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  1. MONTALE

    Sorapis, 40 anni fa

     

    Non ho mai amato molto la montagna

    e detesto le Alpi. Le Ande, le Cordigliere

    non le ho vedute mai. Pure la Sierra

    de Guadarrama mi ha rapito, dolce

    com’è l’ascesa e in vetta daini, cervi,

    secondo le notizie dei dèpliants turistici.

    Solo l’elettrica aria dellEngadina

    ci vinse, mio insettino, ma non si era

    tanto ricchi da dirci “ hic manebimus “.

    Tra i laghi solo quello di Sorapis

    fu la grande scoperta. C’era la solitudine

    delle marmotte più udite che intraviste

    e l’aria dei Celesti, ma quale strada

    per accedervi? Dapprima la percorsi

    da solo per vedere se i tuoi occhietti

    potevano addentrarsi tra cunicoli

    zigzaganti tra lastre alte di ghiaccio.

                                                     E così lunga! Confortata solo

    Nel primo tratto, in folti di conifere,

    dallo squillo d’allarme delle ghiandaie.

                                                   Poi ti guidai tenendoti per mano

    fino alla cima, una capanna vuota.

    Fu quello il nostro lago, poche spanne d’acqua,

    due vite troppo giovani per essere vecchie,

    e troppo vecchie per sentirsi giovani.

    Scoprimmo allora che cos’è l’età.

    Non ha nulla a che fare col tempo, è qualcosa che dice

    che ci fa dire siamo qui, è un miracolo

    che non si può ripetere. Al confronto

    la gioventù è il più vile degli inganni.