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Cosa sono io per te?
Uno qualunque con cui dialogare
di tanto in tanto
per passare il tempo ?
No, vorrei essere ben altro,
un amico intimo ed esclusivo
con cui reciprocamente
confidare ogni gioia
e ogni pena che la vita
elargisce a piene mani.
Potrei esserlo,
solo che tu lo voglia.
-
Dormo…e sogno te.
Mi sveglio…e penso a te.
Di giorno mi fa capolino
Il tuo sorriso luminoso
E mi irradia la felicità
Di amarti, mia unica
Musa ispiratrice.
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Dormo…e sogno te.
Mi sveglio…e penso a te.
Di giorno mi fa capolino
Il tuo sorriso luminoso
E mi irradia la felicità
Di amarti, mia unica
Musa ispiratrice.
Cosa sono io per te?
Uno qualunque con cui dialogare
di tanto in tanto
per passare il tempo ?
No, vorrei essere ben altro,
un amico intimo ed esclusivo
con cui reciprocamente
confidare ogni gioia
e ogni pena che la vita
elargisce a piene mani.
Potrei esserlo,
solo che tu lo voglia.
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Dormo…e sogno te.
Mi sveglio…e penso a te.
Di giorno mi fa capolino
Il tuo sorriso luminoso
E mi irradia la felicità
Di amarti, mia unica
Musa ispiratrice.
-
Grazie, Signore,
perché mi hai incatenato
a Lei, appena l’ho incontrata.
Grazie, amore, perché
Mi hai donato la felicità
Fin dal primo istante.
Grazie, per la pazienza
Con cui hai tollerato
I miei difetti
E i miei umori.
Grazie per la fedeltà
Al giuramento d’amore
Del dì fatidico.
Grazie di esistere per me.
-
Grazie, Signore,
perché mi hai incatenato
a Lei, appena l’ho incontrata.
Grazie, amore, perché
Mi hai donato la felicità
Fin dal primo istante.
Grazie, per la pazienza
Con cui hai tollerato
I miei difetti
E i miei umori.
Grazie per la fedeltà
Al giuramento d’amore
Del dì fatidico.
Grazie di esistere per me.
-
In settembre ho avuto l’avventura
di rivelarti il mio sentimento.
Lo ripeterò chi sa
quante volte che è dolce
vivere tra sogno e realtà,
sia pure virtuale.
Ma è arduo davvero
non poterti vedere e toccare
la tua fresca e profumata
gioventù.
-
S’io fossi Prassitele,
l’abile artista dell’Ellade antica,
scolpirei nel marmo pario
il tuo corpo scultoreo,
in tutto simile
alla Venere di Cnido,
frutto dell’amore genitoriale
e dell’armonia del tuo essere.
-
Spirito e carne
È l’uomo.
Grandezza e miseria,
Come avevano pensato
E dimostrato
Agostino e Pascal.
Ma nell’amore Lo spirito è profondamente
Unito alla carne,
Quando è vero.
Altrimenti
È solo carne,
Perciò la felicità
Allora è effimera.
-
C’è forse qualcosa
Di più bello e dolce
Dell’innamorarsi della persona
Da cui si è attratti
- Non solo la prima volta –
Al primo incontro,
Quando ci si scopre
Con gli occhi fissi
Sul viso e sul fisico
Della persona amata?
Oppure, a distanza,
Incantarsi al pensiero ricorrente
Di persona che si vede
E si ama senza essere
Ancora corrisposti?
Magìa di sogni
Fra i più disparati,
Fatti ad occhi aperti
O in dormiveglia.
Oppure sentirsi avvolgere
Da una dolcezza al cuore
Che sa davvero
Di paradisiaco.
E vivere in bilico
Tra sogno e realtà.
Divino l’amore!
-
È l'amore che congiunge Terra e Cielo, è l'amore
che unisce un uomo e una donna. è l'amore che
mi lega a te come l'edera all'olmo. Mistero di cui
non conosco la chiave di lettura, mistero che supera
ogni nostra capacità, puramente umana, di comprensione piena.
-
Ad altro rivolgere non potrei
Il mio quotidiano pensare,
ché ardo di ferventissimo amore
e tanto vorrei riscaldare
il tuo freddissimo petto.
Mi rode fieramente il cuore
una sorta di amoroso verme.
Ma quanto più dura e ritrosa
ti mostri, tanto più
m'accendo e brucio.
Invano m'affatico
di renderti pieghevole
al mio bisogno d'amore.
Lusinghevoli parole a nulla giovano,
fermo rimane il tuo proposito,
ed io sono il più disperato fra gli uomini.
Né so immaginarmi di rinunziare a te
se solo lo penso, mi sento morire!
Ma tu sei ancora più dura e più rigida
di uno scoglio marino
e mostri di sì poco gradire
il mio fervido e caparbio amore.
-
Amo pensarti come fuggitiva ninfa
che fende col bianco petto
l'onda oceanina.
Tale galleggi, di tanto in tanto,
quasi a darmi il tempo di raggiungerti
e avvinghiarmi al tuo flessuoso corpo,
sol per bere dalle tue sfavillanti labbra
l'ambrosia marina e baciare
la tua fronte vaga e stellante.
-
Anche solo una capanna
basterà per accoglierti
e farti gli onori da regina;
una panca e due treppiedi
per rifocillarci, con gustoso cibo
contadino e buon vino d'annata.
Poi un letto di piume per la siesta
e qualche spiraglio di sole
per contemplarti dormiente
in tutto il tuo splendore
e assopirmi felice di averti accanto.
-
Ardo per te, e, certo, morrò, se non vieni in mio aiuto.
