Attività di reputazione

  1. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da diamondgilmour per l'aggiornamento : Pour beaucoup de gens les plus grandes douleurs sont encore ceux qui découlent de l'a   
    Pour beaucoup de gens les plus grandes douleurs sont encore ceux qui découlent de l'amour.

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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a londoncalling6 per l'aggiornamento : Buon inizio di settimana ODessa!   
    Buon inizio di settimana ODessa!
  3. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da altomororicco per l'aggiornamento : C’è una collina dove vado a pensare 
 a guardare la bellezza intorno  
ad ascoltare l   
    C’è una collina dove vado a pensare 

    a guardare la bellezza intorno 
    
ad ascoltare la gioia che dilaga. 


    Una collina dove i sogni lasciano i capelli, 

    aggrappati all’audacia di nuvole leggere, 

    per sorvolare senza nostalgie
    
l’inesauribile mappa del possibile. 

  4. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da diamondgilmour per l'aggiornamento : Pour beaucoup de gens les plus grandes douleurs sont encore ceux qui découlent de l'a   
    Pour beaucoup de gens les plus grandes douleurs sont encore ceux qui découlent de l'amour.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da oliverhutton85 per l'aggiornamento : "Fai la cosa giusta"
 Canta sotto la pioggia
 come Gene Kelly   
    "Fai la cosa giusta"

    Canta sotto la pioggia

    come Gene Kelly

  6. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da diamondgilmour per l'aggiornamento : Pour beaucoup de gens les plus grandes douleurs sont encore ceux qui découlent de l'a   
    Pour beaucoup de gens les plus grandes douleurs sont encore ceux qui découlent de l'amour.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da oliverhutton85 per l'aggiornamento : "Fai la cosa giusta"
 Canta sotto la pioggia
 come Gene Kelly   
    "Fai la cosa giusta"

    Canta sotto la pioggia

    come Gene Kelly

  8. Fantastico!
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da altomororicco per l'aggiornamento : C’è una collina dove vado a pensare 
 a guardare la bellezza intorno  
ad ascoltare l   
    C’è una collina dove vado a pensare 

    a guardare la bellezza intorno 
    
ad ascoltare la gioia che dilaga. 


    Una collina dove i sogni lasciano i capelli, 

    aggrappati all’audacia di nuvole leggere, 

    per sorvolare senza nostalgie
    
l’inesauribile mappa del possibile. 

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da theoldandthesea per l'aggiornamento : E arriva il tempo come un giardino, un parco immenso, straordinario, dove si va a leg   
    E arriva il tempo come un giardino, un parco immenso, straordinario, dove si va a leggere, a parlare, a innamorarsi, a progettare, a costruire nei discorsi e nelle libere relazioni le molteplici tracce e i rapidi abbozzi di possibili sentieri. L’intelligenza infinita della  natura e quella umana da poco risvegliata dialogano creativamente come mai, e il Dio passeggia lieto tra gli umani godendone i discorsi acerbi e generosi.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da modellista0 per l'aggiornamento : Il silenzio di Dio   S ì, a quell’ora lì, Ernst, di solito, parlava con Dio.
 Beh, ad   
    Il silenzio di Dio
     
    Sì, a quell’ora lì, Ernst, di solito, parlava con Dio.

    Beh, ad essere più corretti, si dovrebbe affermare che parlava a Dio. Dio, infatti, stava sempre zitto. Non riuscivi a tirargli fuori una parola che fosse una parola. Ma, di Dio, sappiamo niente e quindi ritorniamo ad Ernst.

    Quella sera era quasi fine settembre.

    Insomma, i primi segnali dell’autunno, con un immenso rimpianto per l’estate… – perché Ernst amava l’estate. Amava tutto dell’estate. Ma soprattutto, andare vestito leggero e stare quasi sempre scalzo. Amava che l’essudorazione traspirasse direttamente nell’aria, senza dover attraversare diversi strati di vestiti. Amava l’acqua del fiume dove si bagnava per rimescolare il sangue, e amava quel brulicare d’esistenze che osservava nei campi e lungo i sentieri di campagna. E tutto il resto: il canto delle cicale, i pomodori d’agosto, l’ombra delle pergole e il vino bianco freddo… e le ragazze vestite appena di petali colorati.

    … Quella sera, Ernst parlava a Dio. E gli diceva:
     
    Beh, vedi, è difficile avere a che fare con te.

