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Risposte agli aggiornamenti di stato pubblicati da ghostnick0

  1. come stai ghost? non ricordo se abbiamo mai avuto occasione di parlare! ma ti trovo molto interessante

  2. Sei un utente che stimo molto, ma bisogna imparare ad essere leonesse in questo mondo, perchè dobbiamo mangiare e non essere mangiati !!

  3. Just imagination 

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    1. ghostnick0

      ghostnick0

      L’immaginazione è la chiave di tutto, senza non ci sarebbe creatività.

      una “fiaba” che va letta da adulti per comprenderla fino in fondo 

    2. (Guarda 6 altre risposte questo aggiornamento di stato)

  4. Enjoy

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  5. Ciao Ghostnick, sei pronta per il weekend?? che piani hai?

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  7. Come stai ghostnick? tutto bene? cosa combini?

  8. Artistic exposure

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  9. per te, piccola stella

  10. Come stai carissima? tutto bene? sentiamoci presto!

  11. Ciao Rebecca

    ho letto il tuo blog mi sono soffermato soprattutto su "specchio" e  "la ragazza del parcheggio". Il primo brano è quasi ipnotico, non so se è parte di un racconto, ma da solo regge come se fosse una poesia. Nel secondo c'è ironia e l'effetto finale a sorpresa. Descrive molto bene quello che succede fra uomo e donna; dove noi uomini semplificati e diretti ci crucciamo sempre sul fatto se la donna ci sta o ci prende in giro, lasciandoci, lei serafica, nella perplessità e nel dubbio, come ad esempio succede con la ragazza del racconto e la sua battuta. Lascio aperta una questione (io stesso non ho una risposta), se per l'equilibrio del racconto fosse meglio usare un termine colto, come masturbarsi, oppure di uso comune come toccarsi, oppure ha più senso un termine gergale come segarsi che tu hai usato. Ovviamente sei diversa dalla tua collega: se lei è una bella mangiata di tortellini sugosi che schizzano da tutte le parti, tu sei un lungo antipasto, talmente lungo che diventa la cena stessa. Se lei è la dimensione del fare, tu sei la dimensione del pensare. Non è detto poi che nel momento dell'eccitazione e del gioco erotico tu (e le donne in generale) si trasformino in belve assatanate. Veramente per noi uomini, le donne sono molto misteriose ed enigmatiche. Se ti possono interessare pensieri sugli aspetti psicologici e sociali del rapporto uomo e donna ho scritto diversi e lunghi interventi sulla mia bacheca. La foto di Biancaneve la trovo veramente conturbante, almeno per la mia testa con derive psico collaborazioniste femminili femministe: l'enigmatica, ironica e simulatrice brava ragazza, così pulita così sporca, così innocente così maliziosa, che si lecca la mela vale di più di un milione di foto erotiche esplicite.

    Sono contento per te che sei già nel circuito commerciale. Ho visto anche che te la fai con Nolde, di lui ho scritto questo intervento  ( vedi commenti precedenti nasconti dal cursore a tendina):  https://people.virgilio.it/profilo/marcusnolde962/169420/?status=37057&type=status

  12. leggo questa e dico: è perfetta per Lei

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  13. Considerando quello che scrivi, forse questo mio piccolo articolo ti può interessare. Ciao.

    https://people.virgilio.it/profilo/hocuradite/169846/?status=37561&type=status

  14. Quote

    A PARTIRE DAL FINE SETTIMANA LA PAGINA NON SARA' PIU' ATTIVA QUINDI NON CI SARA' PIU' ALCUN AGGIORNAMENTO NEMMENO DEL BLOG. 

    CHI VOLESSE PUO' CONTINUARE A SEGUIRNE LA PUBBLICAZIONE AL SEGUENTE LINK

    https://blog.libero.it/wp/erotikamenterebecca/

    BUONA CONTINUAZIONE A TUTTI 

  15. .

