Attività di reputazione

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da sweetlovelylips per l'aggiornamento : Mentre percorro il mio cammino… 
Guardo i volti delle persone. Come fossero parole. C   
    Mentre percorro il mio cammino…
    
Guardo i volti delle persone. Come fossero parole. Cerco il senso di quello che vogliono dire. Come se i volti fossero la parola corporea del desiderio dell’anima. Della ricerca di una storia. Cerco quella vibrazione che mi accomuna alla loro storia. Cerco un’immagine di me stessa nei volti delle persone.

    I volti delle persone come linguaggio. E spesso si tratta di un linguaggio che si dice da sé, dentro di loro. Di cui loro stessi non sono chiaramente consapevoli.
    
Come io stessa sento ma non sono del tutto consapevole.
E spesso nasce, da questo incontro di volti, una qualche intuizione.

    Guardavo il volto di Andrea, l’altra sera.

    Avevano servito merluzzo fresco con olive e patate. La luce delle lampade, il respiro leggero della notte sul lago… Guardavo il suo volto, mentre parlava, con una certa eccitazione. Non parlava neanche di lavoro – benché sia impegnato in un’attività piuttosto gravosa. Anche se è il suo lavoro. Come si dice? La sua missione.

    Lui la vive così. Parlava di qualcosa che era dentro il lavoro e fuori di esso.
     
    C’erano zanzare? Sì, ricordo le zanzare. Il lago. Il caldo. È estate, ormai..
     
    E mi sono rimasti impressi quegli occhi.

    A volte non ricordi le parole, i concetti. Ma ricordi gli occhi. E gli occhi hanno un loro discorso. Che si dipana dietro le parole. E che poi, magari a casa, prima di andare a dormire, tu traduci nelle tue parole. Come faccio io adesso.

    Cosa diceva Andrea quella sera? Ricordo poco. Perché si dicono tante parole in fretta, per riempire gli spazi di una serata tra amici. E non sono neanche nostre parole. Solo gesti di cortesia. Solo gesti di ospitalità. E quando le parole sono gesti, non importa ricordare le parole.

    Veramente, dentro di me pensavo altro. Pensavo: com’è bello essere parte della vita. Com’è bello aver avuto questo dono di vedere e sentire qualcosa della vita! Dicevo più o meno queste cose, dentro di me. Perché era una di quelle sere in cui tutto sembra miracolo.

    E c’erano quegli occhi. Ed Andrea che parlava – non credo parlasse di lavoro. Ma non ricordo le parole.

    E quegli occhi entravano nel mio discorso. Sembrava si staccassero da quello che Andrea diceva. Che si staccassero dalla stesso Andrea. Ed entravano nel mio discorso. Erano due occhi interlocutori. Parlavano con me, indipendentemente da Andrea. Che strano!

    Mi sembrava perfino irrispettoso. Insomma, Andrea… eppure, tant’è!

    Non so come, non so spiegare, ma quegli occhi mi richiamavano.
    Mi dicevano che il centro è da quella parte. Sincerità radicale. Quello che senti davvero, quello che vedi davvero. Quello che pensi davvero.

    E: affidati. Credici. Credici completamente. Qualcosa del genere.

    Si sa, queste sono parole. Ma come si fa a dire gli umori, i moti del cuore, i richiami dell’anima?

    E vedevo dentro i miei ricordi come una traccia di storia. La traccia di una ricerca di sincerità radicale. Una sorta di integrità.
     
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : La collina era come il corpo di una donna al sole.
 Migliaia di api ronzanti cercavan   
    La collina era come il corpo di una donna al sole.

    Migliaia di api ronzanti cercavano nettare. 
    Faceva caldo.
     
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 Migliaia di api ronzanti cercavan   
    La collina era come il corpo di una donna al sole.

