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Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1.  

    Da bambina

    Al mare

    
La sabbia 


    Il sole


    E tanto tempo per giocare

     

     

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  2. Tarda mattinata, aria leggera, sapore di iodio, barche all’orizzonte. Le voci tacciono per un momento. La musica del mare, qualche rumore dall’entroterra, lontano. 

    Gli scienziati non sanno a cosa possa servire la coscienza, le sensazioni, i sentimenti, ai fini dell’evoluzione naturale. Noi sappiamo di aver bisogno di vedere come in uno specchio cosa stiamo facendo, e cosa desideriamo. E abbiamo bisogno di trattare con le parole e con l’immaginazione lo schermo grazie al quale navighiamo nell’universo dell’essere.

     

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  3. Essere qui, nel presente, e bruciarlo come legno da ardere, per fare luce nel veleggiare verso Itaca. Vado verso Itaca – oh la mia Itaca! – e intanto esploro il mondo e gli eventi.
Dio! Non finirò mai di meravigliarmi. 

    E prego il cielo che questo continui per sempre…

     

     

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  4. Capita di osservare la propria vita e di dire che non è poi granché. Che non si è raggiunta nessuna delle nostre aspettative. Che sembra quasi di passare sulla terra, di attraversare il tempo, senza fare alcuna differenza.
Chi si ricorderà di te quando morirai?
A quanti oggi importa che tu ci sia ?
    E ti può prendere quella angoscia dilagante che è il sapore amaro dell’ inutilità. E che, diventando rassegnazione, introduce per l’inclinata strada grigia di un’esistenza senza sapore.
    Chi di noi non ha vissuto più volte questa situazione?
    E sappiamo anche che c’è una reazione sana, a partire da qui.
 Una decisione rimette in cammino, e nasce nuovamente la voglia di vivere.
    Una scossa che immette in un'altra dimensione. Dove le cose ritrovano l’innocenza dell’erba bambina.
    E si ricomincia a pensare a ciò che si vuole, abbandonando l’abitudine ad avere sempre in testa solo ciò che non si vuole. E ci si concentra sull’immaginare la realtà in cui saremo a tutto tondo.
    Scrollando le spalle alle miriadi di voci degli avvocati del diavolo, con la testa piena dei nostri sogni, avanzando con le mani in tasca, come un ragazzino spregiudicato e avventuroso, per le strade della vita.

     

     

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    1. fabulousme

      fabulousme

      Adoro i colori nelle tue foto! Complimenti :$

  5. Spesso, al risveglio, il nucleo desiderante di me, che è la voce segreta a cui mi rivolgo per tracciare la rotta della giornata, mi appare come una entità accartocciata, appallottolata, rincantucciata nel sottoscala.

    Sento la sua urgenza, ma è troppo rannicchiato perché io possa leggere un’indicazione chiara, da cui trarre spunto per l’operosità della giornata.

    E allora, l’esigenza prima è quella di parlare un po’ con lui, di convincerlo a distendersi, a svelarsi e rivelarmi. Perché troppo spesso mi comporto come quella che ha delle cose da fare, già annotate in agenda. Mentre ho bisogno di ritrovare non un compito prescritto ma la voce viva della vita, a cui rispondere con emozione.

    E stamani, mentre trafficavo pacatamente con questa faccenda, mi è venuta in mente l’idea molto suggestiva che quelle che considero le mie opere, di fatto sono i frutti di tutto un contesto che potrei chiamare il mio orto. L’ambiente in cui lavoro, gli strumenti, le cose che mi sostengono e accompagnano servizievoli in quel che faccio, che rispondono alle mie esigenze, che mi nutrono con la loro bellezza e il loro dono, il contesto delle relazioni che coltivo, i libri che leggo,, i gerani fioriti sui balconi, e questa splendida vista che ogni mattina accoglie e nutre la mia operosità.

    Era dunque, quello che sentivo, un invito a coltivare con cura, con affetto, tutte le componenti di questo contesto creativo. E mi pareva che avesse – questo invito – un valore altamente ecologico.

