• Uomo
  • 61 anni
  • Firenze (FI)
  • Ultima Visita

Su di me

  • Compleanno
    6 Febbraio
  • Situazione sentimentale
    Sposato/a
  • Altezza
    179 cm
  • Occhi
    Marroni
  • Capelli
    Brizzolati
  • Figli
    1 figlio
  • Segno Zodiacale
    Acquario

Mi piace un sacco

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  1. Mi piace leggere. Sono sempre stato un lettore compulsivo. Fin da bambino... Leggo soprattutto libri di storia dell'arte, di storia, di archeologia, ma anche di letteratura, sia essa narrativa, poesia o teatro. Leggo anche filosofia, saggistica... Insomma... Leggo tanto e di tutto! (Un po' meno i libri a carattere scientifico).
    Amo leggere, ma soprattutto amo leggere quei libri che "mi leggono". Sì, poiché con i libri si può instaurare un rapporto bidirezionale: io li leggo, ma a volte anche loro leggono me, magari mi giudicano pure: mi leggono dentro e mi costringono a pensare, a mettermi in gioco... Penso per esempio a certe opere teatrali di Ibsen, a certe poesie di Machado o di Charles Cros, penso alla prosa elegante e raffinata di Bufalino, così diversa da quella più asciutta ma comunque efficace di Svevo... Eppure entrambi mi hanno in qualche modo "costretto" a tornare a sfogliare le loro pagine, magari per cercare di carpirvi un qualcosa che mi era sfuggito la volta precedente...
    E ché dire poi della musica? Ascoltando Serrat può capitare anche di ritrovarsi in musica i versi di Machado, e allora diventa una conversazione a tre: la poesia, la musica e io... Ma ci sono musiche anche senza parole, musiche nelle quali la lirica è composta unicamente di note musicali disposte magistralmente sul pentagramma: è il caso della Sinfonia "La Grande" di Schubert, oppure di certe composizioni di Thelonious Monk... Oppure a volte la musica è sì accompagnata dalle parole, ma magari le parole non sono importanti, a volte basta l'atmosfera che la musica riesce a creare, come il blues per esempio, e allora le parole si possono anche ascoltare ma di certo passano in secondo piano...
    E poi ci sono quelle opere d'arte che mi parlano, che mi sfidano, che a volte mi paiono talmente impenetrabili che quasi sembra stiano prendendosi gioco di me: mi sfidano a osservarle, a carpirne i segreti, e mi invitano a tornare a guardarle, ad analizzarle, ad andare a informarmi sui libri... Già! I libri! Ero proprio partito da quelli! E così alla fine succede che tutto si mischia insieme: i libri, la poesia che si trova coglie in un concerto per pianoforte di Rachmaninov o in una tela di Giorgione, al pari di una poesia di Quasimodo. E poi... Quale personaggio più poetico del generale Aureliano Buendìa in Cent'anni di Solitudine? C'è la melodia di Silvio Rodriguez sempe carica di significati e di impegno politico e la melodia delle linee che si intersecano in un'architettura brunelleschiana, come nella Cappella dei Pazzi, per esempio... I libri mi parlano della Valle dei templi di Agrigento e delle saghe finlandesi del Kalevala, delle atmosfere dei romanzi di Turgenev e della filosofia di Seneca...
    Passano gli anni e la vista non è più quella di un tempo. "E un vedo nemmen'un prete sulla neve!" Direbbe la mamma nel suo bellissimo eloquio fiorentino... Lo so, ci vedo poco oramai, ma continuo a leggere. E quando non potrò più leggere... Allora mi limiterò a osservare quello che la natura ha da offrirmi. Ma di certo lo farò sulla scorta di tutte le mie letture...

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