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Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. A dire il vero non saprei come sopportare la vita se non trovassi il tempo per leggere libri di filosofia, romanzi e saggi che mi facciano pensare, che mi tengano in moto sia il cervello che il cuore; senza avere giornate libere da impegni per andare a passeggio e respirare l’aria fresca dell’aperto di prima mattina, osservando un paesaggio dall’alto. Se non trovassi il tempo per scambiare comunicazioni emotive con gente che come me si emoziona di fronte agli eventi e aspira a conoscere l’amore un po’ più a fondo di quanto sia successo finora. 

    Come potrei lavorare per un’azienda in cui per tante ore al giorno, alla settimana, al mese, all’anno… dovessi occuparmi soltanto di implementare le mie performance per alzare i grafici dei profitti degli azionisti? Come potrei reggere il peso dell’esistenza se dovessi considerare soltanto quelle attività che portano a risultati quantificabili in termini di prezzo? 

    Ma non è il caso di denunciare come fattore altamente inquinante, pari almeno al riscaldamento globale, questa visione unidimensionale della nostra vita?

     

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  2. A dire il vero non saprei come sopportare la vita se non trovassi il tempo per leggere libri di filosofia, romanzi e saggi che mi facciano pensare, che mi tengano in moto sia il cervello che il cuore; senza avere giornate libere da impegni per andare a passeggio nei boschi o in montagna e respirare l’aria fresca dell’aperto di prima mattina, osservando un paesaggio dall’alto. Se non trovassi il tempo per scambiare comunicazioni emotive con gente che come me si emoziona di fronte agli eventi e aspira a conoscere l’amore un po’ più a fondo di quanto sia successo finora. Come potrei lavorare per un’azienda in cui per tante ore al giorno, alla settimana, al mese, all’anno… dovessi occuparmi soltanto di implementare le mie performance per alzare i grafici dei profitti degli azionisti? Come potrei reggere il peso dell’esistenza se dovessi considerare okei soltanto quelle attività che portano a risultati quantificabili in termini di prezzo? Ma non è il caso di denunciare come fattore altamente inquinante, pari almeno al riscaldamento globale, questa visione unidimensionale della nostra vita?

     

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  3. A Henny piaceva l’azzurro di Grecia. L’aveva visto in un locale di una città del nord e se n’era innamorata. Non si era data pace finché la sua casa non aveva incorporato quel colore. 
L’azzurro di Grecia la portava in un orizzonte più grande della vita. La faceva uscire, quasi d’incanto, dal recinto ormai angusto della sua dimora e della sua situazione.
Henny aveva riconosciuto in quell’azzurro non solo un segnale di ciò che desiderava, ma anche una strada da percorrere, una sorta di sacramento che realizzava ciò che era nell’intenzione.
Henny si era chiamata Giovanna, prima. Ma ora aveva cambiato nome. Il cambiamento di nome era come se fosse arrivata alla consapevolezza della sua anima. D’ora in poi sarebbe stata quello che prima soltanto sonnecchiava.

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  4. A me la musica piace, mi pare che sia dappertutto, la musica, e che qualsiasi movimento del corpo, il respiro, il battito del cuore, le gambe mentre cammino o corro… Sia musica. 

    Se c’è una cosa che rimpiango, forse l’unica cosa, è di non aver ancora imparato a suonare, comporre, a mettere in moto i suoni in maniera soddisfacente…

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  5. A me piace molto pensare. Mi piace e mi fa stare bene. Mi aiuta a dipingere la situazione in cui mi trovo, come si dice? a fare la mappa. Lo so che non è la verità assoluta. Non so neanche cosa sia la verità assoluta. Ma pensare, raccontarmi le cose, me le fa vedere, me ne dà una rappresentazione. E questo è il mio mondo. Il mio film. Come potrei avere la mia storia, fare il mio romanzo, senza pensare? 

    Non ho mai capito perché tante persone ce l'hanno col pensare.
    Io voglio imparare a pensare bene. Proprio il processo del pensare. Non tanto i contenuti. Le idee che vengono, che ti aiutano a vivere, che aprono orizzonti, hanno tutte una storia. Il pensare stesso è una storia. 