    Migliaia di api ronzanti cercavano nettare. 
    Faceva caldo.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da vincent29264 per l'aggiornamento : Guardando il cielo avvertiva forte il richiamo alla grande esplorazione, vibrava alla   
    Guardando il cielo avvertiva forte il richiamo alla grande esplorazione, vibrava alla misteriosa interminabile ricchezza dell'essere, e sapeva che il futuro era infinito: doveva esserlo per contenere la realizzazione dei suoi sogni.
     
     
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 Migliaia di api ronzanti cercavan   
    La collina era come il corpo di una donna al sole.

    Migliaia di api ronzanti cercavano nettare. 
    Faceva caldo.
     
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    Guardando il cielo avvertiva forte il richiamo alla grande esplorazione, vibrava alla misteriosa interminabile ricchezza dell'essere, e sapeva che il futuro era infinito: doveva esserlo per contenere la realizzazione dei suoi sogni.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Io vado avanti con questo pensiero. Mi dico: se sono stato scelta dalla vita ad esser   
    Io vado avanti con questo pensiero. Mi dico: se sono stato scelta dalla vita ad essere viva, proprio io, la mia vita è importante. Merita tutta la mia cura. Non la voglio svendere. Non voglio svenderla alle paure che mi assalgono. La mia vita ha dentro di sé un desiderio di grandezza e di bellezza che non può essere soffocato dalla mancanza di coraggio.
     
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 Migliaia di api ronzanti cercavan   
    La collina era come il corpo di una donna al sole.

    Migliaia di api ronzanti cercavano nettare. 
    Faceva caldo.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da vincent29264 per l'aggiornamento : Guardando il cielo avvertiva forte il richiamo alla grande esplorazione, vibrava alla   
    Guardando il cielo avvertiva forte il richiamo alla grande esplorazione, vibrava alla misteriosa interminabile ricchezza dell'essere, e sapeva che il futuro era infinito: doveva esserlo per contenere la realizzazione dei suoi sogni.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da fabulousme per l'aggiornamento : I poveri sono matti, diceva Zavattini.  E da matti possono sognare quel che gli pare…   
    I poveri sono matti, diceva Zavattini. 
    E da matti possono sognare quel che gli pare…
     
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    E da matti possono sognare quel che gli pare…
     
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    E da matti possono sognare quel che gli pare…
     
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    I poveri sono matti, diceva Zavattini. 
    E da matti possono sognare quel che gli pare…
     
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    E da matti possono sognare quel che gli pare…
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da vincent29264 per l'aggiornamento : Sono perplessa. Mi rendo conto che della vita so veramente poco. E quello che so potr   
    Sono perplessa. Mi rendo conto che della vita so veramente poco. E quello che so potrebbe essere piuttosto sbagliato. Ho solo tanta voglia di gioia, creatività, azioni efficaci, desideri realizzati, cose del genere. So che mi voglio bene e mi prendo cura di me. Cerco di tenere su il morale. Mi carico di pensieri che mi regalano stimoli e spesso entusiasmo. Poi faccio dei tentativi, con quello che so fare. Mi avventuro. E questo mi piace. Spero che la vita mi sia favorevole. La buona stella, quella cosa lì. Sono anche un po’ scaramantica. Talvolta sciamanica.
     
     
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    Sono perplessa. Mi rendo conto che della vita so veramente poco. E quello che so potrebbe essere piuttosto sbagliato. Ho solo tanta voglia di gioia, creatività, azioni efficaci, desideri realizzati, cose del genere. So che mi voglio bene e mi prendo cura di me. Cerco di tenere su il morale. Mi carico di pensieri che mi regalano stimoli e spesso entusiasmo. Poi faccio dei tentativi, con quello che so fare. Mi avventuro. E questo mi piace. Spero che la vita mi sia favorevole. La buona stella, quella cosa lì. Sono anche un po’ scaramantica. Talvolta sciamanica.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : L’occhio impara a cogliere i segnali di rinascita. Non si è lasciato oscurare dalle c   
    L’occhio impara a cogliere i segnali di rinascita. Non si è lasciato oscurare dalle cadute e dagli insuccessi. Ha mantenuto la fiducia, che è la vera luce dello sguardo. E le mani ci riprovano, felici di sentirsi vive.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : L’occhio impara a cogliere i segnali di rinascita. Non si è lasciato oscurare dalle c   
    L’occhio impara a cogliere i segnali di rinascita. Non si è lasciato oscurare dalle cadute e dagli insuccessi. Ha mantenuto la fiducia, che è la vera luce dello sguardo. E le mani ci riprovano, felici di sentirsi vive.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da sweetlovelylips per l'aggiornamento : Ti guardo negli occhi, amico mio, e sento musica.
 Musica è la parola.
 Musica che en   
    Ti guardo negli occhi, amico mio, e sento musica.

