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SEI UNA LEPRE O UNA TARTARUGA? RICORDA: LA VELOCITà NON E' SEMPRE SINONIMO DI SUCCESSO E UN MOTIVO C'E'
Malcolm Gladwell, giornalista e sociologo canadese, e Adam Grant, professore di psicologia di Wharton, si sono ritrovati sul sito Heleo.com per discutere del modo di arrivare al successo ma soprattutto del tempo impiegato per giungere ad un determinato obiettivo.
10.000 ore di pratica
Tutto parte dalla regola delle 10.000 ore di Malcolm Gladwell, inserita nel suo libro Fuoriclasse. Storia naturale del successo: secondo l'autore il successo dipende dal tempo che impieghiamo nella pratica, perché tutti possono diventare bravi in un determinato campo dopo 10mila ore di esercizi e allenamenti.
Certo, 10.000 ore non è un numero definitivo, personalmente sono stonatissima e nemmeno 100mila ore mi farebbero diventare una brava cantante. Per Gladwell interessa invece il contesto e la perseveranza. E prende come esempio Roger Federer. Spiega che non sarebbe mai potuto diventare il grande tennista di oggi senza un allenatore, senza un posto dove andare a giocare, senza i genitori che lo accompagnavano sui campi, senza il tempo dedicato allo sport che amava. All'inizio della sua carriera non si vedeva in lui un talento perché non aveva personalità. Ma dopo tutti gli anni di allenamento e di partite si è trasformato nel professionista che oggi conosciamo.
Lepri e Tartarughe
Ma contano anche la fortuna e le opportunità. E la domanda che nasce è: dobbiamo lasciare indietro le persone lente ma brillanti? E perché? La velocità di eccellere in un campo conta di più della potenza? Prendiamo l'esempio di un avvocato: meglio un lavoro paziente e accurato che sbrigativo e pieno di errori, no? Qualsiasi attività dove gli sbagli possono essere elevati non può essere svolta con rapidità. Pensate ad un ponte costruito di fretta e senza la giusta attenzione...
Ma prendiamo per esempio il ruolo degli scrittori. Non si può scrivere un buon libro in poco tempo, anche se tutto il mondo intorno vuole il contrario (a partire dal tuo editore). Potresti scrivere 10 pagine in un giorno ma l'indomani rimanere a fissare il computer senza uno straccio d'idea. Non si può essere sempre delle lepri. Molto spesso il mondo ha bisogno di tartarughe. Tartarughe intelligenti, anche se un po' lente.
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Foto profilo interessante
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Che bella! Molto originale!
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coccolosa001 ha aggiunto una reazione
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io niente matrimonio grazie!
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serinascolumaca ha aggiunto una reazione
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ho già dato mi spiace!
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con una dichiarazione così come non accettare
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Valzurio, la valle dell’Eden
La Valzurio: una lunga valle prodiga di suggestioni, che ha respinto il cemento e le speculazioni. Le parrocchiali di San Bernardo e di Santa Margherita, il borgo del Dosso, la cascatella del Vervé, il giardino dei prati del Moschel, il torrente Ogna con le sue acque cristalline e le sue marmitte dei giganti, i faggi secolari della baita di Verzuda Bassa, l’affresco sulla baita bassa di Remesclèr. E poi i pascoli, dove in primavera cresce il Buon Enrico (Paruc), dove vivono le marmotte che presto andranno in letargo, dove si aprono gli imbocchi delle antiche miniere abbandonate di barite: il tutto sullo sfondo del vertiginoso spigolo Nord-Ovest della Presolana e di montagne note come il Ferrante e il Timogno. Questo, in estrema sintesi, quanto è concesso di ammirare all’escursionista che desidera percorrere la parte alta della valle, dove l’occhio e il sentimento vengono catturati dagli splendori della natura.
Per raggiungere le baite del Moschel si imbocca, a Villa d’Ogna, la strada per Nasolino. Quindi si raggiunge Valzurio (contrada bruciata dai nazifascisti il 14 luglio 1944), dove si può sostare per una bibita all’ostello Baita Valle Azzurra e quindi, sempre in auto, si raggiunge il parcheggio di Spinelli. Da qui inizia l’escursione, di circa un’ora e trenta. La stradella, larga e comoda, taglia con ampi tornanti prati ancora ben curati e poi si inoltra in boschi secolari dove, in autunno, si possono sentire i bramiti d’amore dei cervi. Giunti in località Fopa Fosca, ci si imbatte nel Silter del Rui, ricostruito dal Comune. Qui già dal Settecento i mandriani conservavano i latticini, in quanto il casello, a causa di sorgenti fredde che salgono dal sottosuolo, era, ed è, caratterizzato da una temperatura ideale.
Da lì, in 10 minuti, ci si lascia alle spalle il bosco e il sipario si allarga ai prati e alle stalle del Moschel, ampia zona prativa circondata da montagne stupende. Ed è proprio in questo contesto naturale di grande fascino che si torna con la mente alle parole del grande poeta bergamasco Giacinto Gambirasio, quando declamava: «Mé ve salude corne, ‘ndo ‘l canta la coturna, ‘ndo col penser a ‘s turna quando che ‘s ga ‘l magù. So chèste sime ‘l domina l’incànt de la natura, e l’aria frèsca e pura la sgura zo i pulmù» (Io vi saluto montagne, dove canta la coturna, dove col pensiero si torna quando si è tristi: su queste cime domina l’incanto della natura e l’aria, fresca e pura, purifica i polmoni). Chi è dotato di buona gamba, da qui può raggiungere le numerose baite dei pascoli circostanti, il rifugio Rino Olmo o il Rifugio Albani.
http://www.bergamopost.it/vivabergamo/quattro-itinerari-facili-facili-alta-val-seriana/
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kontessa quando ce ne andiamo insieme a fare una gita? (in amicizia ovviamente)
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ci penso
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serinascolumaca ha aggiunto una reazione
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prima che diventi una lumaca!!!!
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kontessa00 ha aggiunto una reazione
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Qualche idea per un escursione in montagna? (Lombardia o piemonte)
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Io rinascerei lumaca per prendere la vita con più calma e relax...Voi in quale animale vorreste reincarnarvi nella prossima vita?
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Il giaguaro direi che va benissimo per la mia indole
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serinascolumaca ha aggiunto una reazione
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io mi sento una gatta! imprevedibile ma carina
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io sicuramente un ghiro...sempre a dormire! che sogno!!!!!
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Sono sempre a caccia di nuove escursioni nel verde. Qualcuno ha qualche itinerario da suggerire?