     

     

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  6. Gli eventi imprevisti, l’entrata casuale, rappresentano la fonte principale delle nuove idee e dei nuovi stimoli.

    Girare a caso, esporsi a un flusso un po’ caotico di stimoli e informazioni, può rivelarsi più utile che strizzare l’intestino per fedeltà a un metodo rigido e costrittivo.

     

     

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  7. La sera si avvia al riposo con i colori della pace e del ricordo. Una bella giornata. E io cerco ancora dovunque segnali della vitalità. Perché la vita è viva. E se sembra che un’atmosfera sonnolenta si stia abbattendo sulle geografie che abitiamo, sono di quelle persone che sentono di doversi dare da fare per muovere le acque, per rimestare tra ciò che accade, per ritrovare la frescura della corrente.

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  8. I momenti della passione amorosa sono certamente potenti. Quando quella stessa passione si allarga alle opere della cultura, con lo stesso calore, con lo stesso fuoco a me pare il top. Ad ogni buon conto, nella creazione artistica è quel fuoco che opera attraverso le mani, la voce, il corpo tutto, fecondato in amore partorisce in amore.

     

     

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    1. martymartina1

      martymartina1

      Cosa dice il tatuaggio? ^_^

  9. Mattina presto. Cielo invitante. Farà sole, oggi. Aria che stimola l’azione.
Voglio vedere il mondo con i loro occhi dei bambini.
 

     

    Ho voglia di avventura, scoperta, gioco.
 Il mondo “grande” è troppo pedante e noioso. Troppo ancorato sulla paura e su come fronteggiarla con sistemi assicurativi, preventivi, curativi. È giusto. Una società civile sviluppa queste cose. Ma senza unilateralità.

    C’è qualcosa nello sguardo del bambino che l’adulto e il vecchio devono recuperare con impegno. Sfuggendo all’entropia. Alla vecchia storia del disincanto, dei dolori, della rassegnazione…

    Mi ritrovo istintivamente portata a cercare e inventare una vita felice. Felice vuol dire dotata di senso. Un senso che io senta direttamente, possibilmente senza troppe mediazioni razionali.

    Una vita interessante, innanzitutto perché coltivo l’interesse.

    Fare quello che ami, una volta che hai scoperto i tuoi talenti e i desideri profondi, mi pare un ingrediente fondamentale.

    Rispettare la propria natura e dialogare con la propria coscienza per trovare e inventare i modi di azione e le iniziative da intraprendere aiuta a non farsi risucchiare l’anima dagli specchietti per le allodole o da un eccessivo senso del dovere.

    Serve a mantenere viva la domanda se la vita che decidiamo per noi è capace di suscitare l’entusiasmo del bambino che c’è in noi.


    Di fronte agli ostacoli e le difficoltà è di aiuto un’opzione fondamentale, da rispolverare periodicamente: che la ricerca della felicità è una cosa da decidere in proprio, dentro di sé, senza chiedere il permesso a come vanno le cose, là fuori.

    La giornata promette bene.


    Io ce la voglio mettere tutta. Fare con passione le cose che decido di fare, le cose che faccio, è senza dubbio, un altro ingrediente okei della ricetta.
    Desidero incontrare capitani coraggiosi, avventurieri, pirati, scopritori, eroi, condottieri e poeti. Gente che ha il coraggio di cercare la felicità.

    Buona vita!

     

     

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  10. Ormai è un’abitudine. Mi alzo prestissimo. È ancora notte, ma quella parte della notte che corre verso il giorno. Che va incontro al sorgere del sole. 
E io aspetto il momento in cui potrò uscire, per andare a camminare nella campagna. Non m’importa dove, mi basta andare dove starò sola con i miei pensieri. Quello stato di solitudine che mi dà una gioia straordinaria. Quel piccolo viaggio interiore che mi consente di trovare la mia dimensione personale del viaggio.

     

     

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    1. glamoursnob

      glamoursnob

      Stupenda vista!

