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Solo i meno giovani possono ricordare questa canzone... Io ero un ragazzino, ma la ricordo con piacere...
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Una canzone romantica di questo duo australiano... E di romanticismo ce n'è bisogno di questi tempi...
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In questi tempi difficili... una canzone che fa riflettere. Con tutto il cuore la dedico a coloro che hanno la bontà e la pazienza di seguirmi...
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bellissima!!!
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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mi porta proprio in un altro mondo!
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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Niente di più vero! Buongiorno Raffaello
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"Ma il mio destino è viverebalenando in burrasca"- Vincenzo Cardarelli -BALENANDO FUGGIASCOScrivere, scrivere ancora! Scrivere forse la poesia più solenne, magari sognarla tra l'alba di Tweed Heads e le voci di Terranora. Scrivere versi a colori e madrigali di sabbia, tra l'asfalto e nei ricordi, scrivere di comete o delusioni, scrivere sempre.Magari ci sarà sempre una raffica improvvisa a sparpagliare i versi sotto il divano, in riva al fiume o tra i cespugli, ma in ogni caso sarò ancora qui, a scrivere qualcosa di nuovo, qualcosa d'incerto, di silenzioso, fugace, effimero.. Magari con un colore, un accento o una rima che richiami in vita qualcuno dei vetusti silenzi che volarono via e ancora dagli archivi del ricordo riaffiorano: forse una voce, alteratasi negli anni, forse un battito d'ali leggero, o un libro di versi letto in gioventù...Il libro, il treno e l'alba sono tre parole innocenti: parole che non suscitano quasi mai emozioni violente nella folla, non seminano rivoluzioni, ne' vendono morte, ma quando mi giungono tutte e tre assieme... mi aprono autostrade in mezzo al cuore, e mi viaggiano affilate sui binari dell'immaginazione inabissandosi tra incerte sensazioni. E allora... Allora non mi resta altro che scrivere, scrivere sempre e comunque: scrivere tra le note dei treni di Duke Ellington, o tra i chiaroscuri marmorei di Desiderio da Settignano. Ho imparato a scrivere tra le cosmiche ragnatele di internet così come tra le allucinate visioni di Escher.Con gli anni ho imparato che l'alba può raggiungerti comunque a qualsiasi latitudine, con solennità diverse ma sempre potenti. E ancora con gli anni (o forse attraverso gli anni) ho imparato a leggere i libri senza libri, e ho imparato a salire sui treni in corsa, anche se non tutti i treni scivolano sui binari.Perché ho scoperto che il mio destino è vivere, balenando fuggiasco.Banora Hills - New South Wales15 marzo 2015, all'alba
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le parole sono le tue compagne di vita, si capisce dai bellissimi versi che scrivi. dalle foto invece si percepisce il tuo grande amore per la natura
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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sembra un quadro..non ci credo
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"Ma il mio destino è viverebalenando in burrasca"- Vincenzo Cardarelli -BALENANDO FUGGIASCOScrivere, scrivere ancora! Scrivere forse la poesia più solenne, magari sognarla tra l'alba di Tweed Heads e le voci di Terranora. Scrivere versi a colori e madrigali di sabbia, tra l'asfalto e nei ricordi, scrivere di comete o delusioni, scrivere sempre.Magari ci sarà sempre una raffica improvvisa a sparpagliare i versi sotto il divano, in riva al fiume o tra i cespugli, ma in ogni caso sarò ancora qui, a scrivere qualcosa di nuovo, qualcosa d'incerto, di silenzioso, fugace, effimero.. Magari con un colore, un accento o una rima che richiami in vita qualcuno dei vetusti silenzi che volarono via e ancora dagli archivi del ricordo riaffiorano: forse una voce, alteratasi negli anni, forse un battito d'ali leggero, o un libro di versi letto in gioventù...Il libro, il treno e l'alba sono tre parole innocenti: parole che non suscitano quasi mai emozioni violente nella folla, non seminano rivoluzioni, ne' vendono morte, ma quando mi giungono tutte e tre assieme... mi aprono autostrade in mezzo al cuore, e mi viaggiano affilate sui binari dell'immaginazione inabissandosi tra incerte sensazioni. E allora... Allora non mi resta altro che scrivere, scrivere sempre e comunque: scrivere tra le note dei treni di Duke Ellington, o tra i chiaroscuri marmorei di Desiderio da Settignano. Ho imparato a scrivere tra le cosmiche ragnatele di internet così come tra le allucinate visioni di Escher.Con gli anni ho imparato che l'alba può raggiungerti comunque a qualsiasi latitudine, con solennità diverse ma sempre potenti. E ancora con gli anni (o forse attraverso gli anni) ho imparato a leggere i libri senza libri, e ho imparato a salire sui treni in corsa, anche se non tutti i treni scivolano sui binari.Perché ho scoperto che il mio destino è vivere, balenando fuggiasco.Banora Hills - New South Wales15 marzo 2015, all'alba
