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Risposte agli aggiornamenti di stato pubblicati da hocuradite

  1. Io penso tutto il giorno a ciò che voglio, a ciò che desidero. E lancio la mia immaginazione a esplorare i sentieri possibili. Le pietre di guado che mi consentano il passaggio.

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  2. DEDICATO A MIA MADRE 

     

     

  3. Io penso tutto il giorno a ciò che voglio, a ciò che desidero. E lancio la mia immaginazione a esplorare i sentieri possibili. Le pietre di guado che mi consentano il passaggio.

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  4. Io penso tutto il giorno a ciò che voglio, a ciò che desidero. E lancio la mia immaginazione a esplorare i sentieri possibili. Le pietre di guado che mi consentano il passaggio.

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  5. Un piccolo angolo di mondo. Una piccola tessera di un immenso puzzle.
    Là dentro scorrono quelle storie che da sole costituiscono altrettanti mondi.
    E io sto qui a guardare.

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  6. Un piccolo angolo di mondo. Una piccola tessera di un immenso puzzle.
    Là dentro scorrono quelle storie che da sole costituiscono altrettanti mondi.
    E io sto qui a guardare.

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  7. Un piccolo angolo di mondo. Una piccola tessera di un immenso puzzle.
    Là dentro scorrono quelle storie che da sole costituiscono altrettanti mondi.
    E io sto qui a guardare.

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  8. Un piccolo angolo di mondo. Una piccola tessera di un immenso puzzle.
    Là dentro scorrono quelle storie che da sole costituiscono altrettanti mondi.
    E io sto qui a guardare.

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  9. Un piccolo angolo di mondo. Una piccola tessera di un immenso puzzle.
    Là dentro scorrono quelle storie che da sole costituiscono altrettanti mondi.
    E io sto qui a guardare.

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  10. E ci furono i giochi dell'erba secca, delle code di topo, dei cardi abbrustoliti dal sole, nel frinire delle cicale, e la lussuria degli insetti. 

    La vita correva più della nostra coscienza, e soltanto dopo cercavamo di ricordare…

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  11. E ci furono i giochi dell'erba secca, delle code di topo, dei cardi abbrustoliti dal sole, nel frinire delle cicale, e la lussuria degli insetti. 

    La vita correva più della nostra coscienza, e soltanto dopo cercavamo di ricordare…

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  12. HO CAPITO CHE DOBBIAMO AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO, 
    ESSERE CREATIVI, 
    PENSARE IN MODO DIVERSO.
    MA SONO UN PO’ STANCA DEI MODELLI TITANICI CHE CI VENGONO PREDICATI.
    INSOMMA UN IMPEGNO PER CHI NON
    È ATTRATTO DAI SUPER EROI.
    UNA CREATIVITA’ DA VITA QUOTIDIANA IN lettere minuscole.

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  13. E ci furono i giochi dell'erba secca, delle code di topo, dei cardi abbrustoliti dal sole, nel frinire delle cicale, e la lussuria degli insetti. 

    La vita correva più della nostra coscienza, e soltanto dopo cercavamo di ricordare…

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  14. Oggi il caldo mi dà una sensazione di infinito, come se il calore del sole non dovesse finire mai. Il caldo blocca il tempo, lo fonde con la mente e vi si incollano gli attimi. Ogni sensazione rimane appiccata a se stessa in un vortice senza inizio, né fine.
    Rischio di impazzire se penso che per una piccola inclinazione dell’asse terrestre si susseguono, una avanti all’altra per millenni, le stagioni, il caldo ed il freddo, la brina e la pioggia. Si susseguono, appunto, ogni giorno non è mai uguale a se stesso.
    Nonostante ciò so che dimenticherò il caldo di oggi. Sarà una giornata d’estate come tante altre, una delle tante. L’infinito dei giorni si correla all’infinito calore del sole e l’uno annulla l’altro, generando dimenticanza e perdita.
    Il canto delle cicale fuori mi riporta alla realtà: non c’è cosa più finita di una cicala. Un insetto che si sente ma non si vede ma che muore in poco tempo. Il canto delle cicale non è costituito da una sola cicala, non riesco a distinguerne una sola, sento un coro.
    E allora torno all’infinito: una cicala muore, una nasce, un milione cantano e tutto si sussegue, come le stagioni, come il sole che sorge e tramonta.
    Solo io e te siamo essere finiti con la coscienza di esserlo. L’universo non ha coscienza, la natura non ha coscienza, tutto procede senza coscienza, perché la coscienza porterebbe al caos ed alla pazzia.

