• Donna
  • Verona (VR)
  • Ultima Visita

Contenuti pubblicati da odessa1920

  1. Mi dicono: Sì, è vero, quando ricevi la risposta, quando anche l’altro ti dice: ti amo, tutto salta all’ultimo piano e vedi la vita dal punto più elevato. Sei diventato tutto.


    Ma quando non ricevi la risposta?

    
Dunque è importante affidarsi alle discipline che ti aiutano a coltivare l’autonomia, per reggersi in piedi da solo (da sola).


    E si potrebbe ragionevolmente anche aggiungere: solo se sai star bene da solo (da sola) puoi entrare in un rapporto costruttivo con l’altro.


    Dunque, bisognerà pur darsi da fare per non “dipendere” e non “ossessionare” l'altro delegandogli responsabilità che sono nostre!

     


     

    AVvXsEgipShsxsxC9nJBWlJuin711ei9QMcGBkJH1YpoJK8lz_g2XZxlTEA2sGfFpWeTnHa9zHkUB_46JWHuW3OmBNGnfiFyS4SO_tbgl2G3jdx7-xhk-02ZqlFAu5Kjy1RqobeIhU-yuAZZ0aooDfJLtGg_9G0J-MxSatvm6lY9Cs5Uao8oNMsjobj9QczCWQ=w480-h640
  2. Trova il tuo ritmo. Né lento, né frettoloso. E colloca tra una cosa e l’altra il silenzio, la distensione.

    
Rivendica dai tuoi padroni il tempo della pausa, il ritmo della tua musica, gli spazi tra le note.


    Se ci riuscirai, ogni evento sarà Dio stesso, e nulla sarà più amabile, nutriente, perfetto, di quello che ti sta accadendo.

     Il tuo orto da coltivare, l’orto dove stanno nascendo i tuoi sogni.


     

     

    AVvXsEgIwmUi6Lss97cJG_RXiJqvl29Ky-cC48WmVUQeZ1XcyjWu2GMHmNY6YMvu9iHgXBGQO2-PpZHdbhVkV0MGMTGc-fOs_cqGY9s09wQOa57csOxv9pMnztz7iVmWFpvPVbAbG7UksSviiwuDYWxKbOidpsqzW1axKhVEFPByGWK_g5cKIAGQYLDihAfYyg=w640-h480
     


     

    AVvXsEiUJ2ipuE2yw6TqPgrAlpKgk1118VrPoIYb4MUNtYtoC86gjSUVqZwMdclWDZhsS0NucASyDWwX92TZ7aQ0u4fzA2WzSMuPX6Mi0YZgH04zwKh-0iSx7oHK-27JBdwcVf3oclISVGqXb7z13hSergrmVyLVIhoQrFI7ku9uG3kaYB01IZ_b-uBg-p-H-A=w640-h480
  3. Lì dove mi aveva portato si vedeva una sorta di gigante dai capelli lunghissimi, che aveva in mano un grosso coltello affilato. Egli separava con colpi netti il giorno dalla notte, la veglia dal sonno, che prima erano uniti. 
    E io potevo vedere i sogni infilarsi velocemente, prima della separazione, nella parte notturna del taglio. I sogni erano colori. E sembrava strano che scegliessero di nascondersi nella parte oscura. Mentre la parte chiara, deprivata al colore dei sogni, diventava grigia.

     

     

     

    AVvXsEiv-PEqojLRdTEnzbTxYXGeApY-8ovxdQYnYSmsN0XbAklNSOQ_fhsCvlVoOg8rplmDEROrZr1bgNW43aJIv27rMthhDH4VAhww1aBq_Mmpdmt80tvpehbiYS7ZrVbKAq_TCDnhZ_E1lIy-kIRQJBT9lV1cVjv393WJOWH3piSPFyEnkabtYtZw0NP_Zw=w480-h640

     

     
    1. maurigoli

      maurigoli

      auguri cara poetessa!