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Esattamente un anno fa scrivevo questi versi...MEMORIEDecadi di sentieri ne hanno edulcorato il ricordo:sono le memorie.Giungono inevitabilicome sempre succedein questi tempi di bilanci e rendiconti,non tutti esprimibili con numerali.Semplici memorie a scavalcare questi inverni australi:ancora se ne avverte il retrogustoquando piovono orizzontaliverso un futuro con il fiato corto.Nient'altro che memorie,forgiate dai sognie setacciàte poi in una clessidra,là, dove c'è ancora qualcosa da sognare,qualcosa da ghermire,... e tanto da rimembrareRobertson, Queensland.27 Dicembre 2020======================================La foto è stata scattata a Oatlands (in Tasmania) il mese scorso
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BUONA PASQUA D'AUTORE...Con un gesto semplice e solenne: il piede sinistro appoggiato sul sepolcro ove giaceva, un uomo dichiara di aver sconfitto la morte. Intorno a lui una chiara luce mattinale: gli alberi alla sua sinistra sono rigogliosi, mentre quelli alla sua destra sono spogli e secchi, a simboleggiare un'umanità che sarà giudicata e che alcuni di noi rimarranno nella morte, altri nella vita.Intorno a lui dormono profondamente i soldati incaricati di vigilare sul sepolcro. Tra loro, il secondo da sinistra è il pittore stesso, Pietro di Benedetto dei Franceschi, colui che gli storici dell'arte chiamano Piero della Francesca.Con l'ausilio di Piero auguro a tutti voi, amici di Virgilio People, una serena e felice Pasqua di Resurrezione.
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CHIMERECresciute nella macchia, tra oniriche visioni, talora sopraffatte dai loro stessi vagheggiamenti, sorgono quasi senza sforzo...le chimere.Perfide, ingenue compagne di una vita, mi hanno condotto dal ghiaccio bollente della malinconia in penombra fino all'elisir del sogno...le chimereLe chimere hanno ancora oggi materia ellenica e un linguaggio universale. Ripercorrono i miti, s'incendiano e si ricompongono in perenne fermento tra distruzione e creazione, tra Eros e Psiche, tra Artemide e Atteone, tra l'oggi e il sempre...le chimere.Rare volte due chimere s'incontrano, ma può succedere. Anzi, è già successo.
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Io nacqui in una tardissima serata di un 6 di febbraio 58 anni fa.Mi hanno raccontato che quella fu una serata insolitamente fredda (-12 gradi) e con tanta neve. Mi piace la neve su Firenze....La neve attutisce i colori, smorza le simmetrie, affievolisce le rigorose linee geometriche che disegnano i palazzi e le chiese della città... insomma, aggiunge un ulteriore tocco di poesia alla già poeticissima città di Firenze.
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foto da premio!
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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LA MAESTRIA DI REMBRANDT NEL DISEGNONessun artista, credo, è riuscito a dosare sulla lastra i passaggi luminosi con la stessa maestria con cui lo ha fatto Rembrandt. Difficile immaginare come, con il solo uso del bianco e nero possa riprodursi il manifestarsi di una luce accecante...E' forse questo il motivo che ha indotto il grande maestro olandese a cimentarsi più, volte, sia come pittore che come incisore, con soggetti quali eruditi all'interno del proprio studio e santi folgorati da una visione luminosa.S'ignora tuttora se questa stampa di Rembrandt, oggi al Gabinetto di Stampe e Disegni degli Uffizi a Firenze, rappresenti un alchimista intento ai suoi esperimenti, oppure se il soggetto sia Faust colto nel momento in cui una visione luminosa lo dissuade dallo scendere a patti col demonio. Altri studiosi paiono invece orientati a vedervi concetti esoterici, riferibili alla cabala mistica ebraica (ipotesi non improbabile, data la presenza di un ghetto ebraico ad Amsterdam), oppure una qualche allegoria...Ma al di là del soggetto che ancora pare difficile da decifrare c'è l'indiscutibile maestria con la quale Rembrandt, facendo ricorso al solo bianco e nero riesce a sviluppare una manifestazione luminosa così credibile sia da un punto di vista luministico che mistico, resta un maestro insuperabile.
