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Oggi che il tempo è noioso,
per pioggia e per freddo,
negli attimi in cui la tacita notte
viene allungando le sue ore,
dormiamo insieme avviluppati
al calduccio delle piumate coltri,
non prima che avremo ultimato
i giochi che Amore
ci avrà ispirato.
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Quando non disdegnerai più il talamo, e lascerai ch'io calmi
con tenere parole i tuoi timori,annoderò, tu arrendevole,
le sparse tue chiome e con carezze vincerò il tuo trepido pudore.
Allora avrà inizio la nostra festa nuziale e si diraderà ogni tenebra
nelle nostre menti, si sospenderà ogni nostra pena e respireremo di sollievo.
Berremo nella stessa coppa il vino dell'amore e ci lasceremo
travolgere dal delirio della prima volta.
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Come quando si dileguano le nubi d'intorno e si scopre il sole;
come quando tacciono i venti e l'aria si tranquillizza; così,
al solo vederti e contemplare il tuo collo e il seno di terso alabastro,
o le due stelle che illuminano il tuo dolce sorriso, cessa ogni tormento
e si scioglie ogni pena fin nei più profondi recessi del mio cuore
e sgorga la voglia di levare un inno alla vita.
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SALVATORE DI GIACOMO
Da “ Sonetti antichi “ (tradotti dal napoletano)
I – Nannina
Occhi di sogno, neri, appassionati,
che del miele la dolcezza avete,
perché, con questo guardare che fate,
voi un braciere in petto m’accendete?
Vi manca la parola e mi parlate,
-pare che senza lacrime piangiate,-
di questa faccina bianca anima siete,
-occhi belli, occhi dolci, occhi fatati!
Voi, che insieme ai fiori vi aprite,
-e insieme con i fiori vi chiudete,-
fiori di passione mi apparite.-
Voi, sentimento degli innamorati,
-m’avete fatto male e lo sapete,-
occhi di sogno, neri, appassionati!
Da “ Canzoni “
A Marechiaro
Quando spunta la luna a Marechiaro,
anche i pesci vi fanno all’amore,
si agitano le onde del mare,
per la gioia cambiano colore,
quando spunta la luna a Marechiaro…
A Marechiaro c’è una finestra,
la mia passione vi bussa,
un garofano odora su una testa,
passa l’acqua di sotto e mormora…
A Marechiaro c’è una finestra…
Chi dice che le stelle sono lucenti,
non conosce questi occhi che tu hai in fronte,
questi due occhi li conosco io solamente,
dentro il cuore ne ho le punte.
Chi dice che le stelle sono lucenti?
Svegliati, Carolina, chè l’aria è dolce,
quando mai tanto tempo ho aspettato?
Per accompagnare i suoni con la voce,
stasera ho portato una chitarra…
Svegliati, Carolina, chè l’aria è dolce!...
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If you ask me why
I fell in love with you,
I don't really know what to answer.
Of course, it was not the result of alchemy,
but only magic.
See you and love you at first sight
it was a whole.
I saw other beautiful women,
but the right spring was not released.
With you it was different,
it was, indeed, a magical moment,
a moment that I never forgot
and hypnotized me forever. -
DI GIACOMO
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Tutto si scorda
Tutto, tutto si scorda,
tutto o si cambia o muore;
e una chitarra è amore
che non ha una sola corda.
Oggi sei tu; domani,
forse, un’altra sarà;
e poi un’altra, chissà,
se tempo ci rimane.
Occhi celesti o neri,
colore di giglio o di rosa,
sempre, sempre una sola cosa,
sempre gli stessi sospiri!
Se, sospirando, io dico :
“ Quanto mi sei costata! “,
tale e quale a qualche altra
tu sospiri con me…
Tutto, tutto si scorda,
tutto o si cambia o muore,
e una chitarra è amore,
che non ha una sola corda.
Ma, tremando,questa mano
certe volte si scorda :
e torna la prima corda
a tentare, piano piano.