    Musica è la parola.

    Musica che entra dentro, come un soffio d’anima.

    E mi entra dentro.

    E ci resta.

    A lungo, amico mio.

     
    E si cammina – nei ritagli del tempo
    
Sui sentieri del parco più vicino.


    Si cammina, nelle pieghe del tempo.

    Il tempo occupato dal lavoro e dalle strategie.

    Sarà questo il Sabato della vita?
    
Un sabato esiguo – sull’orologio della vita.

    Sui sentieri del parco…


    Quando siamo lì – nel tempo vuoto – sembra tutto strano.

    Ci vengono pensieri come uccelli tropicali.

    Come se la geografia del quotidiano fosse – di fatto – un paese straniero.

    Il paese di un altro – di altri – un altro paese.


    Perché camminiamo vicini,
sui sentieri del parco – dove corre tutta questa gente?


    Ti guardo negli occhi e sento questa musica.

    Mentre guardiamo, strabici, percorsi alternativi.

    Perché l’arte è entrata nel nocciolo caldo della nostra vita.

    Paradossi e contraddizioni non fanno che eccitare una prorompente vitalità.


    Dove guardano i tuoi occhi, amico mio?
    
E i miei?


    È questo il Sabato?


    Le foglie degli ontani dicono

    Che sono idee nuove quello che cerchiamo.

    Le incontreremo sui sentieri del parco?


    Guarda come corrono i bambini!

     
    E tu sorridi – indimenticabile.

    Quel tuo sorriso che viene dall’anima.

    E io penso: idee nuove, è questo che cerchiamo.


    Camminiamo nel parco più vicino.

    Un ritaglio di tempo – tutto qui.

    Ritaglio nel tempo del lavoro e delle strategie.

    Per un istante abbiamo visto come un altro paese.

    Il nostro?

    E ora?

    Siamo all’estero?
     
     
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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a elisa2807 per l'aggiornamento :   

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da sweetlovelylips per l'aggiornamento : Ti guardo negli occhi, amico mio, e sento musica.
 Musica è la parola.
 Musica che en   
    Ti guardo negli occhi, amico mio, e sento musica.

    Musica è la parola.

    Musica che entra dentro, come un soffio d’anima.

    E mi entra dentro.

    E ci resta.

    A lungo, amico mio.

     
    E si cammina – nei ritagli del tempo
    
Sui sentieri del parco più vicino.


    Si cammina, nelle pieghe del tempo.

    Il tempo occupato dal lavoro e dalle strategie.

    Sarà questo il Sabato della vita?
    
Un sabato esiguo – sull’orologio della vita.

    Sui sentieri del parco…


    Quando siamo lì – nel tempo vuoto – sembra tutto strano.

    Ci vengono pensieri come uccelli tropicali.

    Come se la geografia del quotidiano fosse – di fatto – un paese straniero.

    Il paese di un altro – di altri – un altro paese.


    Perché camminiamo vicini,
sui sentieri del parco – dove corre tutta questa gente?


    Ti guardo negli occhi e sento questa musica.

    Mentre guardiamo, strabici, percorsi alternativi.

