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Contenuti pubblicati da odessa1920

  1. La luna, qui di sopra, è ormai sovrana, 

    ipnotica lampara della notte. 
     

    Nel buio l’oceano si allontana 
     

    con luci che tra loro fanno a botte. 


    Io resto qui sulla spiaggia silenziosa, 


    scrutando i segni dell’umana impresa. 


    E spero per domani, oltre il riposo, 


    passi sicuri e un’efficace intesa.

     

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  2. Mi alzo prestissimo. È ancora notte, ma quella parte della notte che corre verso il giorno. Che va incontro al sorgere del sole. 

    E io aspetto il momento in cui potrò uscire, per andare a camminare. Non m’importa dove, mi basta andare dove starò sola con i miei pensieri. Quello stato di solitudine che mi dà una gioia straordinaria. Quel piccolo viaggio interiore che mi consente di trovare la mia dimensione personale del viaggio.

     

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  3. Era la via del mare che cercavamo. E la stavamo percorrendo. Il mare era l’orizzonte aperto verso una vita avventurosa e interessante. Quella gioia intima e profonda che sa di possedere il senso dell’esistenza. Volevamo radunare lungo le strade tutti coloro che asfissiavano per il clima depressivo che contagiava le regioni della terraferma. Volevamo creare gruppi di ribellione, comitati di resistenza, campi di addestramento all’operosità creativa. Dovevamo contrastare quella visione che riduceva tutto alla dimensione dei conti, dei prezzi e degli utili. Volevamo riappropriarci di tutte quelle cose “inutili” che rendono la vita bella e significativa. Volevamo dare valore alle molte dimensioni dell’uomo. Sorridere con sincerità, esprimersi, condividere. Era necessario capire come operare una rivoluzione culturale capace di conquistare e sedurre, capace di accendere la fiamma dentro il petto delle persone.

     

     

     
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  4. Ce la caveremo, vero, mamma?

     

    Sì, ce la caveremo.

    E non succederà niente di male.


    Esatto.


    Perché noi portiamo il fuoco.

     

    Sì. Perché noi portiamo il fuoco.

     

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  5. L’immensità dell’universo ci suggerisce che un giorno viaggeremo tra le galassie. 

    Lungo è il cammino che ci attende e la scoperta non avrà mai fine. 
    Una buona cultura prepara lo spirito per il lungo viaggio. Già da oggi. 
    Una buona cultura non sperpera intelligenze ed energie in stupidi conflitti, ma le investe nella costruzione del futuro.

     

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  6. avviava di buonora per le strade del mondo sognando la luna.

    Il passo leggero e le agili mani ad esplorare le meraviglie del fare.

     

     

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  7. Il fascino dell’avventura. Partì da ragazzino come mozzo su un vascello. Divenne capitano - oh capitano, mio capitano! – E solcò gli oceani del mondo, imparando molto sugli umani e sui cetacei. Conobbe la flora di isole tropicali, si nutrì di cibi esotici ed ebbe amori intensi e brevi. Lasciò traccia di sé su taccuini rilegati. Si assopì nel tramonto colmo di mistero.

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    1. verissimodipiu1

      verissimodipiu1

      Ho sempre desiderato di essere uno spirito libero, ma tutto è rimasto sopito nella mia mente.....

  8. si parte di nuovo.

    Il tempo, un altro regalo.
    Soprattutto la sete e la fame che spingono al viaggio.
    La grande avventura nel fondo del cuore e un orizzonte promettente.
    Io faccio al mondo sconosciuto una preghiera e gli butto addosso la rete dei miei sogni.

     
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    1. vitto071

      vitto071

      bellissima foto :) 

  9. si parte di nuovo.

    Il tempo, un altro regalo.
    Soprattutto la sete e la fame che spingono al viaggio.
    La grande avventura nel fondo del cuore e un orizzonte promettente.
    Io faccio al mondo sconosciuto una preghiera e gli butto addosso la rete dei miei sogni.

     
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  10. All’improvviso mi sembrò di capire che la meta non è il fine, ma un mezzo.

    Il fine è ciò che stai facendo in questo momento: 
    il viaggio.

     

     

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  11. io navigo, su questo vascello, nell’Oceano dell’Essere.

    E mi sento benedetta, per il fatto di esserci a guardare e trafficare.

    In questa sorta di avventura che chiamiamo vita.

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  12. Il 2022 è già esaurito. La mia testa è già nel nuovo anno. Il nuovo anno è già iniziato.