    Io potrei raccontare come stamattina di fronte a una domanda che mi teneva in sospeso, ho incominciato a pensare e come è arrivata un'idea che mi è sembrata liberatoria e promettente. E come ho tentato di seguire quell'idea fino a raggiungere altre idee. E tutto questo fa parte della mia storia quotidiana. 

    È la storia quotidiana quella in cui noi troviamo noi stessi e riusciamo a gestire le vicende del nostro. E il pensare, in questo splendido spazio del quotidiano, dico il pensare libero e autonomo, sincero e appassionato, quel pensare è veramente una benedizione.

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    1. cespuglia1

      cespuglia1

      Ciao bella buona notte 😘

    2. cespuglia13

      cespuglia13

      Ciao finalmente ti vedo

  6. A modo mio traccerò giorno per giorno le stazioni di posta. E sarà un viaggio pieno di sogno. 

    Con la struggente nostalgia del tutto.

     


     

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  7. a non crederci. Ma questo è possibile. Dal mio balcone vedo il mare! Qui non manca nulla rispetto alle Maldive. Ho l’ombra fresca e la ventilazione, il tavolo e l’acqua ghiacciata con il succo di limone. Una montagna di libri e una miniera di fantasia. Il punto è che mi voglio bene e so che trattare le mie risorse personali, della mente e del corpo, con grande cura è un presupposto decisivo al pari, e probabilmente più, del trattare con la massima cura il rapporto con il mondo. La mia avventura mi ha insegnato questo principio che ho impresso nella zucca con un tatuaggio a fuoco.

     

     

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  8. A pensarci bene sono un paio di decenni che mi faccio questa domanda.
 Che sta capitando?
 È forse un buon segnale del fatto che avverto che sta capitando qualcosa.


    Un sacco di gente pensa che non stia capitando niente .
Vuol dire che la percezione si è addormentata. Forse mangiano troppo. Forse bevono troppo. O si fanno troppe canne.

    
I carrelli pieni al supermercato. Riusciremo a smaltire tutte queste provviste? C’è rischio di ingrassare il cervello? E di annacquare i sogni che ci abitano?

     

    Io impazzisco ogni volta che la vita mi ripropone questo tema. Che cosa sta capitando? Impazzisco di eccitazione. Perché il mio cuore desidera che il tempo partorisca se stesso. Che vengano alla luce i polloni che sono racchiusi nel suo grembo. E che si possa scoprire qualcosa di più di questa vicenda straordinaria che è la nostra vita sul pianeta Terra.

     

     

     

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  9. a vita va presa come una sorta di esperimento continuo. Tu sei un laboratorio. Tenti, rifletti, e ritenti, finché impari abbastanza da fare un altro passo in avanti. Verso ciò che riconoscerai come il luogo dove ti senti a casa. Dove farai festa e sosterai per un po’. 

    Per ripartire di nuovo: perché l’avventura continua.


     

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    1. melissa2407

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  10. A volte è necessario che mi stacchi da ciò che sto facendo con slancio e passione. Mi fa bene prendere le distanze. Guardarmi al lavoro da lontano. Fa bene vedere che l’orizzonte è più vasto, che conviene andare più adagio, che la Vita è già qui. Allora ritorna la quiete e le energie zampillano fresche di nuovo dai pori dell’anima.
     

     

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  11. A volte è più facile condividere i propri pensieri e le proprie esperienza con uno sconosciuto che con il prossimo.
     

     

     

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  12. A volte la finestra è l’apparizione del fuori, delle avventure possibili, del mondo in grande. 

Una finestra dice che non c’è solo il dentro. Una finestra parla del tutto. Dice che la geografia della vita è il tutto. 

La finestra è per me il simbolo del pensare. Il pensare è una finestra sul fuori. Sull’altro e sull’altrove. In questo senso è la cifra della libertà di muoversi e di cambiare. 

Se la finestra è bella allora essa è anche il simbolo della pace tra il prima e il dopo, tra quello che lasci alle spalle e ciò cui vai incontro. Voglio dire, che se anche hai lasciato o sei stato lasciato, se hai rotto o qualcosa si è rotto, una bella finestra dice che è tutto a posto, è tutto in pace, alla fine dei conti.