E un sogno che desta
tante cose, o addormentate,
o lontane, o finite,
esce da sotto a queste dita…
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...è bello pensare che dove finiscano le mie dita debba in qualche modo cominciare una chitarra
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Mi percuote lo sfavillar dei suoi occhi,
allor che di rimpetto le seggo
o, ritti, intrecciamo le braccia
per confermare un'ennesima volta
il nostro amore reciproco
e lo suggelliamo con tanti,
tanti baci.
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Soli.
Altro non può desiderare
Chi è innamorato come me.
Esser soli
È natura congeniale all’amore.
A volte basta
Guardarti mentre taci e pensi.
E poche parole
Bastano
Per rompere il loquace silenzio.
Una mia carezza,
Il tuo rossore
Basta pure
Per intonare il canto dell’amore
E toccare il cielo con un dito.
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Grazie, Signore,
perché mi hai incatenato
a Lei, appena l’ho incontrata.
Grazie, amore, perché
Mi hai donato la felicità
Fin dal primo istante.
Grazie, per la pazienza
Con cui hai tollerato
I miei difetti
E i miei umori.
Grazie per la fedeltà
Al giuramento d’amore
Del dì fatidico.
Grazie di esistere per me.
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SABA
Ecco, adesso tu sai
Ecco, adesso tu sai, che tra i beati
non è dimora per noi. Che la vita,
come un avido sguardo, è tutta piena
di lacrime nascoste.
Amore, gelosia, taciuta brama
di belle cose come prede esposte,
ti lasciano un rimpianto oscuro, aggiungono
ancora un filo nell’antica trama
che spezzerà, forse,la morte.
A galla ti riportano
non dettate virtù, ma d’altri accenti,
che un tremito confonde, la memoria.
La tua storia finisce, si nasconde…
Ma quanti cari cuori hai conquistati!
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Hai la bellezza ancora, sia pure d'un fiore
che va disfiorendo, anno dopo anno.
Hai ancora un domani,
sol che tu lo voglia
e vinci i tristi pensieri
che portano solo al Nulla.
Puoi tingere le labbra di vermiglio
più vivo, ma che non lo sia troppo.
Tu hai l'arte femminina per cancellare
dall'occhio appena appena spento
la stanchezza degli anni già passati;
e puoi anche ridare smalto ai capelli,
in altro tempo assai più belli,
sì che tornino gran chioma vaporosa.
Se vuoi, almeno da lontano,
tu puoi apparire, all'occhio mio
che ti adora, l'adolescente in gonnella
o, almeno, la donna piacente di sempre.
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Nei “ Sassi di Matera “al calar del sole
Fino agli anni Cinquanta
Or che nella corte del vicinato
Sirio lentamente s’asconde
Dietro i crinali dell’Appennino,
Si smorza il chiasso dei fanciulli.
Ad una ad una escono dalle case-grotte
Le madri e le figlie da marito
Ch’hanno di già approntato
Il modesto desinare ai mariti o ai padri.
Han tempo fino all’imbrunire e oltre,
Per spettegolare o lamentarsi,
Quando stanchi e affamati
Gli uomini tornano dai campi seminati
O dai piccoli orti o dalle vigne proprie,
talora dalle altrui proprietà.
L’asino o il mulo a lor dinanzi
Avanzano zoccolando sul selciato sconnesso.
Qual più gonfia qual meno
Donzolano le bisacce
E canta l’acqua di fonte nei barili.
Le fiasche son vuote, più di vino che d’acqua.
La parca cena li ristora, il vino, prezioso
E perciò misto ad acqua, li disseta.
Indi assisi sul muricciolo con gusto
Aspirano tabacco dalla pipa attempata
O dallo spinello fresco di paziente fattura.
Han poco tempo per scambiare
Qualche parola coi vicini di casa,
Già che la stanchezza del duro lavoro
Ormai ha il sopravvento e calano
Le palpebre, di tanto in tanto.
Le donne di casa han sparecchiato
E lavato le stoviglie, non tante.
Ora mettono a letto i loro uomini e bambini,
Spengono i costosi lumi e tornano
A confabular con le vicine.
Che mai si dicon tra loro?
E’ presto detto: nascite, matrimoni e lutti,
Figli e acciacchi, gioie e dolori,
Speranze e delusioni.
