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Era un pomeriggio estivo. Ma le spesse mura della casa regalavano la piacevole sensazione del fresco. E la ragazza stava lì, seduta sul canapè, un braccio appoggiato allo schienale e un fiore rosso tra i capelli scuri. Si era prestata volentieri a fare da modella. Diceva che era una faccenda che riguardava la sua identità. Le donne - diceva - hanno un rapporto complesso con il proprio corpo. E tra il proprio corpo e la loro identità.
Lui la guardava impregnato da una sorta di erezione dell'anima. E dipingerla era come accarezzarla. Era accarezzarla in una dimensione eterea. Lei, docile eppure distante. Qui davanti e altrove.
Pensava alla magia della pittura. Pensava alle cose che si dicono, commentando i quadri, per lo più volgendoci alle tecniche, ai materiali, ai colori, allo stile... cose che non toccano mai il cuore, l'essenza, dell'esperienza del dipingere. Pensava alla magia del dipingere, difficile da dire, su cui arduo è comunicare. Ma che gli artisti sanno. E che sanno anche coloro che l'arte sentono dalla parte del fruitore.
E la vita era magnifica. Diventarne consapevole era felicità pura.
E sentiva il sogno di grandezza pulsare sotto la corteccia, sotto la pelle del cuore. -
Siamo formichine, d’accordo, che però hanno costruito in una parte di mondo un ambiente vivibile e fornito di potenti strumenti. Siamo un po’ indietro come crescita interiore, le emozioni, i sentimenti, l’atteggiamento creativo e pacificamente costruttivo. Ma non si può non rimanere sbalorditi da ciò che siamo riusciti a costruire.
Adesso ci rendiamo conto che questa nostra foga costruttiva deve tenere conto delle esigenze del pianeta e forse pensare a trasmigrazioni nel cosmo se continuiamo a moltiplicarci in questo modo. È la Grande Avventura Umana. Stiamo puntando a diventare quegli Dei che abbiamo immaginato fin dalla notte dei tempi. Noi, proprio noi, piccoli uomini, difettosi e zoppicanti.
Ognuno di noi migliora se stesso (o ci prova) ogni giorno. Ma siamo tutti insieme, anche se ci scanniamo tra noi. Siamo legati tutti quanti da un comune destino. E un po’ per volta impareremo a convivere, collaborare, rispettarci, condividere. Lo faremo perché il contrario è la catastrofe. Ne saremo obbligati. Le nostre piccole storie buone verranno scavalcate dalle potenti storie reali, e saremo noi ad allargare la mente per ospitare la complessità del reale. -
Camminare per le campagne è ritrovarsi ogni giorno dentro uno scenario nuovo, sorprendente, quasi che l’universo si appronti a scenografia meravigliosa per una storia straordinaria da inventare.
E tutto questo con un’abbondanza così indifferente alle leggi dell’economia da riversarsi a profusione nel quotidiano di ciascuno.
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bellissima foto, complimenti. Un fiore tra i fiori.
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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bellissima come sempre,quei girasoli ti donano tanto
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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bellissima foto
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Ciao Odessa,bellissima sta foto, 6 veramente un'artista
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Se ne stavano sotto la luna
senza un ombrello
a parlare di vita
lui insisteva ma era lei che tirava
il sogno era quello
non c'è verso, hai ragione
e allora?
è quello che manca
ma poi, d'improvviso
e ora chissà
tempi nuovi
questi di oggi
tecnologia incredibile
e la voglia di esplorare il possibile
e l’amore.
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bellissima
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Potrei chiamarlo “la musica della vita” o “lo charme del tempo”.
Immagino che sia qualcosa di vivo, che ama sostare dietro la buccia delle cose, diventando in tal modo l’oscuro oggetto del desiderio. Ciò che muove irresistibile il cuore e rende perfetti gesti del tutto naturali.
Sì, vorrei entrare in contatto col segreto che anima ogni cosa, con quel di più che dà senso alla poesia.
Senza passare per rituali esoterici, e pratiche occulte.
Ci vorrei arrivare con i miei occhi, con le mie orecchie, con le mie mani, con la mia pelle, con la mia capacità di sentire.
Senza uscire dalla vita quotidiana, dai gesti semplici, di ogni giorno, dalle parole che uso con gli amici, dai movimenti delle braccia, dal camminare tranquilla, dall’entusiasmo infantile. Dal gioco ispirato alla gioia di essere al mondo.
Innamorata dei contorni delle cose, dei colori del tempo, del fruscio del vento e dello sciabordio delle acque.
Trepidante quando ascolto il suono delle parole umane, le inflessioni emotive del discorso, quando vedo quella luce in occhi da cerbiatta, e sentire che tutto è vivo sotto le mie mani.
