigro di guardare alla realtà senza alcuno sforzo di fantasia. L’immaginazione offriva invece il dono sorprendente di vedere le cose e gli eventi avvolte nella meraviglia. L’immaginazione regalava alla vita quell’energia creativa che rende ogni cosa lucente.
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Io: cosa pensi della mia vita?Alberto: che la prendi troppo sul serioIn effetti mi prendo troppo sul serio, come fosse una esigenza.
Adesso, una delle poche certezze che ho è che non ho davvero nessuna esigenza, non ho la pretesa o la presunzione di esigere nulla da me stessa. Devo prendere coscienza di non avere nessuna esigenza, non esigere nulla né da me, né dagli altri e vivere così, distillando ogni giorno nella sua essenza, felice di essermi liberata da tutto, con fatica e dolore.Questo era il mio percorso, evidentemente, la mia liberazione, il mio senso. -
Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma non ti cerco
“Non ho smesso di pensarti”, Charles Bukowski -
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A dire il vero non saprei come sopportare la vita se non trovassi il tempo per leggere libri di filosofia, romanzi e saggi che mi facciano pensare, che mi tengano in moto sia il cervello che il cuore; senza avere giornate libere da impegni per andare a passeggio e respirare l’aria fresca dell’aperto di prima mattina, osservando un paesaggio dall’alto. Se non trovassi il tempo per scambiare comunicazioni emotive con gente che come me si emoziona di fronte agli eventi e aspira a conoscere l’amore un po’ più a fondo di quanto sia successo finora.
Come potrei lavorare per un’azienda in cui per tante ore al giorno, alla settimana, al mese, all’anno… dovessi occuparmi soltanto di implementare le mie performance per alzare i grafici dei profitti degli azionisti? Come potrei reggere il peso dell’esistenza se dovessi considerare soltanto quelle attività che portano a risultati quantificabili in termini di prezzo?
Ma non è il caso di denunciare come fattore altamente inquinante, pari almeno al riscaldamento globale, questa visione unidimensionale della nostra vita?
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Oggi mi sono preparata da mangiare, con questi pensieri.
Dentro, qualcosa è mutato.
Ho pensato a quel che resta da realizzare, del mio Sogno.
Per quel che riguarda l’amore, per quel che riguarda l’arte, per quel che riguarda la traccia che vorrei lasciare… Ho pensato a tutto quello che pensavo prima.
E mi son detta: Bene! Mettiamoci al lavoro!
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Sono stati alcuni giorni di soffocante calma piatta. Forse caldo...
Mi sembrava di avere la testa diluita, sparpagliata in un acquitrino. Ma oggi sembra che la concentrazione ritorni. La voglia di mantenere la consapevolezza accesa. La luce nella testa. Invece della nebbia.
In quei momenti penso a come sia brutta la depressione e a come si sentano coloro che ne soffrono. Prego il cielo di tenermene a distanza. Non riesco a immaginare una vita che non voglia saltare giù dal letto la mattina per mettersi a fare quello che ami.
Eppure può capitare. Siamo esseri fragili, mentre siamo anche esseri forti e coraggiosi. La vita è incartata in misteri che nessuna dottrina riesce a svelare. Per fortuna, credere nella vita, credere che “La vita è bella”, attiene a un altro canale rispetto a quello delle dottrine.
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Spesso sono divisa tra la notte, il cuore della notte, ed il mattino. Questi sono i due momenti del giorno che preferisco: lotto tra la staticità e la lentezza della notte e la dinamicità del mattino
Il mio animo è ben rappresentato dal quel quadro di Magritte in cui si vede un paesaggio notturno sotto un cielo diurno chiaro e luminoso.
Vivere per sempre in un ipotetico mattino è però anche una condanna perché quando si ha tutto per possibilità è difficile prendere decisioni e intraprendere una strada ma in fondo questo è l'unico modo per mantenere accesi la fame, il desiderio e l'attrazione.
Mi piace allora immaginare il mattino con il sole che sale, il pane caldo e buono e agire senza pensare, senza pensare alle cose, senza spingere niente e nessuno per lasciare che tutto si muova per passione e vitalità: forse questo intendeva Aristotele quando aveva immaginato che il Dio muovesse ogni cosa non spingendola ma attraendola, immagine bellissima assai nota a chi è innamorato ma io non so che cosa sia fino in fondo l'amore e mi dispiace. -
Guardiamolo insieme, amico mio.
Guardiamolo insieme e guardiamoci in faccia.
Hai bisogno di inebriarti di vinsanto per capire che è ora di lasciare alle spalle tutto questo?Vuoi che la storia si ripeta ancora e ancora e ancora? Fino a quando?
Quando fonderai una nuova religione – e certamente questo avverrà, perché il mondo globale è un mondo di incontri o di scontri – so già che tu la saprai far vedere come la religione verso cui guardavano le grandi tradizioni della terra: quelle monoteiste e anche quelle politeiste, come pure quelle puramente filosofiche.
La saprai presentare come ciò verso cui stiamo tendendo da millenni, attraverso tanti conflitti ma anche tante intuizioni. La ricerca di un rapporto onesto, vero, con la vita.
E alla luce del tuo sorriso sarà chiaro che nessuna interpretazione dei rispettivi libri sacri può autorizzare il sopruso, la violenza, lo sfruttamento, la segregazione, il dominio di qualcuno su chicchessia …Dio non è mai – e non è mai stato – con noi quando lo abbiamo invocato per legittimare la nostra bestialità.
E scuoteremo la testa a pensare che ci siamo litigati e ammazzati reciprocamente facendo appello agli stessi testi sacri. In tutte la grandi tradizioni…
E sarà, semplicemente, un’altra epoca.
Ammetteremo che andiamo a tentoni e che i nostri slanci idealistici sono momentanei, mentre la fame, la sete, l’invidia, l’ingordigia, la prepotenza, sono longevi…
Andiamo a tentoni, certo, ma come immettendo input temporanei in una stessa direzione – per vincere l’entropia. Ed è così che facciamo conquiste di civiltà, di cultura, si compassione, di creatività.
E la tua nuova religione la smetterà di chiedere che la sua verità venga dimostrata contro altre verità. I figli delle diverse tradizioni s’incontreranno per aprire un luogo in cui ogni religione presenterà i suoi doni, perché si celebri un gran banchetto dove tutti possano nutrirsi delle ricette che ogni tradizione ha elaborato.
E nascerà da qui la Nouvelle Cuisine!
E da qui il tuo Verbo s’irradierà sul mondo globale. Perché sarà chiaro che l’incontro è meglio dello scontro.
Hai bisogno di vinsanto per capirlo? -
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E nelle prime pagine de "La quinta donna", di Henning Mankell, tu incontri questo vecchio, che è stato un venditore di auto, ma nel tempo libero scriveva poesie. Tutte sugli uccelli. E vieni a sapere che ne ha scritta una sulla vita spirituale delle cutrettole, le nostre ballerine gialle. E tu pensi che è l'esistenza ti tipi del genere, con le loro idiosincrasie e stranezze, che rendono la vita umana uno spettacolo interessante...