• Donna
  • Verona (VR)
  • Ultima Visita

Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. E se mi accettassi ancora un po’ di più?

    La luce era diffusa nel bosco, stamani. 
Una luce del mattino.

    Avevo dei “pensieri” questa mattina. Li ho portati al bosco per lasciarli parlare, per familiarizzarmi con loro, per ascoltare e raccogliere il loro dono.
 Erano pensieri di vergogna e di inquietudine.

    La luce del mattino è una bellissima fanciulla, che visita sorridente ogni spazio del bosco e scioglie i miei ragionamenti e libera le mie domande con il solo sorriso.

    E se mi accettassi ancora un po’ di più?


    Così a un certo punto suggeriva la luce del bosco.


    E ho rivisto cose del mio passato, un tempo fonte d’imbarazzo e ora come messaggeri e epifanie.
 E, dopo tanto ragionare, sono arrivata a un punto in cui i pensieri non cercavano più di mettersi in fila e ben allineati, incastrati nella trama di qualche logica deduttiva. Un punto in cui semplicemente l’energia del mio sentire era diventata di nuovo pienamente viva e mi inondava il corpo e l’anima con il fremito del suo charme.

    Ero di nuovo un sì.
 Quando è così non c’è più tanto da strizzare gli intestini per valutare, soppesare, rispondere alle obiezioni, insomma “baccaiare” dentro.

    Il bosco mi dà doni del genere.
Il bosco non è lavorare con le persone, il mondo e le azioni – agenda e scaletta…
Ma il bosco prepara l’azione e le consente di esprimersi “a modo mio”.

     

    IMG_2034.JPG
    1. umbertoivre

      umbertoivre

      molto bello il bosco con te

  2. Mia madre guardava la televisione. Le piacevano le storie romantiche. Si commuoveva ed era totalmente presa. Poi, quando la puntata era finita, si alzava e rientrava nella sua vita di routine, dove (io lo sapevo) era infelice.
    Ero solo un a ragazzina, ma credo di aver cominciato da allora a capire che non mi sarebbe bastato l’intrattenimento televisivo come nutrimento delle mie emozioni: avrei ricercato attivamente una mia storia reale interessante, appassionata, significativa.

     

    IMG_2632.JPG
  3. In fondo, rendersi conto della propria ignoranza sul senso della vita non è poi così disastroso come si potrebbe sospettare. L’ignoranza consapevole può regalare grande leggerezza, uno spazio mentale che consente di fare le cose semplici e i gesti gratuiti, semplicemente perché si sente voglia di farli, perché a farli ci si sente bene. 

    Fare le cose che ci fanno sentire bene non è un criterio più che sufficiente?

    IMG_5585.JPG
  4. Molti di noi hanno imparato a respirare, a meditare, a sentire il legame con la natura e l’universo. 

    Molti hanno ritrovato il proprio destino conoscendo vite precedenti, moltissimi si sono sottoposti a discipline, a regole di vita, a scuole. 

    Alcuni hanno trovato Dio nell’ascetismo e altri nel sesso tantrico. 

    Insomma , il mistero è rientrato a far parte della vita, e il mondo ritorna incantato – dopo il disincanto provocato dalla modernizzazione. 

    L’avventura di esistere è diventata più succulenta…

     

     

    IMG_1386.JPG
  5. Anche quando ci si allontana dal mondo, o da certe sue manifestazioni, perché consapevoli della nostra vulnerabilità, non si abbandona la responsabilità nei confronti dell’umanità. Al contrario, è per conservare e alimentare energie pulite e poter lavorare al miglioramento delle cose. 

    Il destino del mondo è affar nostro, in qualche modo.

     

    IMG_9302.JPG
  6. Le montagne sono un invito a salire e a guardare dall'alto la situazione. 

    Dall'alto e dal lontano si ha una visione più globale. 

    Ogni tanto ho bisogno di staccare il naso dalle cose che sto facendo. 

    Per vederne e deciderne il senso.

    IMG_1857.JPG
  7. Se non lo so, non lo so. E infatti non lo so e non posso dire di saperlo. Ma posso crederci lo stesso che la vita mi voglia bene e che sia pronta a sostenere e favorire le mie ricerche e i miei sogni.