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In sintonia perfetta con la natura
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Che spettacolo
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Dio creò l’uomo perché gli piacciono le storie, dice Elie Wiesel. E sarebbe un modo simpatico di guardare al nostro mondo. Molte di queste storie importanti, del resto, hanno riguardato proprio Dio. Harari dice che fu proprio grazie a queste grandi narrazioni che gli uomini riuscirono a stabilire quella collaborazione su larga scala che han consentito la costruzione del mondo attuale e il dominio del pianeta.
Le storie che controllano i nostri comportamenti, oggi, sono storie diverse. Ma pur sempre storie. Il denaro, le società per azioni, i diritti umani, l’Unione Europea… sono storie in cui crediamo al punto di farne delle realtà. Nel momento in cui smettessimo di crederci tutto andrebbe a rotoli.
Ma è possibile continuare a crederci davvero quando abbiamo scoperto che sono storie?
Questo si chiedeva Matilde, il primo giorno di mare, attenta a non irritare troppo la sua pelle bianca.
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Il giorno nasce col sole. Il corpo si sveglia rapido. L’acqua fresca sul volto. Lo sguardo già acceso. Le ore in fila indiana attendono dietro la porta dell’anima. Ho bisogno di un paio di scarpe nuove. Per camminare il terreno della bella stagione. Sveglia, sì, sveglia. Per le vie del mondo, con la bellezza negli occhi.
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foto bellissima
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martymartina1 ha aggiunto una reazione
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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uno con la natura
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Guardare il tuo sonno vuole cogliere il momento in cui si fa presente a chi ama la lontananza dell'altro che è così vicino. Guardarti nel sonno è protettivo. Ma nello stesso tempo il sonno parla di un altra dimensione. Ci si rende conto che le cose che viviamo sono sulla buccia del mondo. E sembra che un dio impedisca di scendere dentro la polpa.
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In fondo, poi, si tratta di vivere.
E ognuno è impegnato nella ricerca di come si possa entrare nel regno della gioia. Anche se molta letteratura ama trattenerti nella geografia del dolore.
Io, di vivere, ho voglia. E di vivere nella gioia. E ci rifletto sopra, mentre muovo i passi durante la giornata. Semmai trovassi qualche segreto, qualche trucco, qualche espediente, per prolungare o riprodurre ciò che è già avvenuto.
Perché, di fronte ad ogni considerazione scettica – di solito molto ben documentata e motivata: è facile documentare la tristezza! – bisogna che affermi che la cosa è già avvenuta. Mille volte…
Sai cosa intendo dire. Quando hai provato una cosa, nessun argomento, anche molto giustificato, è in grado di fartelo dimenticare.
Ma volere il Nobel per la gioia non significa non vedere il dolore, la tragedia e le ferite. Penso proprio di no. Come potremmo respirare l’aria del mondo se non sapessimo tutto questo dolore e sofferenza e malattia e violenza e obbrobri…?
La scelta della gioia è pazza. Non sente ragioni, ma non è insensibile al dolore. La scelta della gioia è qualcosa che ti porta fuori del mondo senza lasciarlo – come le panchine su cui ti siedi per guardare oltre la siepe. È sentire la presenza di un’assenza. È cercare parole che diano ragione adeguata alla consistenza del desiderio che ti abita, sfidando la definizione corrente di ciò che è possibile e di ciò che è impossibile.
In fondo non è una questione di scienza, di prove e dimostrazioni.
È un saper essere, prima ancora che un saper dire.
Anche se saperlo dire, sarebbe il massimo!
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Ti seguo da qualche settimana, scrivi cose molto belle,continua cosi, brava.
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sweetlovelylips e odessa1920 ha aggiunto una reazione
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complimenti, bellissima foto
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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fotto bellissima
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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La maggior parte sogna di notte e dorme di giorno.
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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La mia casa è il possibile
Certo, ti verranno in mente i versi di Emily, la grande. E anche a me.
Il sole era così limpido, oggi. E l’acqua del canale…
Fin dal primo mattino – mi sono alzata prestissimo…
Mi meraviglio sempre di essere viva e di vedere e di sentire.E mi piace la mia storia. È una bella storia. Di caduta e di riscatto, fino a questa cosa impossibile a dire – perché il linguaggio è così usuale …- che io chiamo fede, o gioia di vivere, qualcosa del genere.
Per questo – credo – nascono i poeti. Per questo si diventa poeti. Quando tutto quello che senti premere nel cuore è troppo grande per dirlo nel linguaggio usuale, quello della spesa, del lavoro o della scienza. E allora la mia casa è un cedro dalle grandi braccia, e la mia anima vola con le ali dell’aquila, e tutto quello che era la realtà diventa una regione lontana del mio viaggio. E l’essere non è più ciò che è di fatto, ma il possibile. Il possibile è la vera dimensione dell’essere. E il possibile è un cavaliere su un destriero parato a guerra, dalla luccicante armatura, dai pennacchi color porpora, che sfida l’impossibile, divorandolo sotto i suoi zoccoli.-
bellissima foto
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Elisa Anna e Marta
Elisa: Io dico che bisogna trovare il tempo per vivere e sfuggire alla macchina del lavoro che ti ruba tutto il tempo.
