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C’è da scalare una montagna. Mi sto preparando. Voglio affrontare la faccenda con lo spirito giusto. Intanto c’è oggi. Non è una giornata di sole, no. È un po’ come ieri. Ma c’è la mia terrazza, c’è una montagna di libri ancora da leggere. Ci sono gli amici con cui condividere. C’è qualcosa di buono nel frigo per la cucina creativa estemporanea.C’è una miniera di desiderio che urge.
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sii che bello! è bello riuscire ad entrare nel tuo universo!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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ma come sei migliroata! wow!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Sei un pò la nostra Alice nel paese delle meraviglie :)
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Sento dentro una discrepanza lancinante tra il mio corpo che si muove con le cose che fa e i fatti e le azioni che pensa. Nulla di nuovo, come dire... tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, ma io non parlo di progetti a lungo termine bensì di quotidiano, da come fare colazione a, a quale musica ascoltare prima di dormire, a cosa fare tra la colazione e la cena. E mi creo queste discrepanze da sola.
Non so organizzarmi? Sono pigra? Non so. E se cerco di spiegare questo a qualcuno mi prende per un pazza, e chi ha grandi problemi allora? E chi ha questo? E chi ha quello?
Ed io rimango lì a non capirci nulla. Forse è una forma di patologia.
Mi hanno detto che alcuni se non leggono tutti i giornali che escono in un giorno stanno male, io se non faccio tutto ciò che partorisce la mia mente sto peggio, e questo vale anche per le emozioni.
E ti giuro che ogni giorno, qualsiasi cosa faccia, è una violenza continua, devo impormi con la violenza inaudita nei confronti di me stessa. Potrei essere una potenziale pazza o una criminale assassina.
NON SO COSA MI SALVA O COSA MI UCCIDE.-
Pianpiano si capisce da soli cosa ci salva e cosa ci uccide, penso siano uno dipendente dall'altro :)
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Wow! hai uno sguardo che colpisce!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Immagino sempre di viaggiare. La geografia è diventata più visibile ora con Google Earth. Spesso ho problemi con le aree di sosta, ma la strada si disegna sempre davanti a me. Camminare sempre, fin dalle prime ore del mattino.A volte sono a San Francisco, sulla Haight Street. Speso vado a fare il bagno a Morro bay. Ho dei parenti a Palmdale e se prendo l'Antilope Free Way, arrivo velocemente a Santa Clarita, per infilarmi nella San Diego Fwy. Il resto è bazzecola. Ma quando arrivo sulle montagne devo fermarmi a guardare la valle. La valle davanti a me. C'è una valle davanti a me.
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Pensa che bello che tra poco torneremo a viaggiare!!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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fantasticare ad occhi aperti è una delle mie attività preferite
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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questo look un pò lolita mi piace molto, ti dona
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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questa immagine mi da molta tenerezza :)
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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ahaha che simpatica questa immagine...stiamo riposando tanto in questi giorni mi sa ahah
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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C'era una volta, lontano lontano
La favola realizza un distacco temporaneo dalla realtà contingente, usuale.Nella favola possono avvenire cose meravigliose e magiche che nella realtà sembrano escluse.Nella favola il desiderio di realizzazioni meravigliose difficili o impossibili rafforza la sua fede.Tornando alla realtà dalla favola, la fiducia che i nostri sogni si realizzino davvero è più forte.Ai bambini (e non solo) piacciono le favole perché il mondo che sognano è un mondo dove i sogni si realizzano.Nella favola i sogni si realizzano senza il “duro” lavoro che viene predicato nella vita di tutti i giorni.La favola è una versione della meditazione trascendentale, dove si raggiunge lo stato del puro possibile.La favola è una critica della realtà: dice che l’esistente non è sufficiente.La favola è un addestramento alla creazione. -
Amore da bere
Ogni volta che prendo un caffè non posso fare a meno di pensarti… qualcosa si rimescola e si scioglie dentro di me, proprio come lo zucchero che metto adesso: mezzo cucchiaio, lo so, non ti piacevano le cose sdolcinate, amavi i retrogusti amari di ogni situazione e soprattutto le cose vere, non edulcorate. Mettere lo zucchero nel tuo caffè era una cosa delicata, quasi da alchimista: spesso ero un po’ troppo distratta o soprappensiero e mettevo più zucchero del dovuto e tu allora mi guardavi con aria di rimprovero, come per dirmi…sei sempre la solita egoista, pensi solo a te, alle tue dosi ed alle tue esigenze, non cambierai mai.