    Innanzi tutto, hai sempre ragione. Cioè, non ci piove… Possiamo dire perché questo? perché quello?, ma tu stai zitto e tiri dritto. Lo so, tu sei il capo, ma in questo modo, scusa se mi permetto…

    Hanno assicurato che in principio era il Logos, cioè il Verbo, la Parola. Ma tu di spiccicare due parole con me in un linguaggio schietto e comprensibile, per carità, questo proprio non ti salta in mente.
 Mi viene voglia, a volte, di inviarti lassù, da qualche parte, dove diavolo (pardon) tu sia, qualche corso di comunicazione, sai la Scuola di Palo Alto, e cose del genere. Perché forse sei rimasto indietro… Sai? Anche Dio ha bisogno di riciclarsi, insomma un bel master di outplacement…
     
    Ma tu da quell’orecchio non ci senti.
     
    No, guarda, non è per lamentarmi. Perché, a dire il vero, a me piace questa vita, e la mia avventura. E sono sorpreso di tutte le meraviglie che accadono e del fatto che i miei sogni si vanno realizzando, giorno dopo giorno, con un crescendo che a volte m’imbarazza, perché riesco a mala pena a digerire gli eventi… e la sorpresa.

    Non è per lamentarmi. Io sto bene.
Però delle volte…
     
    Insomma, quello che non capisco di te è il tuo silenzio.
 
    Sei peggio di uno psicanalista lacaniano!

    E m’interrogo, anche, sul significato di questo tuo comportamento. Sai, lo so che tu hai sempre ragione – anche se mi rompe – e, dunque, mi dico: avrà le sue ragioni. E poi cerco d’immaginare.

    Che non sia che, in questo modo – voglio dire con tutto questo silenzio (proprio non mi consideri!…) – tu l’hai studiata apposta perché noialtri ci sforzassimo da fare da soli, e crescere, e diventare dei padreterno – in qualche modo – anche noi?

    Insomma, che sia un trucco, un espediente, che, alla fine, risulta bene per noi? Che, altrimenti, ci metteremmo sotto la tua gonna – beh, a dire il vero non so se Dio abbia una gonna, ma si fa per dire – e non avremmo spinte a crescere?
     
    Vedi? Cerco di darti ragione? Ma dimmi tu se ti viene in mente di mandarmi un segnale, qualcosa che mi dica a chiare lettere: bene, sei sulla pista giusta…
     
    Era ormai il tempo delle prime avvisaglie d’autunno. Ernst parlava più o meno in questi termini con Dio – o meglio, a Dio, perché Dio rimaneva muto. Poi, finiva quasi sempre nello stesso modo.

    Beh, diceva tra sé e sé, meglio così. Stando zitto, Dio mi consente di pensarlo a modo mio. E’ forse il dono più bello che una figura così ingombrante come lui possa fare a noialtri mortali…
     
    E detto questo, passava a lavare i piatti e riordinare la cucina.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da tacchialti94 per l'aggiornamento : I salti quantici avvengono. Tu ti eserciti, lavori, ci dai dentro, tutto sembra diffi   
    I salti quantici avvengono. Tu ti eserciti, lavori, ci dai dentro, tutto sembra difficile, duro, faticoso, penoso, e tu continui. Poi, un bel giorno, tacchete! Succede.
    È successo così quando hai imparato ad andare in bicicletta, quando hai imparato a guidare, quando hai imparato a fare l’amore, quando hai imparato a recitare in pubblico, quando hai imparato a suonare il pianoforte, a discutere, a far fronte a un  fallimento.
    
La logica sembra questa: si attraversa la prova da cima a fondo, senza fuggire, senza esimersi, senza difendersi. Poi, succede. Improvvisamente. E tutto cambia. Tutto quello che era difficile diventa facile.
    Fino alla prossima frontiera.

     
    La mente precedente insegna a fuggire dalla pene della prova. Ma solo attraversandola puoi accedere alla mente successiva. Il salto quantico.

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    odessa1920 ha aggiunto una reazione a ciribi72 per l'aggiornamento : buon martedì amica!!   
    buon martedì amica!!
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da tacchialti94 per l'aggiornamento : Esiste l’Anima del Mondo – mi dissi – e la mia anima ne è un frammento. Mi posso lasc   
    Esiste l’Anima del Mondo – mi dissi – e la mia anima ne è un frammento.
    Mi posso lasciare guidare. Posso limitarmi a seguire.
     