  4. Qual è la storia?
    Perché tu sei una storia. Io sono una storia. Una storia che voglio bellissima. Il mio sogno è avere una storia. E la racconto mentre viaggio, mentre esploro. Mentre la faccio. Questo è nello spirito del tempo. Noi oggi non siamo più delle sostanze, delle essenze, delle cose in forma di persona. È per questo che è così difficile definirsi. È per questo che rifiutiamo ogni definizione. Come se le definizioni ci imponessero di essere pietrificati. Noi siamo la nostra storia. E si tratta di una storia con parecchi capitoli. Non più la ripetizione dell’identico. Alla fine, soltanto alla fine, si saprà e sapremo chi siamo: chi siamo stati.
    Ma oggi viaggiamo, esploriamo, tentiamo. E non c’interessa sapere chi siamo. C’interessa di più sapere chi vogliamo essere. Chi saremmo riusciti ad essere.

     

     

    AVvXsEgs8AVVq41eDyEWp4kp_A8cxkcIhQNDJv-Mb8xrOR4qvbBlpf7Rtg-LCaZWkmVzVQrLBGOjZbQak4hVWy4YBPHPXCzxSEcXPWnQDioqgv9QiVrjXXFbisXOxcnIf46uzUtQpHUKm7eI9NwSpSkDV6VgHsB1zhHNLU5-zdDU7aPp--TR7-dybAWcasggyQ=w480-h640
    1. vitto071

      vitto071

      bellissima foto Odessa1920 :) 

    2. ok1803

      ok1803

      bellissima foto, come sempre :)  

  5. A modo mio traccerò giorno per giorno le stazioni di posta. E sarà un viaggio pieno di sogno. 

    Con la struggente nostalgia del tutto.

     


     

    AVvXsEh3qIbTbcSXiswU5EmSR2CIkMBVn9pQJH62gKgRw-Ihl3QxQOs8Q1n47m27epb_NyRJNIMBi6BFS88QI-ufxnI8u7n1B6o6g__dRWTfEJ2XfpuNEJfJnuZx3owJQW3SKhKKDuHmlDhqS4qszWEFZAbPIqJCg3z0vXn3kWoult4ekNuVIc2ZeVTaO9QgMA=w480-h640
  6. Credo in un Dio, ma non so pensarlo. 



    Ogni volta che ho pensato qualcosa a proposito di Dio, ho avuto la netta sensazione di aver fatto un buco nell’acqua. 



    Mi sono domandata spesso con chi parlo quando parlo da sola. Spesso mi piacerebbe che fosse con Dio. Ma non ne so niente, per la verità. Mi sono accontentata di immaginarlo, perché mi faceva piacere. 



    Mi sono meravigliata da tempo del silenzio di Dio. Come se non sapesse le lingue! Ma poi ho pensato che se Dio parlasse a chiare lettere, noi non avremmo più alcuno spazio di vita nostro. E ho immaginato che questo silenzio fosse funzionale allo sviluppo della nostra libertà, intraprendenza, industria, e via discorrendo. 



    Ho ammirato in passato l’ateismo umanistico, per la sua capacità di assumersi la responsabilità sull’uomo senza piagnucolare continuamente alla volta del Padre Eterno. 



    Ma ho desiderato non perdere l’incanto dell’esistenza che è legato al mistero che avvolge tutto ciò che va al di là della buccia visibile delle cose. 



    Perciò credo nell’esistenza di meccaniche celesti nel momento stesso in cui devo riconoscerne di non saperne niente. 



    Non riesco a intrupparmi in nessuna scuola, chiesa o partito, più che per superbia, per fedeltà a una natura istintivamente anarchica.

    Vorrei che la piena espressione di me coincidesse con il dono che io faccio al mondo e alla vita. 



    Cerco di imparare un approccio semplice alla vita. Sono attratta dal detto evangelico: cerca per prima cosa il regno dei cieli e il resto ti sarà dato in sovrappiù.

    

E continuo ancora a cercare definizioni appropriate di ciò che significa “regno dei cieli”. 



    M’illudo volentieri che la serenità, la vitalità, i sentimenti distesi e sinceria rientrino in qualche modo in quella definizione. 



    So che si muore, prima o poi ma qualcosa mi fa dire senza esitazione che non sono ancora pronta per il trapasso. Che ho bisogno di altro tempo, perché sono lenta e mi trovo decisamente indietro. 



    Guardo e ascolto molto – cosa che non sapevo fare in passato. 

