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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da diegodelavega0 per l'aggiornamento : Quando faccio volar un aquilone mi allontano nel Cosmo, entro in uno stato di trance   
    Quando faccio volar un aquilone mi allontano nel Cosmo, entro in uno stato di trance in cui si intuiscono verità felici, che penetrano con disinvoltura nei segreti della realtà, e assisto al formarsi di immaginarie congetture sulla vita che saltano a piè pari i confini del verosimile usuale. 
    Per il poeta, lo scienziato, il danzatore, il musico e l’avventuriero, l’Altrove è sempre più importante del consueto.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da fabulousme per l'aggiornamento : E ti lasci portare dalla corrente.
 E fai tutto quello che viene da fare.
 E non temi   
    E ti lasci portare dalla corrente.

    E fai tutto quello che viene da fare.

    E non temi perché la corrente è vita.

    Stai danzando, probabilmente. O canti.

    Dai una forma bella a tutto ciò che tocchi.

    E attraversi d’amore ogni persona in cui t’imbatti.

    E i dormienti ti prendono per matta. Ma sorridono, poi, perché tu li svegli. Dai loro il benvenuto alla vita.

    E si dimentica tutti i pensieri della sera prima.

    E il desiderio dipinge il film della tua avventura.

    E capisci come era sciocco esitare.

    Com’erano deboli i fantasmi che ti trattenevano per il lembo delle maniche.

    E il quotidiano – la solerte operosità di tutti i giorni – scivola come d’incanto nella forma bella del tuo sogno.

    E, se parli, sei ispirata. Se suoni, improvvisi. Se tocchi, incanti. Se pensi, i pensieri ti danzano tra le dita. E gli occhi si rovesciano a cavalcioni del sorriso.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da vincent29264 per l'aggiornamento : Andiamo,
 La luce del mattino
 Il sentiero, il bosco
 E quell'energia giovane addosso   
    Andiamo,

    La luce del mattino

    Il sentiero, il bosco

    E quell'energia giovane addosso
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da diegodelavega0 per l'aggiornamento : Quando faccio volar un aquilone mi allontano nel Cosmo, entro in uno stato di trance   
    Quando faccio volar un aquilone mi allontano nel Cosmo, entro in uno stato di trance in cui si intuiscono verità felici, che penetrano con disinvoltura nei segreti della realtà, e assisto al formarsi di immaginarie congetture sulla vita che saltano a piè pari i confini del verosimile usuale. 
    Per il poeta, lo scienziato, il danzatore, il musico e l’avventuriero, l’Altrove è sempre più importante del consueto.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da vincent29264 per l'aggiornamento : Andiamo,
 La luce del mattino
 Il sentiero, il bosco
 E quell'energia giovane addosso   
    Andiamo,

    La luce del mattino

    Il sentiero, il bosco

    E quell'energia giovane addosso
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da fabulousme per l'aggiornamento : E ti lasci portare dalla corrente.
 E fai tutto quello che viene da fare.
 E non temi   
    E ti lasci portare dalla corrente.

    E fai tutto quello che viene da fare.

    E non temi perché la corrente è vita.

    Stai danzando, probabilmente. O canti.

    Dai una forma bella a tutto ciò che tocchi.

    E attraversi d’amore ogni persona in cui t’imbatti.

    E i dormienti ti prendono per matta. Ma sorridono, poi, perché tu li svegli. Dai loro il benvenuto alla vita.

    E si dimentica tutti i pensieri della sera prima.

    E il desiderio dipinge il film della tua avventura.

    E capisci come era sciocco esitare.

    Com’erano deboli i fantasmi che ti trattenevano per il lembo delle maniche.

    E il quotidiano – la solerte operosità di tutti i giorni – scivola come d’incanto nella forma bella del tuo sogno.

    E, se parli, sei ispirata. Se suoni, improvvisi. Se tocchi, incanti. Se pensi, i pensieri ti danzano tra le dita. E gli occhi si rovesciano a cavalcioni del sorriso.
     