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  16. ciao mi farebbe piacere conoscerti 

    :)

  17. ciao mi farebbe piacere conoscerti 

    :)

  18. Giornata mondiale del libro 

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    1. ghostnick0

      ghostnick0

      @altomororicco un libro brevissimo ma che adoro 

      la storia di Abelardo ed Eloisa di Edgarda Ferri

      per me è meraviglioso 

    2. (Guarda 4 altre risposte questo aggiornamento di stato)

  19. La pioggià mi mette tanta tristezza...ma ad altri affascina! Voi siete Team Sole o Team Pioggia???

    1. ghostnick0

      ghostnick0

      Sole 

      assolutamente 

    2. (Guarda 8 altre risposte questo aggiornamento di stato)

  20. FB081DAD-E20A-4D48-A11F-22A8D579EB21.jpeg.76f08c03cf305e2524edb6726c1017ee.jpeg

  21. Ciao ... mi sembri una donna interessante. sono nuovo appena iscritto. Mi chiamo Simone per gli amici Simo.

    Buona serata.

  22. “Il momento più bello del bacio secondo me è quando vedi il suo viso che si avvicina al tuo e capisci che stai per essere baciata.

    Quell’attimo.

    Quell’attimo prima è una cosa stupenda “

    -Ritratto di signora-

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  23. Auguro a tutti una serena Pasqua !

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  24. Il castigo

     

    Non ti avevo mai vista alla guida.

    C'eri tu al posto del conducente in quel momento, le mani strette sul volante della tua macchina nuova.

    La strada aveva qualche disconnessione di carreggiata a tratti per colpa dello sterrato, altre volte causa dei dossi spuntati dalle radici. Dei grandissimi pini secolari ci accompagnavano sull’orlo del tragitto.

    La campagna si apriva verso un’area incontaminata naturale e si riempiva di colori in fiore. L’orizzonte si univa alla distesa di un prato verde. Il tuo maneggio abituale distava ancora pochi chilometri; eri solita trascorrere qualche pomeriggio con il tuo cavallo.

    L’abbigliamento che indossavi era tipico dell’occasione a differenza mia che ero solo un visitatore curioso delle tue passioni. La tua camicia era bianca e aderente; aveva un colletto orientale alto che tu lasciavi sbottonato fino alla quarta asola. Eri solita e abituata a fare così, dicevi che il tuo décolleté era una delle tue parti migliori e su questo fatto, più di una volta, il mio sguardo interessato e affascinato te ne aveva data piena certezza. Il cotone era di un candido ancora più bianco alla luce primaverile; aderiva ad ogni tua forma rafforzandola voluminosamente.

    Sopra portavi una giacca di velluto blu sbottonata per guidare più comoda. Il pantalone colore fango attaccava perfettamente ad ogni tua piega. Aveva il rinforzo interno demarcato da delle cuciture che tratteggiavano la particolarità dello stile. In parte il pantalone veniva coperto da dei stivali di pelle alti fino al ginocchio. Quel tuo abbigliamento ti faceva molto più risoluta del solito e metteva forse troppa evidenza di rigore verso ciò che disapprovavi:

    – Non dovresti scrivermi di notte soprattutto se sei stanco di giornata! –

    – Beh scusami, ma stanotte avevo un’ora in più da recuperare per via del cambio d’orario legale –

    – Rischi poi di addormentarti nel momento in cui dovresti essere più sveglio, a quel punto mi arrabbierei davvero – mentre mi pronunciavi queste parole imboccavi la stradina d’ingresso del ranch facendo sobbalzare l’auto da una cunetta.

    – e se poi ti arrabbi che fa? – te lo dicevo con intenzione di sfida pur non comprendendo se effettivamente in quel momento fossi alterata davvero o se stessi solo scherzando con indifferenza.

    Per un attimo rimanevi in silenzio. Il mio sguardo rivolgeva verso il tuo per nulla condizionato dal mio e attento nell’ultima manovra. La mia insolenza unita anche forse ad un maliziosa provocazione non trovava sosta: – quindi? Se ti arrabbi che fai? –

    Improvvisamente frenavi di colpo parcheggiando l’auto. Per il terreno sconnesso le ruote presero a slittare sull’ultimo metro. Un polverone di coda si alzava dietro i nostri retrovisori.

    Ora eri tu a cercare il mio sguardo allarmato dalla frenata; ti voltavi verso di me con una risposta secca e coraggiosa:

    – ti metterò in castigo, chiaro? –

    Lo riferivi tra il serioso e un leggero ghigno di sorriso che non lasciava intendere cosa stavi mai tramando nella mente. Lo stavi dicendo con ironia? E se fosse un rimprovero o un’intimazione? Deformazione professionale pensavo, da maestra, ma allo stesso tempo iniziai a valutare, in maniera del tutto sciocco e inappropriato, un intento malizioso della ipotetica penitenza.