Ti penso bevendo orzo... l’orzo pare un succedaneo del caffè, riservato a chi non può bere per varie ragioni la caraibica e scura bevanda. Nulla di più sbagliato! Sono due cose diverse: l’orzo è riservato ad ore particolari, è una bevanda serale, silenziosa, notturna, intimista e invernale, da bere prendendo la tazza con due mani – proprio come tante volte ho preso il tuo mento - ed accostarla alla bocca lentamente, senza fretta, con lo sguardo perso fuori dalla finestra dai vetri appannati mentre scende una pioggia leggera e fredda. Tu non hai mai bevuto orzo in vita tua e mi prendevi in giro per questo mio gusto un po’ retrò, ma spesso sono proprio i contrasti a generare ricordi.
Nelle nostre cene il vino non è mai mancato. Rigorosamente rosso. Il bianco ti dava disturbi allo stomaco, almeno così dicevi. Così insieme a te mi sono abituata pure io. E anche adesso continuo a bere vino rosso, pesce o carne che sia. Solo rosso, nonostante io tolleri anche il bianco, a tal punto che adesso non mi piace più o forse credo che non mi piaccia. Chissà. Di solito una bottiglia da 0,75 si svuotava in fretta. E le nostre cene approssimative acquistavano un’altra luce, sembravano preparate da grandi chef. No, non potrei mai stare con un astemio.
Io non ho mai amato particolarmente la Coca Cola, per questioni sia ideologiche che organolettiche. Ricordo i nostri pomeriggi girovaghi navigando a vista, senza programmi o mete precise – cosa che tu detestavi. E puntualmente incrociando un bar qualsiasi la tua frase tipo era… voglio una Coca Cola, io cercavo di dissuaderti dalle tue intenzioni con ogni mezzo possibile ma sapevo che era vano. Così cedevo. Spesso aggiungevamo un pezzo di pizza al taglio per distogliere i nostri stomaci dal pranzo saltato, nonostante la tarda ed abbondante colazione. Una lattina, due cannucce. Poi pian piano ci prendevo gusto e tu reclamavi la tua parte. Io sorridevo guardandoti mangiare e aspirare fino all’ultima bollicina il fondo della lattina. E ancora adesso quel – glurr, glurr - rumore, per molti molesto e contrario ad ogni bon ton, mi riporta a te.
Bevo l’acqua… l’acqua non riesco ad associarla direttamente a te, non che tu non sia stato trasparente. Certo il caffè, l’orzo, il vino e la Coca Cola sono bevande superflue, l’acqua invece è fondamentale per vivere, siamo praticamente fatti di acqua e io e te avremmo dovuto considerarci necessari proprio come l’acqua. Forse lo siamo stati e non ce ne siamo resi conto, proprio come l’acqua, di cui sentiamo l’esigenza solo durante periodi di siccità, quando la terra si schianta ed il sole punta dritto sulle nostre fronti accaldate. Ed ogni storia compie un ciclo, proprio come l’acqua, piove dall’alto, inaspettatamente, magari quando il cielo è scuro, poi tende verso il basso nelle profonde viscere della terra, si sposta seguendo le leggi della gravità, infine cambia di stato e torna su. Chissà dove.
E adesso ho solo bisogno di pioggia. -
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mi fa piacere sapere che ti stai divertendo e stai producendo! brava!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Scrivo di me, narro e sento che sono viva, che sono presente. Godo anche di una certa euforia che la scrittura regala. Ma se dicessi che ho capito chi sono davvero, ingannerei me stessa. Intravedo che questa narrazione potrebbe durare all’infinito e mai mi mostrerebbe pienamente chi sono. Ho la netta sensazione, anzi, che io non sono completamente. E se cerco una realtà finita e definita non la troverò. Ne concludo che il proprio sé bisogna inventarselo. E qui entra in gioco l’arte.
