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Mi piace leggere. Sono sempre stato un lettore compulsivo. Fin da bambino... Leggo soprattutto libri di storia dell'arte, di storia, di archeologia, ma anche di letteratura, sia essa narrativa, poesia o teatro. Leggo anche filosofia, saggistica... Insomma... Leggo tanto e di tutto! (Un po' meno i libri a carattere scientifico).Amo leggere, ma soprattutto amo leggere quei libri che "mi leggono". Sì, poiché con i libri si può instaurare un rapporto bidirezionale: io li leggo, ma a volte anche loro leggono me, magari mi giudicano pure: mi leggono dentro e mi costringono a pensare, a mettermi in gioco... Penso per esempio a certe opere teatrali di Ibsen, a certe poesie di Machado o di Charles Cros, penso alla prosa elegante e raffinata di Bufalino, così diversa da quella più asciutta ma comunque efficace di Svevo... Eppure entrambi mi hanno in qualche modo "costretto" a tornare a sfogliare le loro pagine, magari per cercare di carpirvi un qualcosa che mi era sfuggito la volta precedente...E ché dire poi della musica? Ascoltando Serrat può capitare anche di ritrovarsi in musica i versi di Machado, e allora diventa una conversazione a tre: la poesia, la musica e io... Ma ci sono musiche anche senza parole, musiche nelle quali la lirica è composta unicamente di note musicali disposte magistralmente sul pentagramma: è il caso della Sinfonia "La Grande" di Schubert, oppure di certe composizioni di Thelonious Monk... Oppure a volte la musica è sì accompagnata dalle parole, ma magari le parole non sono importanti, a volte basta l'atmosfera che la musica riesce a creare, come il blues per esempio, e allora le parole si possono anche ascoltare ma di certo passano in secondo piano...E poi ci sono quelle opere d'arte che mi parlano, che mi sfidano, che a volte mi paiono talmente impenetrabili che quasi sembra stiano prendendosi gioco di me: mi sfidano a osservarle, a carpirne i segreti, e mi invitano a tornare a guardarle, ad analizzarle, ad andare a informarmi sui libri... Già! I libri! Ero proprio partito da quelli! E così alla fine succede che tutto si mischia insieme: i libri, la poesia che si trova coglie in un concerto per pianoforte di Rachmaninov o in una tela di Giorgione, al pari di una poesia di Quasimodo. E poi... Quale personaggio più poetico del generale Aureliano Buendìa in Cent'anni di Solitudine? C'è la melodia di Silvio Rodriguez sempe carica di significati e di impegno politico e la melodia delle linee che si intersecano in un'architettura brunelleschiana, come nella Cappella dei Pazzi, per esempio... I libri mi parlano della Valle dei templi di Agrigento e delle saghe finlandesi del Kalevala, delle atmosfere dei romanzi di Turgenev e della filosofia di Seneca...Passano gli anni e la vista non è più quella di un tempo. "E un vedo nemmen'un prete sulla neve!" Direbbe la mamma nel suo bellissimo eloquio fiorentino... Lo so, ci vedo poco oramai, ma continuo a leggere. E quando non potrò più leggere... Allora mi limiterò a osservare quello che la natura ha da offrirmi. Ma di certo lo farò sulla scorta di tutte le mie letture...
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Solo i meno giovani possono ricordare questa canzone... Io ero un ragazzino, ma la ricordo con piacere...