    – beh allora dipende tutto dal castigo – provavo a risponderle con chiara istigazione.

    Dopo essere scesa la tua portiera si chiudeva bruscamente; che ti fossi innervosita sul serio? Ragionavo dentro di me rispetto a quanto poco ti conoscevo.

    Io uscivo più prudentemente e cautamente mi avvicinavo a te seguendoti, mentre ti ridirigevi verso la scuderia. Il tuo passo era sostenuto, gli stivali battevano a terra con vigore.

    Non cercavo di raggiungerti, ti tenevo a due metri. Un po’ perché non avevo ancora intuito lo stato d’animo della tua conversazione, un po’ perché quel pantalone da fantino ti stava magnificamente indosso e non volevo di certo perdermi il movimento dei fianchi che ondulavano poco sotto la giacca.

    – mi stai guardando il culo? –

    – Cosa? – rispondevo quasi incredulo perché forse era la prima volta che ti rivolgevi così a me.

    – mi sembra che tu abbia bisogno di una lezione –

    Poco dopo eravamo nella scuderia.
    Il profumo del fieno era inebriante; il suono del respiro vivo dei cavalli interrompeva a tratti il silenzio. La fila dei box ai lati rimanevano taluni aperti e altri chiusi. Lo zoccolo dei tuoi stivali risuonava lungo il corridoio andando a sfumare rispetto al mio passo. Ti avevo per un attimo perduta nel momento che arretravo per scorgere meglio i cavalli. Alcuni erano bianchi, bruni… altri neri. Non mi ero mai interessato a questo mondo e non conoscevo affatto nulla di tutto ciò.

    E’ avvenuto verso la metà del corridoio, in un istante nel quale ero affacciato ad uno scomparto vuoto, che improvvisamente avvertivo una energica frustata sui glutei. Nel momento che mi sono girato ti ho vista con il tuo frustino in mano stretto dai guanti neri.

    – ma che fai? Ma sei pazza? Mi hai fatto male! –

    Nel vederti così non pensavo altro che indietreggiare mentre tu all’opposto venivi avanti, sempre più, pressandomi volontariamente verso l’interno del box e chiudendoti così alle spalle l’unico varco di uscita.

    – ma che fai? Ma sei impazzita? –

    – te l’ho detto, mi sembra che tu abbia bisogno proprio di essere ben educato –

    Nei pochi passi che mi rimanevano per addossarmi ad un angolo, agitavi la frusta davanti a me, lanciandomi qualche colpetto sulle gambe e sulle braccia, ma erano più leggere rispetto alla prima per la quale ero ancora indolenzito. In quel momento mi accorgevo che avevi anche un sottile sogghigno sulle labbra, un dettaglio che mi rassicurava su una volontà meno dolente rispetto a quanto sembravi asserire inizialmente.
    Allo stesso tempo, oltre ad agitare il frustino, mi accorgevo che con una mano facevi saltare ulteriormente qualche altro bottone della tua camicetta scoprendo ancora di più la fenditura di pelle tra i due seni che si spalancava senza nulla indosso. I capezzoli rimaneva invece coperti sotto il cotone e nella penombra si poteva scorgere visibilmente la punta del loro fermento.

    Arrivato in fondo alla stanza, l’ombra si faceva più fitta e lasciava alludere a quel lato d’oscurità che oltre ad essere caratteristica di quel frangente, lo era anche in corrispondenza alle nostre personalità e ai nostri intenti.

    Con le spalle ormai al muro facevi l’ultimo passo verso me con il tuo corpo quasi pungendomi con i tuoi capezzoli a punta. Alzavi la frusta con l’estremità del cuoio portando la linguetta sotto il mio mento. Con quel fare ancora sinistro e risoluto avvicinavi il viso a pochi centimetri da me. Gli occhi erano affamati.

    In quel momento capivo che c’era una sola volontà e in pochissimo tempo il silenzio fu rotto dal tuo ultimo invito: – sei pronto per la penitenza? –

     

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