    I tuoi occhi dicono che ci sei e che c’è tutto quello che rende vivi.

  14. Mi piace
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da tacchialti94 per l'aggiornamento :  Matilde diceva: "La mia ricetta? Semplice: sognare a occhi aperti con fiducia illimi   
     Matilde diceva:
    "La mia ricetta? Semplice: sognare a occhi aperti con fiducia illimitata, sfruttare ogni occasione che si presenta per seguire i sogni. Il primo risultato ce l'ho subito: una vitalità scatenata dentro. E quanto al resto, non credere che me ne stia imbambolata con la testa tra le nuvole. Sono piuttosto sveglia…”
     

  15. Mi piace
    odessa1920 ha ricevuto una reazione da tacchialti94 per l'aggiornamento : Sono un animale: né buona né cattiva, ho solo fame. Mi cibo di sentimenti: li lecco,   
    Sono un animale: né buona né cattiva, ho solo fame.
    Mi cibo di sentimenti: li lecco, li divoro, li mangio e li espello con avidità e purezza.
    I sentimenti non conoscono o non dovrebbero conoscere pietà.
    Così dovrebbe essere.
    Per sempre.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da tacchialti94 per l'aggiornamento : Esiste l’Anima del Mondo – mi dissi – e la mia anima ne è un frammento. Mi posso lasc   
    Esiste l’Anima del Mondo – mi dissi – e la mia anima ne è un frammento.
    Mi posso lasciare guidare. Posso limitarmi a seguire.
     
    I tuoi occhi dicono che ci sei e che c’è tutto quello che rende vivi.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da tacchialti94 per l'aggiornamento :  Matilde diceva: "La mia ricetta? Semplice: sognare a occhi aperti con fiducia illimi   
     Matilde diceva:
    "La mia ricetta? Semplice: sognare a occhi aperti con fiducia illimitata, sfruttare ogni occasione che si presenta per seguire i sogni. Il primo risultato ce l'ho subito: una vitalità scatenata dentro. E quanto al resto, non credere che me ne stia imbambolata con la testa tra le nuvole. Sono piuttosto sveglia…”
     

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da tacchialti94 per l'aggiornamento : Sono un animale: né buona né cattiva, ho solo fame. Mi cibo di sentimenti: li lecco,   
    Sono un animale: né buona né cattiva, ho solo fame.
    Mi cibo di sentimenti: li lecco, li divoro, li mangio e li espello con avidità e purezza.
    I sentimenti non conoscono o non dovrebbero conoscere pietà.
    Così dovrebbe essere.
    Per sempre.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da modellista0 per l'aggiornamento : Il silenzio di Dio   S ì, a quell’ora lì, Ernst, di solito, parlava con Dio.
 Beh, ad   
    Il silenzio di Dio
     
    Sì, a quell’ora lì, Ernst, di solito, parlava con Dio.

    Beh, ad essere più corretti, si dovrebbe affermare che parlava a Dio. Dio, infatti, stava sempre zitto. Non riuscivi a tirargli fuori una parola che fosse una parola. Ma, di Dio, sappiamo niente e quindi ritorniamo ad Ernst.

    Quella sera era quasi fine settembre.

    Insomma, i primi segnali dell’autunno, con un immenso rimpianto per l’estate… – perché Ernst amava l’estate. Amava tutto dell’estate. Ma soprattutto, andare vestito leggero e stare quasi sempre scalzo. Amava che l’essudorazione traspirasse direttamente nell’aria, senza dover attraversare diversi strati di vestiti. Amava l’acqua del fiume dove si bagnava per rimescolare il sangue, e amava quel brulicare d’esistenze che osservava nei campi e lungo i sentieri di campagna. E tutto il resto: il canto delle cicale, i pomodori d’agosto, l’ombra delle pergole e il vino bianco freddo… e le ragazze vestite appena di petali colorati.

    … Quella sera, Ernst parlava a Dio. E gli diceva:
     
    Beh, vedi, è difficile avere a che fare con te.

