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    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da klaus55bs per l'aggiornamento : Da una collaborazione con un vecchio amico, il racconto dello ZENZERO DI NATALE riscr   

    Da una collaborazione con un vecchio amico, il racconto dello ZENZERO DI NATALE riscritto a 2 tastiere.
    Rebecca Barr e Marcus L. Nolde
     
    Le ruote del carrello hanno toccato la pista; tutto vibra! Atterraggio un poco brusco, ma niente di che: mi è capitato di peggio. L’aereo decelera, rulla sul cemento… siamo quasi fermi. Il pilota si dirige al terminal. Si accendono le luci, possiamo togliere le cinture. Il portellone si apre, scendiamo dalla scaletta, ci accoglie l’aria del tropico, dolce e calda. Siamo arrivati,finalmente! Siamo tornati a calpestare con le suole delle nostre scarpe la terra di questa che ormai chiamiamo la nostra isola, il nostro esclusivo rifugio, dove noi due ci rintaniamo quando possiamo concederci qualcosa in più del solito e troppo breve fine settimana; un piccolo angolo di paradiso affacciato sull‘oceano, circondato da morbide sabbie bianche e imponenti rocce nere. So che cosa mi aspetta, e di questo ne sono felice: faremo lunghe camminate tra la vegetazione selvaggia, come ragazzini incoscienti ci lanceremo dagli scogli e nuoteremo coraggiosamente in queste acque in compagnia di pesci predatori, per poi tornare, la sera, nella nostra casa, una piccola deliziosa costruzione ricoperta per intero di calce bianca, e che dall’alto di un poggio brullo e assolato guarda verso il blu dell’oceano... Passiamo il controllo passaporti, nulla da dichiarare, a parte il fatto di essere felici di trovarci di nuovo qui. Poi il controllo bagagli; una rapida occhiata da parte dell’addetto della dogana, il quale ci dice che è tutto a posto. Ci allontaniamo per andare subito nell’ufficio dell‘autonoleggio. Compiliamo il modulo, ritiriamo le chiavi e ci dirigiamo nel parcheggio in cerca della nostra piccola autovettura fuoristrada che abbiamo prenotato... Non prendiamo subito la direzione di casa: prima un veloce salto al mercato; il frigorifero è vuoto e lo dobbiamo per forza riempire, non possiamo rimanere digiuni. Qualche negozietto di specialità alimentari del luogo, la mescita dei vini, spezie, frutta, verdura… ecco, ora abbiamo tutto quello che ci serve, e forse anche di più!L’auto è carica; possiamo partire... Una ventina di minuti di marcia tra strade strette e tortuose, e arriviamo nel nostro eremo felice. Troviamo tutto in ordine e pulito; chi ci cura la casa ha fatto proprio un bel lavoro! Non resta che disfare le valigie. Io ne approfitto subito per togliermi gli abiti civili e diventare una selvaggia, pochi sono i centimetri di stoffa che mi lascio addosso... Siamo in veranda, un paio di bicchieri di vino, peccato che non sia fresco al punto giusto, ma si sa, siamo appena arrivati, ci vuole tempo. Lui mi passa la sua sigaretta, mi chiede se voglio fare un tiro, rinuncio. Lui si alza, rientra in casa, lo sento armeggiare. Dopo un paio di minuti sento le note di Insensatez e poi la voce di Astrud Gilberto, una musica e un canto fantastici, che fanno sognare. Il sole sta calando, a queste latitudini il buioarriva presto... Lui ritorna per godersi gli ultimi istanti di questo tramonto dalle mille luci infuocate. Terminiamo di bere, termina anche la musica; è ora di rientrare, di darsi da fare... Vado in cucina, lui mi raggiunge. Gli dico che per cena avremo pesce: pesce spada allo zenzero, e gli chiedo di aiutarmi. Mentre io mi occupo delle verdure lui si dedica a togliere la buccia ai rizomi dello zenzero. Un sorriso strano è comparso sul suo volto; lo guardo incuriosita. Lui nel frattempo ha terminato di sbucciare una delle radici, e modellandola con il coltellino ne ha ricavato un bastoncino della lunghezza di dieci centimetri. Lo solleva in modo che io lo veda. Gli chiedo che cosa sta facendo, se gli sembra il caso di dedicarsi alla scultura; non immaginavo che vi fosse in lui una vena d’artista; sorrido. Poi lo invito a sbrigarsi perché c’è ancora molto