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MEMORIEDecadi di sentieri ne hanno edulcorato il ricordo:sono le memorie.Giungono inevitabilicome sempre succedein questi tempi di bilanci e rendiconti,non tutti esprimibili con numerali.Semplici memorie a scavalcare questi inverni australi:ancora se ne avverte il retrogustoquando piovono orizzontaliverso un futuro con il fiato corto.Nient'altro che memorie,forgiate dai sognie setacciàtesi in una clessidra,là, dove c'è ancora qualcosa da sognare,qualcosa da ghermire,... e tanto da rimembrare.Robertson, Queensland.27 Dicembre 2020(nella foto: un amarylis del mio cortile)
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AUTORITRATTOSenza traccia di ecose non ai miei passi;senza specchi acquei,ovvero convenzionali,a restituire immagini,o forse sensazioni...Narciso solo in etere,essenza di coyote erranteall'abbeverata dell'alba.Sto solo aspettando l'evolversidi questo processo occultodi quotidiana metempsicosisul selciato ancora umidocalpestando i ricordi:anche quelli che verranno...Firenze, 23 ottobre 2015Raffaello
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AL RISVEGLIO
Galleggio nel risveglio
e nel sogno che ho sognato mi ristoro:
l’onirico e il ricordo intrecciati
ti hanno per un poco riesumato
dal torbido silenzio
dove ancora in vita
lentamente ti vidi scivolare.
Dietro i vetri appannati del silenzio
ti ho rivisto, babbo:
fumavi il tuo toscano.
Avrei voluto parlarti,
chiederti come stai…
Ma mi sfuggivano le parole,
dileguandosi tra i tanti ricordi
che ancora a te mi legano;
e un luccichio di sensazioni
pareva trattenermi…
Poi nel buio della stanza
ho aperto gli occhi,
e l’odore intenso del tuo toscano
ancora per un poco
ad accompagnarmi nel risveglio.
Raffaello
Robertson Qld 05 luglio 2023 -
OGGI AVEVO VOGLIA DI DIRE QUALCOSA DI PROFONDOQuando talor frattanto,forse, sebben così;giammai piuttosto alquantoordunque come e non bensì?Ecco repente d'altronde,quasi eziandio perciò,anzi, altresì laondepurtroppo invan; però...Ma se perfin mediante,quantunque attesoché,ahi! Ancorchè nonostante,... E conciossiacosaché.Firenze, 12 novembre 2014
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"Ma il mio destino è viverebalenando in burrasca"- Vincenzo Cardarelli -BALENANDO FUGGIASCOScrivere, scrivere ancora! Scrivere forse la poesia più solenne, magari sognarla tra l'alba di Tweed Heads e le voci di Terranora. Scrivere versi a colori e madrigali di sabbia, tra l'asfalto e nei ricordi, scrivere di comete o delusioni, scrivere sempre.Magari ci sarà sempre una raffica improvvisa a sparpagliare i versi sotto il divano, in riva al fiume o tra i cespugli, ma in ogni caso sarò ancora qui, a scrivere qualcosa di nuovo, qualcosa d'incerto, di silenzioso, fugace, effimero.. Magari con un colore, un accento o una rima che richiami in vita qualcuno dei vetusti silenzi che volarono via e ancora dagli archivi del ricordo riaffiorano: forse una voce, alteratasi negli anni, forse un battito d'ali leggero, o un libro di versi letto in gioventù...Il libro, il treno e l'alba sono tre parole innocenti: parole che non suscitano quasi mai emozioni violente nella folla, non seminano rivoluzioni, ne' vendono morte, ma quando mi giungono tutte e tre assieme... mi aprono autostrade in mezzo al cuore, e mi viaggiano affilate sui binari dell'immaginazione inabissandosi tra incerte sensazioni. E allora... Allora non mi resta altro che scrivere, scrivere sempre e comunque: scrivere tra le note dei treni di Duke Ellington, o tra i chiaroscuri marmorei di Desiderio da Settignano. Ho imparato a scrivere tra le cosmiche ragnatele di internet così come tra le allucinate visioni di Escher.Con gli anni ho imparato che l'alba può raggiungerti comunque a qualsiasi latitudine, con solennità diverse ma sempre potenti. E ancora con gli anni (o forse attraverso gli anni) ho imparato a leggere i libri senza libri, e ho imparato a salire sui treni in corsa, anche se non tutti i treni scivolano sui binari.Perché ho scoperto che il mio destino è vivere, balenando fuggiasco.Banora Hills - New South Wales15 marzo 2015, all'alba
