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Oh, se le onde inghiottissero
la pena grande
del mio cuore;
e fuggisse dalla mente
financo l'eco del dolce suono
delle tue ingannevoli parole!
Eppure la musica
dell'antica fiaba
più non esce dal fondo scuro
della mia anima straziata
e, come onda su onda,
torna, sia pur sbiadita,
l'immagine ch'era l'idolo
ch'ogni dì adoravo,
il sospiro sempre nuovo
delle mie notti bianche.
-
Portami, o vento, nella terra di nessuno, ove,
ai piedi di un albero che tu d'estate ristori, io possa cantare l'amata,
deposto ogni triste pensiero. Canterò il suo dolce sorriso, i suoi mielati sussurri
e le sue finte resistenze. Lì sognerò d'essere vicino vicino alla mia bella,
stretto col fianco contro il suo fianco, anche s’ella non voglia. Scuoterò
dai suoi capelli e dal suo seno ogni foglia caduta per caso.
-
Prima che la danza vertiginosa delle Ore
impietosa avanzi e giunga la Notte sul suo carro
carico di ombre inquietanti;
prima che il Sonno t'avvolga nel suo
soporifero manto, ascolta
ascolta la voce del vento che,
quieto come Zefiro, ti smuove i capelli e ti sfiora.
Una nuova ti porta, antica quanto il mondo
batte per te un cuore che non si rassegna
e, come il mare, si agita o si placa,
secondo che di speme si nutra o s'incupisca.
-
Quando non disdegnerai più il talamo, e lascerai ch'io calmi
con tenere parole i tuoi timori,annoderò, tu arrendevole,
le sparse tue chiome e con carezze vincerò il tuo trepido pudore.
Allora avrà inizio la nostra festa nuziale e si diraderà ogni tenebra
nelle nostre menti, si sospenderà ogni nostra pena e respireremo di sollievo.
Berremo nella stessa coppa il vino dell'amore e ci lasceremo
travolgere dal delirio della prima volta.
-
Quanto rapido il trascorrere
di sì liete ore.
Oh, se fossi un mago
e potessi esclamare
– Fermati, o Tempo vorace
che ingoi le Ore ad una ad una,
senza mai fermarti! –
– Rendi omaggio alla mia bella
e ferma i tuoi passi. Se puoi, aspergi
il suo volto dell'oro di eternità
e fanne una stella
che brilli là su sempre per me.
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Quanto rapido il trascorrere
di sì liete ore.
Oh, se fossi un mago
e potessi esclamare
– Fermati, o Tempo vorace
che ingoi le Ore ad una ad una,
senza mai fermarti! –
– Rendi omaggio alla mia bella
e ferma i tuoi passi. Se puoi, aspergi
il suo volto dell'oro di eternità
e fanne una stella
che brilli là su sempre per me.
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Quel che posso dire di te è che sei di una bontà infinita,
di una sensibilità squisita, di una comprensione umana senza pari,
di una saggezza che è solo di pochi.
Ma è quello che la gran parte della gente dice di te.
Di più voglio dire, che sei per me il bene più grande del mondo,
l'unica donna, insostituibile, l'unico tesoro ch'io
sarei sciocco a non custodire gelosamente.
-
Qui, sur un letto di verde erba,
sotto queste svettanti querce centenarie,
lauri e cipressi ombrosi,
io t'offrirò bevanda d'ambrosia
e uva dai dolci grappoli,
nettare d'amore.
Sarai per me il frutto più polposo,
bruciore nell'anima,
fresca fonte contro l'inestinguibile arsura.
In breve, bruceranno i nostri corpi,
stretto l'uno all'altro,
mormoranti dolci suoni e alate parole.
-
Sapore di miele mi lasciano i tuoi baci,
brividi d'emozione mi sprigionano le tue carezze
e magia sono per me i tuoi sguardi penetranti e luccicanti di stelle.
Se poi mi mordicchi il lobo o il labbro, mi procuri la più dolce
delle torture e mi fai amare perfino il dolore.
-
Scorgo nei tuoi atti
il carattere del mare.
Esso sovente sta calmo, d'estate,
rallegra i marinai e non fa loro danno;
all'improvviso, però,
si agita e divien furioso,
generando uno spaventoso fragore di cavalloni,
e minaccia la vita che prima allietava.