da fare; e che andando avanti di questo passorischiamo di cenare a notte inoltrata. Pare che lui non se ne preoccupi, anzi, mi propone di sospendere per un momento l’attività intorno ai fornelli e mi assicura, mentre mi mostra ancora la radice dello zenzero, che rimarrò piacevolmente sorpresa. È tardi ma sto al gioco, e lo lascio fare. Mi mette le mani sulle spalle e con una leggera pressione mi costringe a voltarmi. Lo vedo mentre dal cassetto prende un tovagliolo, lo arrotola creando una specie di bandana. Me lo appoggia sugli occhi e con un nodo stretto lo legaintorno al mio capo... Sono cieca! Non vedo più nulla!, mi dico, e all’improvviso mi viene da ridere; per tutta risposta lui mi dà un pizzicotto sul sedere e mi invita a rimanere seria… È in piedi, dietro di me. Avverto il suo respiro caldo sul mio collo. Mi sposta i capelli, mi dà un bacio, fascorrere le suemani. Trova il fiocco che chiude il bikini e lo slaccia. Poi la sua mano scende, mi abbassa lo slip...Shhh… mi intima di fare silenzio, e nel mentre fa scorrere qualcosa di misterioso, freddo e umido, lungo la mia coscia. Temo qualcuno dei suoi stupidi scherzi e cerco di spostarmi, ma non riesco: mi blocca col suopeso contro il tavolo... l’oggetto freddo e viscido prosegue il suo viaggio lungo l’interno della mia gamba, disegnando ghirigori senza senso. Poi sento che sale, lui si muove più verso l’alto e al centro, e con esso inizia in maniera sfacciata a esplorare il mio inguine. Lo alza, lo abbassa, lo spinge… ancora non riesco a capire cosa diavolo sia e soprattutto cosa lui abbia in mente di fare... Sto per perdere la calma. Faccio per togliermi da questa posizione e levarmi la benda che ho davanti agli occhi; ma lui non me lo permette, mi anticipa, e senza dire nulla, infila dentro di me l’oggetto misterioso. Non avevo previsto una simile mossa, ho un sussulto. Un brivido mi percorre tutto il corpo, l’oggetto è davvero freddo, ghiacciato… l’oggetto? Ecco cos’è: il rizoma di zenzero tagliato a bastoncino!… Mi chiede che cosa provo. È freddo, ho solo la forza di rispondere. Lui mi invita ad aspettare, ad avere ancora un attimo di pazienza… Mentre lo muove dentro quella che di me è la parte più intima e segreta, inizio a sentire una specie diprurigine... dopo pochi secondi diventa bruciore e… Oddio! Mi sto bagnando. Lo stimolo aumenta, non fa male, è una sensazione strana, che ha come conseguenza che io continui a bagnarmi… un pungolo nella carne, un misto di tormento e passione. Più mi bagno e più sento che dentro qualcosa mi morde, pizzica;e ciò non fa che aumentare la mia eccitazione. Sono un lago dalle onde gonfie e increspate dal vento, un fiumeimpetuoso dai mille vortici. Sto letteralmente colando, le mie ginocchia tremano, le mie gambe, mi pare abbiano preso la consistenza di un budino. Vacillo… Mi sento di continuo sul punto di venire senza però che questo accada... Sento la sua voce, ma le sue parole mi arrivano come se risalissero dal fondo di un pozzo, da una distanza immensa, confuse; tutto mi vortica intorno; e un delirio dei sensi... Toglie il bastoncino e lo passa sul mio clitoride che inizia furiosamente a pizzicare provocando un‘altra ondata di eccitazione fuori controllo. Fatico a reggermi in piedi. So solo che voglio venire ma non vengo. Mi sto bagnando come non mi era mai successo... Poi, all’improvviso,smette, maledetto… mi lasciainsoddisfatta, ansimante, e con gli occhi ancora bendati. Restaappoggiato a me per impedirmi di muovermi... Il bruciore inizia a scemare, non però la mia voglia insoddisfatta... Mi toglie la benda,mi fa voltare, e dopo avermi dato un bacio mi dice che non possiamo proseguire: c’è la cena da preparare. Sorride, e mentre con aria malandrina mi fa vedere un altro rizoma di zenzeroancora da sbucciare e mi dice che seguiteremo dopo cena... Stordita, sono stordita… aspetterò… più tardi, dopo cena.
  2. Fantastico!
    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da gero124 per l'aggiornamento : Da un libro che finalmente sono riuscita a leggere    
    Da un libro che finalmente sono riuscita a leggere 

