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CARDUCCI
Idillio maremmano
Co ‘l raggio de l’april nuovo che inonda
roseo la stanza tu sorridi ancora
improvvisa al mio cuore, o Maria bionda;
e il cuor che t’obliò, dopo tant’ora
di tumulti oziosi in te riposa,
o amor mio primo, o d’amor dolce aurora.
Ove sei? Senza nozze e sospirosa
non passasti già tu; certo il natio
borgo ti accoglie lieta madre e sposa;
chè il fianco baldanzoso ed il restio
seno a i freni del vel promettean troppa
gioia d’amplessi al marital desio.
Forti figli pendean da la tua poppa
certo, ed or baldi un tuo sguardo cercando
al mal domo caval saltano in groppa.
Com’eri bella, o giovinetta, quando
tra l’ondeggiar de’ lunghi solchi uscivi
un tuo serto di fiori in man recando,
alta e ridente, e sotto i cigli vivi
di selvatico fuoco lampeggiante
grande e profondo l’occhio azzurro aprivi!
Come il cìano seren tra ‘l biondeggiante
or de le spighe, tra la chioma flava
fioria quell’occhio azzurro; e a te d’avante
la grande estate, e intorno, fiammeggiava;
sparso tra’ verdi rami il sol ridea
del melogran, che rosso scintillava.
Al tuo passar, siccome a la sua dea,
il bel pavon l’occhiuta coda apria,
guardando, e un rauco grido a te mettea.
Oh come fredda indi la vita mia,
come oscura e incresciosa è trapassata!
Meglio era sposar te, bionda Maria!