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Mi è stata regalata un’anima inquieta, desiderante, mai accontentata da ciò che c’è. Esplora il possibile cavalcando il desiderio, il sogno. È l’anima di Eros e Psiche di cui parlavano gli antichi – credo.
Ho un’anima ingorda. Impegnata costantemente a fare i conti con la sua stessa ingordigia. Non ha ancora imparato a coltivare il suo appetito in maniera decorosa.
E poi ho avuto un tempo. Un tempo da vivere. Un tempo che è un flusso di eventi e circostanze concrete.
Ho lottato a lungo col tempo e con la concretezza delle cose.Ho lottato proprio per sfuggire ai conti col tempo, per aggirarne con un escamotage il peso e la densità. La viscosità faticosa di ciò che chiamiamo mondo.
Poi ho capito che il tempo poteva essere un amico dell’anima e del desiderio. Ho imparato a guardare gli eventi con lo sguardo dell’alleanza. Ho accettato l’ipotesi che il tempo fosse una grazia. Un nastro trasportatore di opportunità e di insegnamenti. Ho cercato di educare l’anima a guardare il tempo come un fratello.
E ora spero che questo viaggio nel tempo – che è la mia storia e la mia ricerca – mi conduca in un luogo dell’essere dove anima e tempo danzino insieme.