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    Da una collaborazione con un vecchio amico, il racconto dello ZENZERO DI NATALE riscritto a 2 tastiere.
    Rebecca Barr e Marcus L. Nolde
     
    Le ruote del carrello hanno toccato la pista; tutto vibra! Atterraggio un poco brusco, ma niente di che: mi è capitato di peggio. L’aereo decelera, rulla sul cemento… siamo quasi fermi. Il pilota si dirige al terminal. Si accendono le luci, possiamo togliere le cinture. Il portellone si apre, scendiamo dalla scaletta, ci accoglie l’aria del tropico, dolce e calda. Siamo arrivati,finalmente! Siamo tornati a calpestare con le suole delle nostre scarpe la terra di questa che ormai chiamiamo la nostra isola, il nostro esclusivo rifugio, dove noi due ci rintaniamo quando possiamo concederci qualcosa in più del solito e troppo breve fine settimana; un piccolo angolo di paradiso affacciato sull‘oceano, circondato da morbide sabbie bianche e imponenti rocce nere. So che cosa mi aspetta, e di questo ne sono felice: faremo lunghe camminate tra la vegetazione selvaggia, come ragazzini incoscienti ci lanceremo dagli scogli e nuoteremo coraggiosamente in queste acque in compagnia di pesci predatori, per poi tornare, la sera, nella nostra casa, una piccola deliziosa costruzione ricoperta per intero di calce bianca, e che dall’alto di un poggio brullo e assolato guarda verso il blu dell’oceano... Passiamo il controllo passaporti, nulla da dichiarare, a parte il fatto di essere felici di trovarci di nuovo qui. Poi il controllo bagagli; una rapida occhiata da parte dell’addetto della dogana, il quale ci dice che è tutto a posto. Ci allontaniamo per andare subito nell’ufficio dell‘autonoleggio. Compiliamo il modulo, ritiriamo le chiavi e ci dirigiamo nel parcheggio in cerca della nostra piccola autovettura fuoristrada che abbiamo prenotato... Non prendiamo subito la direzione di casa: prima un veloce salto al mercato; il frigorifero è vuoto e lo dobbiamo per forza riempire, non possiamo rimanere digiuni. Qualche negozietto di specialità alimentari del luogo, la mescita dei vini, spezie, frutta, verdura… ecco, ora abbiamo tutto quello che ci serve, e forse anche di più!L’auto è carica; possiamo partire... Una ventina di minuti di marcia tra strade strette e tortuose, e arriviamo nel nostro eremo felice. Troviamo tutto in ordine e pulito; chi ci cura la casa ha fatto proprio un bel lavoro! Non resta che disfare le valigie. Io ne approfitto subito per togliermi gli abiti civili e diventare una selvaggia, pochi sono i centimetri di stoffa che mi lascio addosso... Siamo in veranda, un paio di bicchieri di vino, peccato che non sia fresco al punto giusto, ma si sa, siamo appena arrivati, ci vuole tempo. Lui mi passa la sua sigaretta, mi chiede se voglio fare un tiro, rinuncio. Lui si alza, rientra in casa, lo sento armeggiare. Dopo un paio di minuti sento le note di Insensatez e poi la voce di Astrud Gilberto, una musica e un canto fantastici, che fanno sognare. Il sole sta calando, a queste latitudini il buioarriva presto... Lui ritorna per godersi gli ultimi istanti di questo tramonto dalle mille luci infuocate. Terminiamo di bere, termina anche la musica; è ora di rientrare, di darsi da fare... Vado in cucina, lui mi raggiunge. Gli dico che per cena avremo pesce: pesce spada allo zenzero, e gli chiedo di aiutarmi. Mentre io mi occupo delle verdure lui si dedica a togliere la buccia ai rizomi dello zenzero. Un sorriso strano è comparso sul suo volto; lo guardo incuriosita. Lui nel frattempo ha terminato di sbucciare una delle radici, e modellandola con il coltellino ne ha ricavato un bastoncino della lunghezza di dieci centimetri. Lo solleva in modo che io lo veda. Gli chiedo che cosa sta facendo, se gli sembra il caso di dedicarsi alla scultura; non immaginavo che vi fosse in lui una vena d’artista; sorrido. Poi lo invito a sbrigarsi perché c’è ancora molto da fare; e che andando avanti di questo passorischiamo di cenare a notte inoltrata. Pare che lui