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LEGGERE E VIAGGIARELeggere e viaggiare è quanto di più bello possa esistere in questo mondo.Amo leggere, poiché leggere significa ESSERCI. Leggere vuol dire letteralmente "io c'ero". Per questo posso dire che io c'ero quando Re Lear fu cacciato dal suo regno per mano delle sue proprie figlie; sono stato io ad accogliere la Ibseniana Nora fuggita dalla sua casa di bambola dove si sentiva prigioniera; io ero presente al senato quando Cicerone pronunciò la fatidica frase "Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?" e allo stesso modo ho vissuto accanto a Rimbaud una stagione all'inferno, ho aiutato Ghiberti nella fusione del suo pannello con il sacrificio di Isacco e ho applaudito Churchill quando incitava il popolo a non mollare mai...Amo viaggiare, perché viaggiare significa toccare con mano quel che si è letto, o forse leggere è una maniera di viaggiare, non ho ancora capito bene... Amo viaggiare perché viaggiare è conoscere culture diverse, incrociare le mie sensazioni, i miei silenzi, la mia vita con genti di culture diverse; conoscere i loro sentimenti, la loro letteratura, la gastronomia, i monumenti, i pensieri e tutto quel che genti di altri paesi hanno edificato nella pietra o con il pensiero.Certo, ho ancora tanto da leggere e tanto da viaggiare: vorrei tanto capire se la lettura è un viaggio che ha nella fantasia il suo vettore, oppure se il viaggio non è altro che un libro senza pagine. Perché per me viaggiare significa leggere: leggere la devozione di un popolo sui capitelli di una pieve romanica rurale; leggere il sogno americano nelle parole di un cittadino dei Caraibi che vuol lasciare la sua terra per andare a New York; entrare in una birreria tedesca e sedermi a bere un boccale mentre osservo la complicata struttura di rame dove artigianalmente la si produce. Viaggiare significa passare un inverno nei centri commerciali di Montréal e un estate in quelli di Bangkok, poiché fa troppo freddo o troppo caldo per poter vivere all'aria aperta, e scoprire magari che un centro commerciale , con quel suo insensato andirivieni e con quel suo continuo brusio può generare il silenzio perfetto per la lettura (o per il viaggio, secondo i punti di vista), perché se è vero che non mi è ancora chiaro il confine tra viaggio e lettura, di una cosa sono assolutamente certo: sia per leggere che per viaggiare ho bisogno di silenzio.Ogni tanto, tra libro e libro, tra viaggio e viaggio, ho bisogno di fermarmi un attimo, tirar fuori dalla tasca una penna e un foglio di carta e scrivere: scrivere qualcosa riguardo a un libro appena letto, o riguardo a un viaggio appena generato in un qualche angolo del mio onirico universo. Ma senza fretta: ho ancora tante strade da percorrere sullo scaffale e tanti libri da leggere sulle rotaie dei treni...(Brisbane's Bothanical Garden - Queensland - 26 Maggio 2017)
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Sai cosa? Credo che tutto sia un viaggio, non solo il viaggio vero e proprio e la lettura. Certo è che il viaggio vero è forse il mio preferito e mi manca da matti.
Non so come tu riesca a scrivere come fai tu, con tutta la passione e la dedizione che i pensieri meritano. Con poche frasi riesci a tenere il lettore attaccato allo schermo.
Scrivi, scrivi, scrivi, scrivi e scrivi. Fallo il più possibile!
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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Aggiungerei anche che ci faresti un favore enorme se ci facessi viaggiare nella selvaggia terra australiana con delle foto qua e là!
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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La foto di questo post l'ho presa a Mystery Island, un'incredibile isoletta nell'arcipelago delle Isole Vanuatu, nel sud del Pacifico...