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Sul terrazzo prego pensieri.
Pensieri che aprano il mondo,
pensieri come finestre,
per uscire dall'impasto delle cose,
svincolarmi dalla gravità.
Pensieri mongolfiera
per volare oltre il recinto.
Pensieri lievito che sollevino la pasta del corpo,
facendo anima dentro la carne.
Pensieri di largo respiro
per il desiderio di essere. -
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wowwww ma è troppo bella e particolare questa foto!!!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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per fortuna hai trovato un modo per continuare con la tua arte :)
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Il cielo da queste parti stamane
Il mondo delle nuvole ha un fascino misterioso.
Alle nuvole sono affezionato. Sono la base delle mie fantasie.
Non m'importa se a volte rendono l'atmosfera invernale: la primavera la porto dentro.
La nuvola ha un posto importante anche nel mondo della connessione globale.
Le nuvole mi ispirano curiosità.-
uno sguardo verso il paradiso..e oltre ;)
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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ma lo hai disegnato tu? se si, complimenti!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Una scrittura che sia io
L'idea è quella di una prosa ritmata, una scrittura come musica, come spartito. Un pensiero che si esprime in una scrittura-orchestra-che-suona, e anche corpo-che-danza. Un balletto… Una scrittura che annota un’oralità musicale coniugata armonicamente a movimenti del corpo ritmati, come in un balletto. Dove scrivere è dunque operazione di tutto il corpo connesso con l’anima, per così dire.
Essere me stessa, cercare me stessa... che intendo?
All’inizio c’era una sensazione strana che a parole può essere tradotta in questo modo: così come stai vivendo, così come sei, quello che fai, il mondo in cui abiti, il tuo stile, il modo con cui affronti le cose, la gente che frequenti, la comunicazione che intrattieni,…tutto questo è lontano da come vorresti sentirti. Così non sei tu.
Un disagio che viene interpretato come un essersi persi, distratti, fuorviati, lontani da sé, smarriti: questa non sono io. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco.
C'è un richiamo fortissimo a mettersi in cerca della propria verità, di una sincerità profonda, di autenticità. Un modo di essere, di fare, di sentire, di pensare, di relazionarsi, nel quale io possa sentirmi identico a me stessa, che sono proprio io. L’esperienza di questo richiamo può essere molto eccitante e mobilitante. Spinge a fare, a cercare, a provare, tentare, capire..
Un po’ a tentoni.
Infatti, non trovo dentro di me un libro in cui è già scritto quello che sono davvero e che quindi devo essere. Questa metafora è troppo vaga e ambigua. Suppone che quello che io sono sia già definito da qualche parte.
Al contrario la confezione del messaggio che mi rivela a me stessa è un'operazione che faccio io. Ciò che troverò, in un certo senso, lo avrò inventato. Non un’invenzione che si eleva su un terreno del tutto arbitrario, un vuoto assoluto, dove sarebbe possibile inventare qualsiasi cosa e avrebbe senso. No, capisco che si tratta di un inventare fedele a un richiamo di autenticità. E monitorizzare questa fedeltà sarà un compito dell'inventare stesso. Un po' come quando si inventa una melodia e con l'orecchio si controlla se questa melodia è in risonanza con l’armonia che la sottende. -
- Ma tu preghi?
- Certo che prego!
- Allora tu credi in Dio.
- Assolutamente, ci credo... Soltanto non so chi sia né se ci sia davvero.
- Spiegami...
- Se ascolto un teologo, i suoi ragionamenti mi convincono...
- E allora?
- ... Se ascolto un ateo, i suoi ragionamenti mi convincono...
- E allora come preghi?
- Io dico: Non ci capisco niente, ma io ho bisogno di te, quindi ESSICI!-
sempre più bella!!
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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la regina delle illusioni!!! <3 wow
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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come un leggero pensiero, scappi via? ;)
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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