• Uomo
  • 84 anni
  • Ultima Visita

    Più di un mese fa

Aggiornamenti di stato pubblicati da fel55

  1. Side by side

     

    Poche cose

    posso annoverare

    a consuntivo bilancio

    dell’anno morente.

    Sentirti ancora

    “side by side”,

    fianco a fianco, sì,

    e scaldarmi al calore

    del tuo corpo

    adorato.

    Silenti, mentre la

    Notte giunge al suo

    fatidico mezzo,

     

    per non rompere

    l’incanto della

    prossimità di noi due

    eterni innamorati

    ed esplodere

    in un bacio

    appassionato

    allo scoccare del

    dodicesimo rintocco.

     

     

     

  2. C’è maggiore felicità

    Per un uomo deluso

    O arido di cuore ?

    Quando incontra

    La donna della sua vita

     E si sente subito attratto ?

    Il cuore sobbalza e trepida

    Fin che non la rivede.

    E pensare a lei diventa

    Sempre più continuo

    E consolante.

    E’ il top quando vede

    Gli occhi di lei

    Brillare di luce

    E divenire languidi

    D’amore

    1. scompaiomatorno
    2. fel55

      fel55

      MONTALE

       

      Da “ Quaderno di quattro anni “

      Domande senza risposta

       

      Mi chiedono se ho scritto

      un canzoniere d’amore

      e se il mio “ onlie begetter “

                                                           è uno solo o è molteplice.

      Ahimè,

      la mia testa è confusa, molte figure

      vi si addizionano,

                                                    ne formano una sola che discerno

      a malapena nel mio crepuscolo.

      Se avessi posseduto

      un liuto come d’obbligo

      per un “trobar “ meno chiuso

      non sarebbe difficile

      dare un nome a colei che ha posseduto

      la mia testa poetica o altro ancora.

      Se il nome

      fosse una conseguenza delle cose,

      di queste non potrei dirne una sola

      perché le cose sono fatti e i fatti

      in prospettiva sono appena cenere.

      Non ho avuto purtroppo  che la parola,

      qualche cosa che approssima ma non tocca;

      e così

      non c’è depositaria del mio cuore

                                                che non sia nella bara. Se il suo nome

      fosse un nome o più nomi non conta nulla

      per chi è rimasto fuori, ma per poco,

      della divina inesistenza. A presto,

      adorate mie larve!

       

  3. Certe notti

    Non vedo l’ora

    Si faccia giorno,

    Sì che possa rivedere

    In piena luce il tuo volto

    E i tuoi occhi luminosi

    Per la gioia o , talvolta, tristi.

    E’ allora che mi chiedo

    Cosa ci riserva la vita

    Per quel dì e per quelli

    A venire e trepido

    Per te più che per me.

  4. Forse inconsapevole

    Persino l’odore

    Cerco di te

    Come cucciolo.

    Metafora

    Di mia madre

    Perduta anzi tempo?

    Piuttosto

    Di quella metà

    Dell’anima mia

    Che mi dà gioia

    E inseguo continuamente.

     

  5. Incontrarti e amarti

    All’istante, allora,

    Diede un senso

    Alla mia vita.

    Poi pensarti, sognarti

    E fremere di rivederti

    Da promessi sposi

    Mi legò a te

    Con vincolo perenne.

    Infine, convivere in simbiosi,

    Condividere sogni, progetti,

    Gioie e dolori,

    Timori e speranze,

    Ha fatto di noi

    Una sola anima.

    Unità che speriamo

    Possa, anche dopo ,

    sopravvivere sia pure

    soltanto in ispirito.

     

     

  6. Ora che son vittima

    di lunga e fastidiosa

    convalescenza,

    non segni di apprensione,

    malessere e insofferenza

    vorrei leggere nel tuo viso

    e nei tuoi atti quotidiani,

    ma chiari segni di comprensione

    e di tenerezza.

  7. Perché trepidi

    E a tratti piangi

    Se non è ancora giunta

    L’ora mia ?

    Prega il Cielo

    Che ci lasci svegliare

    Ancora accanto

    E augurarci

    Il nuovo buon giorno.

    1. londoncalling6

      londoncalling6

      bellissimi versi!

      Brevi, ma di grande impatto...

  8. Succede anche a voi ,

    Giovanna e cari amici

    Compagni di viaggi ,

    Di ricordare il nostro

    Piero , col sorriso ,

    Mentre recitate per lui

    Un nostalgico “ requiem “ ?