    Perché l’arte è entrata nel nocciolo caldo della nostra vita.

    Paradossi e contraddizioni non fanno che eccitare una prorompente vitalità.


    Dove guardano i tuoi occhi, amico mio?
    
E i miei?


    È questo il Sabato?


    Le foglie degli ontani dicono

    Che sono idee nuove quello che cerchiamo.

    Le incontreremo sui sentieri del parco?


    Guarda come corrono i bambini!

     
    E tu sorridi – indimenticabile.

    Quel tuo sorriso che viene dall’anima.

    E io penso: idee nuove, è questo che cerchiamo.


    Camminiamo nel parco più vicino.

    Un ritaglio di tempo – tutto qui.

    Ritaglio nel tempo del lavoro e delle strategie.

    Per un istante abbiamo visto come un altro paese.

    Il nostro?

    E ora?

    Siamo all’estero?
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da sweetlovelylips per l'aggiornamento : Ti guardo negli occhi, amico mio, e sento musica.
 Musica è la parola.
 Musica che en   
    Ti guardo negli occhi, amico mio, e sento musica.

    Musica è la parola.

    Musica che entra dentro, come un soffio d’anima.

    E mi entra dentro.

    E ci resta.

    A lungo, amico mio.

     
    E si cammina – nei ritagli del tempo
    
Sui sentieri del parco più vicino.


    Si cammina, nelle pieghe del tempo.

    Il tempo occupato dal lavoro e dalle strategie.

    Sarà questo il Sabato della vita?
    
Un sabato esiguo – sull’orologio della vita.

    Sui sentieri del parco…


    Quando siamo lì – nel tempo vuoto – sembra tutto strano.

    Ci vengono pensieri come uccelli tropicali.

    Come se la geografia del quotidiano fosse – di fatto – un paese straniero.

    Il paese di un altro – di altri – un altro paese.


    Perché camminiamo vicini,
sui sentieri del parco – dove corre tutta questa gente?


    Ti guardo negli occhi e sento questa musica.

    Mentre guardiamo, strabici, percorsi alternativi.

    Perché l’arte è entrata nel nocciolo caldo della nostra vita.

    Paradossi e contraddizioni non fanno che eccitare una prorompente vitalità.


    Dove guardano i tuoi occhi, amico mio?
    
E i miei?


    È questo il Sabato?


    Le foglie degli ontani dicono

    Che sono idee nuove quello che cerchiamo.

    Le incontreremo sui sentieri del parco?


    Guarda come corrono i bambini!

     
    E tu sorridi – indimenticabile.

    Quel tuo sorriso che viene dall’anima.

    E io penso: idee nuove, è questo che cerchiamo.


    Camminiamo nel parco più vicino.

    Un ritaglio di tempo – tutto qui.

    Ritaglio nel tempo del lavoro e delle strategie.

    Per un istante abbiamo visto come un altro paese.

    Il nostro?

    E ora?

    Siamo all’estero?
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da sweetlovelylips per l'aggiornamento : Ti guardo negli occhi, amico mio, e sento musica.
 Musica è la parola.
 Musica che en   
    Ti guardo negli occhi, amico mio, e sento musica.

    Musica è la parola.

    Musica che entra dentro, come un soffio d’anima.

    E mi entra dentro.

    E ci resta.

    A lungo, amico mio.

     
    E si cammina – nei ritagli del tempo
    
Sui sentieri del parco più vicino.


    Si cammina, nelle pieghe del tempo.

    Il tempo occupato dal lavoro e dalle strategie.

    Sarà questo il Sabato della vita?
    
Un sabato esiguo – sull’orologio della vita.

    Sui sentieri del parco…


    Quando siamo lì – nel tempo vuoto – sembra tutto strano.

    Ci vengono pensieri come uccelli tropicali.

    Come se la geografia del quotidiano fosse – di fatto – un paese straniero.

    Il paese di un altro – di altri – un altro paese.