    

So di essere ignorante, ma col tempo ho imparato ad apprezzare questa condizione: mi dà il permesso di inventare e di intraprendere. E questo rende la vita più interessante. 



     

     

    AVvXsEjhsPAzVqd0ICkMNipssD8aSDT-ZBw9vwy_4gYGdsBFm0cm-15AmTiM4aB9SurqCYjhaxHUXSB53i2jqH0H3gGt6pJDfmg93CijE2HSscw6kCD-tULDJkehKEbWr42Cgm6v5w4m5wgAIFTrbNVrfvr9J3UMgZKeH_vQHbktbD70cWIGTf13rtC3Lx6VBw=w536-h640
  7. E mi scopro ogni mattina così dispersiva!…
    Le troppe cose, ognuna che tira dalla sua parte.
    Nell’insieme...una sorta di smarrimento…

    E sembra giustificata la domanda che affiora: dove sto andando? Dove voglio andare?

    Una vecchia domanda!

    Insomma: bisogna decidere, cioè tagliare via i molti richiami e scegliere la direzione. Disciplinare le risorse, raccogliere in un disegno unitario, ben orientato, la folla delle spinte… Focalizzarmi su l’obiettivo.

    Ma quale?

    Se tento di rispondere, ritornano in tanti nel mio cervello a chiedere precedenza: premono verso l’uscita come contro uno stretto collo di bottiglia…

    Imbarazzo!

    Allora concludo che ciò che desidero davvero sarebbe non dover decidere, poter seguire la corrente, lasciarmi portare… vedere e gustare mentre le cose accadono, semplicemente essere, volendo quello che avviene e lasciandomi andare. Nessuna pressione a fare, a ordinare, a focalizzare.

    Libertà come non aver niente da fare!


    È un pensiero che resetta la mente e allarga il respiro. Un ampio spazio di “niente da fare” dove poter fare tutto quello che viene voglia di fare, dove essere esattamente quello che sono!

    E se immagino di avere questo grande spazio di libertà, immediatamente ritorna la domanda: e allora, cosa faccio? Dove voglio andare?

    Curioso! 

     

    AVvXsEjtMdPqLgKIVBhFlhcKvewPZHtAjljHq7BsmEnZiRoNf8iCIpdOdtjAvJ5LCJYDGlIrxogxK7BpPDTXaRN-58tZUJr_-wDbZSH18wAn1Gjm3MkIi5a5nIzQamu0HhkWS8az9jrz4HRHVxB5orTwFwM-pN-4cTNj8F9RaEt0lFALQRA8MqT0YI2VE_vIRA=w480-h640

     

     
    1. elisa2807

      elisa2807

      Bellissime , le ultime foglie d'autunno!

      Foglie d'autunno - Ponza Racconta

  8. Voglio cercare la gioia fin dal mattino. 


    Caricare lo spirito di leggera saggezza.


    Percorrere uno dei sentieri che accudiscono il respiro. 


    Essere lieta della mia ignoranza. 

    
Creare con le mani in tasca.

     

    AVvXsEi5QWlkrezvbkKCQDzm4zZ89kGRmDQB3eqztbBLa6V2COoPfNOIzwdA6lmy2YqVEcbxFEumVLZHB9mA4pSaqrgxNmmK5luIFkJ9FObd4Gy162RetN63KHC5VQhS6iE4TFpZZ7pO0tI7hCOBUptgNpN8YUWvPar7wZ2X9KtaQk4_l94DkWVQyIXu7yuCrg=w640-h476

     

  9. Beh, loro due si erano scambiati ormai diversi discorsi eccitanti in cui si esploravano intimamente. Facevano forse l’amore, a quel modo. In ogni caso si rivelavano a vicenda le loro fantasie. L’eccitazione era sempre molto forte. E poi ci ritornavano sopra e facevano le loro considerazioni su quando stava avvenendo. 



    Era sempre intrigante provare a dire ciò che un attimo prima ci si vergognava di dire. Era come mettersi a nudo. Letteralmente, spogliarsi non solo dei vestiti, ma di tutte le strutture mentali che suggerivano di essere secondo un certo modo ideale, solo perché ci si immagina che gli altri ci accettino più facilmente. 