    A me piacciono i buoni propositi. Non aspetto l’inizio dell’anno a farli. Li faccio spesso. Li tengo in caldo. Al centro c’è sempre il lavoro per tenere alta la guardia e acceso il fuoco.
    Le cose vengono meglio se la fiamma è accesa. Il viaggio diventa eccitante. Le difficoltà si sciolgono più facilmente.

     

     

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  13. poi, lasciatemi partire con i miei velieri a visitare il mondo e i Mari del Sud. Sono in cerca dell’Isola del Tesoro e adoro l’avventura. 

    Terrò un Diario di Bordo e lascerò traccia delle vicende umane che incontrerò. E racconterò ai figli dei nipoti storie incredibili e meravigliose.

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  14. Ero molto grata dell’esistente.

     

    Ma non mi ci addormentai dentro.

     

    Sollevai la testa dentro il futuro

     

    Era Natale.

     

     

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  15. E immaginavo Ulisse nel suo viaggio verso Itaca.
    Dieci anni? È tanto? È poco?
    È quello che è.
    Tu vai verso Itaca, ma intanto esplori il mondo, la vita. Aderisci agli eventi, quali che siano gli dei che si danno da fare.
    E ascolti il canto delle sirene, avendo cura di farti legare all’albero maestro.
    E ti lasci incastrare da Circe, ma senza chiudere il cuore alla nostalgia.
    Oh, Nausica, com’era dolce il tuo sorriso…

    Si va, verso Itaca, ma intanto si esplora il mondo, la vita.

    E non smetterò mai di meravigliarmi.

    Se potessi dirlo con le parole della poesia!

    Perché, infatti,  tutto è musica. Tutto è sogno.

    Il mondo che c’è fuori di qui, il mondo tutto da esplorare, tutto avventura e conoscenza, è già presente nella mia anima e mi porta fuori dai confini stretti del presente. Ma nel veleggiare verso Itaca, io aderisco al presente, alle onde di quel che succede, là fuori e qui dentro.

    Essere qui, nel presente, e bruciarlo come legno da ardere, per fare luce nel veleggiare verso Itaca. Vado verso Itaca – oh la mia Itaca! – e intanto esploro il mondo e gli eventi.

    Dio! Non finirò mai di meravigliarmi. E prego il Cielo che questo continui per sempre…

     

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  16. C’è qualcosa che sento dentro di me. E mi sembra una forza in azione anche là fuori, nel nostro mondo brulicante di movimento. Forse è anche la vocazione intima e profonda dell’arte.
    A cosa mi riferisco? Forse non è un caso che il pensiero mi abbia visitato proprio nel periodo di Natale. Perché con la nascita che si rinnova questo pensiero ha a che fare. E forse ancora di più con quel tema che nella tradizione cristiana precede il Natale e che è l’Avvento.
    Voglio dire il desiderio del Non Ancora. La ricerca del Non Ancora di cui scopriamo di avere un grande profondo desiderio.
    Siamo attraversati da un profondo bisogno di creatività, in ogni settore della vita. La stessa qualità di vita degli itinerari personali sembra chiedere di prendere le distanze da ciò che è, che è stato per tanto tempo, da ciò che sembra immutabile e irremovibile. Siamo protesi verso qualcosa che non è ancora.
    Nell’arte ciò che è stato non va ripetuto. È tutta una ricerca di nuove forme, movimenti e tracce di movimenti che esplorano ciò che ancora non è stato fatto, di modi e forme in cui ciò che si dice ancora non è stato detto. L’avvento del nuovo.
    E non è leggerezza, superficialità, sottoprodotto di un consumismo che caratterizzerebbe una società liquida alla Baumann. Materia per le prediche dei moralisti, degli elogiatori del tempo andato.
    Credo che vada guardato più a fondo e che vi si debba trovare un richiamo rivelatore della nostra vera natura e del nostro valore più intimo. Siamo esploratori dell’Essere, curiosi del Non Ancora, sempre in viaggio. Sempre in tempo d’Avvento. Anche a Natale.

     

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  17. Beh, quando viene la sera io mi domando: quando verrà la mia? E che significa che ci sono? Che c'è tutto questo? E io che ci sto a fare? Sì, vivere, mangiare e dormire al riparo, anche guadagnarsi da vivere, perché no? Ma tutto questo a che serve? Che senso ha? Qualcuno ha davvero la risposta? 

    Quando viene la sera certe domande saltano in testa. Risuonano le domande nel cervello, e le risposte scappano alle reti della mia nave. Ma quelle domande senza risposta lasciano come una musica nell'animo. E quella musica è importante…

     

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  18. Mi sono resa conto che il perfezionismo è una trappola. Perfezionismo è non fare qualcosa finché non sei sicuro di farlo in maniera perfetta o finché non ci sono le condizioni ideali per farlo come piacerebbe.
 In questo modo non si incomincia mai a fare.