  11. Siamo consapevoli che molti dei nostri sogni sono utopia, ma almeno siamo stati reali nella capacità di immaginarli

     
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  12. Oggi è una giornata bellissima. Un falcetto di luna ha reso il cielo sorridente fin dal primo bagliore dell’alba. Davanti a me il canale, che scorre indifferente a testa bassa verso mete più lontane, non si esime dar rispecchiare l’universo, pago di fare quel che è costretto a fare. Io sogno e invento e volo con l’immaginazione, oltre il canale, oltre le colline. E la notte mi è cara per l’energia che mi regala, anche stamani, per spingermi lontano all’avventura.

     

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    1. vitto071

      vitto071

      bellissima foto :) 

  13. Voglio trovare nuovi modi di guardare alle cose con cui traffico ogni giorno? La solita visione non è l’unica. Lo so e lo desidero.
    Voglio una sorsata di giovinezza scaturita da uno sguardo nuovo. Più dentro, più oltre, più sopra. E anche fuori dalle solite filosofie.
    Quanto tempo ci vuole alla mente per evolvere?
    Guardo l’universo. Qualcosa che non conosco sta facendo qualcosa che non so. Avverto tutto il pathos di questa posizione. E tutto lo stupore dello sguardo di un’intelligenza che non si vuol perdere lo spessore del mistero, mentre spinge avanti l’occhio per afferrare qualche frammento di luce.
    Tutto il sapere che ci siamo costruiti appartiene ad uno spazio minimo di consapevolezza. La vita appare come un semplice aperitivo di se stessa. E l’amore come il vagito di ciò che aspira a diventare.
    Anche se si mostra pesante e pensosa, tutta la nostra saggezza è erba bambina. E le nostre facoltà, i nostri talenti, chiedono di essere liberati dalla zavorra più che riposare su archivi di risultati accumulati.
    La nostra è un epoca in cui l’aspirazione a volare liberi e leggeri conquista territori sempre più estesi d’espressione. Le storie d’amore si riducono a intensi scambi di sguardi mentre si attraversano le strisce pedonali. Fantasie istantanee durante il tragitto del tram da una fermata all’altra. Sorrisi intrecciati davanti l’entrata del negozio. Un attimo dopo, tutto è finito. Tutto ricomincia.
    Le visite della verità sono fugaci. La luce delle intuizioni, imprendibile. I segnali che contano sono nella visione laterale, in tralice. La nostalgia si fa poesia leggera, mentre lo sguardo si solleva alle nuvole, alla ricerca dell’altrove.
    Troverò nuove parole, masticando quelle vecchie. Aprirò la porta a nuovi pensieri battendo con i polpastrelli la tastiera del computer.
    Suonerò la mia musica per conoscermi meglio.
E ogni mattina darò una risposta fresca alla domanda che mi porto dentro. Chi sono? Dove vado? Cosa sogno davvero?

     

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  14. Quando mi risulta difficile vedere ciò che è giusto o vero, mi piace pensare che la bellezza sia la strada che vi conduce.
    Mi è difficile accogliere qualcosa che mi è presentato come giusto e vero se non è anche bello.
    La via della bellezza è più facile, più adatta a me, che non sono un eroina.
    Se non riesco a vedere la bellezza, mi sento smarrita.
    Dove c’è bellezza è casa, per me.
     
     
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    1. sweetlovelylips

      sweetlovelylips

      Bellissimo il tuo vestito! :$

  15. Diceva un vecchio saggio che l’eclissi


    Son trucchi escogitati dal Regista


    Perché ogni tanto al cielo gli occhi fissi


    quest’uom sempre inchiodato alla sua pista,


    di modo che si accorga qualche volta


    che il mondo è un po’ più grande del paese


    e che a saperlo la mente è meno stolta


    e smette di avanzar tante pretese.

    A me la luna mi fa un certo effetto,


    come che fosse il petalo d’un fiore,


    mi mette un pizzicore dentro il petto,


    che scioglier fa la rima con amore.

    Resiste l’astro e si contorce un poco


    Ma resta nel suo tondo senza sforzo


    Conosce il suo destin, lo sa ch’è un gioco


    E come sempre non ci mostra il dorso!