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ASSENZA: SOSTANTIVO FEMMINILE.Che cosa è l'assenza? L'assenza è un qualcosa o un qualcuno che non c'è, è una mancanza di qualcosa. L'assenza è una presenza in negativo.Eppure è proprio in assenza di quel qualcuno o di quel qualcosa che ci rendiamo conto di quanto sia importante che sia presente.Se in un giorno d'estate, si apre il frigorifero alla disperata ricerca di una birra che possa alleviare la nostra sete... E' allora che rendiamo conto di quanto sarebbe stato bello averne una da stappare lì al momento.Se in un certo momento sentiamo il bisogno di parlare con un amico o un congiunto a cui volevamo bene e che è passato a miglior vita... è allora che ci rendiamo conto di quanto era importante per noi la sua presenza.Per tacere poi di quei casi in cui ci troviamo a registrare tristemente l'assenza, magari anche solo temporanea, della persona amata...Si può insomma affermare che è proprio grazie a questo concetto negativo, l'assenza, che riusciamo ad apprezzare maggiormente la presenza. Un po' come memoria e oblio vanno spesso insieme, così succede anche per la presenza e per l'assenza...Qui sotto vi propongo una poesia di Nazim Hikmet, poeta turco, che ci parla dell'assenza.L'ASSENZA E' UN PONTE FRA NOIL’assenza dondola nell’aria come un batacchio di ferromartella il mio viso martellane sono storditocorro via l’assenza m’inseguenon posso sfuggirlele gambe si piegano cadol’assenza non è tempo né stradal’assenza è un ponte tra noipiù sottile di un capello più affilato di una spadapiù sottile di un capello più affilato di una spadal’assenza è un ponte tra noianche quandodi fronte l’uno all’altra i nostri ginocchi si toccano.- Nazim Hikmet -
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TREGUAAll'ombra del silenzioa questo vago tuonar di astri,tra corpi celesti,viaggi intrapresi e abbandonati,riposar le mente e le braccianell'insonnia vegetale,lasciando alle palme e agli eucaliptila pena di vegliaresui sogni inconclusisui volti inalbeggiati,sui ricordi immemori di tronch offesi e inutili rivalse.Una tregua senza tempo,una fioritura di jacarandamoltiplicata nella pietra vittoriana,qualche crepuscolo a Sunnybank,qualche melodia di sirenasmarritasi alle sponde di Tweed River... e la tua presenza: sempre vigile nei sogni e nei risvegli;tumulti di passionie istanti prolungati in contemplazione.Guelfi e Ghibellini possono attendere!Raffaello BoccioliniBrisbane - George V Square - 29 settembre 2013
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RONDINE FERITA
Attardata tra nebbie autunnali e spiagge d’inverno
inerte giacevi vicino alla panchina, nel parco,
con l’ala spezzata e un sogno infranto.
Ti presi con me, ti portai a casa, ed ebbi cura di te
affinché tu fossi il mio respiro di velluto sul cuscino.
Robertson - Queensland - 16 settembre 2023
Raffaello
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Buona notte, amica, Buona notte di cuore...
Ti auguro una serena notte di chimere e di oniriche leggerezze tra i dedali dell'immaginazione.
Ti auguro i silenzi più assoluti, quelli ricolmi di piccoli suoni e impercettibili fruscii che vadano a cullare la tua voglia di infinito.
Ti auguro una notte di maschere danzanti al ritmo di una musica che nessuno riesce a udire, salvo gli echi più profondi del tuo onirico vagare.
Ti auguro una notte così, una di quelle che al mattino ti risvegli e dici... "Grazie!"
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Mi ci vorrebbe una bella vacanza, una vacanza in una qualche isola lontana, sperduta nell'oceano, con spiagge deserte, panorami mozzafiato e il più basso livello possibile di quella che noi chiamiamo civiltà...
Penso di essere stato fortunato ad aver visto alcune di queste isole, come ad esempio Lifou, in Nuova Caledonia, Tangalooma in Australia, Mystery Island a Vanuatu... O ancora certi angoli di Porto Rico o della Repubblica Dominicana...
La prossima mi piacerebbe che fosse una qualsiasi isoletta dell'Arcipelago di Sao Tomé e Principe, nel Golfo della Guinea, in Africa...