Anna: E io dico che una volta trovato il tempo bisogna muovere il culo per imparare a riempirlo davvero di cose vive.
Marta: E io aggiungo che la prima cosa da imparare è a vedere la bellezza del mondo perché quando vedi la bellezza si mette in moto dentro una corrente vitale che ti spinge ad agire ispirato, come fanno gli artisti.
Elisa: E allora scopri che c’è un fare che è molto diverso e più bello del lavoro.
Anna: E che a decidersi a vivere basta un salto, da qui a lì, adesso.
Marta: Beh, Non era difficile! Forse la società è una prigione con larghi spazi tra le sbarre. Se vogliamo possiamo passarci in mezzo.-
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Ti conobbi in quel villaggio
che scrivevi poesie.
So che non trovai il coraggio
allor di leggerti le mie.
Ma promisi che avrei scritto
con impegno la bellezza
che mi aveva lì sconfitto,
dal tuo volto, giovinezza.
Certamente ho lavorato
con costanza ardimentosa,
credo alfin che in mezzo al prato
sia fiorita quella rosa.
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E io vidi i tentacoli dell’uomo col cappello, l’Uomo Guidato dalla Luna. Aveva grosse sopracciglia e occhi sgranati dalla meraviglia. Le sue mani afferravano i pezzi separati e li filavano come il formaggio ammorbidito nell’acqua calda. Fila e rifila, la matassa del mondo si ricostituiva in una nuova unità.
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In fondo desideriamo tutti emanciparci dall’obbligo di essere in un certo modo.
Oggi sembra che si debba essere professional, che si debba essere positivi, che si debba essere assertivi, che si debba essere creativi, che si debba essere efficienti… Perfino che si debba essere felici!
Ma quando saremo ciò che siamo davvero?
Ci siamo scordati che tra non molto tempo saremo tutti morti?
Quanto tempo riusciamo a procurarci per essere quello che siamo spontaneamente?
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"Il bello e' essere sempre se stessi, senza aver vergogna dei propri difetti. Hai mai visto una rosa vergognarsi per le sue spine ? "
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fioredizucc1 ha aggiunto una reazione
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"Lasciati di quando in quando i sentieri battuti e inoltrati fra i boschi.Troverai certo qualcosa che' non hai mai visto prima. Probabilmente si trattera' di una piccola cosa,pero' non ignorarla ..... "
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e io ti correrò dietro
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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A volte, mentre magari stai prendendo un caffè e guardi fuori dalla finestra, e là fuori piove, piove, ininterrottamente e sarebbe primavera…, a volte hai delle visioni, dei flash, niente di che, qualcosa di istantaneo, ma che sono vere e proprie filosofie dalla storia, metafisiche dell’essere e cose così, e tu senti una commozione dentro, qualcosa che assomiglia a un profondo dolore, come da ferita che ti ha toccato il nucleo dell’anima, e nello stesso tempo senti emozione e aspettativa, come l’attesa di grandi eventi e la gioia, anzi qualcosa di più intenso, una sorta di esplosione di felicità, che pare accostarsi al limitare della tua casa, ai confini della tua percezione, smaniosa di uscire allo scoperto e di gettarsi negli spazzi smisurati irrorati dalla luce solare…
Pazzesco! E tu pensi: cosa sarebbe la gioia se non avesse conosciuto il dolore e la tristezza? E allora ti confondi, non sai come risolvere la questione con le parole piane della ragionevolezza e ti limiti a sentire… sentire il mistero delle cose, con la voglia di attraversarlo, comunque, non di restare all’ombra dell’albero, e di nascondersi nella buca… con quella voglia di attraversarlo che, anche senza spiegazioni, manifesta la sua forza vitale, biologica direi, che spazza via ogni farfugliamento e dona slancio…-
Bellissima foto e molto bello il pezzo.
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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Le filosofie sapienziali sono una grande cosa quando contengono lo stress, quanto riconducono all’equilibrio, quando riportano al contatto col mistero, quando riconducono l’uomo a se stesso e alla sua sorgente di vita. Ma non sono la fonte dell’iniziativa. Sono spesso consolazione che aiuta a sopportare la delusione e lo sconforto. E allora possono diventare una sorta di oppio.
È la sindrome della rana lessa, che invece di saltar via dall’acqua bollente, si lascia addormentare fino a ritrovarsi bollita.
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odessa1920 e sweetlovelylips ha aggiunto una reazione
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In perfetta sintonia con la natura.Complimenti
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odessa1920 ha aggiunto una reazione
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