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  15. Oggi il caldo mi dà una sensazione di infinito, come se il calore del sole non dovesse finire mai. Il caldo blocca il tempo, lo fonde con la mente e vi si incollano gli attimi. Ogni sensazione rimane appiccata a se stessa in un vortice senza inizio, né fine.
    Rischio di impazzire se penso che per una piccola inclinazione dell’asse terrestre si susseguono, una avanti all’altra per millenni, le stagioni, il caldo ed il freddo, la brina e la pioggia. Si susseguono, appunto, ogni giorno non è mai uguale a se stesso.
    Nonostante ciò so che dimenticherò il caldo di oggi. Sarà una giornata d’estate come tante altre, una delle tante. L’infinito dei giorni si correla all’infinito calore del sole e l’uno annulla l’altro, generando dimenticanza e perdita.
    Il canto delle cicale fuori mi riporta alla realtà: non c’è cosa più finita di una cicala. Un insetto che si sente ma non si vede ma che muore in poco tempo. Il canto delle cicale non è costituito da una sola cicala, non riesco a distinguerne una sola, sento un coro.
    E allora torno all’infinito: una cicala muore, una nasce, un milione cantano e tutto si sussegue, come le stagioni, come il sole che sorge e tramonta.
    Solo io e te siamo essere finiti con la coscienza di esserlo. L’universo non ha coscienza, la natura non ha coscienza, tutto procede senza coscienza, perché la coscienza porterebbe al caos ed alla pazzia.

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    1. hocuradite

      hocuradite

      Dai Odessa, mi fai passare per un diffamatore da web e per il resto dopo tanti elogi ti posso fare anche qualche osservazione innocente.  Inoltre quando si scherza è facile dire cose  paradossali o non vere. Poi sai parlo di te perchè altri argomenti ti interessano  poco, mentre se parlo di te sei incuriosita. È  inevitabile poi qualche punzecchiatura. Dimmi tu invece se ci sono cose che ti piacciono che posso scriverti, altrimenti mi sembra di darti noia o fare pasticci.....Meno male che non mi sono azzardato a invitarti per un aperitivo, anche analcolico.

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  16. HO CAPITO CHE DOBBIAMO AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO, 
    ESSERE CREATIVI, 
    PENSARE IN MODO DIVERSO.
    MA SONO UN PO’ STANCA DEI MODELLI TITANICI CHE CI VENGONO PREDICATI.
    INSOMMA UN IMPEGNO PER CHI NON
    È ATTRATTO DAI SUPER EROI.
    UNA CREATIVITA’ DA VITA QUOTIDIANA IN lettere minuscole.

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  17. questa poesia contemporanea mi sembra rispecchiare molto le tue parole! che ne pensi?

  18. HO CAPITO CHE DOBBIAMO AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO, 
    ESSERE CREATIVI, 
    PENSARE IN MODO DIVERSO.
    MA SONO UN PO’ STANCA DEI MODELLI TITANICI CHE CI VENGONO PREDICATI.
    INSOMMA UN IMPEGNO PER CHI NON
    È ATTRATTO DAI SUPER EROI.
    UNA CREATIVITA’ DA VITA QUOTIDIANA IN lettere minuscole.

