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Side by side
Poche cose
posso annoverare
a consuntivo bilancio
dell’anno morente.
Sentirti ancora
“side by side”,
fianco a fianco, sì,
e scaldarmi al calore
del tuo corpo
adorato.
Silenti, mentre la
Notte giunge al suo
fatidico mezzo,
per non rompere
l’incanto della
prossimità di noi due
eterni innamorati
ed esplodere
in un bacio
appassionato
allo scoccare del
dodicesimo rintocco.
-
C’è maggiore felicità
Per un uomo deluso
O arido di cuore ?
Quando incontra
La donna della sua vita
E si sente subito attratto ?
Il cuore sobbalza e trepida
Fin che non la rivede.
E pensare a lei diventa
Sempre più continuo
E consolante.
E’ il top quando vede
Gli occhi di lei
Brillare di luce
E divenire languidi
D’amore
-
MONTALE
Da “ Quaderno di quattro anni “
Domande senza risposta
Mi chiedono se ho scritto
un canzoniere d’amore
e se il mio “ onlie begetter “
è uno solo o è molteplice.
Ahimè,
la mia testa è confusa, molte figure
vi si addizionano,
ne formano una sola che discerno
a malapena nel mio crepuscolo.
Se avessi posseduto
un liuto come d’obbligo
per un “trobar “ meno chiuso
non sarebbe difficile
dare un nome a colei che ha posseduto
la mia testa poetica o altro ancora.
Se il nome
fosse una conseguenza delle cose,
di queste non potrei dirne una sola
perché le cose sono fatti e i fatti
in prospettiva sono appena cenere.
Non ho avuto purtroppo che la parola,
qualche cosa che approssima ma non tocca;
e così
non c’è depositaria del mio cuore
che non sia nella bara. Se il suo nome
fosse un nome o più nomi non conta nulla
per chi è rimasto fuori, ma per poco,
della divina inesistenza. A presto,
adorate mie larve!
-
Certe notti
Non vedo l’ora
Si faccia giorno,
Sì che possa rivedere
In piena luce il tuo volto
E i tuoi occhi luminosi
Per la gioia o , talvolta, tristi.
E’ allora che mi chiedo
Cosa ci riserva la vita
Per quel dì e per quelli
A venire e trepido
Per te più che per me.
-
Forse inconsapevole
Persino l’odore
Cerco di te
Come cucciolo.
Metafora
Di mia madre
Perduta anzi tempo?
Piuttosto
Di quella metà
Dell’anima mia
Che mi dà gioia
E inseguo continuamente.
-
Incontrarti e amarti
All’istante, allora,
Diede un senso
Alla mia vita.
Poi pensarti, sognarti
E fremere di rivederti
Da promessi sposi
Mi legò a te
Con vincolo perenne.
Infine, convivere in simbiosi,
Condividere sogni, progetti,
Gioie e dolori,
Timori e speranze,
Ha fatto di noi
Una sola anima.
Unità che speriamo
Possa, anche dopo ,
sopravvivere sia pure
soltanto in ispirito.
-
Ora che son vittima
di lunga e fastidiosa
convalescenza,
non segni di apprensione,
malessere e insofferenza
vorrei leggere nel tuo viso
e nei tuoi atti quotidiani,
ma chiari segni di comprensione
e di tenerezza.
-
Perché trepidi
E a tratti piangi
Se non è ancora giunta
L’ora mia ?
Prega il Cielo
Che ci lasci svegliare
Ancora accanto
E augurarci
Il nuovo buon giorno.
-
Succede anche a voi ,
Giovanna e cari amici
Compagni di viaggi ,
Di ricordare il nostro
Piero , col sorriso ,
Mentre recitate per lui
Un nostalgico “ requiem “ ?
Come dimenticare
La sua impetuosità
Nella discussione
E il suo linguaggio
Talvolta scurrìle !
Giovanna, tu l’hai amato
Tanto , ma sappi che
Anche a noi manca
Perché gli abbiamo voluto
Tanto bene e provato per lui
Tanta simpatìa.
Per consolarci,
Crediamo fermamente
Che il suo spirito
È ancora fra noi
E continua a canzonarci.
-
MONTALE
Ai tuoi piedi
Mi sono inginocchiato ai tuoi piedi
o forse è un’illusione perché non si vede
nulla di te,
i miei peccati
attendendo il verdetto con scarsa fiducia
e debole speranza non sapendo
che senso hanno quassù, il prima e il poi
il presente il passato l’avvenire
e il fatto che io sia venuto al mondo
senza essere consultato.