 Una finestra apre sul muro una via d’uscita.
 A volte è opportuno cercare la propria finestra. La finestra nella situazione. Da questo punto di vista le finestre si aprono anche dove uno meno se lo aspetta. Importante identificarle. Una finestra è una via d’uscita da limiti cui soggiacciamo senza neanche rendercene conto.

 Ci sono dei punti nel nostro recinto in cui è necessario a un certo punto aprire una finestra. Buttando giù un pezzo di muro. Altrimenti non si esce. Non si riesce a pensare in grande, davvero.

     

     

     

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  13. A volte pensiamo che forse stiamo scorrendo la vita, il tempo, troppo frettolosamente. Che, se rallentassimo un po’, potremmo assorbire di più e renderci conto maggiormente… E, di fatto, per quanto ci riguarda, stiamo tentando di contrastare l’abitudine a correre rapidamente sulla buccia del mondo.
    E, quando rallentiamo nel modo giusto, diventiamo più consapevoli di dimensioni che prima ci sfuggivano. Così come quando mangi più lentamente, assapori meglio il gusto e, forse, ti nutri e assorbi qualcosa che altrimenti sarebbe scivolato via, indigerito, nei canali intestinali.

     

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  14. A volte, allo specchio, la mattina, mi domando: ma quella lì sono io? E in quelle circostanze mi rendo conto che c’è come una distanza tra me e me. C’è un dentro e un fuori. E quando mi vedo allo specchio, mi domando che rapporto ci sia tra quella lì fuori e questa qui dentro.

    A dire il vero, io sto sempre con questa qui, dentro. Sento, penso, scrivo, telefono, vado, faccio. Mi sembra di essere un punto che ha un certo margine di consapevolezza. Dirigo il faro su qualcosa. E più mi ostino a guardarla e più mi sembra che sia diversa da quello che si dice di solito. E questo mi piace, perché è come se si aprisse un mondo nuovo dove viaggiare, muovere, fare, e vedere.

    Io sono questo punto da cui guardo le cose e faccio. E nel fare muovo il corpo, cammino, parlo. Ma non mi vedo mai dall’esterno. So che vado fuori, ma non mi guardo mai da fuori.
Solo quando sono allo specchio, la mattina, e mi pettino. E allora mi viene da chiedere: ma quella lì sono io?
    E chi sono io? E chi voglio essere?
    Beh, non vorrei decidere questa questione allo specchio. Vorrei, semplicemente, che la mia immagine esterna dicesse – a coloro che mi vedono da fuori, esattamente quella che io sono, all’interno. E credo che succeda, anche se non controllo.
    Malgrado le apparenze, non credo che la gente sia stupida. Credo al contrario che la gente sappia vedere le cose, dietro l’immagine. Credo che quando si guarda allo specchio rimanga forse un momento frastornata e si chieda anche: ma quello lì sono io?,  ma poi, con uno scossone, dica: io sono questo qui!

     

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    1. melissa2407

      melissa2407

      La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.

       

  15. Affido i miei umori ai pensieri più belli.
     

     

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  16. Alain De Botton sostiene una tesi che condivido largamente sul motivo per cui noi amiamo la natura e cerchiamo di rifugiarci in essa il più sovente possibile. Secondo questo pensatore noi cerchiamo la natura perché essa ci consente di sfuggire alla pesantezza e alla litigiosità, ai conflitti e allo stress dei rapporti umani. Insomma il mondo che abbiamo creato è pesante, stressante e non ce la facciamo più a sopportarlo. Allora ci rifugiamo, almeno per un po’ di tempo, nella camminate in montagna, nei fine settimana ai laghi o in campagna.

     

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    1. vincent29264

      vincent29264

      oppure fare tre quattro ore di bici al mattino nel luoghi del mare, dalle mie parti non ci sono boschi

  17. Aldo si era svegliato e ci voleva qualche minuto d’incerto torpore prima di potersi applicare. Non era più il tempo di quando saltava giù dal letto con impeto giovanile e immediatamente assetato di vita e di energia. Ora doveva attendere un po’ prima che i vari ingredienti trovassero il loro posto nella sua testa e lui sentisse di essere sufficientemente se stesso. 