    In filosofia c’è una trappola analoga. Il pensiero è affascinato dall’Essere e lo pensa come perfetto. Poi, non trovandolo da nessuna parte, si converte al Nulla e diventa nichilista. Se non c’è l’Essere allora tutto è Nulla.

    Ma il pensiero, ridimensionandosi dopo vari tentativi estremi, si è reso capace di pensare anche il Qualcosa. Il Qualcosa non è l’Essere, ma non è neanche il Nulla.
 Il Qualcosa appare come la dimensione adeguata dell’umano – anche se la sua sete è senza fine.

    Convertito al Qualcosa, il pensiero diventa capace di apprezzare anche il Non-so-che, il Quasi niente. Dove va a riporre gli aspetti più sottili e qualitativi della sua esperienza. Che cos’è che ti fa innamorare? Cos’è che rende la tua giornata gioiosa? Cos’è che ti commuove e ti rinnova? Spesso non è neanche una Cosa o un Evento tangibile. Piuttosto un Non so che.

    Il Non so che non entra nella contabilità. Non si sa dargli un prezzo. Non si vende sul mercato. Eppure, questo Quasi niente, che non è una Cosa è responsabile della qualità della nostra vita. E noi diciamo che non ha prezzo.

    Ed è per questa via, la via del Non so che, Quasi niente, che riemerge nei nostri animi la fiducia e la speranza. E l’operosità che s’impegna con gentilezza e di buona lena a perseguire quel successo della nostra impresa che sogniamo da tempo.

     

     

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  19. E sogno un castello, dove sostare, senza far niente, in ascolto soltanto. 

    Ignara dei progetti turistici e dei convegni per la valorizzazione delle risorse locali. 

    Spostarmi sotto il sole come se il mondo fosse fermo in un altrove. 

    Almeno per qualche ora.

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  20. È stato un momento. La luce del sole al tramonto rimbalza sulle foglie degli alberi e mi raggiunge. 

    In quell’istante ho saputo che tutto è straordinariamente bello e ho sentito una nostalgia infinita per qualcosa che non so, ma che riguarda me. 

    Una sorta di malinconia invincibile per non vedere il senso delle cose. Per essere una spettatrice miope, che riesce a mala pena  a intuire di trovarsi solo sulla buccia del mondo.

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  21. Cosa c’è là fuori?

    
Il giorno che comincia.

    Il cielo promette bene.


    Mi sono svegliata con la voglia di uscire. 

    Fuori è un campo colorato. 


    Anche d’inverno.

     

     

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  22. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro.
    Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.

     

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  23. Sì, guarda: le cose vanno bene.

    Dormo abbastanza, mangio tutti i giorni.

    Non ci penso più di tanto.



    Ma io ho ancora tanto bisogno di amore.

    Amore per ciò che faccio.

    Amore delle persone che incontro.

    Amore di qualcuno di speciale che ancora non ho incontrato. E che non cerco neanche.



    Penso a volte al passato e vedo tutto quello che ho sbagliato. 

Questa cosa che chiamiamo vita è la nostra avventura.

     

    È così.

     

    Diamoci dentro.


     

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    1. fabulousme

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      Amare se stessi è l'inizio di una lunga storia d'amore!

  24.  Lo sguardo si smarrisce nel contemplarne la bellezza.

    Una piccola mente, addestrata dai discorsi usuali, suggerisce il pensiero che questa bellezza sia uno spreco. Quali occhi umani ne giustificano l’esistenza? Tutta questa meraviglia anche senza l’attenzione di spettatori.

    L’esperienza è toccante.
Mi suggerisce l’idea che il mio punto di vista – letteralmente – non è né l’unico che conta, né il più adeguato.

    Ho coltivato il desiderio di assumere un altro punto di vista.

    Quello secondo il quale tutto questo spreco è invece abbondanza.

    Quello che non si perde alcuna delle innumerevoli meraviglie di bellezza che popolano l’essere indipendentemente dal mio sguardo umano.

    Che c’è uno sguardo di fronte al quale nulla va perso.

     

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  25. o sono colpita dal fatto che in circolo c’è tanto poco entusiasmo. È deprimente. 

    Ma altrettanto irritata lo sono dall’entusiasmo effimero. Quello che nel momento sembra un colpo di cielo. 

    Ma che svanisce alla prima cattiva digestione.

     

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