- Uomo
- 85 anni
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Risposte agli aggiornamenti di stato pubblicati da fel55
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non è proprio una poesia, ma potremmo definirlo poema moderno, no? :)
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Dai il bando
ai pensieri foschi!
Vaga per i boschi
e chiama insistente
l'amore che verrà.
Tu intanto
godi quel pizzico di serenità
che il cielo azzurro ti darà
e l'aroma di resina o di timo
che il bosco alle tue nari manderà.
Assaporerai così
il profumo dell'amore
che certo di lì a poco
non ti mancherà.
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Ti auguro un sereno weekend...scrivi tanto che poi voglio dare un'occhiata ;)
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Felice io sono,
che posso trascorrere l'oggi
senza pianto, e cantare,
ispirato dalla Musa
che assiste questo poeta dell'amore,
sia che lodi la luce
ch'effondono gli occhi dell'amata,
sia che enumeri i sospiri e le pene
per la sua lontananza.
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Con ogni addio impari.
E impari che l’amore non è appoggiarsi a qualcuno
e la compagnia non è sicurezza.
E inizi a imparare che i baci non sono contratti
e i doni non sono promesse.
(Jorge Louis Borges)Quel bacio d’addio che somiglia al saluto, quell’ultimo sguardo d’amore che diventa la più acuta fitta di dolore.
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Passo per salutarti, Gran Signore, grazie per le poesie. Dovresti tenere dei corsi a tanti giovinastri che non sanno cosa si stanno perdendo in educazione e romanticismo.
Buona giornata -
C'è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, e rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l'età; quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare. | Da lì fuggir non potrò poiché la fantasia d'incanto risente il nostro calore e non permetterò mai ch'io possa rinunciare a chi d'amor mi sa far volare.
Alda Merini
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Parole no,
solo sguardi teneri
e sospiri.
Mano nella mano,
lungo il sentiero
fra i mille colori dell’autunno.
Come adolescenti tesi
verso un’indefinita felicità,
al riparo dai rumori del mondo.
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Non dobbiamo arrenderci,
bisogna rimanere forti
stoici
coraggiosi
soprattutto quando la vita
ci sembra più spietata che mai,
quando la felicità è un barlume,
un ricordo.
nei pensieri oppressi dal buio.
Dobbiamo essere
una fiamma
che non si spegne mai,
neanche quando il vento
soffia più forte.
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PASCOLI
Da “ Myricae “ – Sez. “ Tramonti “
I – La Sirena
La sera, fra il sussurio lento
dell’acqua che succhia la rena,
dal mare nebbioso un lamento
si leva : il tuo canto, o Sirena.
E sembra che salga, che salga,
poi rompa in un gemito grave.
E l’onda sospira tra l’alga,
e passa una larva di nave :
un’ombra di nave che sfuma
nel grigio, ove muore quel grido;
che porta con sé, nella bruma,
dei cuori che tornano al lido :
al lido che fugge, che scese
già nella caligine, via;
che porta via tutto, le chiese
che suonano l’avemaria,
le case che su per la balza
nel grigio traspaiono appena,
e l’ombra del fumo che s’alza
tra forse il brusìo della cena.
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Buongiorno a tutti :)
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Ecco ride l’Oriente
E un raggio di sole
Indora la tua limpida fronte
E ridona il rosa
Alle tue molli labbra,
Che età non discolora
Né increspa.
Le tue pupille brillano
Come la stella mattutina.
M’invade l’odor femmineo
Del talamo
E m’inebrio del profumo
Singolare che solo è tuo
E di nessun’altra.
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XVI – Ultimo canto
Solo quel campo, dove io volga lento
l’occhio, biondeggia di pannocchie ancora,
e il solicello vi si trascolora.
Fragile, passa fra’ cartocci il vento:
uno stormo di passeri s’invola :
nel cielo è un gran pallore di viola.
Canta una sfogliatrice a piena gola :
Amor comincia con canti e con suoni
e poi finisce con lacrime al cuore.
XVII – Il piccolo bucato
Come tetra la sizza che combatte
gli alberi brulli e fa schioccar le rame
secche, e sottile fischia tra le fratte!
Sur una fratta ( O forse è un biancor d’ale? )
un corredino ride in quel marame :
fascie, bavagli, un piccolo guanciale.