non se ne preoccupi, anzi, mi propone di sospendere per un momento l’attività intorno ai fornelli e mi assicura, mentre mi mostra ancora la radice dello zenzero, che rimarrò piacevolmente sorpresa. È tardi ma sto al gioco, e lo lascio fare. Mi mette le mani sulle spalle e con una leggera pressione mi costringe a voltarmi. Lo vedo mentre dal cassetto prende un tovagliolo, lo arrotola creando una specie di bandana. Me lo appoggia sugli occhi e con un nodo stretto lo legaintorno al mio capo... Sono cieca! Non vedo più nulla!, mi dico, e all’improvviso mi viene da ridere; per tutta risposta lui mi dà un pizzicotto sul sedere e mi invita a rimanere seria… È in piedi, dietro di me. Avverto il suo respiro caldo sul mio collo. Mi sposta i capelli, mi dà un bacio, fascorrere le suemani. Trova il fiocco che chiude il bikini e lo slaccia. Poi la sua mano scende, mi abbassa lo slip...Shhh… mi intima di fare silenzio, e nel mentre fa scorrere qualcosa di misterioso, freddo e umido, lungo la mia coscia. Temo qualcuno dei suoi stupidi scherzi e cerco di spostarmi, ma non riesco: mi blocca col suopeso contro il tavolo... l’oggetto freddo e viscido prosegue il suo viaggio lungo l’interno della mia gamba, disegnando ghirigori senza senso. Poi sento che sale, lui si muove più verso l’alto e al centro, e con esso inizia in maniera sfacciata a esplorare il mio inguine. Lo alza, lo abbassa, lo spinge… ancora non riesco a capire cosa diavolo sia e soprattutto cosa lui abbia in mente di fare... Sto per perdere la calma. Faccio per togliermi da questa posizione e levarmi la benda che ho davanti agli occhi; ma lui non me lo permette, mi anticipa, e senza dire nulla, infila dentro di me l’oggetto misterioso. Non avevo previsto una simile mossa, ho un sussulto. Un brivido mi percorre tutto il corpo, l’oggetto è davvero freddo, ghiacciato… l’oggetto? Ecco cos’è: il rizoma di zenzero tagliato a bastoncino!… Mi chiede che cosa provo. È freddo, ho solo la forza di rispondere. Lui mi invita ad aspettare, ad avere ancora un attimo di pazienza… Mentre lo muove dentro quella che di me è la parte più intima e segreta, inizio a sentire una specie diprurigine... dopo pochi secondi diventa bruciore e… Oddio! Mi sto bagnando. Lo stimolo aumenta, non fa male, è una sensazione strana, che ha come conseguenza che io continui a bagnarmi… un pungolo nella carne, un misto di tormento e passione. Più mi bagno e più sento che dentro qualcosa mi morde, pizzica;e ciò non fa che aumentare la mia eccitazione. Sono un lago dalle onde gonfie e increspate dal vento, un fiumeimpetuoso dai mille vortici. Sto letteralmente colando, le mie ginocchia tremano, le mie gambe, mi pare abbiano preso la consistenza di un budino. Vacillo… Mi sento di continuo sul punto di venire senza però che questo accada... Sento la sua voce, ma le sue parole mi arrivano come se risalissero dal fondo di un pozzo, da una distanza immensa, confuse; tutto mi vortica intorno; e un delirio dei sensi... Toglie il bastoncino e lo passa sul mio clitoride che inizia furiosamente a pizzicare provocando un‘altra ondata di eccitazione fuori controllo. Fatico a reggermi in piedi. So solo che voglio venire ma non vengo. Mi sto bagnando come non mi era mai successo... Poi, all’improvviso,smette, maledetto… mi lasciainsoddisfatta, ansimante, e con gli occhi ancora bendati. Restaappoggiato a me per impedirmi di muovermi... Il bruciore inizia a scemare, non però la mia voglia insoddisfatta... Mi toglie la benda,mi fa voltare, e dopo avermi dato un bacio mi dice che non possiamo proseguire: c’è la cena da preparare. Sorride, e mentre con aria malandrina mi fa vedere un altro rizoma di zenzeroancora da sbucciare e mi dice che seguiteremo dopo cena... Stordita, sono stordita… aspetterò… più tardi, dopo cena.
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    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da klaus55bs per l'aggiornamento : Da una collaborazione con un vecchio amico, il racconto dello ZENZERO DI NATALE riscr   