    Come dimenticare

    La sua impetuosità

    Nella discussione

    E il suo linguaggio

    Talvolta scurrìle !

    Giovanna, tu l’hai amato

    Tanto , ma sappi che

    Anche a noi manca

    Perché gli abbiamo voluto

    Tanto bene e provato per lui

    Tanta simpatìa.

    Per consolarci,

    Crediamo fermamente

    Che il suo spirito

    È ancora fra noi

    E continua a canzonarci.

     

     

     

  9.  

    MONTALE

    Ai tuoi piedi

     

    Mi sono inginocchiato ai tuoi piedi

    o forse è un’illusione perché non si vede

    nulla di te,

     i miei peccati

    attendendo il verdetto con scarsa fiducia

    e debole speranza non sapendo

    che senso hanno quassù, il prima e il poi

    il presente il passato l’avvenire

    e il fatto che io sia venuto al mondo

    senza essere consultato.

    Poi penserò alla vita di quaggiù

    non “ sub specie aeternitatis “,

    non risalendo all’infanzia

    e agli ingloriosi fatti che l’hanno illustrata

                                                      per poi ascendere a un dopo

    di cui sarò all’anteporta.

    Attendendo il verdetto

    che sarà lungo o breve grato o ingrato

    ma sempre temporale e qui comincia

    l’imbroglio perché nulla di buono è mai pensabile

                                                                       nel tempo,

    ricorderò gli oggetti che ho lasciati

    al loro posto, un posto tanto studiato,

    agli uccelli impagliati, a qualche ritaglio

    di giornale, alle tre o quattro medaglie

    di cui sarò derubato e forse anche

    alle fotografie di qualche mia Musa

    che mai seppe di esserlo,

    rifarò il censimento di quel nulla

    che fu vivente perché fu tangibile

    e mi dirò se non fossero

    queste solo e non altro la mia consistenza

    e non questo corpo ormai incorporeo

    che sta in attesa e quasi si addormenta.

    1. fel55

      fel55

      Ora che son vittima

      di lunga e fastidiosa

      convalescenza,

      non segni di apprensione,

      malessere e insofferenza

      vorrei leggere nel tuo viso

      e nei tuoi atti quotidiani,

      ma chiari segni di comprensione

      e di tenerezza.

  10.  

    MONTALE

    Clizia dice

     

    Sebbene mezzo secolo sia scorso

    potremo facilmente ritrovare

    il bovindo nel quale si stette ore

    spulciando il monsignore delle pulci.

    Sul tetto un usignolo si sgolava

    Ma non ebbe successo. Quanto al gergo

    delle sagre del popolo o a quello

    delle commedie o farse vive solo

    in tradizioni orali, se con noi fosse

    come un giorno un maestro del sermone umile

    nonché del bronzeo della patrologia,

    tutto sarebbe facile.  Ma dove

    sarà quel giorno e dove noi?

     

     

    Se esiste un cielo e in esso molte lingue,

    la sua fama d’interprete salirebbe

    in altri cerchi ancora e il puzzle sarebbe

    peggiore che all’inferno di noi sordomuti.

     

    Clizia nel ‘34

     

    Sempre allungata

    sulla “ chaise songue “

    della veranda

    che dava sul giardino,

    un libro in mano forse già da allora

    vite di santi semisconosciuti

    e poeti barocchi di scarsa reputazione

    non era amore quello

    era come oggi e sempre

    venerazione.

     

    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      Molto bella

  11.  

    MONTALE

    Credo

     

     

    Forse per qualche sgarro nella legge

    del contrapasso

    era possibile che uno sternuto Via verdi 6 Firenze

    potesse giungere fino a Bard College N.J.

    Era l’amore? Non quello che ha popolato

    con uno orrendo choc il cielo di stelle e pianeti.

    Non tale la forza del dio con barba e capelli,

    che fu detronizzato dai soci del Rotary Club

    ma degno di sopravvivere alle loro cabale.

    Credo vero il miracolo che tra la vita e la morte

    esista un terzo status che ci trovò tra i suoi.

    Che un dio ( ma con la barba ) ti protegga

    mia divina. Ed il resto, le fandonie

    di cui siamo imbottiti sono meno

    che nulla.

    Ah!

     

    Amavi le screziature le ibridazioni

    gli incroci gli animali

    di cui potesse dirsi mirabil mostro.