In quanto a scrivere... scrivo davvero tanto. Negli ultimi due anni ho scritto un romanzo storico e una raccolta di racconti storici, tutti ambientati nella FIrenze del XV e XVI secolo. Avrei dovuto essere a Firenze nel marzo scorso per cercarmi un editore, poi però... ho dovuto rinunciare. E puoi anche immaginarti il perché... Ma il romanzo e i racconti sono sempre lì, gli do una limatina ogni tanto...
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fleurdelys00 ha aggiunto una reazione
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Me sigue buscando el silencio: ya lo oigo deshojando las latitudes que le dieron amparo a mis ideales. Eran ideales de luz, de alturas y de titànicas luchas interiores.Luego fueron corolas marchitas de dìas que pudieron ser y no se dieron, imàgenes que fuéronse edulcorando en los alambiques del tiempo...Y ahora que se caigan de las jacarandas las ùltimas flores mojadas de polvo y de celestiales lluvias... te volveré a encontrar...Cosmogònica soledad, tibia alfombra metropolitana de dìas que se fueron...
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Se avete cinque minuti di tempo andatevi a vedere la pagina di Catherine Abel Artist. Incontrerete un'artista contemporanea di strabiliante talento. Catherine Abel è Australiana, ma nella sua pittura non vi si trova alcunchè della sua terra. Catherine Abel è fondamentalmente europea. Autodidatta, eppure in possesso di una invidiabile tecnica accademica, sembra conoscere tutti i segreti della pittura europea... Le donne che lei ritrae sono donne affascinanti, idealizzate, quasi ritratti neoplatonici del XXI secolo. Hanno una plasticità da umanesimo fiorentino, eppure ricordano molto da vicino le donne di Tamara di Lempicka, anche se gli incarnati sono delicati come in Bouguereau, e gli sfondi sui quali si stagliano i suoi ritratti ricordano spesso Delaunay, talvolta Klimt, o anche Léger... Non conosco lo studio in cui lavora, ma di certo me lo immagino come una piccola enclave culturalmente italo-francese nel bel mezzo dello stato del Victoria....
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belle opere!
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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w l'arte
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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mi sono innamorata!
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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SE PURE IL SOGNO...Se pure il sognoal confine estremodell'aurora si estende;se anche l'angelodeposte nel vento le armidietro le alturedi Mount Gravattsi adagia spegnendosinella fiamma di un volto inatteso;allora anche il ricordostrenuo s'inerpicanel fondo della memoria... E pulsa emozioni,colori e silenzi,e d'altra luce continuavibrando silenzi,brandendo speranzecome oniriche spade di luce.RaffaelloRobertson -Queensland - 16 Giugno 2017(Foto di Raffaello Bocciolini)
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UN'ANNUNCIAZIONE... SENZA ANGELOOgni volta che mi avvicino a questo capolavoro... C'e' sempre in me un certo timore riverenziale. Magari dipendera' dal suo autore, Antonello da Messina, un artista del quale non si sa abbastanza. O forse dipende dall'enorme letteratura fiorita attorno a questo quadro, o forse e' proprio lei, quella Vergine che mi guarda con quello sguardo enigmatico dove un velo di tristezza, va a fondersi nei suoi occhi assieme alla sua umilta' e fede.Antonello lo dipinse presumibilmente verso il 1476. Tutti noi abbiamo visto infinite rappresentazioni dell'Annunciazione. A Firenze l'anno iniziava proprio il giorno dell'Annunciazione, il 25 di marzo. L'anno iniziava per i fiorentini nel momento in cui la Madonna diceva "SI'" al piano di salvezza di Dio Padre. Ma fino a questo quadro tutti i pittori avevano sempre dipinto la Madonna da un lato e l'Angelo annunziante dall'altro. Antonello elimina invece l'Angelo. La Madonna sta guardando verso lo spettatore, anzi, verso l'angelo. L'angelo e' dunque al di fuori del quadro, spettatore come noi, assiste al momento fatale nel quale questa donna sta per proferire il fatidico SI che cambiera' il destino di tutta l'umanita'.Al di la' di tutto quel che e' stato scritto a proposito di questo dipinto, credo che la cosa migliore da fare sia quella di porsi davanti a questa donna cercando di immaginare la Fede del suo possessore che vi si inginocchiava davanti... Una Fede sicuramente maggiore di quella che anima i credenti nostri contemporanei, una Fede assoluta... Una Fede che questa Madonna sembra voler confermare con quel gesto, fermo eppur pacato, della sua mano destra.