    Da una collaborazione con un vecchio amico, il racconto dello ZENZERO DI NATALE riscritto a 2 tastiere.
    Rebecca Barr e Marcus L. Nolde
     
    Le ruote del carrello hanno toccato la pista; tutto vibra! Atterraggio un poco brusco, ma niente di che: mi è capitato di peggio. L’aereo decelera, rulla sul cemento… siamo quasi fermi. Il pilota si dirige al terminal. Si accendono le luci, possiamo togliere le cinture. Il portellone si apre, scendiamo dalla scaletta, ci accoglie l’aria del tropico, dolce e calda. Siamo arrivati,finalmente! Siamo tornati a calpestare con le suole delle nostre scarpe la terra di questa che ormai chiamiamo la nostra isola, il nostro esclusivo rifugio, dove noi due ci rintaniamo quando possiamo concederci qualcosa in più del solito e troppo breve fine settimana; un piccolo angolo di paradiso affacciato sull‘oceano, circondato da morbide sabbie bianche e imponenti rocce nere. So che cosa mi aspetta, e di questo ne sono felice: faremo lunghe camminate tra la vegetazione selvaggia, come ragazzini incoscienti ci lanceremo dagli scogli e nuoteremo coraggiosamente in queste acque in compagnia di pesci predatori, per poi tornare, la sera, nella nostra casa, una piccola deliziosa costruzione ricoperta per intero di calce bianca, e che dall’alto di un poggio brullo e assolato guarda verso il blu dell’oceano... Passiamo il controllo passaporti, nulla da dichiarare, a parte il fatto di essere felici di trovarci di nuovo qui. Poi il controllo bagagli; una rapida occhiata da parte dell’addetto della dogana, il quale ci dice che è tutto a posto. Ci allontaniamo per andare subito nell’ufficio dell‘autonoleggio. Compiliamo il modulo, ritiriamo le chiavi e ci dirigiamo nel parcheggio in cerca della nostra piccola autovettura fuoristrada che abbiamo prenotato... Non prendiamo subito la direzione di casa: prima un veloce salto al mercato; il frigorifero è vuoto e lo dobbiamo per forza riempire, non possiamo rimanere digiuni. Qualche negozietto di specialità alimentari del luogo, la mescita dei vini, spezie, frutta, verdura… ecco, ora abbiamo tutto quello che ci serve, e forse anche di più!L’auto è carica; possiamo partire... Una ventina di minuti di marcia tra strade strette e tortuose, e arriviamo nel nostro eremo felice. Troviamo tutto in ordine e pulito; chi ci cura la casa ha fatto proprio un bel lavoro! Non resta che disfare le valigie. Io ne approfitto subito per togliermi gli abiti civili e diventare una selvaggia, pochi sono i centimetri di stoffa che mi lascio addosso... Siamo in veranda, un paio di bicchieri di vino, peccato che non sia fresco al punto giusto, ma si sa, siamo appena arrivati, ci vuole tempo. Lui mi passa la sua sigaretta, mi chiede se voglio fare un tiro, rinuncio. Lui si alza, rientra in casa, lo sento armeggiare. Dopo un paio di minuti sento le note di Insensatez e poi la voce di Astrud Gilberto, una musica e un canto fantastici, che fanno sognare. Il sole sta calando, a queste latitudini il buioarriva presto... Lui ritorna per godersi gli ultimi istanti di questo tramonto dalle mille luci infuocate. Terminiamo di bere, termina anche la musica; è ora di rientrare, di darsi da fare... Vado in cucina, lui mi raggiunge. Gli dico che per cena avremo pesce: pesce spada allo zenzero, e gli chiedo di aiutarmi. Mentre io mi occupo delle verdure lui si dedica a togliere la buccia ai rizomi dello zenzero. Un sorriso strano è comparso sul suo volto; lo guardo incuriosita. Lui nel frattempo ha terminato di sbucciare una delle radici, e modellandola con il coltellino ne ha ricavato un bastoncino della lunghezza di dieci centimetri. Lo solleva in modo che io lo veda. Gli chiedo che cosa sta facendo, se gli sembra il caso di dedicarsi alla scultura; non immaginavo che vi fosse in lui una vena d’artista; sorrido. Poi lo invito a sbrigarsi perché c’è ancora molto da fare; e che andando avanti di questo passorischiamo di cenare a notte inoltrata. Pare che lui non se ne preoccupi, anzi, mi propone di sospendere per un momento l’attività intorno ai fornelli e mi assicura, mentre mi mostra ancora la radice dello zenzero, che rimarrò piacevolmente sorpresa. È tardi ma sto al gioco, e lo lascio fare. Mi mette le mani sulle spalle e con una leggera pressione mi costringe a voltarmi. Lo vedo mentre dal cassetto prende un tovagliolo, lo arrotola creando una specie di bandana. Me lo appoggia sugli occhi e con un nodo stretto lo legaintorno al mio capo... Sono cieca! Non vedo più nulla!, mi dico, e all’improvviso mi viene da ridere; per tutta risposta lui mi dà un pizzicotto sul sedere e mi invita a rimanere seria… È