Poi penserò alla vita di quaggiù
non “ sub specie aeternitatis “,
non risalendo all’infanzia
e agli ingloriosi fatti che l’hanno illustrata
per poi ascendere a un dopo
di cui sarò all’anteporta.
Attendendo il verdetto
che sarà lungo o breve grato o ingrato
ma sempre temporale e qui comincia
l’imbroglio perché nulla di buono è mai pensabile
nel tempo,
ricorderò gli oggetti che ho lasciati
al loro posto, un posto tanto studiato,
agli uccelli impagliati, a qualche ritaglio
di giornale, alle tre o quattro medaglie
di cui sarò derubato e forse anche
alle fotografie di qualche mia Musa
che mai seppe di esserlo,
rifarò il censimento di quel nulla
che fu vivente perché fu tangibile
e mi dirò se non fossero
queste solo e non altro la mia consistenza
e non questo corpo ormai incorporeo
che sta in attesa e quasi si addormenta.
-
MONTALE
Clizia dice
Sebbene mezzo secolo sia scorso
potremo facilmente ritrovare
il bovindo nel quale si stette ore
spulciando il monsignore delle pulci.
Sul tetto un usignolo si sgolava
Ma non ebbe successo. Quanto al gergo
delle sagre del popolo o a quello
delle commedie o farse vive solo
in tradizioni orali, se con noi fosse
come un giorno un maestro del sermone umile
nonché del bronzeo della patrologia,
tutto sarebbe facile. Ma dove
sarà quel giorno e dove noi?
Se esiste un cielo e in esso molte lingue,
la sua fama d’interprete salirebbe
in altri cerchi ancora e il puzzle sarebbe
peggiore che all’inferno di noi sordomuti.
Clizia nel ‘34
Sempre allungata
sulla “ chaise songue “
della veranda
che dava sul giardino,
un libro in mano forse già da allora
vite di santi semisconosciuti
e poeti barocchi di scarsa reputazione
non era amore quello
era come oggi e sempre
venerazione.
-
Molto bella
-
daliahnera ha aggiunto una reazione
-
-
MONTALE
Credo
Forse per qualche sgarro nella legge
del contrapasso
era possibile che uno sternuto Via verdi 6 Firenze
potesse giungere fino a Bard College N.J.
Era l’amore? Non quello che ha popolato
con uno orrendo choc il cielo di stelle e pianeti.
Non tale la forza del dio con barba e capelli,
che fu detronizzato dai soci del Rotary Club
ma degno di sopravvivere alle loro cabale.
Credo vero il miracolo che tra la vita e la morte
esista un terzo status che ci trovò tra i suoi.
Che un dio ( ma con la barba ) ti protegga
mia divina. Ed il resto, le fandonie
di cui siamo imbottiti sono meno
che nulla.
Ah!
Amavi le screziature le ibridazioni
gli incroci gli animali
di cui potesse dirsi mirabil mostro.
Non so se nel collège di Annecy
qualcuno abbia esclamato vedendoti e parlandoti
con meraviglia Ah! E fu da allora
che persi le tue tracce. Dopo anni seppi
il peggio. Dissi Ah! e tentai di pensare ad altro.
Rari i tuoi libri, la Bibbia
e il Cantico dei Cantici,
un bosco per la tua età
con tanto di cartello “ cave canem “,
qualche romanzo del Far West e nulla
che fosse scritto per l’infanzia e i suoi
confini così incerti. Tuttavia,
se tu fossi scomparsa allora, anche a te
non sarebbe mancato un tenerissimo
Ah!
Ma più tardi nessuno
o soltanto il buon Dio quale che fosse
accompagnò la tua vacanza con un Ah!
che dicesse stupore o smarrimento.
Forse qualcuno si fermò sull’A
che dura meno e risparmia il fiato.
Poi fu silenzio. Ora l’infante là
dove si sopravvive se quella è vita
legge i miei versi zoppicanti, tenta
di ricostruire i nostri volti e incerta dice
Mah?