Tale è il tuo umore cangiante:
un giorno ridi, tutta allegra,
sì che a vederti il cuore si allarga;
un altro giorno non sopporti nulla
e fai la pazza se m'avvicino,
in tutto simile alla cagna coi cuccioli,
che tutti scoraggia,
familiari ed estranei.
-
Sei tu
Il più bel dono di Cipride,
che ama il sorriso.
Né da meno sono state le Muse,
che amano il canto.
Testardo, ogni ora del dì
grido il tuo nome
e paziente attendo
tu mi dica
quel dolce suono
che fa lieto ogni vivente
che freme sulla terra
e fa pazzo di felicità
ogni essere spasimante.
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Senza uno sguardo,
senza una carezza,
fai cenno ch'è giunta l'ora.
Come il soffio del vento
che or ora dormiva
improvviso circola e trema
nell'erba folta,
esplode il sentimento che ci accomuna
ed è tutto un incendio,
che travolge le nostre bocche
e le nostre mani tremanti.
Oh, come siamo felici!
Che il cielo non ci invidi
e non sciolga l'incanto!
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Senza uno sguardo,
senza una carezza,
fai cenno ch'è giunta l'ora.
Come il soffio del vento
che or ora dormiva
improvviso circola e trema
nell'erba folta,
esplode il sentimento che ci accomuna
ed è tutto un incendio,
che travolge le nostre bocche
e le nostre mani tremanti.
Oh, come siamo felici!
Che il cielo non ci invidi
e non sciolga l'incanto!
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Serena o turbata, la mia amata è sempre più bella,
come il mare, quando l' aure han posa o quando l' onde s'avventano
al cielo, percosse dallo sfrenato Euro.
O lieta o mesta, sempre mi rallegra la tua vista. Sempre un lieto
giorno o un ciel sereno o un cheto mare mi appare meno bello
della tua guancia pien di grazia, o vezzosa pupilla degli occhi miei.
Nessun sentire, o timore o dolore, o rabbia o dispetto, può fare meno bello
Il tuo nobile aspetto. Molto amor mi spira,e tu prendine cura
dei miei caldi affetti. ché della mia storia non poca parte tu sei, tu,
mio profumo più caro dell'arabe fragranze.
E sappi che nulla può separare l'eccelse anime amanti.
Tal ventura m'è data, che la tua imago non si stacca dalla mente.
Al far del giorno a te corre il mio primo pensiero. E ricorre, ricorre,
a mano a mano che passano le ore.
Quando sopravviene la sera, mi rode la nostalgia, e mi travolge la malinconia.
Eppur m'è cosa dolce e cara, che mi consola.
-
Sotto questo azzurro e terso cielo
nella luce abbacinante del mattino
vedo danzare nei tuoi occhi
i raggi del sole ridente,
mentre tu inneggi alla vita
ed io canto l'amore di sempre.
Qui che respiriamo l'aria sottile, fresca,
ch'accarezza il "campo del lago",
la conca ampia di Seefeld,
bianca di neve sui tetti spioventi
delle ville e degli alberghi,
sulle cime zigzagate della corona dei monti
e sui pendii delle piste
e nell'ampia piana dello sci di fondo.
Vieni, confondiamoci tra la folla variopinta
dei turisti, fanciulli, giovani e anziani
spensierati e felici
di questo mondo di favola,
lontani dal grigio quotidiano,
almeno per altri trenta giorni.
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Splendeva la luna
intorno al tuo latteo seno;
una bellissima collana di perle smaglianti
cingeva il tuo tenero crollo;
un ritorto bracciale d'oro bianco
ornava il tuo polso sottile;
una veste splendente,
simile a peplo di vergine achea,
indossavi, più fulgido che bagliore di fiamma.
Eri una dea,
eri Afrodite in persona,
quando le Càriti e le Ore
la rivestono di peplo odoroso dei fiori
di tutte le stagioni,
croco e giacinto,
viola e rosa,
narciso e giglio.
-
Terre nuove e cieli nuovi
ci attendono in questo fausto dì,
preludio di gioia incontenibile
e di amplessi appassionati.
Vedi, cara, Il cielo ci è amico, oggi.
Anche tu, fortuna, ci arridi
perciò non volgere altrove i tuoi passi silenti
e assistici per lunghissimo tempo.
Spasmodica è stata l'attesa,
dubbiosa la speranza,
greve la malinconia: perciò
non invidiate, o dei, la lucente stella
che ci guida e congiunge i nostri cuori,
sì che battano all'unisono,
e le nostre anime, sì che siano
di due una, per lungo,
lunghissimo tempo.