     
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 E fai tutto quello che viene da fare.
 E non temi   
    E ti lasci portare dalla corrente.

    E fai tutto quello che viene da fare.

    E non temi perché la corrente è vita.

    Stai danzando, probabilmente. O canti.

    Dai una forma bella a tutto ciò che tocchi.

    E attraversi d’amore ogni persona in cui t’imbatti.

    E i dormienti ti prendono per matta. Ma sorridono, poi, perché tu li svegli. Dai loro il benvenuto alla vita.

    E si dimentica tutti i pensieri della sera prima.

    E il desiderio dipinge il film della tua avventura.

    E capisci come era sciocco esitare.

    Com’erano deboli i fantasmi che ti trattenevano per il lembo delle maniche.

    E il quotidiano – la solerte operosità di tutti i giorni – scivola come d’incanto nella forma bella del tuo sogno.

    E, se parli, sei ispirata. Se suoni, improvvisi. Se tocchi, incanti. Se pensi, i pensieri ti danzano tra le dita. E gli occhi si rovesciano a cavalcioni del sorriso.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da fabulousme per l'aggiornamento : E ti lasci portare dalla corrente.
 E fai tutto quello che viene da fare.
 E non temi   
    E ti lasci portare dalla corrente.

    E fai tutto quello che viene da fare.

    E non temi perché la corrente è vita.

    Stai danzando, probabilmente. O canti.

    Dai una forma bella a tutto ciò che tocchi.

    E attraversi d’amore ogni persona in cui t’imbatti.

    E i dormienti ti prendono per matta. Ma sorridono, poi, perché tu li svegli. Dai loro il benvenuto alla vita.

    E si dimentica tutti i pensieri della sera prima.

    E il desiderio dipinge il film della tua avventura.

    E capisci come era sciocco esitare.

    Com’erano deboli i fantasmi che ti trattenevano per il lembo delle maniche.

    E il quotidiano – la solerte operosità di tutti i giorni – scivola come d’incanto nella forma bella del tuo sogno.

    E, se parli, sei ispirata. Se suoni, improvvisi. Se tocchi, incanti. Se pensi, i pensieri ti danzano tra le dita. E gli occhi si rovesciano a cavalcioni del sorriso.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da sweetlovelylips per l'aggiornamento : Sotto l’acqua ben nascosto 
 c’era un mostro grosso e tosto.
 Io pescavo dalla barca    
    Sotto l’acqua ben nascosto 

    c’era un mostro grosso e tosto.

    Io pescavo dalla barca 

    pesci piccoli e una scarpa. 

    Il mio amico Ferdinando 

    pesca sol di quando in quando. 

    Poi un’ondata dispettosa 

    ci sconquassa senza posa. 

    Noi caschiamo dentro il mare, 

    chi mai ci potrà salvare? 

    Ma pietoso il bel pescione 

    ci trasporta sul groppone. 

    Noi arriviamo al bagnasciuga 

    e scopriamo ch’è un’acciuga.
     
     
     
       
     
       
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da diegodelavega0 per l'aggiornamento : Un tempo le utopie avevano una dimensione collettiva. Non sono sicura che quei tempi   
    Un tempo le utopie avevano una dimensione collettiva. Non sono sicura che quei tempi siano da rimpiangere. Oggi la dimensione utopica trova il suo spazio vitale nei sogni della gente. L’utopia è il principio della speranza che anima i lungo tratto dell’esistenza individuale. È il sogno che vivi ogni giorno lavorando e procedendo verso quella direzione che hai trovato in te stessa come un richiamo, un’urgenza incalzante. Non è una meta irraggiungibile, perché la vivi ogni giorno. Non è un’illusione destinata a disilluderti, è l’ossigeno che anima i tuoi gesti quotidiani. E nello stesso tempo è un potente richiamo a crescere, a perseverare, a esplorare, a inventare, a progettare, a immaginare.
     
