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Ciao ancoradolce! Sono sicura che li conosci già, ma mi piacerebbe sapere cosa pensi di loro! Io trovo che abbiano avuto un'ottima idea per avvicinare molte persone a strumenti che solitamente non vengono usati per la musica più commerciale!
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Ti piace Ligabue o solo la copertina di uno dei suoi album?
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Hey carmal, cosa ci racconti di bello? Vedo che stai pubblicando un sacco di riflessioni carine!!
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Lei pretendeva che lui le leggesse nei pensieri. Abbozzava ogni gesto, ogni discorso in attesa che lui terminasse quanto già iniziato, pena il distacco, l’incomprensione e la freddezza. Non lo faceva per gioco o per distrazione ma era una esigenza profonda. Era il suo modo di intendere l’amore, l’intesa e la complicità. Nonostante manifestasse con orgoglio la propria indipendenza fisica e spirituale da lui, intimamente pendeva dalle sue labbra. Perché lui era il suo naturale completamento, sapeva leggere l’alfabeto delle sue emozioni.
A lei piaceva ascoltare, abbandonarsi alle sue parole, le piaceva perdersi tra le sue carezze come un gozzo in mare aperto nel corso di una tempesta impetuosa: uno sguardo, un respiro o un sospiro erano la stella polare, i punti cardinali.
Lui aveva i tutti i mezzi per capire la direzione da seguire, era stata lei a fornirglieli. Talvolta lo faceva con disinvoltura, con estrema naturalezza, quasi con facilità, altre volte non ci riusciva, non capiva dove era la meta, il fine da perseguire, e allora si apriva una voragine.
Inutile gridare: la terra tra i due continuava ad aprirsi lentamente ed inesorabilmente, senza tregua. E quando succedeva tra i due si innalzava un muro silenzioso.
Lei soffriva: una sofferenza senza spiragli, buia, chiusa e impenetrabile. Lui era incapace di attrarla nuovamente a sé: ogni parola, ogni gesto risultava banale, futile e inutile. Soffrivano entrambi.
Si promettevano che non sarebbe mai più accaduto ma poi sapevano che si sarebbero reciprocamente smentiti.
E nonostante tutto continuavano a cercarsi perché il territorio del non-detto li affascinava. Un territorio difficilmente accessibile, fuori dai luoghi comuni dei sentimenti. Ognuno aveva un proprio ruolo definito, nella loro inconsapevolezza sapevano dove volevano arrivare, “sbagliavano da professionisti”. -
Amélie Nothomb, in “Acido solforico” racconta una cosa deliziosa che fa al caso di chi vive situazioni di disagio. Racconta di un prigioniero in un campo tedesco durante la seconda guerra mondiale. Le condizioni di sopravvivenza disumane e disumanizzanti. Lui e i compagni si stavano trasformando in poveri selvaggi, bestie sofferenti. Nelle loro menti, pensieri insopportabili. Un giorno quest’uomo ebbe un’idea geniale. Inventò il “gioco della dama”. Il gioco consisteva nell’immaginare che in mezzo a loro ci fosse una dama d’alto rango, di fronte alla quale ci si sarebbe dovuti comportare in maniera degna della sua nobiltà. Tutti accettarono di costruirsi questa fantasia. Un po’ per volta, a forza di vivere alla presenza della nobile dama, avevano ripristinato la civiltà e si resero conto di essere salvi. Questa vittoria della mente sostenne i prigionieri fino alla fine.Mi sembra davvero una bella storia. La comprende bene chi cerca di tenere alto il morale in una situazione in cui il dolore e l’impotenza suggerisce quotidianamente una sorta di deriva. L’immaginazione è capace di fare questi miracoli.“Chiunque conosca un inferno durevole o passeggero, per affrontarlo può ricorrere alla tecnica mentale più gradevole che esista: raccontarsi una storia. L’infelice che riesca a riempirsi il petto di un soffio di grandezza rialza la testa e smette di compatirsi” (A. Nothomb)
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All’ombra di un acero di monte,seduta in quiete in questo loco eterno,respiro un sole audace, con la fronteverso colline in nostalgia di inverno.
Un pino strano tra betulle e faggiporta con sé la nostalgia del mare.Io allargo del pensiero i vasti raggi,in preda a un’aria che mi fa sognare.
Vorrei restare per sempre in questa posa,fissata in un presente senza fine,ove l’istante tutto il tempo sposae le cose lontane sono vicine.
Ma poi mi scuoto e mi rimetto in piedi,mi dico: sveglia, non ti addormentare!Riprendi il tuo cammino e se non vediproprio per questo tu vorrai cercare. -
Finché avrò vita, finché avrai vita,
sempre un casto e appassionato bacio
unirà le nostre labbra,
congiungerà le nostre anime
e ci assicurerà il favore del Cielo.
Non temere, cara
non vacillerà la mia fede,
non si spegnerà il mio fuoco,
ma sarai il solo pensiero, e,
spero, sarò la tua unica fiaccola.
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Idolo mio, ché tale tu sei,
sei la cosa più bella
che il destino m'abbia concesso.
Mio cuore, mio bene,
che unico sei
e unico sarai nei dì concessi
al nostro mortale viaggio
su questo mondo.
Già, perché più della mia
stessa vita, tu conti
e tale valore sarai
per sempre, in ogni domani
che scorrerà davanti a noi.
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Mi spinge il soavissimo Eros alla tua porta,
quando calano le tenebre della notte,
ma tu non mi apri e mantieni il tuo broncio.
Ne sapessi almeno la cagione!
L'intima rabbia in petto mal celata,
ti serra la bocca e tu ti nutri di fiele.
A lungo durerà il tuo gelo?
Soccorrimi, o Eros e ispira alla mia donna
Il tuo perverso delirio,tu che spingi
anche una vergine a lasciare il suo sicuro nido
e pure una sposa a fuggire lontano dal letto
ancor caldo del derelitto marito.
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VOLEVO RICORDARVI DI AFFRONTARE SEMPRE LA VITA COME QUESTA CANZONE DEL POVERO PIERANGELO BERTOLI E NON ARRENDETEVI MAI :
A MUSO DURO
E adesso che farò non so che dire
Ho freddo come quando stavo solo
Ho sempre scritto i versi con la penna
Non ho ordini precisi di lavoro
Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
E quelli che rubavano un salario
I falsi che si fanno una carriera
Con certe prestazioni fuori orarioCanterò le mie canzoni per la strada
Ed affronterò la vita a muso duro
Un guerriero senza patria e senza spada
Con un piede nel passato
E lo sguardo dritto e aperto nel futuro
Ho speso quattro secoli di vita
E fatto mille viaggi nei deserti
Perché volevo dire ciò che penso
Volevo andare avanti ad occhi aperti
Adesso dovrei fare le canzoni
Con i dosaggi esatti degli esperti
Magari poi vestirmi come un fesso
E fare il deficiente nei concertiCanterò le mie canzoni per la strada
Ed… -
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Buongiorno!!
Anch io voglio un coinquilino così....