    Ora era diverso. Si giocava a lasciare cadere queste preoccupazioni e a imboccare la strada del “ti mostro come sono esattamente. Lo faccio con gradualità e andrò fino in fondo. Tu mi rimandi la tua reazione, vale a dire m’incoraggi col tuo desiderio di sapere e vedere. E vediamo dove ci porta questo gioco. Perché, alla fine, è proprio questo che vogliamo: essere amati per quello che siamo davvero”. 



    Questa strada portava a sopassalti emotivi, intriganti tafferugli del cuore, spianate rocambolesche della coscienza. Era un itinerario vivace, succuleto e istruttivo. Ma tutto, alla fine, trovava espressione in parole chiare, convincenti ed emozionanti. E, soprattutto, si aveva l'impressione che l'altro ci accettasse. 



    Eravamo vivi, sulla faccia della terra. E l'avventura umana era la cosa più bella che ci fosse stata regalata. Il senso di gratitudine era identico alla gioia che provavamo. 

Volevamo parole in abondanza per dire tutto questo. 



    Era il sole del mattino sui campi. Vicino al canale, scendendo giù per la strada sterrata, che costeggia gli agriturismi e finisce in fondo, quasi ai piedi dell'abitato. 


     

    AVvXsEiVDjWMv8hHPPQzOkoTmIstUskqjpmccshew4pq-Gfk7-gcsbl1wbBOxkS8UnziRGOgnHzEWnaFklV85yLqPF31loXiIL8ri4S53cSZOzgXAojTRf0QPsFmrOr75utcoYWIm67y4Kd5wFDhkIWCxiW_IeOoWtw9H5ZT7gjA3cyESRd_NdAhSd-DWWO3_g=w640-h480
  10. È tutto musica intorno.


    Il vento e l’acqua,


    l’erba tra le rocce.

    
Sto zitta e la mano evoca un’orchestra

    
tra le pieghe delle cose.

    La vita riempie le pause tra i passi.


    Spazi incredibili tra un battito di ciglio e il successivo.


    Voci e profumi che sanno di segreto


    soffiano tra i capelli


    una brezza vivace


    che nel cuore percola sospeso.

     

     

    AVvXsEiwVb1aVp-9VkfGOLXnmhaze6DoiFRhu93GvM_PNOdyABLqBhPQZEHo6yFMMAZpB4Dk-PAihqXIAiROCXwwdZYXkK8HlhTxrB7g6Jf72yMapP_hx56Z9nJF-Wj21KdxONcMscaP3TmWdMPaiG5z0iMDh4q4quT7_OqSNJkyFr9cds8Uzz4l1WPtlzAWEw=w640-h480
    1. glamoursnob
    2. vitto071

      vitto071

      Bellissimo posto :) 

  11. La malinconia mi dice che la vita è fragile, appesa ad un filo. 

    E la bellezza delle mie imprese nasce dal coraggio di esistere e di cercare con la consapevolezza di questa fragilità.

     

    AVvXsEjUcY6-zIxRh3FS6sreAbddIxd0-7fXmBwH1D_tsln5dChTr6rqV-I7_Z_qT9w7ThX3HkVbu-HFTHneHoYzvPWfP7mCoeKftiUsLbnTLd0ClxhKyL31qXA6YnQzYSWYKyCZJtXnCaX36w8eFKT7tjTiiSqdNBIrNDusT6reqZ3euGuZB9_mER5XZS145w=w640-h480
    1. vitto071

      vitto071

      colori bellissimi :x

  12. Bisogna proprio che abbandoni l’idea  di controllare tutto – o quasi.
 Perché l’ideale del controllo obbliga la vita a filtrare attraverso le categorie della mia mente, che, per quanto sia straordinaria, è sempre un occhio piuttosto limitato. 
E mi figuravo la vita che si sforzava di adeguarsi a quello che io pensavo. E si angustiava. E proprio non ci stava dentro. E si contorceva le viscere.

    Sì, lo capivo, all’istante, che non potevo pensare di obbligare la vita a muoversi secondo le mie piccole categorie. Per quanto abbia studiato, riflettuto, immaginato, non mi sfugge che tutto questo è poca cosa di fronte alla vita.