Ad ogni soffio del rovaio, che romba,
le fascie si disvincolano lente;
e da un tugurio triste come tomba
giunge una nenia, lunga, paziente.
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Dalle stelle precipiterei
Negli abissi,
Se tu cessassi di amarmi
Per tua o per mia colpa.
Il cielo dell’anima mia
Sarebbe sempre coperto di livore
O in tutto simile a notte fonda.
Buio sarebbe il futuro,
Spenta ogni speranza di vita.
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Se è vero
Che ancor m’accetti
Quale amante e sposo
Indissolubilmente a te congiunto,
E’ vero anche
Che la tua fiducia traballa
E ti rode la gelosìa latente
-
Credimi – immotivata.
Quali prove ancora
Ti attendi?
T’amo ancora…
come sempre
E mai potrei…
Fare a meno di te!
-
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Se è vero
Che ancor m’accetti
Quale amante e sposo
Indissolubilmente a te congiunto,
E’ vero anche
Che la tua fiducia traballa
E ti rode la gelosìa latente
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Credimi – immotivata.
Quali prove ancora
Ti attendi?
T’amo ancora…
come sempre
E mai potrei…
Fare a meno di te!
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MONTALE
Da “ Quaderno di quattro anni “
Domande senza risposta
Mi chiedono se ho scritto
un canzoniere d’amore
e se il mio “ onlie begetter “
è uno solo o è molteplice.
Ahimè,
la mia testa è confusa, molte figure
vi si addizionano,
ne formano una sola che discerno
a malapena nel mio crepuscolo.
Se avessi posseduto
un liuto come d’obbligo
per un “trobar “ meno chiuso
non sarebbe difficile
dare un nome a colei che ha posseduto
la mia testa poetica o altro ancora.
Se il nome
fosse una conseguenza delle cose,
di queste non potrei dirne una sola
perché le cose sono fatti e i fatti
in prospettiva sono appena cenere.
Non ho avuto purtroppo che la parola,
qualche cosa che approssima ma non tocca;
e così
non c’è depositaria del mio cuore
che non sia nella bara. Se il suo nome
fosse un nome o più nomi non conta nulla
per chi è rimasto fuori, ma per poco,
della divina inesistenza. A presto,
adorate mie larve!
-
Il mio posto è
accanto a te,
e quando ti brillano
gli occhi di felicità
e il buon umore
ti sprizza fuori
da ogni poro,
e quando l’angoscia
e la disperazione,
la paura e il pessimismo
ti attanagliano il cuore.
Al sorgere del nuovo
giorno e al calar del sole,
sempre mi avvinghio te
e attendo speranzoso
le tue ambite effusioni
e paradisiache dolcezze.
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Il mio posto è
accanto a te,
e quando ti brillano
gli occhi di felicità
e il buon umore
ti sprizza fuori
da ogni poro,
e quando l’angoscia
e la disperazione,
la paura e il pessimismo
ti attanagliano il cuore.
Al sorgere del nuovo
giorno e al calar del sole,
sempre mi avvinghio te
e attendo speranzoso
le tue ambite effusioni
e paradisiache dolcezze.
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MONTALE
Da “ Quaderno di quattro anni “
Domande senza risposta
Mi chiedono se ho scritto
un canzoniere d’amore
e se il mio “ onlie begetter “
è uno solo o è molteplice.
Ahimè,
la mia testa è confusa, molte figure
vi si addizionano,
ne formano una sola che discerno
a malapena nel mio crepuscolo.
Se avessi posseduto
un liuto come d’obbligo
per un “trobar “ meno chiuso
non sarebbe difficile
dare un nome a colei che ha posseduto
la mia testa poetica o altro ancora.
Se il nome
fosse una conseguenza delle cose,
di queste non potrei dirne una sola
perché le cose sono fatti e i fatti
in prospettiva sono appena cenere.
Non ho avuto purtroppo che la parola,
qualche cosa che approssima ma non tocca;
e così
non c’è depositaria del mio cuore
che non sia nella bara. Se il suo nome
fosse un nome o più nomi non conta nulla
per chi è rimasto fuori, ma per poco,
della divina inesistenza. A presto,
adorate mie larve!