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  19. Oggi il caldo mi dà una sensazione di infinito, come se il calore del sole non dovesse finire mai. Il caldo blocca il tempo, lo fonde con la mente e vi si incollano gli attimi. Ogni sensazione rimane appiccata a se stessa in un vortice senza inizio, né fine.
    Rischio di impazzire se penso che per una piccola inclinazione dell’asse terrestre si susseguono, una avanti all’altra per millenni, le stagioni, il caldo ed il freddo, la brina e la pioggia. Si susseguono, appunto, ogni giorno non è mai uguale a se stesso.
    Nonostante ciò so che dimenticherò il caldo di oggi. Sarà una giornata d’estate come tante altre, una delle tante. L’infinito dei giorni si correla all’infinito calore del sole e l’uno annulla l’altro, generando dimenticanza e perdita.
    Il canto delle cicale fuori mi riporta alla realtà: non c’è cosa più finita di una cicala. Un insetto che si sente ma non si vede ma che muore in poco tempo. Il canto delle cicale non è costituito da una sola cicala, non riesco a distinguerne una sola, sento un coro.
    E allora torno all’infinito: una cicala muore, una nasce, un milione cantano e tutto si sussegue, come le stagioni, come il sole che sorge e tramonta.
    Solo io e te siamo essere finiti con la coscienza di esserlo. L’universo non ha coscienza, la natura non ha coscienza, tutto procede senza coscienza, perché la coscienza porterebbe al caos ed alla pazzia.

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    1. hocuradite

      hocuradite

      RISPOSTA PER LA SCIURA ODESSINA

      Mi hai già risposto, ma è meglio precisare. Per quanto ti volessi pungolare e provocare, intendevo come sottomissione una forma mentale ed esistenziale di porsi che non necessariamente poi deve essere sublimata in una particolare forma amorosa o di divertimento ( consigliato in certi casi, perché almeno diventa un atto di volontà, di scelta e non un maltrattamento in famiglia). Ad esempio essere sempre arrendevole e accettare la volontà altrui, lasciare scorrere le cose, non scegliere, ecc. Ti identifichi con Alice, ma ti ricordi cosa mi hai detto e cioè che spesso non ti accorgi di persone che sono interessate a te. Ecco il pericolo è che questo splendido mondo di Alice non ti faccia vedere cosa hai intorno, perdendo così molte occasioni nella vita. Poi Alice magari a forza di vivere nel suo castello diventa Ofelia. Comunque sempre per parlare di specchi mi appari anche con una certa pronunciata doppia personalità: un tuo mondo pubblico dove sei sicura, emancipata, divertente e poi un mondo separato privato e interiore che pochi conoscono e che ora hai deciso di condividere con altri aprendoti sul web. Dici che non basti a te stessa e quindi cerchi qualcosa che ti riempia come l'amore, eppure l'impressione che dai nel web è un certo senso di sufficienza, non ti abbandoni, non ti coinvolgi, non ti incuriosisci. Un pò da gattona morta solletichi e poi scappi. Comunque grazie che mi hai risposto perché so che per te è sempre uno sforzo attraversare lo specchio. La pseudo mini chat di ieri con te mi è proprio piaciuta, perché tendo ad interagire e ad andare sempre nel personale, anche con gli sconosciuti. Se non ti vedo non ti sento, se non ti sento ti ignoro o (finché posso) ti "padello".

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  20. Oggi il caldo mi dà una sensazione di infinito, come se il calore del sole non dovesse finire mai. Il caldo blocca il tempo, lo fonde con la mente e vi si incollano gli attimi. Ogni sensazione rimane appiccata a se stessa in un vortice senza inizio, né fine.
    Rischio di impazzire se penso che per una piccola inclinazione dell’asse terrestre si susseguono, una avanti all’altra per millenni, le stagioni, il caldo ed il freddo, la brina e la pioggia. Si susseguono, appunto, ogni giorno non è mai uguale a se stesso.
    Nonostante ciò so che dimenticherò il caldo di oggi. Sarà una giornata d’estate come tante altre, una delle tante. L’infinito dei giorni si correla all’infinito calore del sole e l’uno annulla l’altro, generando dimenticanza e perdita.
    Il canto delle cicale fuori mi riporta alla realtà: non c’è cosa più finita di una cicala. Un insetto che si sente ma non si vede ma che muore in poco tempo. Il canto delle cicale non è costituito da una sola cicala, non riesco a distinguerne una sola, sento un coro.
    E allora torno all’infinito: una cicala muore, una nasce, un milione cantano e tutto si sussegue, come le stagioni, come il sole che sorge e tramonta.
    Solo io e te siamo essere finiti con la coscienza di esserlo. L’universo non ha coscienza, la natura non ha coscienza, tutto procede senza coscienza, perché la coscienza porterebbe al caos ed alla pazzia.