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UNA STONEHENGE IN MEZZO AL PACIFICOC'e' uno strano monumento situato nell'Isola di Tonga, e' il cosiddetto "Trilite di Tongatapu", conosciuto localmente anche come "Haamonga-A-Mui"Il trilite si compone di due grossi pilastri di calcare corallino eretti verticalmente a 3,8 metri di distanza l'uno dall’altro, sormontati da una terza grossa pietra posta a mo' di architrave per un'altezza totale 5,20 metri dal suolo.Una tradizione locale racconta che questo trilite fu innalzato verso il 1200 d.C. da Tuitatui, undicesimo re di Tonga. Sempre secondo la stessa tradizione rappresenterebbe i tre figli del re, due maschi e due femmine, che nelle sue intenzioni avrebbero dovuto essere uniti tra loro da un sentimento forte e indistruttibile.Al di la' della leggenda e' comunque interessante notare come l’asse della lastra posta a coronamento sia astronomicamente orientata. Si tratterebbe dunque di un osservatorio astronomico, una specie di Stonehenge in versione semplificata... Attribuire conoscenze astronomiche agli abitanti di Tonga mi pare assolutamente corretto. Al pari della Nuova Caledonia, dell'Arcipelago di Vanuatu, Samoa, Fiji, anche Tonga era stata colonizzata da quella civilta' che gli studiosi chiamano convenzionalmente "Lapita", una civilta' di grandi navigatori capaci di veleggiare per migliaia e migliaia di chilometri e che conoscevano quindi la posizione delle stelle.Ma devo dire anche che mi piace l'idea che un sovrano di queste terre lontane si preoccupasse dell'unita' fra i suoi tre figli. Credo che questa fosse anche la preoccupazione di mio padre. Anche lui aveva due figli maschi e una femmina. A proposito... Te ne sei andato quasi un mese fa, babbo, e il vuoto che hai lasciato in me è ancora insopportabile...
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Forse sono io babbo che non ti lascio riposare in pace...Sono io che non mi do pace per non averti potuto dare nemmeno un ultimo abbraccio...E' trascorso un mese dal tuo ultimo respiro. E da allora non ho mai smesso di pensarti. E credo che continuerò a pensarti per tutti i mesi che verranno.La tua voce, la tua ironia, il tuo esempio... La tua figura forte, forte nel fisico e nella personalità. Anche nel tuo declino sei stato per me il babbo di sempre, colui che rimarrà per sempre in me.A te dedico questa canzone, Old and Wise... Lo so, magari mi risponderai... "So'na sega io icchè dihano! E hantan forestiero!" Se vuoi te la traduco, questa notte quando mi apparirai in sogno. Ti aspetto. E ti aspetterò sempre...As far as my eyes can seeThere are shadows approaching meAnd to those I left behindI wanted you to knowYou've always shared my deepest thoughtsYou follow where I goAnd oh, when I'm old and wiseBitter words mean little to meAutumn winds will blow right through meAnd someday in the midst of timeWhen they asked me if I knew youI'd smile and say you were a friend of mineAnd the sadness would be lifted from my eyesOh, when I'm old and wiseAs far as my eyes can seeThere are shadows surrounding meAnd to those I leave behindI want you all to knowYou've always shared my darkest hoursI'll miss you when I goAnd oh, when I'm old and wiseHeavy words that tossed and blew meLike autumn winds will blow right through meAnd someday in the midst of timeWhen they ask you if you knew meRemember that you were a friend of mineAs the final curtain falls before my eyesOh when I'm old and wiseAs far as my eyes can see...