    Perché camminiamo vicini,
sui sentieri del parco – dove corre tutta questa gente?


    Ti guardo negli occhi e sento questa musica.

    Mentre guardiamo, strabici, percorsi alternativi.

    Perché l’arte è entrata nel nocciolo caldo della nostra vita.

    Paradossi e contraddizioni non fanno che eccitare una prorompente vitalità.


    Dove guardano i tuoi occhi, amico mio?
    
E i miei?


    È questo il Sabato?


    Le foglie degli ontani dicono

    Che sono idee nuove quello che cerchiamo.

    Le incontreremo sui sentieri del parco?


    Guarda come corrono i bambini!

     
    E tu sorridi – indimenticabile.

    Quel tuo sorriso che viene dall’anima.

    E io penso: idee nuove, è questo che cerchiamo.


    Camminiamo nel parco più vicino.

    Un ritaglio di tempo – tutto qui.

    Ritaglio nel tempo del lavoro e delle strategie.

    Per un istante abbiamo visto come un altro paese.

    Il nostro?

    E ora?

    Siamo all’estero?
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Ho cominciato a scrivere tardi. La grammatica e la sintassi c’erano, più o meno. E il   
    Ho cominciato a scrivere tardi. La grammatica e la sintassi c’erano, più o meno. E il vocabolario era quello della scuola. Ho cominciato a scrivere tardi ma non mi andava di scrivere le mie memorie. Ho cominciato a scrivere dimenticandomi della mia professoressa di lettere, che era molto brava e piuttosto fiscale. Mi sono dimenticata di lei, senza odio. Ho cominciato a scrivere per il piacere di battere le lettere sulla tastiera del computer. Nella mia testa era come suonare. Suonare il piano. Un pianoforte a coda è sempre stato il mio sogno, anche se non so leggere la musica.

    Ho cominciato a scrivere e una corda della mia anima vibrava. Come entrare in risonanza. Ho capito che scrivere faceva parte di me. Tutti pensano. Anch’io penso molto. Ma scrivere il proprio pensiero – in senso lato – è una cosa che ti fa pensare in maniera diversa, speciale.

    Non credere che sia nata scrittrice. Che abbia qualche strategia di scrittura, in maniera da risultare esperta in qualche genere, o qualche topos, come si dice? Io scrivo di getto, ma nel momento in cui scrivo sono lucidissima. E nello stesso tempo, portata da un’ebbrezza che potrei chiamare ispirazione – se conoscessi tutta la letteratura in proposito e fossi sicura di non sbavare…

    Il vero problema era diventare abbastanza veloce con le dita sulla tastiera, in maniera da inseguire il flusso – perché la mia testa non esita a sparare immagini considerazioni osservazioni e ragionamenti… a getto continuo.
Mi sono esercitata come si fa con la tastiera del piano. Ora sono brava, le dita ci vanno sicure sulle lettere giuste. Anche se a volte le accavallo per una sorta di dislessia o cose del genere. Ma fa niente.

    Mi sono data il permesso di scrivere tutto quello che veniva e sono capace di mettere nero su bianco che questo bitorzolo mi sembrava un coglione affettato da una lametta da barba su una palla di gelato, se mi viene così, semplicemente perché mi si è formata quell’immagine in testa.

    Io penso che in questo modo sono in contatto con quello che sento e non mi sottometto a nessun protocollo accreditato. Tanto scrivo per me. Per molto tempo ho scritto solo per me. Per entrare in contatto con quello che avviene dentro di me. Era proprio un bell’esercizio per liberarmi non solo della sintassi – che poi continuo a rispettare per rispetto a me stessa – ma dell’idea che se scrivo dovrei scrivere delle cose che van bene secondo lorsignori…

    Nossignore, io scrivo per me, perché m’interessa entrare in contatto con quella che sono e che sento di essere. E non ne posso più di essere così scema da fare le cose come gli altri si aspettano che sian fatte. Insomma, era un bell’esercizio di emancipazione. Non faccio per dire, e non davo noia a nessuno. Tenevo le mie cose segrete.