    Innanzi tutto, hai sempre ragione. Cioè, non ci piove… Possiamo dire perché questo? perché quello?, ma tu stai zitto e tiri dritto. Lo so, tu sei il capo, ma in questo modo, scusa se mi permetto…

    Hanno assicurato che in principio era il Logos, cioè il Verbo, la Parola. Ma tu di spiccicare due parole con me in un linguaggio schietto e comprensibile, per carità, questo proprio non ti salta in mente.
 Mi viene voglia, a volte, di inviarti lassù, da qualche parte, dove diavolo (pardon) tu sia, qualche corso di comunicazione, sai la Scuola di Palo Alto, e cose del genere. Perché forse sei rimasto indietro… Sai? Anche Dio ha bisogno di riciclarsi, insomma un bel master di outplacement…
     
    Ma tu da quell’orecchio non ci senti.
     
    No, guarda, non è per lamentarmi. Perché, a dire il vero, a me piace questa vita, e la mia avventura. E sono sorpreso di tutte le meraviglie che accadono e del fatto che i miei sogni si vanno realizzando, giorno dopo giorno, con un crescendo che a volte m’imbarazza, perché riesco a mala pena a digerire gli eventi… e la sorpresa.

    Non è per lamentarmi. Io sto bene.
Però delle volte…
     
    Insomma, quello che non capisco di te è il tuo silenzio.
 
    Sei peggio di uno psicanalista lacaniano!

    E m’interrogo, anche, sul significato di questo tuo comportamento. Sai, lo so che tu hai sempre ragione – anche se mi rompe – e, dunque, mi dico: avrà le sue ragioni. E poi cerco d’immaginare.

    Che non sia che, in questo modo – voglio dire con tutto questo silenzio (proprio non mi consideri!…) – tu l’hai studiata apposta perché noialtri ci sforzassimo da fare da soli, e crescere, e diventare dei padreterno – in qualche modo – anche noi?

    Insomma, che sia un trucco, un espediente, che, alla fine, risulta bene per noi? Che, altrimenti, ci metteremmo sotto la tua gonna – beh, a dire il vero non so se Dio abbia una gonna, ma si fa per dire – e non avremmo spinte a crescere?
     
    Vedi? Cerco di darti ragione? Ma dimmi tu se ti viene in mente di mandarmi un segnale, qualcosa che mi dica a chiare lettere: bene, sei sulla pista giusta…
     
    Era ormai il tempo delle prime avvisaglie d’autunno. Ernst parlava più o meno in questi termini con Dio – o meglio, a Dio, perché Dio rimaneva muto. Poi, finiva quasi sempre nello stesso modo.

    Beh, diceva tra sé e sé, meglio così. Stando zitto, Dio mi consente di pensarlo a modo mio. E’ forse il dono più bello che una figura così ingombrante come lui possa fare a noialtri mortali…
     
    E detto questo, passava a lavare i piatti e riordinare la cucina.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ciribi72 per l'aggiornamento : Consapevole dei pericoli della notte, Sherazade inventava storie avvincenti che chied   
    Consapevole dei pericoli della notte, Sherazade inventava storie avvincenti che chiedevano ancora un giorno per soddisfare la curiosità. 
    E anche noi facciamo in quel modo: raccontandoci storie avvincenti riusciamo a superare la notte e a desiderare un altro giorno.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da theoldandthesea per l'aggiornamento : E arriva il tempo come un giardino, un parco immenso, straordinario, dove si va a leg   
    E arriva il tempo come un giardino, un parco immenso, straordinario, dove si va a leggere, a parlare, a innamorarsi, a progettare, a costruire nei discorsi e nelle libere relazioni le molteplici tracce e i rapidi abbozzi di possibili sentieri. L’intelligenza infinita della  natura e quella umana da poco risvegliata dialogano creativamente come mai, e il Dio passeggia lieto tra gli umani godendone i discorsi acerbi e generosi.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da modellista0 per l'aggiornamento : Il silenzio di Dio   S ì, a quell’ora lì, Ernst, di solito, parlava con Dio.
 Beh, ad   
    Il silenzio di Dio
     
    Sì, a quell’ora lì, Ernst, di solito, parlava con Dio.

    Beh, ad essere più corretti, si dovrebbe affermare che parlava a Dio. Dio, infatti, stava sempre zitto. Non riuscivi a tirargli fuori una parola che fosse una parola. Ma, di Dio, sappiamo niente e quindi ritorniamo ad Ernst.

    Quella sera era quasi fine settembre.