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    1. hocuradite

      hocuradite

      Interessante... sei un vero enigma... ora la rischio grossa: un pochettino.... pochettino... piacevolmente o spiacevolmente sottomessa? Oppure una distaccata donna che basta a sè stessa ... oppure Alice, Ofelia che vivono nel loro mondo?

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  21. Oggi il caldo mi dà una sensazione di infinito, come se il calore del sole non dovesse finire mai. Il caldo blocca il tempo, lo fonde con la mente e vi si incollano gli attimi. Ogni sensazione rimane appiccata a se stessa in un vortice senza inizio, né fine.
    Rischio di impazzire se penso che per una piccola inclinazione dell’asse terrestre si susseguono, una avanti all’altra per millenni, le stagioni, il caldo ed il freddo, la brina e la pioggia. Si susseguono, appunto, ogni giorno non è mai uguale a se stesso.
    Nonostante ciò so che dimenticherò il caldo di oggi. Sarà una giornata d’estate come tante altre, una delle tante. L’infinito dei giorni si correla all’infinito calore del sole e l’uno annulla l’altro, generando dimenticanza e perdita.
    Il canto delle cicale fuori mi riporta alla realtà: non c’è cosa più finita di una cicala. Un insetto che si sente ma non si vede ma che muore in poco tempo. Il canto delle cicale non è costituito da una sola cicala, non riesco a distinguerne una sola, sento un coro.
    E allora torno all’infinito: una cicala muore, una nasce, un milione cantano e tutto si sussegue, come le stagioni, come il sole che sorge e tramonta.
    Solo io e te siamo essere finiti con la coscienza di esserlo. L’universo non ha coscienza, la natura non ha coscienza, tutto procede senza coscienza, perché la coscienza porterebbe al caos ed alla pazzia.

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    1. hocuradite

      hocuradite

      lo so ma un pochino ti brucia, magari ne hai veramente prese tante di padellate che ora stai sulla difensiva e fai bene. Oppure hai un grande senso dell'ironia e con eleganza e abilità sei capace a nascoderla. Poi ho notato che in generale alle donne piace molto smontare l'uomo che intraprende qualcosa: quello che si dà arie o quello che corteggia, quello esuberante o sopra le righe, quello che ha un lavoro figo, ecc.

      Ops... dimenticavo..... fai finta di niente... ma li leggi i miei interventi ai tuoi post.

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  22. Oggi il caldo mi dà una sensazione di infinito, come se il calore del sole non dovesse finire mai. Il caldo blocca il tempo, lo fonde con la mente e vi si incollano gli attimi. Ogni sensazione rimane appiccata a se stessa in un vortice senza inizio, né fine.
    Rischio di impazzire se penso che per una piccola inclinazione dell’asse terrestre si susseguono, una avanti all’altra per millenni, le stagioni, il caldo ed il freddo, la brina e la pioggia. Si susseguono, appunto, ogni giorno non è mai uguale a se stesso.
    Nonostante ciò so che dimenticherò il caldo di oggi. Sarà una giornata d’estate come tante altre, una delle tante. L’infinito dei giorni si correla all’infinito calore del sole e l’uno annulla l’altro, generando dimenticanza e perdita.
    Il canto delle cicale fuori mi riporta alla realtà: non c’è cosa più finita di una cicala. Un insetto che si sente ma non si vede ma che muore in poco tempo. Il canto delle cicale non è costituito da una sola cicala, non riesco a distinguerne una sola, sento un coro.
    E allora torno all’infinito: una cicala muore, una nasce, un milione cantano e tutto si sussegue, come le stagioni, come il sole che sorge e tramonta.
    Solo io e te siamo essere finiti con la coscienza di esserlo. L’universo non ha coscienza, la natura non ha coscienza, tutto procede senza coscienza, perché la coscienza porterebbe al caos ed alla pazzia.