-
Da “ L’allegria
Di G, UNGARETTI
Mattina
Lasciamoci
disfatti e squillanti
voglio avere
il rimorso
di quest’amore
stanotte
come un latrato
nella volta immensa
del deserto
Oggi
Oggi tutto mi pare valicato
Il mio cuore
oggi
non è altro
che un battito di nostalgia
-
MONTALE
Da “ Quaderno di quattro anni “
Domande senza risposta
Mi chiedono se ho scritto
un canzoniere d’amore
e se il mio “ onlie begetter “
è uno solo o è molteplice.
Ahimè,
la mia testa è confusa, molte figure
vi si addizionano,
ne formano una sola che discerno
a malapena nel mio crepuscolo.
Se avessi posseduto
un liuto come d’obbligo
per un “trobar “ meno chiuso
non sarebbe difficile
dare un nome a colei che ha posseduto
la mia testa poetica o altro ancora.
Se il nome
fosse una conseguenza delle cose,
di queste non potrei dirne una sola
perché le cose sono fatti e i fatti
in prospettiva sono appena cenere.
Non ho avuto purtroppo che la parola,
qualche cosa che approssima ma non tocca;
e così
non c’è depositaria del mio cuore
che non sia nella bara. Se il suo nome
fosse un nome o più nomi non conta nulla
per chi è rimasto fuori, ma per poco,
della divina inesistenza. A presto,
adorate mie larve!
-
La mia no -cari saluti.
Il mio posto è
accanto a te,
e quando ti brillano
gli occhi di felicità
e il buon umore
ti sprizza fuori
da ogni poro,
e quando l’angoscia
e la disperazione,
la paura e il pessimismo
ti attanagliano il cuore.
Al sorgere del nuovo
giorno e al calar del sole,
sempre mi avvinghio te
e attendo speranzoso
le tue ambite effusioni
e paradisiache dolcezze.
-
CARDUCCI
Per le nozze di mia figlia ( 1880-81 )
O nata quando su la mia povera
casa passava come uccel profugo
la speranza, e io disdegnoso
battea le porte de l’avvenire;
or che il piè fermai su ‘l termine
cui combattendo valsi raggiungere
e rauchi squittiscon da torno
i pappagalli lusingatori;
tu mia colomba t’involi, trepida
il nuovo nido voli a contessere
oltre Appennino, nel nativo
aere dolce de’ colli tòschi.
Va’ con l’amore, va’ con la gioia,
va’ con la fede candida. L’umide
pupille fise al vel fuggente,
la mia Camena tace e ripensa.
Ripensa i giorni quando tu parvola
coglievi fiori sotto le acacie,
ed ella reggendoti a mano
fantasmi e forme spiava in cielo.
Ripensa i giorni quando a la morbida
tua chioma intorno rozze strisciavano
le strofe contro a gli oligarchi
librate e al vulgo vile d’Italia.
E tu crescevi pensosa vergine,
quand’ella prese d’assalto intrepida
i clivi de l’arte e piantovvi
la sua bandiera garibaldina.
Riguarda, e pensa. De gli anni il tramite
teco fìa dolce forse ritessere,
e risognare i cari sogni
nel blando riso de’ figli tuoi?
O forse meglio giova combattere
fino a che l’ora sacra richiamine?
Allora, o mia figlia, - nessuna
me Beatrice ne’ cieli attende –
allora al passo che Omèro ellenico
e il cristiano Dante passarono
mi sgorga il tuo sguardo soave
la nota voce tua m’accompagni.
-
MONTALE
Previsioni
Ci rifugiammo nel giardino ( pensile se non sbaglio )
per metterci al riparo dalle fanfaluche
erotiche di un pensionante di fresco arrivo
e tu parlavi delle donne dei poeti
fatte per imbottire illeggibili carmi.
Così sarà di me aggiungesti di sottecchi.
Restai di sasso. Poi dissi dimentichi
che la pallottola ignora chi la spara
e ignora il suo bersaglio.
Ma non siamo
disse C. ai baracconi. E poi non credo
che tu abbia armi da fuoco nel tuo bagaglio.
-
MONTALE
xxx
Tergi gli occhiali appannati
se c’è nebbia e fumo nell’aldilà,
e guarda in giro e laggiù se mai accada
ciò che nei tuoi anni scolari fu detto vita.
Anche per noi viventi o sedicenti tali
è difficile credere che siamo intrappolati
in attesa che scatti qualche serratura
che metta a nostro libito l’accesso
a una più spaventevole felicità.