    Insomma, i primi segnali dell’autunno, con un immenso rimpianto per l’estate… – perché Ernst amava l’estate. Amava tutto dell’estate. Ma soprattutto, andare vestito leggero e stare quasi sempre scalzo. Amava che l’essudorazione traspirasse direttamente nell’aria, senza dover attraversare diversi strati di vestiti. Amava l’acqua del fiume dove si bagnava per rimescolare il sangue, e amava quel brulicare d’esistenze che osservava nei campi e lungo i sentieri di campagna. E tutto il resto: il canto delle cicale, i pomodori d’agosto, l’ombra delle pergole e il vino bianco freddo… e le ragazze vestite appena di petali colorati.

    … Quella sera, Ernst parlava a Dio. E gli diceva:
     
    Beh, vedi, è difficile avere a che fare con te.

    Innanzi tutto, hai sempre ragione. Cioè, non ci piove… Possiamo dire perché questo? perché quello?, ma tu stai zitto e tiri dritto. Lo so, tu sei il capo, ma in questo modo, scusa se mi permetto…

    Hanno assicurato che in principio era il Logos, cioè il Verbo, la Parola. Ma tu di spiccicare due parole con me in un linguaggio schietto e comprensibile, per carità, questo proprio non ti salta in mente.
 Mi viene voglia, a volte, di inviarti lassù, da qualche parte, dove diavolo (pardon) tu sia, qualche corso di comunicazione, sai la Scuola di Palo Alto, e cose del genere. Perché forse sei rimasto indietro… Sai? Anche Dio ha bisogno di riciclarsi, insomma un bel master di outplacement…
     
    Ma tu da quell’orecchio non ci senti.
     
    No, guarda, non è per lamentarmi. Perché, a dire il vero, a me piace questa vita, e la mia avventura. E sono sorpreso di tutte le meraviglie che accadono e del fatto che i miei sogni si vanno realizzando, giorno dopo giorno, con un crescendo che a volte m’imbarazza, perché riesco a mala pena a digerire gli eventi… e la sorpresa.

    Non è per lamentarmi. Io sto bene.
Però delle volte…
     
    Insomma, quello che non capisco di te è il tuo silenzio.
 
    Sei peggio di uno psicanalista lacaniano!

    E m’interrogo, anche, sul significato di questo tuo comportamento. Sai, lo so che tu hai sempre ragione – anche se mi rompe – e, dunque, mi dico: avrà le sue ragioni. E poi cerco d’immaginare.

    Che non sia che, in questo modo – voglio dire con tutto questo silenzio (proprio non mi consideri!…) – tu l’hai studiata apposta perché noialtri ci sforzassimo da fare da soli, e crescere, e diventare dei padreterno – in qualche modo – anche noi?

    Insomma, che sia un trucco, un espediente, che, alla fine, risulta bene per noi? Che, altrimenti, ci metteremmo sotto la tua gonna – beh, a dire il vero non so se Dio abbia una gonna, ma si fa per dire – e non avremmo spinte a crescere?
     
    Vedi? Cerco di darti ragione? Ma dimmi tu se ti viene in mente di mandarmi un segnale, qualcosa che mi dica a chiare lettere: bene, sei sulla pista giusta…
     
    Era ormai il tempo delle prime avvisaglie d’autunno. Ernst parlava più o meno in questi termini con Dio – o meglio, a Dio, perché Dio rimaneva muto. Poi, finiva quasi sempre nello stesso modo.

    Beh, diceva tra sé e sé, meglio così. Stando zitto, Dio mi consente di pensarlo a modo mio. E’ forse il dono più bello che una figura così ingombrante come lui possa fare a noialtri mortali…
     
    E detto questo, passava a lavare i piatti e riordinare la cucina.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da modellista0 per l'aggiornamento : Il silenzio di Dio   S ì, a quell’ora lì, Ernst, di solito, parlava con Dio.
 Beh, ad   
    Il silenzio di Dio
     
    Sì, a quell’ora lì, Ernst, di solito, parlava con Dio.

    Beh, ad essere più corretti, si dovrebbe affermare che parlava a Dio. Dio, infatti, stava sempre zitto. Non riuscivi a tirargli fuori una parola che fosse una parola. Ma, di Dio, sappiamo niente e quindi ritorniamo ad Ernst.

    Quella sera era quasi fine settembre.