    È un bel pensiero. Cui se ne aggiungono altri, diciamo: della stessa famiglia. Come questi, per esempio: Che posso provare ad ascoltare in ciò che avviene una voce, un input, rivolti a me, proprio a me. Che posso abbandonare l’atteggiamento di chi deve portare da sola sulle proprie spalle il peso di un’impresa titanica. Che posso procedere leggera lungo i sentieri dell’essere. E lasciare a distanza preoccupazioni e paure, respirando il vento che gonfia le vele.


    Certo, una mano sul timone, e l’attenzione sveglia, ma con le lunghe pause in cui si respira la vita e ci si lascia attraversare dal sole.

    Se non lo so, devo essere sincera e dire che non lo so. Ed è infatti quello che dico. Ma posso crederci lo stesso, semplicemente perché è più piacevole e allarga l’animo, che la vita è amica dei miei sogni.

    E se succede che la mia fede trovi riscontro in eventi favorevoli e significativi, magari del tutto imprevisti, non mi permetto di affermare con sicurezza che essi sono stati un premio della mia fede stessa, perché non lo so, non si vede, non è affatto evidente. Ma posso immaginare lo stesso che sia così. E che potrebbe anche essere successo che io abbia imboccato un canale giusto per entrare in sintonia con l’universo.

    Lo immagino come un bambino che immagina di volare su un’astronave, seduto nello scatolone che imballava la lavatrice.
 E forse succede che voli davvero negli spazi sconfinati dell’universo.
 Perché è proprio quello che sta avvenendo, se ci pensi: noi stiamo volando di fatto negli spazi sconfinati dell’universo seduti in questo scatolone chiamato terra.

    Quando succede che crediamo nella Vita, una sorta di follia leggera s’impossessa di noi e ci solleva al di sopra delle solite, concrete, realistiche, ragionevoli preoccupazioni quotidiane. Tutte dignitosamente figlie della paura.
    La vita, quando è viva, è sempre un po’ folle.

     

     

    IMG_5935.JPG
  8. Le parole che bisbigliavi ora sono ricordi. 


    Hanno mantenuto il rosso calore del cuore che batte. 


    Di notte intonano canti nelle armonie celesti. 

    
Pulsano nelle galassie occupando anni luce di pensieri. 


    Imperlato di rugiada il tuo volto 


    e il respiro, un suono di flauto. 

    
Gli occhi chiusi, tutto appare 

    
nel chiarore abbagliante dell’evidenza.


    L’intera lunghezza del tempo si raccoglie in un punto.


    Qui siamo, e basta. 

     

    IMG_6744.JPG
  9. La ragionevolezza con cui sono stata formata dalla scuola dice che per ottenere un certo risultato bisogna mettere in fila le condizioni che lo produrranno. Insomma prima le cause e poi gli effetti.


    La follia creativa rovescia questa logica dando soddisfazione al desiderio: prima l’effetto e poi le cause arriveranno.


    È un po’ il ritorno a quella che una volta gli psicologi chiamavano onnipotenza del desiderio attribuendola ai bambini. Le cose si realizzano semplicemente perché le desideri.


    Il desiderio immagina, vede il risultato finale, ci entra dentro e ci risiede. E tutto si allinea.


    Si tratta di una scommessa.


    E tu sei subito felice.


    E ti aspetti che la gioia generi le sue cause.

     

     

    IMG_8740.JPG
  10. Tra i sassi, 


    in mezzo ai ciottoli più grossi, 

    
su quel terreno arido e argilloso 


    era spuntato un fiore, 


    grosso, 

    
impacciato. 


    E dal suo tozzo stelo 


    scrutava il territorio 


    sbalordito. 


    Alzò lo sguardo 

    
e vide il sole.

    IMG_4147.JPG
  11. Il silenzio del mattino è qualcosa che si ascolta.

     

     

    IMG_0851.JPG
  12. Ho sempre desiderato che la vita fosse magica. Nel senso della lampada di Aladino. Il ragazzo baciato dalla fortuna che trova la lampada con tanto di Genio, pronto ad esaudire i suoi desideri. Magari solo tre, ma con la possibilità di incatenare ancora il potere gestendo argutamente l’ultimo di essi…

    Quante delle favole da bambini contengono i doni magici concessi al protagonista! Bisogna essere in un certo modo per ricevere i doni? O c’è un arbitrio totale della Fortuna? E se tutto consistesse nel prendere coscienza che i doni magici li abbiamo già ricevuti? E che si tratta solo di usarli in maniera appropriata?