E’ mezzogiorno, qualcuno col fazzoletto
ci dirà d’affrettarci perché la cena è pronta,
la cena o l’antipasto qualsivoglia mangime,
ma il treno non rallenta per ora la sua corsa.
-
Ad un Montale maturo le rispondo in antitesi con un montale più fresco e dolce.
QuoteMeriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.a me piace ricordarlo così, raccontato dalla luce che infuoca i suoi amati muretti a secco :)
-
-
Quartetto
In una istantanea ingiallita
di quarant’anni fa
ripescata dal fondo di in cassetto
il tuo volto severo nella sua dolcezza
e il tuo servo d’accanto; e dietro Sbarbaro
briologo e poeta – ed Elena Vivante
signora di noi tutti : qui giunti per vedere
quattro ronzini frustati a sangue
in una “ piazza-conchiglia “
davanti a una folla inferocita.
E il tempo? Quarant’anni ho detto e forse zero.
Non credo al tempo, al big bang, a nulla
che misuri gli eventi in un prima e in un dopo.
Suppongo che a qualcuno, a qualcosa convenga
l’attributo di essente. In quel giorno eri tu.
Ma per quanto, ma come? Ed ecco che rispunta
la nozione esecrabile del tempo.
Poiché la vita fugge…
Poiché la vita fugge
e chi tenta di ricacciarla indietro
rientra nel gomitolo primigenio,
dove potremo occultare, se tentiamo,
con rudimenti o peggio, di sopravvivere,
gli oggetti che ci parvero
non peritura parte di noi stessi?
C’era una volta un piccolo scaffale
che viaggiava con Clizia, un ricettacolo
di Santi Padri e di poeti equivoci che forse
avesse la virtù di galleggiare
sulla cresta delle onde
quando il diluvio avrà sommerso tutto.
Se non di me almeno qualche briciola
di te dovrebbe vincere l’oblio.
E di me? La speranza è che sia disperso
il visibile e il tempo che gli ha dato
la dubbia prova che questa voce E’
( una E maiuscola, la sola lettera
dell’alfabeto che rende possibile
o almeno ipotizzabile l’esistenza ).
Poi ( sovente hai portato
occhiali affumicati e li hai dismessi
del tutto con le pulci di Jhon Donne )
preparati al gran tuffo.
Fummo felici un giorno, un’ora un attimo
e questo potrà essere distrutto?
C’è chi dice che tutto ricomincia
eguale come copia ma non lo credo
neppure come augurio. L’hai creduto
anche tu? Non esiste a Cuma una sibilla
che lo sappia. E se fosse, nessuno
sarebbe così sciocco da darle ascolto.
-
UNGARETTI
Giugno
Quando
mi morirà
questa notte
e come un altro
potrò guardarla
e mi addormenterò
al fruscio
delle onde
che finiscono
di avvoltolarsi
alla cinta di gaggie
della mia casa
sul mare
Quando mi risveglierò
nel tuo corpo
che si modula
come la voce dell’usignolo
che si estenua
come il colore
del grano maturo
nella lucentezza
E nella trasparenza
dell’acqua
la tua pelle d’europea
gentile come le ali delle farfalle
si brinerà
di macchioline more
e mi soffocherai
come una pantera
librata
dalle lastre
squillanti
dell’aria
E socchiuderai
le palpebre
e vedremo
il nostro amore
reclinarsi
dolce
come la sera
mentre sopraggiunge
e le mie pupille
si tufferanno
nell’orizzonte di bitume
delle tue iridi
E ora il sereno
è chiuso
come a quest’ora
i gelsumini
nel mio paese
d’Africa
lontano
Tutto
diluisce
e scompare
in questa oscurità
E ho perduto
Il sonno
e oscillo
come una lucciola
al canto
di una strada
Quando
mi morirà
questa notte
( ……) il5 luglio1917
-
xxx
Non più notizie
da San Felice.
Hai sempre amato i viaggi
e alla prima occasione
sei saltata fuori
del tuo cubicolo.
Ma ora come riconoscersi
nell’etere ?
-
Ormai m’è agevole
iI mio sogno ricorrente.
E’ certo.
Sia pure sotto
mentite spoglie,
hai ridestato
lo schianto dell’abbandono,
il dolore e la disperazione
sempre vivi
nella mia fragile esistenza.
-
2019
Ch’io ricordi,
l’inverno scorso
è stato tra i più duri,
pertanto percepito
lunghissimo ( geniale
pensiero di Einstein ).