    Capivo che, piuttosto, ero io a dover usare la mente in maniera diversa. Piuttosto dovevo aspirare ad allargare la mia consapevolezza della vita stessa: della sua complessità, della sua bellezza, del suo aspetto paradossale.

    Che la vita mi appaia paradossale indica appunto la limitatezza della mia ragione logica. E il fatto che non mi esaurisca nella ragione logica è attestato dal fatto che sono in grado di vivere il paradosso e di scegliere intuitivamente nelle varie circostanze la direzione di marcia, le cose da fare – anche in mancanza di un sapere definitivo.

     

     

    AVvXsEjMcU-fdxswoyWiNklNtVXhjUD8N2NvUL7CXDluCbFkcyPGocS7DSrG9X79C87rPJJBQwJm01ih5YP6xmiOth2tuKog0H5uksO2QaAhSnaMdIcT81JHFKGgruX4-KtWkO7pFLhaNRzbsB9WbmFw_JxE6EgJnYHWsysIEPU8GPcEBU2OexXo7rgauphMmw=w640-h480

     

     
  13. La Mindfulness, nel senso più generale del termine, riguarda il risvegliarsi da una vita vissuta in automatico e l’essere sensibili alle novità delle nostre esperienze quotidiane. La Mindfulness rende possibile fare delle scelte consapevoli e cambiare.

     

    AVvXsEhu_Y8bLNWaTAMIJ4fGRId1BaPcLCG0dj1dhtLUDyRzaH5d_iiq_AU10Ej38G1c2QsuHYbZd75aajylG0Ysq6KDqfjjDquzv35gT3pekgj7YYOvq0JMH7DPp4ns6tJ4LfqvsIKmfyrh4D6ff4zE2-u4Mji7IU3oTcBoLL63uYkkBk1rt7NWVCMgGllEXg=w480-h640
  14. Alain De Botton sostiene una tesi che condivido largamente sul motivo per cui noi amiamo la natura e cerchiamo di rifugiarci in essa il più sovente possibile. Secondo questo  pensatore noi cerchiamo la natura perché essa ci consente di sfuggire alla pesantezza e alla litigiosità, ai conflitti e allo stress dei rapporti umani. Insomma il mondo che abbiamo creato è pesante, stressante e non ce la facciamo più a sopportarlo. Allora ci rifugiamo, almeno per un po’ di tempo, nella camminate in montagna, nei fine settimana ai laghi o negli agriturismi.
     

    La cultura dell’etica del lavoro, della performance, porta a vantarci di dormire poco, di mangiare in fretta, di portarsi il lavoro a casa e cose del genere. Ma questa è davvero una virtù? La salute e la serenità non dovrebbe avere la priorità in una vita felice? E ancora: siamo sicuri che chi lavora tanto lavori davvero bene?

     

    AVvXsEjjAVVF6yTIaphRKFR1v3fFub2BQBCG8OPsXoch90G6vAmHWDXYmQ_bIWkXF2gnN5s-DTtSYNmwAyMN3_Cmd6_CK9quaRhCl5KzxCMYGNAUF3Cxv7_7h_5ceq__A_L8zrA56zuhJkNbI_yc_bFs9Xms023b6odrpjt5sxZPEu0sCcu77_XEHplP8fU2lw=w640-h480

     

    AVvXsEg1OQWkNpZAnx4Xu79nO0zcPGIfBnmW2iLS64u_S4yu5ghYl2kBkD2RRMs5seAq7odV64w3JulbJV3KaEe5tn6rKmIWBMXC88syf-AewKpIVfDCUMoet-1aktES9Ymta6fH-xwDgZ5h5t9ZyMXltpzVU2BynZD65E66HdLrcCiHPf4Lq-XfJcIBcIGi9g=w640-h480
  15. Non finirò mai di guardare con meraviglia la faccia dei bambini. Anche quando recitano sono spontanei. La verità è che giocano sempre. E vedono la vita con una prospettiva che è migliore di quella che abbiamo imparato per diventare adulti.

    Questo mi fa pensare che l’ignoranza saputa sia una sorta di sapere dotato di molta potenza. Sapendo di non sapere – non ti viene in mente Socrate? – sai molto di più di chi crede soltanto di sapere qualcosa.