    Alessia glielo aveva suggerito, ieri sera, a cena. “Non alzarti immediatamente. Resta seduto per qualche minuto e solo dopo mettiti in piedi”. Uno dei tanti piccoli segnali della vecchiaia. E aveva deciso di seguire il consiglio. 
Poi, quando le cose erano andate a posto, si ritrovava sempre lui, sempre se stesso. Lì dentro non era mai invecchiato. 

    Pensò: “Forse ha ragione quel tale che ha scritto che il corpo deperisce ma non la mente. Forse è vero che si muore sempre giovani”. 

    E non volle andare avanti a sottilizzare la faccenda.

     

     

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    1. ok1803

      ok1803

      bellissima 

    2. diegodelavega0

      diegodelavega0

      Alla fine, ciò che conta non sono gli anni della tua vita, ma la vita che metti in quegli anni.

    3. vitto071

      vitto071

      bellissima :) 

  18. Amo il nuovo. Ho riflettuto: nuovo è ciò che ha il potere di rinnovarmi, di rendermi nuovo.  È il potere della primavera.

     

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  19. Anche quando ci si allontana dal mondo, o da certe sue manifestazioni, perché consapevoli della nostra vulnerabilità, non si abbandona la responsabilità nei confronti dell’umanità. Al contrario, è per conservare e alimentare energie pulite e poter lavorare al miglioramento delle cose. 

    Il destino del mondo è affar nostro, in qualche modo.

     

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  20. Anche se non oso avventurarmi a lungo nei territori aperti da queste suggestioni, il mondo mi appare incantato e magico e l'esplorazione più intrigante e inquieta. 

     

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  21. Ancora notte sui tetti delle case.


    Non dentro di me.

    
Il desiderio si desta prima del sole.


    È un bambino che frigge per andare a giocare.


    Benedico il sonno ma bramo la veglia.

     

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  22. Appena fuori dal porto c’imbattemmo in una sterminata regione di cose inutili. Fu uno shock, sulle prime. Eravamo abituati al mondo dei numeri e dei profitti, al mondo in cui ciò che non ha prezzo non vale una cicca. E ora eravamo storditi dal cambiamento. Ci mettemmo un po’ per ritrovare il controllo delle navi. Ma il vento gonfiava le nostre vele, e comparve sui volti dell’equipaggio un sorriso diverso, una sorta di felicità intimidita.  Sembrava che le cose inutili, che avevamo accantonato e ignorato proprio per questo, le cose inutili che avevamo lasciato fuori dai moli, avessero un incantesimo strano, suadente, inatteso. Fu durante quel lungo viaggio che scoprimmo l’utilità dell’inutile.

     

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  23. Ascoltavo Coltrane, Out of this World, e mi dicevo che anch’io, sì non ci stavo a mio agio in questo mondo. Meglio il Coltrane di A Love Supreme, che mi faceva credere che l’immaginazione poteva trovare una strada. Ho un cervello troppo piccolo per controllare il mondo – dicevo – a mala pena riesco a gestire il mio appartamento. Vado poco più in là. Ma una piccola isola dove ricreare le energie e illudermi di conoscere la gioia di essere viva, questo sì, credo di averla… E ho voglia di scommetterci.

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    1. elvis06081994

      elvis06081994

      Bellissima come sempre

  24. Attaccati a ciò che ti appassiona, che ti dà forti emozioni. Coltiva quello, vai avanti con tenacia, audacia, perseveranza. Incominceranno a succedere cose luminose che ti trasformeranno, ti faranno forte e ti daranno quella soddisfazione che l’obbedienza a compiti esterni e delle regole convenzionali non ti daranno mai. Sarai sveglio e sentirai di vivere.

     

     

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  25. Avevo un po’ di compassione per me. E volevo bene a quasi tutto il mio prossimo.
    Mi sembrava che non riuscissi a mettere molto lievito nella pasta delle mie giornate. Era una sorta di attesa. Un capitolo in cui non succede quel colpo di scena che ti fa sentire sulla cresta dell’onda.
    Ma faceva parte della mia storia. La quale andava avanti.
    La mia pazienza sembrava giustificata.
    Ci scommettevo.
    Stavo sperando, al posto di disperare.

     

     

     

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    1. vitto071

      vitto071

      splendida :)