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"Ma il mio destino è viverebalenando in burrasca"- Vincenzo Cardarelli -BALENANDO FUGGIASCOScrivere, scrivere ancora! Scrivere forse la poesìa più solenne, magari sognarla tra l'alba di Tweed Heads e le voci di Terranora. Scrivere versi a colori e madrigali di sabbia, tra l'asfalto nei ricordi... scrivere sempre, scrivere di comete o delusioni.Magari ci sarà sempre una raffica improvvisa a sparpagliare i versi sotto il divano, in riva al fiume, tra i cespugli, ma in ogni caso sarò ancora qui, a scrivere qualcosa di nuovo, qualcosa d'incerto, di silenzioso, fugace, effimero..Magari con un colore, un accento o una rima che richiami in vita qualcuno dei vetusti silenzi che volarono via e ancora dagli archivi del ricordo riaffiorano.Forse una voce, alteratasi negli anni, forse un battito d'ali leggero, o forse un libro di versi letto in gioventù...Il libro, il treno e l'alba sono tre parole innocenti: non suscitano quasi mai emozioni violente nella folla, non seminano rivoluzioni, ne' vendono la morte, ma quando mi giungono tutti e tre assieme... mi aprono autostrade in mezzo al cuore, e mi viaggiano affilati sui binari dell'immaginazione inabissandosi tra incerte sensazioni. E allora... Allora non mi resta altro che scrivere, scrivere sempre e comunque: scrivere tra le note dei treni di Duke Ellington, o tra i chiaroscuri marmorei di Desiderio da Settignano. Ho imparato a scrivere tra le cosmiche ragnatele di internet così come tra le allucinate visioni di Escher.Con gli anni ho imparato che l'alba può raggiungerti comunque a qualsiasi latitudine, con solennità diverse ma sempre potenti. E ancora con gli anni (o forse attraverso gli anni) ho imparato a leggere i libri senza libri, e ho imparato a salire sui treni in corsa, anche se non tutti i treni scivolano sui binari.Perché ho scoperto che il mio destino è vivere, balenando fuggiasco.Banora Hills - New South Wales15 marzo 2015, all'alba
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A volte mi prende un po' la nostalgia per Firenze, la mia splendida città. Credo che sia normale, dopo dieci anni in Australia. E allora, vado a cercarmi qualche bella immagine fiorentina, e scrivo. Scrivo magari pensando a un'amica lontana, un'amica virtuale, ma non per questo meno vera...Buona notte, sarettalunetta!CONCERTO METAFISICOAncora voci verso sera:voci solenni e voci sommesse.E poi silenzi interrotti dal passo velocesul selciato ancora umido...Passi che si cercano a pelo d’acqua:volti e memorie che s'incrocianoforse nel tempo, talora nello spazioe in quest'armistizio di coloris'insinua il ricordo di un concerto,forse un quartetto d'archi inconclusi.Poi il tramonto, il pubblico che applaudee i musicisti che s'inchinano, ringrazianoe se ne vanno senza concedere il bis,lasciando sulla scenale sedie vuote e gli spartiti.Robertson 13 Giugno 2021
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ASSENZA: SOSTANTIVO FEMMINILE.Che cosa è l'assenza? L'assenza è un qualcosa o un qualcuno che non c'è, è una mancanza di qualcosa. L'assenza è una presenza in negativo.Eppure è proprio in assenza di quel qualcuno o di quel qualcosa che ci rendiamo conto di quanto sia importante che sia presente.Se in un giorno d'estate, si apre il frigorifero alla disperata ricerca di una birra che possa alleviare la nostra sete... E' allora che rendiamo conto di quanto sarebbe stato bello averne una da stappare lì al momento.Se in un certo momento sentiamo il bisogno di parlare con un amico o un congiunto a cui volevamo bene e che è passato a miglior vita... è allora che ci rendiamo conto di quanto era importante per noi la sua presenza.Per tacere poi di quei casi in cui ci troviamo a registrare tristemente l'assenza, magari anche solo temporanea, della persona amata...Si può insomma affermare che è proprio grazie a questo concetto negativo, l'assenza, che riusciamo ad apprezzare maggiormente la presenza. Un po' come memoria e oblio vanno spesso insieme, così succede anche per la presenza e per l'assenza...Qui sotto vi propongo una poesia di Nazim Hikmet, poeta turco, che ci parla dell'assenza.L'ASSENZA E' UN PONTE FRA NOIL’assenza dondola nell’aria come un batacchio di ferromartella il mio viso martellane sono storditocorro via l’assenza m’inseguenon posso sfuggirlele gambe si piegano cadol’assenza non è tempo né stradal’assenza è un ponte tra noipiù sottile di un capello più affilato di una spadapiù sottile di un capello più affilato di una spadal’assenza è un ponte tra noianche quandodi fronte l’uno all’altra i nostri ginocchi si toccano.- Nazim Hikmet -