Maggiore ricompensa non bramo per la mia fedeltà,
ch'ogni giorno si fa più sicura e di cui spero tu ti compiaccia. Ascolta i mormorii delle onde e i tremolii delle foglie
sono i battiti del mio cuore innamorato che canta,
pur nell'affanno. Rasserena il mio petto, come rugiada il cielo
al mattino. Fa' come l'oriente che ride e porta ai viventi l'alba,
che cancella ogni incubo notturno.
-
Cantano le allodole e i cardellini,
tubano le tortorelle; gli olmi
e i pioppi agitano lievemente i loro rami.
È un incanto, non vedi, cara?
Guarda come qui vicino l'edera
s'avvinghia al pino e chiede
amore e amplesso!
Oh, come il fuoco s'accinge a scorrere
nelle mie vene! Lascia ch'io baci,
per primi, i tuoi piedi, gioielli d'avorio!
Lo concedi ed io sollevo gli occhi al tuo viso...
Scorgo le tue labbra appena schiuse, di rubino,
incollo le mie e respiro la tua anima!
Oh, non è questo il paradiso?
Piantiamo qui la nostra tenda e godiamo
quanto il Cielo ci dà,
unico nettare della vita.
-
Cari e dolci occhi, che fate più chiari i miei giorni oscuri, per voi canto, sperando di
innamorare anche i sassi. Sappiate che ogni più piccola parte del mio cuore
è già in fiamme, occhi belli dal soave splendore. Vedete come, non osando
con le parole, il mio volto infiammato richiede che l'amata cui appartenete
alle mie congiunga le sue labbra, fresche come rose di maggio, umide
di rugiada mattutina. Ditele che più e più volte replichi l'incanto.
-
Ch'io miri la tua chiara fronte o mi specchi nei tuoi occhi;
ch'io miri il delicato ovale del tuo viso,il corvino dei tuoi capelli
o, talora, il loro riflesso di rame; ch'io fissi avidamente il tuo seno,
latteo nella stagione brumale, bronzeo d'estate; ch'io contempli bramoso e,
talvolta, sfiori l'intero tuo corpo, parimenti cangiante di colore,
a seconda del cammino del sole, su nell'etere, è sempre per me un incanto,
un desio incontenibile delle tue grazie. Allora Eros tutto mi prende
e delira la mente fin che tutta a me ti doni ed io a te.
-
Che aspettiamo, cara, a volare
verso il mare, noi due soli,
a inebriarci del suo inconfondibile odore
e ad ubriacarci di questo primo sole?
Ci basterà un solo telo per stenderci
e sognare lo stesso sogno d'amore
e dirci, di tanto in tanto,
l'emozione del momento;
consumarci di baci improvvisi e incontenibili,
ripeterci con slancio
che il nostro amore non ha confini
né di spazio né di tempo.
-
Clandestina, la tremula luna
spia la mia amata che dorme.
Un complice incubo...
ecco la sveglia.
E, pur esso, clandestino,
viene a sedere tra noi
Amore invadente e birichino,
lì, nel cuore della notte!
"Tempo", io gridai,"sospendi il tuo volo
lasciaci gustare le rapide delizie
dei nostri dì migliori!".
"Amiamoci, cara,
e queste ore, fuggitive in coro,
godiamoci senza indugiare!".
-
Come il fulmine che folgora l'aquila
è l'effetto del tuo inatteso ritorno!
Eppure credevo eternamente in pace
questo cuore inaridito,
e i tuoi occhi stelle ormai lontane
nella galassia che ci avvolge
e ci ignora;
petali di rosa rossa sospinti dal vento carezzevole
le tue labbra di rubino;
cara creatura evanescente
di tra le nubi in corsa,
in cerca di quel che non c'è e
non sarà mai là su in cielo.
Angelica è il tuo nome
e quale essere alato
ridiscendi
su questa ch'è per me
Terra Promessa.
-
Come quando si dileguano le nubi d'intorno e si scopre il sole;
come quando tacciono i venti e l'aria si tranquillizza; così,
al solo vederti e contemplare il tuo collo e il seno di terso alabastro,
o le due stelle che illuminano il tuo dolce sorriso, cessa ogni tormento
e si scioglie ogni pena fin nei più profondi recessi del mio cuore
e sgorga la voglia di levare un inno alla vita.
-
Come rugiada che imperla le campagne e indora gli alti monti,giunga a me una tua
sola parola, a ristoro del mio arso cuore. Un tuo dolce sguardo si offra ai miei occhi
impazienti, perch'io intenda se fiamma arde anche nel tuo petto. Intanto io miro
la tua bella sembianza, me ne compiaccio e ne ardo. Conservo sempre nel cuore
l'immagine tua bella, esca continua al fuoco in me sempre vivo. Ma basse
porto le ciglia e piene di mestizia, quando la speranza s' affioca. Oh, se una tua
languida e soave parola scendesse nel mio cuore a placar ogni pena! O se,
invece di parola, giungesse un raggio dei tuoi begli occhi!
-
Come un satiro innamorato, perché tu più non mi sfugga,
vorrei sollevarti di peso sulle mie spalle, per meglio
sintonizzare i battiti dei nostri cuori; accarezzare i tuoi piedi e le tue gambe,
sentire il mio capo stretto dalla morsa delle tue braccia o la tua mano
frugare tra i miei capelli, quasi a voler spegnere il fuoco che s'insinua
pian piano nelle mie vene. Con quanta follia
ricambierei i tuoi affettuosi moti!
-
Così soavemente apri le dolci labbra, che mi capita di ripensare solo a quelle
dimentico quanto m'hai appena detto. Risuona nell'orecchio il caro accento
ch'esce da quelle rose, ma solo il profumo ne resta. Tutte le altre cose
il Cielo mi vieti, fuorché questa.