    Un po’ per volta ho capito che stavo scrivendo la mia storia. Non soltanto il mio passato, che rivisitavo e redimevo di volta in volta da quel senso di pesantezza che avevo provato per lungo tempo, o dai sensi di colpa, o dalla vergogna, perché – devo esser sincera – ho fatto un sacco di cazzate. Le redimevo, sì, è la parola giusta. Ogni volta che riscrivevo le cose del passato, quegli eventi scabrosi, santo cielo, succedeva qualcosa. Spuntava dal loro groviglio inconsulto, piuttosto necrofilo, un filo rosso che li rimetteva in pista, come se si fosse trattato di episodi significativi, insomma, luoghi della mia vita in cui avevo imparato qualcosa che solo ora si poteva vendere. Era fantastico. 
Io non sono necrofila. Mi sembrava di esserlo, una volta. Ma scrivendo ho capito che il mio gusto per la mia storia era desiderio di vita e non compiacimento del gusto salmastro della morte masticata.

    Non solo il mio passato, dicevo. No, a forza di scrivere io mi rendevo conto che stavo scrivendo la mia storia presente e gli occhi si spostavano verso il futuro: quella storia mia che sto costruendo – non certo con la sola scrittura, ma anche mediante la scrittura. Perché mi rendevo conto che io volevo avere una storia. E poi mi rendevo conto che io avevo una storia. E che questa storia era l’espressione progressiva – una sorta di epifania – dell’impronta della mia anima.
 E mentre la scrivevo la desideravo e il desiderio si radicava dentro la mia carne e mi accompagnava per tutto il tempo in cui non scrivevo sulla tastiera, ma scrivevo sulla buccia del mondo, negli eventi del tempo.

    Solo Dio aveva il diritto di vedere quello che scrivevo. Ma perché il Dio a cui facevo riferimento era diventato – anche grazie alla scrittura – il Dio che preferiva che confessassi quel che sentivo e pensavo davvero piuttosto che una prosa obbediente ai dieci comandamenti. Scrivendo si acquista coraggio fino al punto di rimodellare l’immagine di Dio!

    Adesso vi meraviglierò – lo so.
 Mo non ci posso far niente se le cose sono andate in questo modo. Ma mano che scrivevo le mie visioni – che poi erano versioni filmiche dei miei sogni, dei miei desideri, man mano che li rendevo visibili sulla carta mediante la scrittura, queste cose hanno cominciato a succedere… Lo so che molti di voi non ci crederanno, perché immaginano che stia vendendo un rituali magico. Ma le cose stanno esattamente in questo modo. Ma mano che mettevo in chiaro con questa pratica scaramantica quelli che erano i miei desideri, succedeva qualcosa – dentro di me? Nelle meccaniche celesti? – e chi lo sa? – Succedeva, comunque, che, in seguito a azioni ed eventi, queste visioni prendevano corpo ed apparivano nel mio mondo reale, voglio dire non solo sulla pagina bianca e nella mia fantasia. Voglio proprio dire in quel mondo in cui si pagano le bollette, si incontrano persone, si creano degli oggetti e si vendono. Nel mondo in cui si cucina e si cammina.

    Per concludere, che dire? Se tu sei uno o una che sente nostalgia di una storia, se vuoi avere una tua storia, se vuoi vivere la tua storia, beh, io ti suggerirei questo, se non mi prendi per matta: scrivila.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Il punto è sempre lì.
 A volte il tempo sembra offrire opportunità insperate.
 Ma dev   
    Il punto è sempre lì.

    A volte il tempo sembra offrire opportunità insperate.

    Ma devi muoverti. 
    Devi cambiare. 
    Si tratta di cambiare. 
    Si tratta, in fondo, di fare tu l’atleta delle Olimpiadi.

    Sentire il richiamo e cambiare.