in piedi, dietro di me. Avverto il suo respiro caldo sul mio collo. Mi sposta i capelli, mi dà un bacio, fascorrere le suemani. Trova il fiocco che chiude il bikini e lo slaccia. Poi la sua mano scende, mi abbassa lo slip...Shhh… mi intima di fare silenzio, e nel mentre fa scorrere qualcosa di misterioso, freddo e umido, lungo la mia coscia. Temo qualcuno dei suoi stupidi scherzi e cerco di spostarmi, ma non riesco: mi blocca col suopeso contro il tavolo... l’oggetto freddo e viscido prosegue il suo viaggio lungo l’interno della mia gamba, disegnando ghirigori senza senso. Poi sento che sale, lui si muove più verso l’alto e al centro, e con esso inizia in maniera sfacciata a esplorare il mio inguine. Lo alza, lo abbassa, lo spinge… ancora non riesco a capire cosa diavolo sia e soprattutto cosa lui abbia in mente di fare... Sto per perdere la calma. Faccio per togliermi da questa posizione e levarmi la benda che ho davanti agli occhi; ma lui non me lo permette, mi anticipa, e senza dire nulla, infila dentro di me l’oggetto misterioso. Non avevo previsto una simile mossa, ho un sussulto. Un brivido mi percorre tutto il corpo, l’oggetto è davvero freddo, ghiacciato… l’oggetto? Ecco cos’è: il rizoma di zenzero tagliato a bastoncino!… Mi chiede che cosa provo. È freddo, ho solo la forza di rispondere. Lui mi invita ad aspettare, ad avere ancora un attimo di pazienza… Mentre lo muove dentro quella che di me è la parte più intima e segreta, inizio a sentire una specie diprurigine... dopo pochi secondi diventa bruciore e… Oddio! Mi sto bagnando. Lo stimolo aumenta, non fa male, è una sensazione strana, che ha come conseguenza che io continui a bagnarmi… un pungolo nella carne, un misto di tormento e passione. Più mi bagno e più sento che dentro qualcosa mi morde, pizzica;e ciò non fa che aumentare la mia eccitazione. Sono un lago dalle onde gonfie e increspate dal vento, un fiumeimpetuoso dai mille vortici. Sto letteralmente colando, le mie ginocchia tremano, le mie gambe, mi pare abbiano preso la consistenza di un budino. Vacillo… Mi sento di continuo sul punto di venire senza però che questo accada... Sento la sua voce, ma le sue parole mi arrivano come se risalissero dal fondo di un pozzo, da una distanza immensa, confuse; tutto mi vortica intorno; e un delirio dei sensi... Toglie il bastoncino e lo passa sul mio clitoride che inizia furiosamente a pizzicare provocando un‘altra ondata di eccitazione fuori controllo. Fatico a reggermi in piedi. So solo che voglio venire ma non vengo. Mi sto bagnando come non mi era mai successo... Poi, all’improvviso,smette, maledetto… mi lasciainsoddisfatta, ansimante, e con gli occhi ancora bendati. Restaappoggiato a me per impedirmi di muovermi... Il bruciore inizia a scemare, non però la mia voglia insoddisfatta... Mi toglie la benda,mi fa voltare, e dopo avermi dato un bacio mi dice che non possiamo proseguire: c’è la cena da preparare. Sorride, e mentre con aria malandrina mi fa vedere un altro rizoma di zenzeroancora da sbucciare e mi dice che seguiteremo dopo cena... Stordita, sono stordita… aspetterò… più tardi, dopo cena.
  5. Fantastico!
    ghostnick0 ha aggiunto una reazione a pierreroche per l'aggiornamento : ...forse non dovrei lasciarmi prendere così... ...forse non potrei promettere di più.   
    ...forse non dovrei lasciarmi prendere così...
    ...forse non potrei promettere di più...
    Sembrava non mancasse nulla nella mia vita, eppure continuo in ogni istante a ricercarti....
    In alcuni momenti credo di essere inopportuno, in altri forse che sto un po' esagerando...
    Provo a cercare un 'perché', ma poi finisco sempre per trascurarlo....
    Sento di volere di più, ma ho paura che potremmo farlo...
    Sento di volertelo dire, ma ho paura di perdere qualcosa...
    Ho voglia di chiudere gli occhi e perdermi ancora nel tuo bacio...
    Ho voglia di te senza dovermi spiegare del perché...
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    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da gero124 per l'aggiornamento : Il paesaggio muta, le persone cambiano, i bisogni si trasformano, ma il treno prosegu   
    Il paesaggio muta, le persone cambiano, i bisogni si trasformano, ma il treno prosegue.
    La vita è il treno , non la stazione ferroviaria.
    P. Coelho
  7. Mi piace
    ghostnick0 ha aggiunto una reazione a gianni1972e per l'aggiornamento : Davvero incantevole.    
    Davvero incantevole. 
  8. Fantastico!
    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da gero124 per l'aggiornamento : Scrivendo racconti....   
    Scrivendo racconti....