    Non desidero un’impresa con tanto di organizzazione, burocrazia e mansioni ben definite, orario di lavoro e procedure e protocolli…
Desidero scorrazzare di qua e di là, con una lampada magica nella bisaccia, essere conquistata dai tuoi occhi, incantata dai sogni, meravigliata dagli eventi, sorpresa dai risultati…

    Sto qui, a poche centinaia di metri dal fiume, vicino a una boscaglia amica… ma i miei occhi sono sul mondo intero. I miei pensieri nascono nel mio particolare e sbocciano sull’umanità nel suo insieme, fanno treccia con la mia microstoria e respirano le correnti d’aria che muovono la Storia.

    Tutti i giorni attraverso un ponte. È l’operazione fondamentale per il mio desiderio di senso. Da questa parte sto squadrando un cubetto di granito e basta, dall’altra sponda sto costruendo una Cattedrale.
 È la magia fondamentale. Ho i doni per farla.

    Ho conosciuto la passione e l’entusiasmo quando mi sono innamorata la prima volta. Da allora ho considerato quello stato d’animo come il prototipo della vita vera. Ho fatto di tutto per provare gli stessi sentimenti in ogni cosa che facevo. Non riesco a immaginare un senso senza la passione d’amore.

    Il mio cuore è diventato pacifico. Non lotto più contro niente e nessuno. Sono pronta a contribuire a ciò che nutre, che guarisce, che cura l’erba bambina.


    Mi piace lavorare sorridendo. È col sorriso che abbraccio i miei amici. È il dono che preferisco profondere ogni giorno.

    IMG_4355.JPG
  13. La nuit, moi et le chat

    Avevi messo il cappellino, quella sera, chissà perché?
    Forse la luce della luna?
    Recitavi un copione che non avevo mai sentito.
    E sondavi il possibile con gesti inappropriati…
    Certo eri bella.
    E avevi occhi pungenti, che foravano la notte.
    Io non pensavo all’etichetta, ma all’amore.
    Non sapevo che fare e feci tutto…

     

    cat.jpg
  14. So già che tratterrò le palpebre il più a lungo possibile e fantasticherò nuove esplorazioni e nuovi eventi.
     

    IMG_6946.JPG
  15. Forse è nel sonno che la giornata nuova è stata seminata.


    Forse è nella mente inconscia che i pensieri del giorno hanno le loro radici.


    Ma ora è tempo di svegliarsi e d'infilare il vestito delle ore.


    La maglietta leggera dei tuoi sogni.


    Le scarpe desiderose di passi.

    
La strada si apre, davanti la porta di casa.

    IMG_2100.JPG
  16. A dire il vero non saprei come sopportare la vita se non trovassi il tempo per leggere libri di filosofia, romanzi e saggi che mi facciano pensare, che mi tengano in moto sia il cervello che il cuore; senza avere giornate libere da impegni per andare a passeggio e respirare l’aria fresca dell’aperto di prima mattina, osservando un paesaggio dall’alto. Se non trovassi il tempo per scambiare comunicazioni emotive con gente che come me si emoziona di fronte agli eventi e aspira a conoscere l’amore un po’ più a fondo di quanto sia successo finora. 

    Come potrei lavorare per un’azienda in cui per tante ore al giorno, alla settimana, al mese, all’anno… dovessi occuparmi soltanto di implementare le mie performance per alzare i grafici dei profitti degli azionisti? Come potrei reggere il peso dell’esistenza se dovessi considerare soltanto quelle attività che portano a risultati quantificabili in termini di prezzo? 

    Ma non è il caso di denunciare come fattore altamente inquinante, pari almeno al riscaldamento globale, questa visione unidimensionale della nostra vita?

     

    IMG_3712.JPG
  17. La luna, qui di sopra, è ormai sovrana, 

    ipnotica lampara della notte. 
     

    Nel buio l’oceano si allontana 
     

    con luci che tra loro fanno a botte. 


    Io resto qui sulla spiaggia silenziosa, 


    scrutando i segni dell’umana impresa. 


    E spero per domani, oltre il riposo, 


    passi sicuri e un’efficace intesa.