     
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    Un tempo le utopie avevano una dimensione collettiva. Non sono sicura che quei tempi siano da rimpiangere. Oggi la dimensione utopica trova il suo spazio vitale nei sogni della gente. L’utopia è il principio della speranza che anima i lungo tratto dell’esistenza individuale. È il sogno che vivi ogni giorno lavorando e procedendo verso quella direzione che hai trovato in te stessa come un richiamo, un’urgenza incalzante. Non è una meta irraggiungibile, perché la vivi ogni giorno. Non è un’illusione destinata a disilluderti, è l’ossigeno che anima i tuoi gesti quotidiani. E nello stesso tempo è un potente richiamo a crescere, a perseverare, a esplorare, a inventare, a progettare, a immaginare.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da vincent29264 per l'aggiornamento : Lavoro al testo, con la musica. Miglioro. Un soul che esce dal corpo. Pulsa il tambur   
    Lavoro al testo, con la musica. Miglioro. Un soul che esce dal corpo. Pulsa il tamburo nel cervello e il giorno nicchia tra le nuvole: respira caldo malgrado l’ombra e la foschia. Meglio col passare delle ore e forse esco.

    Non al raduno. No, non alla festa. Troppe parole, oggi, laggiù. Oggi voglio parole di silenzio: sanno di caramello.

    Un'insalata per pranzo mi lascia leggera a sentire il ritmo della vita. E seguo il volo dei pensieri attraversare gli spazi.

    La bellezza di andare. Penso.
    Insopportabile essere trattenuta.
    Intollerante, strappo la pelle dai rovi e sogno il vento.

    Bisogna scappare dice lo spirito, e vuol dire semplicemente che bisogna andare.

    Andare è il modo dei cavalli e degli umani.

    Ho imparato a fare, strada facendo.

    La casa stessa si crede vascello.
    Scrivo in piedi ad alta voce, calibrando il fiato come nel canto.

    E canto, in effetti, come un poeta che sta bene nel mondo solo passandoci attraverso.     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da sweetlovelylips per l'aggiornamento : Sotto l’acqua ben nascosto 
 c’era un mostro grosso e tosto.
 Io pescavo dalla barca    
    Sotto l’acqua ben nascosto 

    c’era un mostro grosso e tosto.

    Io pescavo dalla barca 

    pesci piccoli e una scarpa. 

    Il mio amico Ferdinando 

    pesca sol di quando in quando. 

    Poi un’ondata dispettosa 

    ci sconquassa senza posa. 

    Noi caschiamo dentro il mare, 

    chi mai ci potrà salvare? 

    Ma pietoso il bel pescione 

    ci trasporta sul groppone. 

    Noi arriviamo al bagnasciuga 

    e scopriamo ch’è un’acciuga.
     
     
     
       
     
       
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da diegodelavega0 per l'aggiornamento : Un tempo le utopie avevano una dimensione collettiva. Non sono sicura che quei tempi   
    Un tempo le utopie avevano una dimensione collettiva. Non sono sicura che quei tempi siano da rimpiangere. Oggi la dimensione utopica trova il suo spazio vitale nei sogni della gente. L’utopia è il principio della speranza che anima i lungo tratto dell’esistenza individuale. È il sogno che vivi ogni giorno lavorando e procedendo verso quella direzione che hai trovato in te stessa come un richiamo, un’urgenza incalzante. Non è una meta irraggiungibile, perché la vivi ogni giorno. Non è un’illusione destinata a disilluderti, è l’ossigeno che anima i tuoi gesti quotidiani. E nello stesso tempo è un potente richiamo a crescere, a perseverare, a esplorare, a inventare, a progettare, a immaginare.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da olti31 per l'aggiornamento : Scrivere mi aiuta a pensare. Anche a vedere i miei desideri. 
 Ora, reagendo a un’est   
    Scrivere mi aiuta a pensare. Anche a vedere i miei desideri. 