  9. Fantastico!
    ghostnick0 ha aggiunto una reazione a fashionista0 per l'aggiornamento : Come probabilmente saprete, tra 9 giorni c'è uno degli eventi per me imperdibili: Mil   
    Come probabilmente saprete, tra 9 giorni c'è uno degli eventi per me imperdibili: Milano Design Week, anche nota come FuoriSalone! 
    Potrete trovare tutte le info online, per i più curiosi, ma mentre pregusto la settimana più creativa di sempre condivido tre delle immagini che più mi hanno colpita l'anno scorso



  10. Mi piace
    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da klaus55bs per l'aggiornamento : poesia in musica    
    poesia in musica 
  11. Mi piace
    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da klaus55bs per l'aggiornamento : poesia in musica    
    poesia in musica 
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    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da klaus55bs per l'aggiornamento : poesia in musica    
    poesia in musica 
  13. Mi piace
    ghostnick0 ha aggiunto una reazione a ciribi72 per l'aggiornamento : Vorrei andare a NY a vedere dal vivo il mio quadro preferito...   
    Vorrei andare a NY a vedere dal vivo il mio quadro preferito...

  14. Haha
    ghostnick0 ha aggiunto una reazione a nuncepenza6 per l'aggiornamento : Stanchezza ne abbiamo???   

    Stanchezza ne abbiamo???
  15. Fantastico!
    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da gero124 per l'aggiornamento : Scrivendo racconti....   
    Scrivendo racconti....

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    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da altomororicco per l'aggiornamento :   

  17. Fantastico!
    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da gero124 per l'aggiornamento : Scrivendo racconti....   
    Scrivendo racconti....

  18. Fantastico!
    ghostnick0 ha ricevuto una reazione da gero124 per l'aggiornamento : Scrivendo racconti....   
    Scrivendo racconti....

  19. Fantastico!
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    Scrivendo racconti....

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    ghostnick0 ha aggiunto una reazione a altomororicco per l'aggiornamento : Siamo già a metà settimana........   
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    La nostra azienda può giocare un ruolo di supporto per la Girelli & Company, promuovendo un modello organizzativo all’interno del dipartimento trasporti e operando per una ricostruzione del team di lavoro più efficiente e sinergico.
    L’obiettivo è infatti potenziare a livello organizzativo le funzioni interne alla logistica e inglobare all’interno del CETRI attività che prima erano esclusive di altre strutture (es. SOFT), ricostruendo al contempo anche un legame forte con il gruppo di lavoro del commerciale.
    Progetti condivisi, progettazione integrata…e....
    ….e….
    …e… dove ero rimasto nella mia relazione da scrivere….?
    …e… ho voglia di scrivere questa relazione?
    …e… penso a te…
    …e …mi si annebbia la vista…
    …e…. improvvisamente cambio la mia scena, e mi viene da prendere a scrivere… mi proietto....
    ... improvvisamente mi sveglio…
    …non è una di quelle scene nel sonno che di soprassalto uno si sveglia da un sogno, no... è esattamente il contrario; io mi sveglio - mi sveglio dal quotidiano all'interno di un sogno.
    Il contesto così non è quello del mio ufficio, della mia scrivania…
    Sono in una casa che non riconosco, ma è come se l’orientamento l’avessi nella memoria e in breve lasso di tempo recupero qulla sensazione di cognizione e appartenenza propria del sogno.
    Tutto l’ambiente diventa così familiare e nostro.
    Nostro nel senso di mio e suo, perché so già che lei è qui, nelle stanze, nel mio sogno.
    Mi sveglio dicevo e sono in un letto, somiglia al risveglio di una qualsiasi mattina di domenica.
    La luce passa tra le finestre di questa stanza shabby, bianca, con le tende che fanno un leggero movimento mosse da un’aria impalpabile.
    C’è un tiepido clima che sembra voler preannunciare la conclusione di una stagione fredda e l’apertura della prossima primaverile. E’ tutto in penombra, si sente il rumore di una lavatrice nel mio dormiveglia e l’acuta interpretazione di una musica di James Last.