     

     

    Non so se nel collège di Annecy

     

    qualcuno abbia esclamato vedendoti e parlandoti

    con meraviglia Ah!  E fu da allora

    che persi le tue tracce.  Dopo anni seppi

    il peggio. Dissi Ah! e tentai di pensare ad altro.

    Rari i tuoi libri, la Bibbia

    e il Cantico dei Cantici,

    un bosco per la tua età

    con tanto di cartello “ cave canem “,

    qualche romanzo del Far West e nulla

    che fosse scritto per l’infanzia e i suoi

    confini così incerti. Tuttavia,

    se tu fossi scomparsa allora, anche a te

    non sarebbe mancato un tenerissimo

    Ah!

    Ma più tardi nessuno

    o soltanto il buon Dio quale che fosse

    accompagnò la tua vacanza con un Ah!

    che dicesse stupore o smarrimento.

    Forse qualcuno si fermò sull’A

    che dura meno e risparmia il fiato.

    Poi fu silenzio. Ora l’infante là

     

     

     

    dove si sopravvive se quella è vita

    legge i miei versi zoppicanti, tenta

    di ricostruire i nostri volti e incerta dice

    Mah?

    1. ciribi72

      ciribi72

      sei speciale tu ;)

  12. Da “ L’allegria

    Di G, UNGARETTI

     

     

    Mattina

     

    Lasciamoci

    disfatti e squillanti

     

    voglio avere

    il rimorso

    di quest’amore

    stanotte

    come un latrato

    nella volta immensa

    del deserto

     

    Oggi

     

    Oggi tutto mi pare valicato

     

     

    Il mio cuore

    oggi

    non è altro

    che un battito di nostalgia

     

  13. MONTALE

     

    Da “ Quaderno di quattro anni “

    Domande senza risposta

     

    Mi chiedono se ho scritto

    un canzoniere d’amore

    e se il mio “ onlie begetter “

                                                         è uno solo o è molteplice.

    Ahimè,

    la mia testa è confusa, molte figure

    vi si addizionano,

                                                  ne formano una sola che discerno

    a malapena nel mio crepuscolo.

    Se avessi posseduto

    un liuto come d’obbligo

    per un “trobar “ meno chiuso

    non sarebbe difficile

    dare un nome a colei che ha posseduto

    la mia testa poetica o altro ancora.

    Se il nome

    fosse una conseguenza delle cose,

    di queste non potrei dirne una sola

    perché le cose sono fatti e i fatti

    in prospettiva sono appena cenere.

    Non ho avuto purtroppo  che la parola,

    qualche cosa che approssima ma non tocca;

    e così

    non c’è depositaria del mio cuore

                                              che non sia nella bara. Se il suo nome

    fosse un nome o più nomi non conta nulla

    per chi è rimasto fuori, ma per poco,

    della divina inesistenza. A presto,

    adorate mie larve!

     

    1. ciribi72

      ciribi72

      Ermetica...

    2. fel55

      fel55

      La mia no -cari saluti.

       

      Il mio posto è

      accanto a te,

      e quando ti brillano

      gli occhi di felicità

      e il buon umore

      ti sprizza fuori

      da ogni poro,

      e quando l’angoscia

      e la disperazione,

      la paura e il pessimismo

      ti attanagliano il cuore.

      Al sorgere del nuovo

      giorno e al calar del sole,                                                                        

      sempre mi avvinghio te

      e attendo speranzoso

      le tue ambite effusioni

      e paradisiache dolcezze.

    3. fel55

      fel55

      CARDUCCI

      Per le nozze di mia figlia ( 1880-81 )

       

      O nata quando su la mia povera

      casa passava come uccel profugo

      la speranza, e io disdegnoso

      battea le porte de l’avvenire;

       

      or che il piè fermai su ‘l termine

      cui combattendo valsi raggiungere

      e rauchi squittiscon da torno

      i pappagalli lusingatori;

       

      tu mia colomba t’involi, trepida

      il nuovo nido voli a contessere

      oltre Appennino, nel nativo

      aere dolce de’ colli tòschi.

       

       

      Va’ con l’amore, va’ con la gioia,

      va’ con la fede candida.  L’umide

      pupille fise al vel fuggente,

      la mia Camena tace e ripensa.

       

      Ripensa i giorni quando tu parvola

      coglievi fiori sotto le acacie,

      ed ella reggendoti a mano

      fantasmi e forme spiava in cielo.