    Insomma, i primi segnali dell’autunno, con un immenso rimpianto per l’estate… – perché Ernst amava l’estate. Amava tutto dell’estate. Ma soprattutto, andare vestito leggero e stare quasi sempre scalzo. Amava che l’essudorazione traspirasse direttamente nell’aria, senza dover attraversare diversi strati di vestiti. Amava l’acqua del fiume dove si bagnava per rimescolare il sangue, e amava quel brulicare d’esistenze che osservava nei campi e lungo i sentieri di campagna. E tutto il resto: il canto delle cicale, i pomodori d’agosto, l’ombra delle pergole e il vino bianco freddo… e le ragazze vestite appena di petali colorati.

    … Quella sera, Ernst parlava a Dio. E gli diceva:
     
    Beh, vedi, è difficile avere a che fare con te.

    Innanzi tutto, hai sempre ragione. Cioè, non ci piove… Possiamo dire perché questo? perché quello?, ma tu stai zitto e tiri dritto. Lo so, tu sei il capo, ma in questo modo, scusa se mi permetto…

    Hanno assicurato che in principio era il Logos, cioè il Verbo, la Parola. Ma tu di spiccicare due parole con me in un linguaggio schietto e comprensibile, per carità, questo proprio non ti salta in mente.
 Mi viene voglia, a volte, di inviarti lassù, da qualche parte, dove diavolo (pardon) tu sia, qualche corso di comunicazione, sai la Scuola di Palo Alto, e cose del genere. Perché forse sei rimasto indietro… Sai? Anche Dio ha bisogno di riciclarsi, insomma un bel master di outplacement…
     
    Ma tu da quell’orecchio non ci senti.
     
    No, guarda, non è per lamentarmi. Perché, a dire il vero, a me piace questa vita, e la mia avventura. E sono sorpreso di tutte le meraviglie che accadono e del fatto che i miei sogni si vanno realizzando, giorno dopo giorno, con un crescendo che a volte m’imbarazza, perché riesco a mala pena a digerire gli eventi… e la sorpresa.

    Non è per lamentarmi. Io sto bene.
Però delle volte…
     
    Insomma, quello che non capisco di te è il tuo silenzio.
 
    Sei peggio di uno psicanalista lacaniano!

    E m’interrogo, anche, sul significato di questo tuo comportamento. Sai, lo so che tu hai sempre ragione – anche se mi rompe – e, dunque, mi dico: avrà le sue ragioni. E poi cerco d’immaginare.

    Che non sia che, in questo modo – voglio dire con tutto questo silenzio (proprio non mi consideri!…) – tu l’hai studiata apposta perché noialtri ci sforzassimo da fare da soli, e crescere, e diventare dei padreterno – in qualche modo – anche noi?

    Insomma, che sia un trucco, un espediente, che, alla fine, risulta bene per noi? Che, altrimenti, ci metteremmo sotto la tua gonna – beh, a dire il vero non so se Dio abbia una gonna, ma si fa per dire – e non avremmo spinte a crescere?
     
    Vedi? Cerco di darti ragione? Ma dimmi tu se ti viene in mente di mandarmi un segnale, qualcosa che mi dica a chiare lettere: bene, sei sulla pista giusta…
     
    Era ormai il tempo delle prime avvisaglie d’autunno. Ernst parlava più o meno in questi termini con Dio – o meglio, a Dio, perché Dio rimaneva muto. Poi, finiva quasi sempre nello stesso modo.

    Beh, diceva tra sé e sé, meglio così. Stando zitto, Dio mi consente di pensarlo a modo mio. E’ forse il dono più bello che una figura così ingombrante come lui possa fare a noialtri mortali…
     
    E detto questo, passava a lavare i piatti e riordinare la cucina.

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ciribi72 per l'aggiornamento : Quanta gioia in un albero fiorito! Un sogno, un pensiero invitante, quel respiro larg   
    Quanta gioia in un albero fiorito! Un sogno, un pensiero invitante, quel respiro largo, l’orizzonte che si estendo sconfinato.  Quella sottile intensa energia che tiene acceso il corpo e sveglia la mente.  Che saltella come un ragazzino curioso.  Un gioco che ti fa dimenticare l’ora dei pasti.
     

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ciribi72 per l'aggiornamento : Consapevole dei pericoli della notte, Sherazade inventava storie avvincenti che chied   
    Consapevole dei pericoli della notte, Sherazade inventava storie avvincenti che chiedevano ancora un giorno per soddisfare la curiosità. 
    E anche noi facciamo in quel modo: raccontandoci storie avvincenti riusciamo a superare la notte e a desiderare un altro giorno.