    Ora, reagendo a un’estate torrida qui al Nord, io sogno il mare, il fresco della brezza, ma non solo. 
    
Mi vedo in una villa sulla collina prospicente il golfo, immersa in un bosco di olivi e pini marittimi, che scrivo. Ecco la mia vita da vecchia. Faccio la scrittrice, felicemente rilassata. La mente è lucida. La narrazione interminabile. Che cosa racconto non lo so ancora, ma già la storia della mia avventura mi chiama e poi tutto quello che ho imparato nelle varie circostanze, sfide e prove dell’esistenza. Il tentativo, mai compiuto del tutto, di trovare un filo conduttore di tante vicende e svolte.
    
Una volta i vecchi potevano avere il compito di insegnare qualcosa alle nuove generazioni. Ma una volta il tempo era più lento e le cose più stabili. Oggi è tutto diverso. Il cambiamento incalza a un ritmo sostenuto. Cosa può un vecchio raccontare alle giovani generazioni? E perché solo a loro? Ci sono anche i suoi coetanei, sempre più numerosi. E forse altrettanto smarriti alla ricerca di un senso ancora sfuggente. 

    E tutto questo mi appare una nuova splendida avventura, ben coniugata con la mia storia.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da vincent29264 per l'aggiornamento : Lavoro al testo, con la musica. Miglioro. Un soul che esce dal corpo. Pulsa il tambur   
    Lavoro al testo, con la musica. Miglioro. Un soul che esce dal corpo. Pulsa il tamburo nel cervello e il giorno nicchia tra le nuvole: respira caldo malgrado l’ombra e la foschia. Meglio col passare delle ore e forse esco.

    Non al raduno. No, non alla festa. Troppe parole, oggi, laggiù. Oggi voglio parole di silenzio: sanno di caramello.

    Un'insalata per pranzo mi lascia leggera a sentire il ritmo della vita. E seguo il volo dei pensieri attraversare gli spazi.

    La bellezza di andare. Penso.
    Insopportabile essere trattenuta.
    Intollerante, strappo la pelle dai rovi e sogno il vento.

    Bisogna scappare dice lo spirito, e vuol dire semplicemente che bisogna andare.

    Andare è il modo dei cavalli e degli umani.

    Ho imparato a fare, strada facendo.

    La casa stessa si crede vascello.
    Scrivo in piedi ad alta voce, calibrando il fiato come nel canto.

    E canto, in effetti, come un poeta che sta bene nel mondo solo passandoci attraverso.     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da sweetlovelylips per l'aggiornamento : Sotto l’acqua ben nascosto 
 c’era un mostro grosso e tosto.
 Io pescavo dalla barca    
    Sotto l’acqua ben nascosto 

    c’era un mostro grosso e tosto.

    Io pescavo dalla barca 

    pesci piccoli e una scarpa. 

    Il mio amico Ferdinando 

    pesca sol di quando in quando. 

    Poi un’ondata dispettosa 

    ci sconquassa senza posa. 

    Noi caschiamo dentro il mare, 

    chi mai ci potrà salvare? 

    Ma pietoso il bel pescione 

    ci trasporta sul groppone. 

    Noi arriviamo al bagnasciuga 

    e scopriamo ch’è un’acciuga.
     
     
     
       
     
       
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da sweetlovelylips per l'aggiornamento : Sotto l’acqua ben nascosto 
 c’era un mostro grosso e tosto.
 Io pescavo dalla barca    
    Sotto l’acqua ben nascosto 

    c’era un mostro grosso e tosto.

    Io pescavo dalla barca 

    pesci piccoli e una scarpa. 

    Il mio amico Ferdinando 

    pesca sol di quando in quando. 

    Poi un’ondata dispettosa 

    ci sconquassa senza posa. 

    Noi caschiamo dentro il mare, 

    chi mai ci potrà salvare? 