Anche l’andamento del tempo
È tema ricorrente, perché dai capricci del cielo
Dipende ogni spiga, ogni legume,
Ogni tronco di vite, ogni dono dell’orto,
Ogn’erba selvatica o medicinale.
Vita semplice e dura, scandita
Dalla vicenda incessante delle stagioni.
Vita breve per ogni sorta di male,
Che non risparmia bambini, gestanti, Puerpere, uomini sfiancati dalle fatiche
Dal primo mane a tarda sera,
Più di rado anziane dalla pelle grinzosa.
Eppur vita tranquilla, più che nel dopoguerra
Frenetico, incalzato da presunto progresso.
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bellissimi versi!
Grazie @fel55
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Eccomi ancora una volta
A chiederti perdono
Per altra motivazione.
Avrei dovuto mostrare
Più comprensione
Del tuo momentaneo
Stato di salute
E dell’assillante peso
Delle cure di casa e dei nipotini,
Della latente paura per la mia sorte.
Ma vedi come ardo,
Forse senza speranza.
Vedi come basse porto
Le ciglia, e colme di mestizia.
Quante volte ancora
Dovrò supplicarti?
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MONTALE
Maestrale
S’è rifatta la calma
nell’aria : tra gli scogli parlotta la maretta.
Sulla costa quietata, nei broli, qualche palma
a pena svetta.
Una carezza disfiora
la linea del mare e la scompiglia
un attimo, soffio lieve che vi s’infrange e ancora
il cammino ripiglia.
Lameggia nella chiarìa
la vasta distesa, s’increspa, indi si spiana beata
e specchia nel suo cuore vasto codesta povera mia
vita turbata.
O mio tronco che additi,
in questa ebrietudine tarda,
ogni rinato aspetto coi germogli fioriti
sulle tue mani, guarda :
sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai : perché tutte le immagini portano scritto :
“ più in là “.
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“ Fidàti colloqui d’amore “
Ci porta il lento
Risveglio del mattino
E la pace effusa della sera.
Il tuo capo
Sul mio petto,
Il tuo braccio avvinto
Come laccio,
Ti dico parole di miele,
E tu rafforzi la tua morsa
E miagoli come gattina
In calore.
Ma talora per un nonnulla
Mi serbi rancore
E mi porgi solo le terga,
in tutto simile alla folle Luna.
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Cosa sei…tu per me?
Ecco cosa sei:
Sei la magìa del Natale.
Sei l’incanto
Dei cristalli di neve
Che lenti s’adagiano
Sulla bianca coltre
Della terra nera.
Sei il calore del ceppo
Che nel camino
Sprigiona faville di fuoco.
Sei lo stupore dell’Attesa
Che inebria il cuore
Dei bambini sognanti.
Sei la rosa che d’inverno
Profuma le mie notti.
Sei tutta…
La ragione della vita mia.
Sei la luce
Del mio faticoso cammino.
Sei tutte le cose belle
Che porta seco il Natale.
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A lungo andare
Il sognare non basta.
L’amore ha bisogno
Del suo ossigeno.
Che è il potersi guardare
Con tenerezza negli occhi,
Abbracciarsi, baciarsi
A perdifiato.
Con confidenza e complicità
Dialogare al risveglio
O prima di addormentarsi.
E’ nel DNA dell’uomo
E del mammifero,
E’ il comandamento
Del divino Amore.
Ancor più bello se
Nella magìa del Natale.
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Oh! Il desiderio
che non muore!
Oh, la dolcezza
del primo mattino!
Svegliarsi anzitempo,
fare l’amore
con l’amata,
e riaddormentarsi
stretti stretti.
Osmosi di calore
e di amore
in soave dormiveglia!
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MONTALE
Ai tuoi piedi
Mi sono inginocchiato ai tuoi piedi
o forse è un’illusione perché non si vede
nulla di te,
i miei peccati
attendendo il verdetto con scarsa fiducia
e debole speranza non sapendo
che senso hanno quassù, il prima e il poi
il presente il passato l’avvenire
e il fatto che io sia venuto al mondo
senza essere consultato.
Poi penserò alla vita di quaggiù
non “ sub specie aeternitatis “,
non risalendo all’infanzia
e agli ingloriosi fatti che l’hanno illustrata
per poi ascendere a un dopo
di cui sarò all’anteporta.