       

      Ripensa i giorni quando a la morbida

      tua chioma intorno rozze strisciavano

      le strofe contro a gli oligarchi

      librate e al vulgo vile d’Italia.

       

      E tu crescevi pensosa vergine,

      quand’ella prese d’assalto intrepida

      i clivi de l’arte e piantovvi

      la sua bandiera garibaldina.

       

      Riguarda, e pensa. De gli anni il tramite

      teco fìa dolce forse ritessere,

       

       

      e risognare i cari sogni

      nel blando riso de’ figli tuoi?

       

      O forse meglio giova combattere

      fino a che l’ora sacra richiamine?

      Allora, o mia figlia, - nessuna

      me  Beatrice  ne’ cieli attende –

       

      allora al passo che Omèro ellenico

      e il cristiano Dante passarono

      mi sgorga il tuo sguardo soave

      la nota voce tua m’accompagni.

       

  14. MONTALE

    Previsioni

     

    Ci rifugiammo nel giardino ( pensile se non sbaglio )

    per metterci al riparo dalle fanfaluche

    erotiche di un pensionante di fresco arrivo

    e tu parlavi delle donne dei poeti

    fatte per imbottire illeggibili carmi.

    Così sarà di me aggiungesti di sottecchi.

    Restai di sasso. Poi dissi dimentichi

    che la pallottola ignora chi la spara

    e ignora il suo bersaglio.

    Ma non siamo

                                               disse C. ai baracconi. E poi non credo

    che tu abbia armi da fuoco nel tuo bagaglio.

     

  15. MONTALE

    xxx

     

    Tergi gli occhiali appannati

    se c’è nebbia e fumo nell’aldilà,

    e guarda in giro e laggiù se mai accada

    ciò che nei tuoi anni scolari fu detto vita.

    Anche per noi viventi o sedicenti tali

    è difficile credere che siamo intrappolati

    in attesa che scatti qualche serratura

    che metta a nostro libito l’accesso

    a una più spaventevole felicità.

    E’ mezzogiorno, qualcuno col fazzoletto

    ci dirà d’affrettarci perché la cena è pronta,

    la cena o l’antipasto qualsivoglia mangime,

    ma il treno non rallenta per ora la sua corsa.

    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      Ad un Montale maturo le rispondo in antitesi con un montale più fresco e dolce.

      Quote

      Meriggiare pallido e assorto
      presso un rovente muro d'orto,
      ascoltare tra i pruni e gli sterpi
      schiocchi di merli, frusci di serpi.

      Nelle crepe dei suolo o su la veccia
      spiar le file di rosse formiche
      ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
      a sommo di minuscole biche.

      Osservare tra frondi il palpitare
      lontano di scaglie di mare
      mentre si levano tremuli scricchi
      di cicale dai calvi picchi.

      E andando nel sole che abbaglia
      sentire con triste meraviglia
      com'è tutta la vita e il suo travaglio
      in questo seguitare una muraglia
      che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

      a me piace ricordarlo così, raccontato dalla luce che infuoca i suoi amati muretti a secco :)

  16. Quartetto

     

    In una istantanea  ingiallita

    di quarant’anni fa

    ripescata dal fondo di in cassetto

    il tuo volto severo nella sua dolcezza

    e il tuo servo d’accanto; e dietro Sbarbaro

    briologo e poeta – ed Elena Vivante

    signora di noi tutti : qui giunti per vedere

    quattro ronzini frustati a sangue

    in una “ piazza-conchiglia “

    davanti a una folla inferocita.

    E il tempo? Quarant’anni ho detto e forse zero.

     

     

    Non credo al tempo, al big bang, a nulla

    che misuri gli eventi in un prima e in un dopo.

    Suppongo che a qualcuno, a qualcosa convenga

    l’attributo di essente. In quel giorno eri tu.

                                    Ma per quanto, ma come? Ed ecco che rispunta

    la nozione esecrabile del tempo.

     

    Poiché la vita fugge…

     

    Poiché la vita fugge

    e chi tenta di ricacciarla indietro

    rientra nel gomitolo primigenio,

    dove potremo occultare, se tentiamo,

    con rudimenti o peggio, di sopravvivere,

    gli oggetti che ci parvero

    non peritura parte di noi stessi?

    C’era una volta un piccolo scaffale

    che viaggiava con Clizia, un ricettacolo

    di Santi Padri e di poeti equivoci che forse

    avesse la virtù di galleggiare

    sulla cresta delle onde

    quando il diluvio avrà sommerso tutto.