    Ma pietoso il bel pescione 

    ci trasporta sul groppone. 

    Noi arriviamo al bagnasciuga 

    e scopriamo ch’è un’acciuga.
     
     
     
       
     
       
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da vincent29264 per l'aggiornamento : Lavoro al testo, con la musica. Miglioro. Un soul che esce dal corpo. Pulsa il tambur   
    Lavoro al testo, con la musica. Miglioro. Un soul che esce dal corpo. Pulsa il tamburo nel cervello e il giorno nicchia tra le nuvole: respira caldo malgrado l’ombra e la foschia. Meglio col passare delle ore e forse esco.

    Non al raduno. No, non alla festa. Troppe parole, oggi, laggiù. Oggi voglio parole di silenzio: sanno di caramello.

    Un'insalata per pranzo mi lascia leggera a sentire il ritmo della vita. E seguo il volo dei pensieri attraversare gli spazi.

    La bellezza di andare. Penso.
    Insopportabile essere trattenuta.
    Intollerante, strappo la pelle dai rovi e sogno il vento.

    Bisogna scappare dice lo spirito, e vuol dire semplicemente che bisogna andare.

    Andare è il modo dei cavalli e degli umani.

    Ho imparato a fare, strada facendo.

    La casa stessa si crede vascello.
    Scrivo in piedi ad alta voce, calibrando il fiato come nel canto.

    E canto, in effetti, come un poeta che sta bene nel mondo solo passandoci attraverso.     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da olti31 per l'aggiornamento : La collina era come il corpo di una donna al sole.
 Migliaia di api ronzanti cercavan   
    La collina era come il corpo di una donna al sole.

    Migliaia di api ronzanti cercavano nettare. 
    Faceva caldo.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da olti31 per l'aggiornamento : Mentre percorro il mio cammino… 
Guardo i volti delle persone. Come fossero parole. C   
    Mentre percorro il mio cammino…
    
Guardo i volti delle persone. Come fossero parole. Cerco il senso di quello che vogliono dire. Come se i volti fossero la parola corporea del desiderio dell’anima. Della ricerca di una storia. Cerco quella vibrazione che mi accomuna alla loro storia. Cerco un’immagine di me stessa nei volti delle persone.

    I volti delle persone come linguaggio. E spesso si tratta di un linguaggio che si dice da sé, dentro di loro. Di cui loro stessi non sono chiaramente consapevoli.
    
Come io stessa sento ma non sono del tutto consapevole.
E spesso nasce, da questo incontro di volti, una qualche intuizione.

    Guardavo il volto di Andrea, l’altra sera.

    Avevano servito merluzzo fresco con olive e patate. La luce delle lampade, il respiro leggero della notte sul lago… Guardavo il suo volto, mentre parlava, con una certa eccitazione. Non parlava neanche di lavoro – benché sia impegnato in un’attività piuttosto gravosa. Anche se è il suo lavoro. Come si dice? La sua missione.

    Lui la vive così. Parlava di qualcosa che era dentro il lavoro e fuori di esso.
     
    C’erano zanzare? Sì, ricordo le zanzare. Il lago. Il caldo. È estate, ormai..
     
    E mi sono rimasti impressi quegli occhi.

    A volte non ricordi le parole, i concetti. Ma ricordi gli occhi. E gli occhi hanno un loro discorso. Che si dipana dietro le parole. E che poi, magari a casa, prima di andare a dormire, tu traduci nelle tue parole. Come faccio io adesso.

    Cosa diceva Andrea quella sera? Ricordo poco. Perché si dicono tante parole in fretta, per riempire gli spazi di una serata tra amici. E non sono neanche nostre parole. Solo gesti di cortesia. Solo gesti di ospitalità. E quando le parole sono gesti, non importa ricordare le parole.