    E ti vengono in mente, all’improvviso, idee che gettano un fascio di luce sul tuo cammino. Perché tu sei uno che cammina. Che esplora e che vuole scoprire. Vero?


     

     
    AVvXsEiznKIWN0cLrzU2yNOZdCF_2ZTaQt39O81BK-i3WqkYxoZPmSnK5shHL9uvnVK8sKjZpgFjacM1oDnnHuN_myixpV01lzPNTt-ncqMGeliK3ZMj1R99Ts8AeNhlcarXY2CowyFTHf_5LEzPvakoRMOfTv6xp96hoTCyJFfYA6yfOFrqlltXMK7TKDADcw=w640-h480
  16. Com’è che abbiamo disimparato a muovere il corpo, a rispettarne le esigenze, in maniera così diffusa?
Le abitudini imposte dalla civiltà industriale, l’orario di lavoro, lo sfruttamento unidimensionale (produrre, lavorare, dare prestazioni…) delle nostre risorse ci hanno decurtato del corpo e non solo dei sogni a largo raggio della nostra sete di vita?

    Non sentite il desiderio di ripensare tutto daccapo? Liberandoci dalla presa non solo delle idee dominanti, ma anche dai legami di dipendenza nel lavoro, nel mercato, nell’uso del tempo di vita?

    Stare bene, liberamente, avendo cura del corpo e tenendo il cervello fresco e il cuore aperto è un desiderio programma troppo infantile? Troppo elementare?

    È chiaro: per realizzarlo, dobbiamo diventare “alternativi”.
Chi è il vero alternativo? Quello che fa di tutto per essere diverso dagli altri? Ma neanche per sogno. Il vero alternativo è colui che fa di tutto per essere pienamente se stesso. Ed è proprio per questo che si distingue dal gregge.

     

     

    AVvXsEhhFCSEKJ2eIWoFCNbYrkJEgrw0qM3xfwP0zxTdw1XGT9xhUGE1xV35yNRnbjX9VzU3U3Ajyr3KRS_xoCZfHa7YB1EiPDYXnOHwbJMPKdID6dMFBRNsAb1hscmhqwl5yedl3vMt2M3XhdNkzXBfYNCgGOIyzmWcR_HUgKoiV9K3QC8hZnGWpt1FcFedqA=w570-h640
  17. Fuori piove fitto e insistente.


    Il canto dell'usignolo, da più di un'ora, indifferente all'acqua, riecheggia brillante.

     

     

    AVvXsEgdQLBhpK5rFybKEHm4860zGmg9F7JcEdx0FwwfQ4qQCwszU8IjVew9IthU2HEj4wdpcxT7qmJRIUXBkeIt3qJrLlcm8Y0pteeDbXVv87LOipEPbnNvSeF-Y1M4ftPSbDQmC9AYYl_9qacsl5rEBbAOXXd9BR4zw-f7LY2queCQ8i2paK8DCIPgFjKT3Q=w640-h436
  18. Il bello non è una qualità estetica separata. Il bello è sempre utile, serve a fare meglio, a vivere meglio, a lavorare meglio, a pensare meglio, a relazionarsi meglio…

     

     
    AVvXsEjwOF-DVQ5_FLi3_lLQlPx4IBM0ccE2KtqpUzU31ughfScG7aUwyVf3pYiN979DzhGbmJbDa5HkH87pCQIkQyRHyWJXFd2UEH1T5Ja_DbAsfUjfmnoGMYnJH-AZWNEaw2JgwB8yqSd0lfMa_uXULGVrxotY14pxbh1LO0Nny7SDynz6Ds9VuCNGpXp2ow=w630-h640
  19. Scoprire quello in cui si crede davvero, quello che si sente autenticamente, sentirlo con quell’intensità che caratterizza la circostanza, è come rinascere. E non è, almeno per me, un evento immediato. È piuttosto una storia d’ascolto attento che dura da una vita. Una storia di tentativi e valutazioni a posteriori. Una storia di aggiustamenti e approssimazioni, nella sincerità di una ricerca che già da sola genera respiro e slancio. 