Attendendo il verdetto
che sarà lungo o breve grato o ingrato
ma sempre temporale e qui comincia
l’imbroglio perché nulla di buono è mai pensabile
nel tempo,
ricorderò gli oggetti che ho lasciati
al loro posto, un posto tanto studiato,
agli uccelli impagliati, a qualche ritaglio
di giornale, alle tre o quattro medaglie
di cui sarò derubato e forse anche
alle fotografie di qualche mia Musa
che mai seppe di esserlo,
rifarò il censimento di quel nulla
che fu vivente perché fu tangibile
e mi dirò se non fossero
queste solo e non altro la mia consistenza
e non questo corpo ormai incorporeo
che sta in attesa e quasi si addormenta.
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MONTALE
Clizia dice
Sebbene mezzo secolo sia scorso
potremo facilmente ritrovare
il bovindo nel quale si stette ore
spulciando il monsignore delle pulci.
Sul tetto un usignolo si sgolava
Ma non ebbe successo. Quanto al gergo
delle sagre del popolo o a quello
delle commedie o farse vive solo
in tradizioni orali, se con noi fosse
come un giorno un maestro del sermone umile
nonché del bronzeo della patrologia,
tutto sarebbe facile. Ma dove
sarà quel giorno e dove noi?
Se esiste un cielo e in esso molte lingue,
la sua fama d’interprete salirebbe
in altri cerchi ancora e il puzzle sarebbe
peggiore che all’inferno di noi sordomuti.
Clizia nel ‘34
Sempre allungata
sulla “ chaise songue “
della veranda
che dava sul giardino,
un libro in mano forse già da allora
vite di santi semisconosciuti
e poeti barocchi di scarsa reputazione
non era amore quello
era come oggi e sempre
venerazione.
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Molto bella
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daliahnera ha aggiunto una reazione
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MONTALE
A K.
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera e i suoi corimbi;
e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire , o lontana,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d’una giovinetta palma…
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Pensiero dominante,
ansia
struggente, attesa senza
fine. E’ quel ch’io provo.
Però il sogno d’amore
che
condivido con te mi
rasserena l’anima e mi
placa i bollenti spiriti, mi
dà la pazienza che
occorre per attendere di
gustare il
miele della vita, con te!
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Quanto rapido il trascorrere
di sì liete ore.
Oh, se fossi un mago
e potessi esclamare
– Fermati, o Tempo vorace
che ingoi le Ore ad una ad una,
senza mai fermarti! –
– Rendi omaggio alla mia bella
e ferma i tuoi passi. Se puoi, aspergi
il suo volto dell'oro di eternità
e fanne una stella
che brilli là su sempre per me.
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Meraviglioso amore che
mi avvince e mi possiede
sempre più!
Continuamente porto nel
cuore la tua immagine,
come fosse dipinta o
scolpita, identica al tuo
aspetto.Così che, quando
non ti ho davanti,con gli
gli occhi della mente
posso guardare quella
figura, come fossi tu in
persona vivente.
Come il fedele che mira il
santino,convinto di
ricevere la grazia da
quella sola immagine,
così guardo te nel mio
cuore, per rivivere la
felicità tutta intera.
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Ecco ride l’Oriente
E un raggio di sole
Indora la tua limpida fronte
E ridona il rosa
Alle tue molli labbra,
Che età non discolora
Né increspa.
Le tue pupille brillano
Come la stella mattutina.
M’invade l’odor femmineo
Del talamo
E m’inebrio del profumo
Singolare che solo è tuo
E di nessun’altra.
-
Dormo…e sogno te.
Mi sveglio…e penso a te.
Di giorno mi fa capolino
Il tuo sorriso luminoso
E mi irradia la felicità
Di amarti, mia unica
Musa ispiratrice.
Cosa sono io per te?
Uno qualunque con cui dialogare
di tanto in tanto
per passare il tempo ?
No, vorrei essere ben altro,
un amico intimo ed esclusivo
con cui reciprocamente
confidare ogni gioia
e ogni pena che la vita
elargisce a piene mani.
Potrei esserlo,
solo che tu lo voglia.
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