    Veramente, dentro di me pensavo altro. Pensavo: com’è bello essere parte della vita. Com’è bello aver avuto questo dono di vedere e sentire qualcosa della vita! Dicevo più o meno queste cose, dentro di me. Perché era una di quelle sere in cui tutto sembra miracolo.

    E c’erano quegli occhi. Ed Andrea che parlava – non credo parlasse di lavoro. Ma non ricordo le parole.

    E quegli occhi entravano nel mio discorso. Sembrava si staccassero da quello che Andrea diceva. Che si staccassero dalla stesso Andrea. Ed entravano nel mio discorso. Erano due occhi interlocutori. Parlavano con me, indipendentemente da Andrea. Che strano!

    Mi sembrava perfino irrispettoso. Insomma, Andrea… eppure, tant’è!

    Non so come, non so spiegare, ma quegli occhi mi richiamavano.
    Mi dicevano che il centro è da quella parte. Sincerità radicale. Quello che senti davvero, quello che vedi davvero. Quello che pensi davvero.

    E: affidati. Credici. Credici completamente. Qualcosa del genere.

    Si sa, queste sono parole. Ma come si fa a dire gli umori, i moti del cuore, i richiami dell’anima?

    E vedevo dentro i miei ricordi come una traccia di storia. La traccia di una ricerca di sincerità radicale. Una sorta di integrità.
     
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da olti31 per l'aggiornamento : Gli uccelli sono il volo. E il volo è il sogno che crede in se stesso. Il sogno non c   
    Gli uccelli sono il volo. E il volo è il sogno che crede in se stesso. Il sogno non come evasione, ma come visione dotata della fiducia di guidare i passi dell’azione. Ciò che trasforma la vita in una meravigliosa avventura dove si diventa e si realizza. Se succede qualcosa di bello e anche di straordinario è perché lo si è sognato (e si è avuta tanta fortuna). Ma dicevano gli antichi che la fortuna aiuta gli audaci. E sognare, credo, è l’audacia che perseguo. E che considero opportuna.
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da olti31 per l'aggiornamento : Quando un bacio è il sogno di un bacio.       
    Quando un bacio è il sogno di un bacio.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da olti31 per l'aggiornamento : Voglio una storia mia. Voglio decidere perché e come. Finché ho abbastanza energia e   
    Voglio una storia mia.
    Voglio decidere perché e come.
    Finché ho abbastanza energia e finché sono capace di nutrirmi.
    Il mio mondo sarà una danza tra ciò che amo e ciò che avviene.
           
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da olti31 per l'aggiornamento : Scrivere mi aiuta a pensare. Anche a vedere i miei desideri. 
 Ora, reagendo a un’est   
    Scrivere mi aiuta a pensare. Anche a vedere i miei desideri. 

    Ora, reagendo a un’estate torrida qui al Nord, io sogno il mare, il fresco della brezza, ma non solo. 
    
Mi vedo in una villa sulla collina prospicente il golfo, immersa in un bosco di olivi e pini marittimi, che scrivo. Ecco la mia vita da vecchia. Faccio la scrittrice, felicemente rilassata. La mente è lucida. La narrazione interminabile. Che cosa racconto non lo so ancora, ma già la storia della mia avventura mi chiama e poi tutto quello che ho imparato nelle varie circostanze, sfide e prove dell’esistenza. Il tentativo, mai compiuto del tutto, di trovare un filo conduttore di tante vicende e svolte.
    
Una volta i vecchi potevano avere il compito di insegnare qualcosa alle nuove generazioni. Ma una volta il tempo era più lento e le cose più stabili. Oggi è tutto diverso. Il cambiamento incalza a un ritmo sostenuto. Cosa può un vecchio raccontare alle giovani generazioni? E perché solo a loro? Ci sono anche i suoi coetanei, sempre più numerosi. E forse altrettanto smarriti alla ricerca di un senso ancora sfuggente. 

    E tutto questo mi appare una nuova splendida avventura, ben coniugata con la mia storia.