    È il richiamo del vecchio messaggio del tempio di Apollo a Delfi: Conosci te stesso.

     

     

    AVvXsEiNFSmCCvezWcv5l_haztP7-Nz5oY0aXQn-sSgRVbU1IkSw5lZ4YEQfYedat3iSuiHd-Lj0zWUdT3DihFYf0OwO2ZXymGvXhivDnPlkqacz9rLAVD6kLoHmZr8G2cZKsxdqVvWex1_m8uvuomBeAM0j64GNntO6P9-33N1__qNiBD50DhdPk1rJxy3bVw=w640-h480

     

  20. E c'erano dei momenti incantevoli in cui la vita sembrava esplodere di colori in ogni direzione. E l'esistenza navigava a vista, portata dagli eventi.

     

     

    AVvXsEhynN3uGhaYBVENkminFV77WttdU1uZZAWONvr_Gzwkm0_0ej6q-XKvQVfY_DRTP3bLp0h456EAEmCwC2X8C-Hobg_QV_4No1PmIfyWcr8OoNStpKg9YlawmewEw84c3WQqZoWd50QblfabOEHwSGz59eHluh741HkrIUoqYdZV2HMDVjH7_EDC8x6lMQ=w640-h480

     

    AVvXsEgh3PXP41mxDh5N3DQDr1NotwrM1O1mwyJQjO-b__l1mIlSjz3KknNOnMG4PqeJE3CiUQ1sUrmv5QcUkrVLz8App4TOSQp8pZuhlLRs3b60gOtKMNPexMe9XUjGG0JykocHjFy5w42c23dzXBzn4KpdvMMb1Aygilo-5GuPW3mz4jX9rLLZOVBL4UgoeA=w640-h480

     

     
  21. Non vorresti procedere più leggera?


    Così come sei?


    E lasciare che i tuoi desideri siano desideri. E che i tuoi pensieri siano i pensieri che ti arrivano e che tu guardi e registri, e ascolti?


    E lasciare che il tuo comportamento dica esattamente quello che senti. 

    E la smetta di rigirare la frittata con tutti quei drammi da scenografia che hanno solo lo scopo di far entrare altre persone, altri interlocutori, nel solito gioco.
     

    Forse, quando si mangia tutti i giorni, si è destinati a portare il pensiero all’estremo. Che altro potremmo fare, se abbiamo già ricevuto quello che miliardi di persone ancora non hanno? 

    Non sarebbe una bella cosa che il cibo e le medicine e le condizioni igienico sanitarie, e i comfort dell’abitazione, del trasporto e del vestiario di cui godiamo li trasformassimo in pensieri estremi?

    Non accontentiamoci di una pace da quattro soldi. Di una saggezza da equilibri piccolo borghesi. Non accontentiamoci di far sesso bene e meditazione trascendentale.


    Squarciamo la buccia dell’umano e caliamo il nostro secchio fino al fondo del pozzo.


    Cos’altro potrebbe farci grandi, se il resto lo abbiamo già tutto, in abbondanza?

     

     

    AVvXsEhCbXy2R0zz8r7128OpBSaoxBLq3bNGXoqV6My1dy-MQyEXSWZsrzp-6B9SeHyiW0xEf4NDQfohF5NwCgfCX0HYmMwbMMf5yuigAPQO_TVk0QeXJyfANVW-iBw0XFcZi677r5WhlBB2B6c2o4EHCMTrDApzg6tfNgrytpXLnnEmSvmB3fg9XeLpLjQJ4g=w640-h470
  22. A volte pensiamo che forse stiamo scorrendo la vita, il tempo, troppo frettolosamente. Che, se rallentassimo un po’, potremmo assorbire di più e renderci conto maggiormente… E, di fatto, per quanto ci riguarda, stiamo tentando di contrastare l’abitudine a correre rapidamente sulla buccia del mondo.
    E, quando rallentiamo nel modo giusto, diventiamo più consapevoli di dimensioni che prima ci sfuggivano. Così come quando mangi più lentamente, assapori meglio il gusto e, forse, ti nutri e assorbi qualcosa che altrimenti sarebbe scivolato via, indigerito, nei canali intestinali.