     

     

    Se non di me almeno qualche briciola

    di te dovrebbe vincere l’oblio.

                                              E di me? La speranza è che sia disperso

    il visibile e il tempo che gli ha dato

    la dubbia prova che questa voce E’

    ( una E maiuscola, la sola lettera

    dell’alfabeto che rende possibile

    o almeno ipotizzabile l’esistenza ).

    Poi ( sovente hai portato

    occhiali affumicati e li hai dismessi

    del tutto con le pulci di Jhon Donne )

    preparati al gran tuffo.

    Fummo felici un giorno, un’ora un attimo

    e questo potrà essere distrutto?

    C’è chi dice che tutto ricomincia

    eguale come copia ma non lo credo

    neppure come augurio. L’hai creduto

    anche tu? Non esiste a Cuma una sibilla

    che lo sappia. E se fosse, nessuno

    sarebbe così sciocco da darle ascolto.

     

     

  17. UNGARETTI

    Giugno

     

    Quando

    mi morirà

    questa notte

    e come un altro

    potrò guardarla

    e mi addormenterò

    al fruscio

    delle onde

    che finiscono

    di avvoltolarsi

    alla cinta di gaggie

    della mia casa

    sul mare

     

    Quando mi risveglierò

    nel tuo corpo

    che si modula

    come la voce dell’usignolo

    che si estenua

    come il colore

    del grano maturo

    nella lucentezza

     

    E nella trasparenza

    dell’acqua

    la tua pelle d’europea

    gentile come le ali delle farfalle

    si brinerà

    di macchioline more

    e mi soffocherai

    come una pantera

    librata

    dalle lastre

    squillanti

    dell’aria

     

    E socchiuderai

    le palpebre

    e vedremo

    il nostro amore

    reclinarsi

    dolce

    come la sera

    mentre sopraggiunge

    e le mie pupille

    si tufferanno

    nell’orizzonte di bitume

    delle tue iridi

     

    E ora il sereno

    è chiuso

    come a quest’ora

    i gelsumini

    nel mio paese

    d’Africa

    lontano

    Tutto

    diluisce

    e scompare

    in questa oscurità

     

    E ho perduto

    Il sonno

    e oscillo

    come una lucciola

    al canto

    di una strada

     

    Quando

    mi morirà

    questa notte

    ( ……) il5 luglio1917

     

     

    1. nuncepenza6

      nuncepenza6

      non la conoscevo, bella, si

    2. chiaraoscura4

      chiaraoscura4

      che brividi, bravissimo

    3. ciribi72

      ciribi72

      che parole giuste che trovi sempre

  18.                                                                        xxx

     

    Non più notizie

    da San Felice.

     

    Hai sempre amato i viaggi

    e alla prima occasione

    sei saltata fuori

    del tuo cubicolo.

     

    Ma ora come riconoscersi

    nell’etere ?

     

  19.  

    Ormai m’è agevole

    iI mio sogno ricorrente.

    E’ certo.

    Sia pure sotto

    mentite spoglie,

    hai ridestato

    lo schianto dell’abbandono,                                                           

     il dolore e la disperazione

    sempre vivi

    nella mia fragile esistenza.

     

  20. 2019

     Ch’io ricordi,

    l’inverno scorso

    è stato tra i più duri,

    pertanto percepito                                                                         

    lunghissimo ( geniale

    pensiero di Einstein ).

    Non è mancata però

    La consolazione

    Delle manifestazioni

    D’affetto familiari

    Di moglie, figli e nipoti.

    Per loro io paterfamilias

    Dovrei esser eterno,

    ma l’eternità appartiene

    solo ai sentimenti

    e alla poesia, come voleva

    il Romanticismo ottocenresco.

     

  21. Amore esclusivo

    Tu non ci credevi,

    amico mio di gioventù,

    quando ti confessavo

    che ero refrattario

    e non provavo niente

    per altra donna.

    Era, invero, quel segnale

    misterioso che fa riconoscere

    l’amore vero e unico,

    l’amore della vita.

    Ed era colei cui

    pensavo continuamente

    e di cui ti parlavo

    tanto spesso!

  22. Cara Matilde,

    anche tu

    per la prima volta

    ti accosti all’altare

    per partecipare

    alla mensa del Signore.

    Giorno importante

    nella tua esistenza

    come quello in cui

    apristi gli occhi alla vita

    per la prima volta.