     

    EC6E1DEC-1CD8-465E-A52B-AEA9D3171C68.jpeg
  18. Mi alzo prestissimo. È ancora notte, ma quella parte della notte che corre verso il giorno. Che va incontro al sorgere del sole. 

    E io aspetto il momento in cui potrò uscire, per andare a camminare. Non m’importa dove, mi basta andare dove starò sola con i miei pensieri. Quello stato di solitudine che mi dà una gioia straordinaria. Quel piccolo viaggio interiore che mi consente di trovare la mia dimensione personale del viaggio.

     

    4FAB5C2B-E573-4069-BE66-FD4E626EEDC8.jpeg
  19. Era la via del mare che cercavamo. E la stavamo percorrendo. Il mare era l’orizzonte aperto verso una vita avventurosa e interessante. Quella gioia intima e profonda che sa di possedere il senso dell’esistenza. Volevamo radunare lungo le strade tutti coloro che asfissiavano per il clima depressivo che contagiava le regioni della terraferma. Volevamo creare gruppi di ribellione, comitati di resistenza, campi di addestramento all’operosità creativa. Dovevamo contrastare quella visione che riduceva tutto alla dimensione dei conti, dei prezzi e degli utili. Volevamo riappropriarci di tutte quelle cose “inutili” che rendono la vita bella e significativa. Volevamo dare valore alle molte dimensioni dell’uomo. Sorridere con sincerità, esprimersi, condividere. Era necessario capire come operare una rivoluzione culturale capace di conquistare e sedurre, capace di accendere la fiamma dentro il petto delle persone.

     

     

     
    FC5B1337-AD79-4430-A39B-D079F43D48A1.jpeg
     
  20. Ce la caveremo, vero, mamma?

     

    Sì, ce la caveremo.

    E non succederà niente di male.


    Esatto.


    Perché noi portiamo il fuoco.

     

    Sì. Perché noi portiamo il fuoco.

     

    3D03CBB4-976D-4FF6-A3C8-511EA4B2969B.jpeg
  21. L’immensità dell’universo ci suggerisce che un giorno viaggeremo tra le galassie. 

    Lungo è il cammino che ci attende e la scoperta non avrà mai fine. 
    Una buona cultura prepara lo spirito per il lungo viaggio. Già da oggi. 
    Una buona cultura non sperpera intelligenze ed energie in stupidi conflitti, ma le investe nella costruzione del futuro.

     

    C6E3698A-8334-45FE-9E8D-BB5A3946213F.jpeg
  22. avviava di buonora per le strade del mondo sognando la luna.

    Il passo leggero e le agili mani ad esplorare le meraviglie del fare.

     

     

    980D4D0B-BA53-4D8C-B7D4-8788B695C507.jpeg
  23. Il fascino dell’avventura. Partì da ragazzino come mozzo su un vascello. Divenne capitano - oh capitano, mio capitano! – E solcò gli oceani del mondo, imparando molto sugli umani e sui cetacei. Conobbe la flora di isole tropicali, si nutrì di cibi esotici ed ebbe amori intensi e brevi. Lasciò traccia di sé su taccuini rilegati. Si assopì nel tramonto colmo di mistero.

    39BCD119-98F4-4B34-BEC9-D5102B7D0024.jpeg
    1. verissimodipiu1

      verissimodipiu1

      Ho sempre desiderato di essere uno spirito libero, ma tutto è rimasto sopito nella mia mente.....

  24. si parte di nuovo.

    Il tempo, un altro regalo.
    Soprattutto la sete e la fame che spingono al viaggio.
    La grande avventura nel fondo del cuore e un orizzonte promettente.
    Io faccio al mondo sconosciuto una preghiera e gli butto addosso la rete dei miei sogni.

     
    4C8D93A5-9E1F-459F-B02D-47BCDCFC7A43.jpeg
    1. vitto071

      vitto071

      bellissima foto :) 

  25. si parte di nuovo.

    Il tempo, un altro regalo.
    Soprattutto la sete e la fame che spingono al viaggio.
    La grande avventura nel fondo del cuore e un orizzonte promettente.
    Io faccio al mondo sconosciuto una preghiera e gli butto addosso la rete dei miei sogni.

     
    4C8D93A5-9E1F-459F-B02D-47BCDCFC7A43.jpeg