     

    AVvXsEhMjLVbuGs2V6pi1iQNfedj1YR7_W3ugSO9gUR9AEtZCE7dhegapnKpz0SA5fa0QCRKxw8LG2rH47BGJhqASIP0qQXeH3WE9lvg-ULX6OxAUCPPLKXGI9emNI4cN8UypvgqADELFQcNCTjo5pD0oj1dYrcYMwLLqT-PfuiNwHtsep7aUEWu7pDTA6MguA=w514-h640

     

     

     

    AVvXsEhbEyaIT4R3ExpogffnQh6r22X4J9C_rnqkYUWthK5Jop-DKgrAB1QDz-iWg5QvzIzxLkgihMMcBZibwGue9WoNuGrSFUHe9iZC3otfHnK7YXCRksGxB0a3q8EqdlPK-1aCFsW6nbDKkWlGL8jcrFYndq92mSb1giXAtZ3_bdsAhgE9GROhr_DYwvXeHw=w514-h640
  23. Le idee creative migliori, per me, sono quelle che rinnovano le energie e rilanciano l'entusiasmo. Il tempo più bello è quello in cui sei innamorato.

     

    AVvXsEhu2bS2ss1RydLH9-cH3vEZYUh3hzzWM2p0JA3Tx-NNhQbQEDaUUO9WHvufKe9_CY8F-fFfnmsshM8zueiYlNmwQTJMDRFnfIFZHvAGdiCrhjdm4hk5AoBHTtQRl0eGN9ZVcal19-r_jrtWOmB7qFqyU-ZJlBJh1tQeAYqXjMSRDOjvBo5_J0wUExTPMQ=w480-h640
  24. Una volta ho letto che se Dio non è qui ora, non è da nessun’altra parte. Non è certo nel futuro rimandato. Perché io sono solo oggi, ora. È oggi il mio compito. È oggi la mia opera d’arte.

    Non perderò me stessa, trasformando l’oggi in un semplice momento di passaggio, in un semplice strumento per arrivare a un domani radioso. È oggi il momento giusto, il tempo opportuno.

    E conosco le condizioni necessarie perché questo possa avvenire: un abbandono fiducioso al Dio della vita. Nella semplicità straordinaria di un fare ispirato.

     

    AVvXsEhO7q9T5OnB5um9Ejhp1VbZ1OcfuhRvB6gk622E6xbfvE4xHl3xNMsheZn-myx3h4UmW2ZsUdBVjq6QPZ45x0dtdAtecHf8sQRT8_y0LGPoG2jkdEy2_bM0574rPvsTqiHGHCxOxWuIXA5pDA0xO3b5dozmwKgstLk3RPlIpAv4Q2gUkrDLiP8a05a5lw=w640-h480
  25. Mi sveglio e la giornata mi viene incontro. Sono inquieta. Tutte le cose da fare – che non riuscirò mai a fare completamente. A fare rapidamente, per arrivare a una meta. La mia meta. Quella meta verso cui il mio desiderio mi spinge.
    Dopo la colazione, riesco a prendere una certa distanza. No, dico, niente gatta frettolosa. Niente gattini ciechi! Che senso avrebbe? Una giornata di corsa? Scivolare tra una cosa e l’altra perdendo consapevolezza, separandomi dal senso?

     

     

    AVvXsEjw139Tk1gSRM4Ylf2vZXxvFbzW1anlzihQlquRzlLqYZJap2PGOb0m-F_TjEwToK1O5hoPMgA8WKuyiAKK9nTeo_CFNjONTkIZB2td0bd4XpJ2ePRmDnlzwU5RvIum4gaiManCF-NgklmnbSTXBvKUh0pYNpq8twxr9nJlByzvI7kd7zHaKcLEPlhB3Q=w640-h480

     

    AVvXsEjDlGQ7r4kXlw5YLQVrNEuLHc98x0Kt4f-1_OWoUsK8BpgL6xF5KPaskbFtxaWBWqd2xycxi4hfEW-YjYshxfPhc1NWeaLZAvYu5lqD7kKO4TOKY5hlfG_6AaqtSoT28CPNhOp5pW0U5ZJMe5kcsrukFCe4zTAROcR8MxwVTQuTQEl6lieKAMufmeF7dA=w640-h480