Non è mancata però
La consolazione
Delle manifestazioni
D’affetto familiari
Di moglie, figli e nipoti.
Per loro io paterfamilias
Dovrei esser eterno,
ma l’eternità appartiene
solo ai sentimenti
e alla poesia, come voleva
il Romanticismo ottocenresco.
-
Amore esclusivo
Tu non ci credevi,
amico mio di gioventù,
quando ti confessavo
che ero refrattario
e non provavo niente
per altra donna.
Era, invero, quel segnale
misterioso che fa riconoscere
l’amore vero e unico,
l’amore della vita.
Ed era colei cui
pensavo continuamente
e di cui ti parlavo
tanto spesso!
-
Cara Matilde,
anche tu
per la prima volta
ti accosti all’altare
per partecipare
alla mensa del Signore.
Giorno importante
nella tua esistenza
come quello in cui
apristi gli occhi alla vita
per la prima volta.
L’abito bianco
riflette il tuo candore
e preannuncia
in piena felicità
il tuo luminoso futuro.
Con l’augurio
di una vita di fede
sempre viva
da parte di tutti i tuoi cari.
-
Dormo…e sogno te.
Mi sveglio…e penso a te.
Di giorno mi fa capolino
Il tuo sorriso luminoso
E mi irradia la felicità
Di amarti, mia unica
Musa ispiratrice.
-
Il mio posto è
accanto a te,
e quando ti brillano
gli occhi di felicità
e il buon umore
ti sprizza fuori
da ogni poro,
e quando l’angoscia
e la disperazione,
la paura e il pessimismo
ti attanagliano il cuore.
Al sorgere del nuovo
giorno e al calar del sole,
sempre mi avvinghio te
e attendo speranzoso
le tue ambite effusioni
e paradisiache dolcezze.
-
Grazie per il lusinghiero accostamento.
2019
Ch’io ricordi,
l’inverno scorso
è stato tra i più duri,
pertanto percepito
lunghissimo ( geniale
pensiero di Einstein ).
Non è mancata però
La consolazione
Delle manifestazioni
D’affetto familiari
Di moglie, figli e nipoti.
Per loro io paterfamilias
Dovrei esser eterno,
ma l’eternità appartiene
solo ai sentimenti
e alla poesia, come voleva
il Romanticismo ottocentesco.
-
CARDUCCI
Per le nozze di mia figlia ( 1880-81 )
O nata quando su la mia povera
casa passava come uccel profugo
la speranza, e io disdegnoso
battea le porte de l’avvenire;
or che il piè fermai su ‘l termine
cui combattendo valsi raggiungere
e rauchi squittiscon da torno
i pappagalli lusingatori;
tu mia colomba t’involi, trepida
il nuovo nido voli a contessere
oltre Appennino, nel nativo
aere dolce de’ colli tòschi.
Va’ con l’amore, va’ con la gioia,
va’ con la fede candida. L’umide
pupille fise al vel fuggente,
la mia Camena tace e ripensa.
Ripensa i giorni quando tu parvola
coglievi fiori sotto le acacie,
ed ella reggendoti a mano
fantasmi e forme spiava in cielo.
Ripensa i giorni quando a la morbida
tua chioma intorno rozze strisciavano
le strofe contro a gli oligarchi
librate e al vulgo vile d’Italia.
E tu crescevi pensosa vergine,
quand’ella prese d’assalto intrepida
i clivi de l’arte e piantovvi
la sua bandiera garibaldina.
Riguarda, e pensa. De gli anni il tramite
teco fìa dolce forse ritessere,
e risognare i cari sogni
nel blando riso de’ figli tuoi?
O forse meglio giova combattere
fino a che l’ora sacra richiamine?
Allora, o mia figlia, - nessuna
me Beatrice ne’ cieli attende –
allora al passo che Omèro ellenico
e il cristiano Dante passarono
mi sgorga il tuo sguardo soave
la nota voce tua m’accompagni.
-
Osso di seppia
A letto ormai
Mi volgi le terga,
e prolungati silenzi
si frappongono tra noi.
Che ne è
Della gattina che
Nottetempo e non solo
Si annullava tra le mie braccia
O mi intratteneva
In un fiume di parole?
Mi hai inaridito al punto
Ch’altro non sono ormai
Che un osso di seppia.
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