    Le dissi: luna, non ti metto fretta,

    
ma t’hanno detto forse che stasera,


    che l’aria è dolce, direi quasi perfetta,


    scenario splendido di questa primavera,

    dovresti scomparir dentro l’eclisse


    di modo che il programma sia seguito,


    punto per punto come già si disse


    e poi a nanna e sonno garantito?

    E lei, guardandomi con quella faccia chiara,


    leggendomi negli occhi l’appetito,


    come sorpresa e nient’affatto amara,

    
mi dice: mah! nessuno m’ha avvertito!

    E poi si seppe che la Terra, intenta

    
ad ammirare il volto al suo vicino,


    per non gettarle addosso luce spenta,


    decise di spostarsi un pochettino

    di modo che il bel tondo della luna


    restasse luminoso e sorridente


    e tutto intorno la gran volta bruna


    la rendesse a sua volta più splendente.

     

     

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  16. Connessi lo siamo. E lo siamo in continuazione. La rete ci conosce sempre più a fondo. Ma noi ci conosciamo abbastanza? E soprattutto sfruttiamo questa straordinaria circostanza per fare cose meravigliose?

     

     

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  17. Forse il mare, o la piana, o la nebbia, o la luce abbagliante del sole. Il quadro offre più spazio all’immaginazione. E sogni la tua cavalcata, l’avventura che ti porta alla tua isola del tesoro, l’amore del bel principe, i giochi dell’infanzia, le ebbrezze dell’utopia, l’incanto dei violini e i voli in mongolfiera.

    Una volta pensai che tutti i sogni che noi facciamo sono destinati ad avverarsi. Inevitabilmente essi indicano la direzione dove stiamo andando. I sogni sono come l’anticipazione del futuro. Sognavamo di volare e voliamo. Sognavamo di parlarci a distanza all’istante e lo facciamo, sognavamo di guardare la terra da lontano e lo facciamo, sognavamo di vedere ogni parte del globo e anche questo ci è dato. E così via.

    I sogni, forse, sono l’atto conoscitivo più realistico che possiamo fare.

     

     

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  18. Un gran sole questa mattina, l’aria ancora fresca. Il fogliamo è verde umido. Le colline segnano l’orizzonte. E il viaggio continua.
    Gli uccellini, una gran festa. E il torrente scivola rumoroso, là davanti.
    L’animo si è risvegliato nuovo. Sorpreso da tanta luce.
    Immagino passi nuovi lungo il percorso e attendo sorprese.

     

     

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  19. In effetti, in questi giorni, mi è capitato di parlare di frequente di Peter Pan e di quel che si pensa in proposito.
    Forse la colpa è di Diego che ha aperto la questione con me o di Giada, che ha girato a Diego un mio massaggio dove compariva un cenno d’elogio al ragazzino che non vuole diventare adulto.

    Personalmente mi sento sempre chiamata in causa quando si evoca Peter Pan perché condivido con lui il rifiuto di prendere per sacrosanto quello che si ritiene generalmente assodato sul senso del dovere, la responsabilità e la serietà dell’esistenza.
    È possibile che si tratti di una patologia – e di fatto esiste una sindrome da Peter Pan nel linguaggio della psicopatologia – ma non mi ha mai convinto quella certa inclinazione al bigottismo pizzoso che generalmente è associato a questi richiami moralistici.
    Col tempo ho associato il concetto di verità con i suoi effetti liberatori nella mente e nel cuore. E Peter Pan, con la sua filosofia del volare, esultare e combattere, ha su di me un forte effetto di alleggerimento dell’esistenza irresistibile.
    Naturalmente non chiedetemi di giurare su quel che dico, perché so che si tratta soltanto di opinioni. Ma c’è qualcosa che mi spinge verso l’elogio di Peter Pan che proviene dalla mia esperienza personale e della storia di molti amici.

    Tutto il grande senso del dovere con cui la gente si sacrifica (sacrifica i propri sogni, le aspirazioni, l’ambizione di diventare qualcuno e la libertà di perseguire la sua grandezza) per i valori più elevati della cultura e dell’etica produce raramente un sorriso schietto e innocente. E invece di partorire eroi affascinanti e incantevoli, produce umani doloranti e ingrigiti. 