    Mi alzo e mi avvio verso il bagno. Il corridoio è illuminato dalle finestre laterali. Alle pareti quadri riprendono dettagli di lei – fotografie in bianco e nero dei suoi capelli, dei suoi occhi… dei suoi fianchi… delle sue gambe – che li abbia scattati io?
    Ho i piedi scalzi, il pavimento è freddo. La camicia del pigiama ha i bottoni aperti… l’aria mattutina che soffia nel corridoio mi risveglia come beccandomi il petto.
    Arrivo allo specchio e mi guardo la barba incolta – so che a lei non piace.
    Prendo il rasoio e cerco il barattolo di sapone Panama.

    Sul mobile non c’è.

    Controllo nella pochette che utilizzo per i viaggi, che l’avessi lasciata a Mestre?

    Non c’è.

    Poi mi accorgo che anche il pennello da barba non è al suo posto e ricordo benissimo di averlo visto la sera precedente. Mi riavvio verso il corridoio per andare nel bagno di Rebecca.

    Oltre la porta a vetro piombato si nota il muoversi delle sue ombre corporee; busso delicatamente e le parlo dall'uscio sottile:

    – hai visto per caso il mio sapone e pennello da barba? –
    – Li ho presi io… vieni, entra pure… –

    Si lascia così sorprendere in accappatoio con le creme aperte sullo sgabello il legno, un piede si sorregge sulla vasca mente le mani massaggiano la parte superiore della gamba, come se tutto fosse naturale come sempre.
    – Guarda è li, te li ho presi in prestito stamattina, non potevo svegliarti… dormivi così bene: Buongiorno! – lo dice con un sorriso ed un timbro di rimprovero per il mio solito difetto: irruzione senza prima aver la gentile educazione di salutare.

    Il pennello è bagnato e il barattolo ha un residuo di schiuma bianca sulla scritta.
    – ma da quando in qua ti fai la barba? – Le dico con un ironico timbro su un risolino accennato, ma non riuscendo bene a comprendere perché non avesse utilizzato la sua ceretta abituale.

    – da stamattina… erano folti e li ho tagliati tutti… – mi risponde.
    – ma non usi la ceretta? –
    Mi guarda e poi scoppia a ridere – sai che dolore...! –

    Ride, ma io non capisco.
    Dopo le risa, chiude il coperchio della crema aprendo invece qualche altra lozione oleosa. Abbassa la gamba destra trattenuta fino in quel momento variando sulla sinistra che si alza a raggiungere l’orlo della vasca da bagno.

    In quel preciso istante l’accappatoio si apre leggermente sull’inguine scoprendo il triangolo nudo e latteo di contrasto con l’abbronzatura. Improvvisamente riesco a ricollegare tutto; l’inguine non ha può alcun pelo, è nitido, pallido, mostra distintamente la fenditura rosa, carnosa. 

    Poi improvvisamente Rebecca si alza dando una stretta alla cinta di spugna. Distolgo lo sguardo imbarazzato per il tempo in cui sono rimasto intontito.

    Si avvicina… abbracciandomi da prima sul collo e poi toccando il dito la mia barba.

    – Ora vai a toglierti questa barba così trascurata e comunque grazie! Non ti dispiace se lo prenderò in prestito ancora vero? E’ un’ottima schiuma e poi il pennello massaggia divinamente bene…  –

    Esce verso la casa… mentre io rimango imbambocciato e con il solito senso di assoluto disagio, con il pennello ed un barattolo in mano.

  25. Fantastico!
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