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    1. hocuradite

      hocuradite

      Hai capito... la frecciatina. La gatta sarcastica soffia. Dai me la merito. Ma padellate e onorificenze sono due aspetti antitetici dello stesso ardore. Devi temere solo l'indifferenza o la patetica sufficenza.

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  23. HO CAPITO CHE DOBBIAMO AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO, 
    ESSERE CREATIVI, 
    PENSARE IN MODO DIVERSO.
    MA SONO UN PO’ STANCA DEI MODELLI TITANICI CHE CI VENGONO PREDICATI.
    INSOMMA UN IMPEGNO PER CHI NON
    È ATTRATTO DAI SUPER EROI.
    UNA CREATIVITA’ DA VITA QUOTIDIANA IN lettere minuscole.

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  24. Oggi il caldo mi dà una sensazione di infinito, come se il calore del sole non dovesse finire mai. Il caldo blocca il tempo, lo fonde con la mente e vi si incollano gli attimi. Ogni sensazione rimane appiccata a se stessa in un vortice senza inizio, né fine.
    Rischio di impazzire se penso che per una piccola inclinazione dell’asse terrestre si susseguono, una avanti all’altra per millenni, le stagioni, il caldo ed il freddo, la brina e la pioggia. Si susseguono, appunto, ogni giorno non è mai uguale a se stesso.
    Nonostante ciò so che dimenticherò il caldo di oggi. Sarà una giornata d’estate come tante altre, una delle tante. L’infinito dei giorni si correla all’infinito calore del sole e l’uno annulla l’altro, generando dimenticanza e perdita.
    Il canto delle cicale fuori mi riporta alla realtà: non c’è cosa più finita di una cicala. Un insetto che si sente ma non si vede ma che muore in poco tempo. Il canto delle cicale non è costituito da una sola cicala, non riesco a distinguerne una sola, sento un coro.
    E allora torno all’infinito: una cicala muore, una nasce, un milione cantano e tutto si sussegue, come le stagioni, come il sole che sorge e tramonta.
    Solo io e te siamo essere finiti con la coscienza di esserlo. L’universo non ha coscienza, la natura non ha coscienza, tutto procede senza coscienza, perché la coscienza porterebbe al caos ed alla pazzia.

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    1. hocuradite

      hocuradite

      Hai descritto poeticamente ciò che scientificamente affermò il piu grande sociologo di tutti i tempi Max Weber. Cioè che la "cultura" è una sezione finita dell'infinità priva di senso dell'accadere del mondo, alla quale viene attribuito senso e significato dal punto di vista dell'uomo.

      PS: devo uscire dal labirinto mentale che mi crea il tuo pensiero. Troppa bellezza fa male. Dai significato all'eterno impermanente privo di significato, ma la tua è acqua pura che mi esce a goccie dalla mano. Temo scelte drastiche, sempre meglio di una lenta ma inesorabile caducità.

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  25. Basta poco, anzi non bastaù

    Aveva riempito gli armadi di cibi freschi e sani. Sulla veranda c’era una sedia a dondolo. Era ancora di nonna. Veniva in quella casa d’estate, da bambina. Quanto tempo era passato? 
    Ora era il luogo giusto. Sarebbe stato un cambiamento profondo.
    Quando il passato ti pesa sul cuore, concentrati sul presente – le diceva la nonna. È facile, qui e ora, trovare la gioia e la pace.
    C’era tutto quel che serviva. Il cielo, il sentiero che si allontanava verso l’orizzonte e i quattro aceri di montagna.
    Le notizie, ogni giorno erano terribili. Il mondo degli umani era questo. Ma bisognava che la morte assassina non uccidesse anche la capacità di immettere gioia e pace nella vita.
    Cercare nell’inferno ciò che inferno non è, coltivarlo, farlo durare, alimentarlo. Questo suggeriva il suo scrittore preferito.
    C’era tutto quel che serviva. Il cielo, il sentiero che si allontanava verso l’orizzonte e i quattro aceri di montagna.

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