    Non è possibile che Dio abbia inventato un gioco chiamato Vita, dove le cose si rovesciano rispetto alle apparenze, gli ultimi diventano i primi, e le pecorelle che se ne sono andate in giro interessano il Pastore più delle 99 che sono rimaste in buon ordine dentro l’ovile?
    Beh, non ho nessuna autorità per stabilire queste cose.
 Ma se scelgo la linea Peter Pan, posso almeno provarci e sperimentare l’avventura di… !

     

     

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  20. Giulia: “La forma più bella di creatività non consiste nell’ideare un oggetto di design o d’arte, o che so io…”
     

    Andrea: “Io ho acquistato una lampada Nesso, progettata da Giancarlo Mattioli…”
     

    Giulia: “Bella, certamente. Ma io mi riferisco ad altro…”
     

    Andrea: “E quindi qual è  la forma più alta di creatività?”
     

    Giulia: “Rendere sempre fresca la propria vita.  Nuova. Rinnovata, ingenua, elettrizzata. È questa per me la forma più grande di creatività”

     

     

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  21. Fuori una pioggia infinita.

    Poteva, volendo, essere un pianto. 

    Ma io non avevo nessuna voglia di piangere.

     

     

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  22. Forse, sulla sensualità ci troviamo, ancora, a rispecchiare nella nostra esistenza una battaglia millenaria. Avvertiamo che le forze che si affrontano dentro di noi appartengono a schieramenti opposti, a potenze rivali.

    Da un lato c’è un’ombra inquietante e severa gettata sui moti più intriganti del nostro corpo che si appella a principi duri come tiranni, seduti sullo scanno di una verità solida come un blocco di granito. 
Il cipiglio dei signori della purezza ci induce a scegliere di camminare in un paio di scarpe, mentre possediamo in corpo un astronave.
 E tutto questo in nome di qualcosa che noi desideriamo a fondo: un valore per la nostra vita.
S u questo fronte, sembra che per avere la vita dobbiamo rinunciare alla vita.

    Dall’altro lato, ci sono gli sguardi stupiti degli dei pagani, la bocca spalancata dell’innocenza attratta dall’incanto. Il calore inebriante che si accende nel corpo. L’irresistibile fascino del volo, il mito incantevole della spontaneità in trance.
 Con la paura fondata che la nostra innocenza non sia adeguatamente protetta. E che lasciandosi portare dal vento perdiamo le cose veramente consolidate che testimoniano la nostra consistenza umana.

    Uscire dalla necessità di scegliere lo schieramento è forse la strada da percorrere, sfuggendo alla trappola della polemica, esplorando in proprio il territorio dei sensi, e cercando un linguaggio nuovo, tutto nostro, e poetico, per dare voce e lasciare venire alla luce quello che abbiamo in corpo.

    L’ipotesi è che, venendo alla luce, vestirà la sua forma bella.

     

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  23. Un po’ per volta sono riuscita a spostarmi sulla strada dei miei desideri. Questo mi rende felice.

     

     

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  24.  Non cerco di essere intelligenti, o arguta. Mi basta provocare un leggero moto di benevolenza.

    In fondo, abbiamo tutti voglia di guardare oltre. Di dimenticare le cose brutte almeno per un po’. Di pensare alla vita, ai sogni, ai desideri, ai progetti. Abbiamo bisogno di sorridere sulle grosse domande cui non sappiamo rispondere.

     

     

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  25. Penso al potenziale creativo racchiuso nella vitalità del corpo, che la disciplina usuale del lavoro solitamente esclude, ignora o ricaccia.

    Penso a un corpo liberato dal lavoro, libero di incanalare la sua energia vitale all’inseguimento dei sogni.

    A queste cose ho pensato e a quelle potenze che la ragione che definisce non riesce ad acchiappare del tutto. Che la coscienza e la brama di sapere non ignora affatto, ma che non riesce a dire se non nei termini di un “non-so-che”, di un “quasi-niente”, e che invece sembrano costituire l’essenziale.

     

     

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