-
Ti lavino le Grazie
nel recinto sacro di Pafo,
novella Afrodite,
e ti ungano dell'olio divino,
riservato alle membra degli dèi dall'eterna vita,
olio amabile, profumo odoroso.
Come lei, tu ami il sorriso
e tale ne esci dai lavacri ver me
che attonito miro.
Come se le tue guance fossero state dipinte
con l'essenza delle rose; le tue labbra
col fuoco di fiori vermigli; la tua fronte
con il raggio della luna in una notte di plenilunio,
quando dallo stormire delle foglie
nasce profonda quiete.
Sei una vergine dea
uscita dai lavacri della fonte Catusa,
stillante rugiadose gocce di acqua balsamica.
Sei la cosa più bella, sopra la terra bruna:
è Cipride che mi travolge nella brama,
ed io sono come uno degli dei,
felice di annullarmi fra le tue braccia.
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Tremo come foglia al vento,
rorida è la fronte,
brucia e avvampa il cuore
e il sangue nelle vene,
appena rivedo il mio unico sole!
Null'altro conta,se esso mi arride.
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Una vita davanti,
speriamo lunga ancora,
speriamo sempre felice.
È l'augurio che possiamo
reciprocamente farci,
se davvero vogliamo essere
due cuori e solo un'anima,
vite avvinghiata al tronco,
sostegno l'uno dell'altra,
l'una unico sole dell'altro,
fonte di refrigerio
nelle ombre che attraversano la vita.
-
Vedi, o cara, come si stende il Pollino,
candido di neve: spettacolo non consueto
e per ciò pieno di fascino per noi, che
ne amiamo ogni più riposto sito,
in qualunque stagione dell'anno.
Pare quale velo di sposa, che cela
II suo pudore nel dì dei sacri Imenei,
avanti che, tra pallore e lacrime di paura,
ella si arrenda all'amplesso nuziale,
nunzio di novella prole.
Cessano i venti e Cerere, calcando con le sue rosee
piante le lattee zolle, imprime alla terra palpitante
il sigillo della fertilità che,
in primavera, darà i suoi frutti e ammanterà
le coste, gli anfratti e i pianori di verde smeraldo
e dei colori vari ch'esploderanno dai bocciuoli.
Allora Venere, lasciata la serena superficie del mare
profondo o la cresta dei flutti roboanti
da presso alla riva, là dove muore l'onda,
porterà i suoi doni e i suoi travagli ai viventi,
sì che Natura si rinnovi festante.
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Venti contrari spirano e la nostra vela fatica a volare sull'onde.
Ma nel segreto del cuore sappiamo che alfine cesseranno e sulla quiete
marina giungeranno al porto agognato. Là. Sulla nostra isola, nella capanna che ci
aspetta uniremo i nostri corpi in un amplesso senza fine, senza contare
più le ore e i giorni; dimenticheremo ogni travaglio e porremo il passato
alle nostre spalle.
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Perché non mi apri il tuo cuore?
C' è un angolino, sono certo,
tutto riservato a me.
Di là sale alla tua mente, di tanto in tanto,
la voce di Cupido?
Dimmi quello che ti dice
e ch'io vorrei sentire.
Parla in sordina d'amore?
Dimmelo, ti prego, e farai di me
l'uomo più felice del mondo,
il tuo schiavo per sempre.
Non sono niente le parole, ma quella
che attendo da te è per me salvifica.
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Your eyes have
the key to my heart,
because only in them does my soul rest,
hope is revived
and my torment is quieted
whether he actually sees them
whether with the mind I sink into them.
Big, sweet and bright,
make your desire shine through
to love me and console me for life.
They also express your doubts,
your uncertainties and, together,
the hope of a future all for us,
until the end of days. -
I no longer fear the sweet song of the treacherous sirens, if it brings me painful luck
to shipwreck among smoky ionic waves, with no hope of escape.
Only there is the most trustworthy port where the war of a love can cease
impossible, born among strong winds and hard rocks, in the stormy sea.
Because the sun is out in this city and no longer lives leaf in tree or flower
in public garden lawn. Why is she so deaf to my invitation to love?
Only these waves and this sea are so pitiful
towards my soft eyes!-
mipiace molto il fatto che tu abbia deciso di scrivere in inglese :)
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lullabyblue0 ha aggiunto una reazione
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