    L’abito bianco

    riflette il tuo candore

    e preannuncia

    in piena felicità

    il tuo luminoso futuro.

    Con l’augurio

    di una vita di fede

    sempre viva

    da parte di tutti i tuoi cari.

     

     

  23. Dormo…e sogno te.

    Mi sveglio…e penso a te.

    Di giorno mi fa capolino

    Il tuo sorriso luminoso

    E mi irradia la felicità

    Di amarti, mia unica

    Musa ispiratrice.

     

     

    1. lullabyblue0

      lullabyblue0

      a volte nemmeno nei sogni si ha la possibilità di esorcizzare una mancanxza :(

  24. Il mio posto è

    accanto a te,

    e quando ti brillano

    gli occhi di felicità

    e il buon umore

    ti sprizza fuori

    da ogni poro,

    e quando l’angoscia

    e la disperazione,

    la paura e il pessimismo

    ti attanagliano il cuore.

    Al sorgere del nuovo

    giorno e al calar del sole,                                                                        

    sempre mi avvinghio te

    e attendo speranzoso

    le tue ambite effusioni

    e paradisiache dolcezze.

    1. gerbera0

      gerbera0

      belle parole... sembra Montale, dico bene?

    2. fel55

      fel55

      Grazie per il lusinghiero accostamento.

       

      2019

       Ch’io ricordi,

      l’inverno scorso

      è stato tra i più duri,

      pertanto percepito                                                                         

      lunghissimo ( geniale

      pensiero di Einstein ).

      Non è mancata però

      La consolazione

      Delle manifestazioni

      D’affetto familiari

      Di moglie, figli e nipoti.

      Per loro io paterfamilias

      Dovrei esser eterno,

      ma l’eternità appartiene

      solo ai sentimenti

      e alla poesia, come voleva

      il Romanticismo ottocentesco.

       

    3. fel55

      fel55

      CARDUCCI

      Per le nozze di mia figlia ( 1880-81 )

       

      O nata quando su la mia povera

      casa passava come uccel profugo

      la speranza, e io disdegnoso

      battea le porte de l’avvenire;

       

      or che il piè fermai su ‘l termine

      cui combattendo valsi raggiungere

      e rauchi squittiscon da torno

      i pappagalli lusingatori;

       

      tu mia colomba t’involi, trepida

      il nuovo nido voli a contessere

      oltre Appennino, nel nativo

      aere dolce de’ colli tòschi.

       

       

      Va’ con l’amore, va’ con la gioia,

      va’ con la fede candida.  L’umide

      pupille fise al vel fuggente,

      la mia Camena tace e ripensa.

       

      Ripensa i giorni quando tu parvola

      coglievi fiori sotto le acacie,

      ed ella reggendoti a mano

      fantasmi e forme spiava in cielo.

       

      Ripensa i giorni quando a la morbida

      tua chioma intorno rozze strisciavano

      le strofe contro a gli oligarchi

      librate e al vulgo vile d’Italia.

       

      E tu crescevi pensosa vergine,

      quand’ella prese d’assalto intrepida

      i clivi de l’arte e piantovvi

      la sua bandiera garibaldina.

       

      Riguarda, e pensa. De gli anni il tramite

      teco fìa dolce forse ritessere,

       

       

      e risognare i cari sogni

      nel blando riso de’ figli tuoi?

       

      O forse meglio giova combattere

      fino a che l’ora sacra richiamine?

      Allora, o mia figlia, - nessuna

      me  Beatrice  ne’ cieli attende –

       

      allora al passo che Omèro ellenico

      e il cristiano Dante passarono

      mi sgorga il tuo sguardo soave

      la nota voce tua m’accompagni.

       

  25. Osso di seppia

     

    A letto ormai

    Mi volgi le terga,

    e prolungati silenzi

    si frappongono tra noi.

    Che ne è

    Della gattina che

    Nottetempo e non solo

    Si annullava tra le mie braccia

    O mi intratteneva

    In un fiume di parole?

    Mi hai inaridito al punto

    Ch’altro non sono ormai

    Che un osso di seppia.

     

    1. nuncepenza6

      nuncepenza6

      Bella, ma purtroppo mi ricorda un professore che avrebbe dovuto fare un altro mestiere. 
      Magari con il tempo mi passerà. 

    2. lullabyblue0

      lullabyblue0

      molto intensa questa poesia!